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Simone Cametti – Media Montagna
L’opera di Simone Cametti si compone di gesti esemplari con i quali crea un’originale riflessione sullo spazio e sul tempo, un agire performativo che non si dissolve nell’aleatorietà dell’azione ma restituisce preziosi reperti che traducono con forza la sua cristallina personalità
Comunicato stampa
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Il 27 settembre alle ore 18.00 si inaugura, nello Spazio K Media Montagna, la personale dell’artista Simone Cametti, nuovo appuntamento di Cambi di rotta, progetto a cura di Umberto Palestini, nelle Grandi Cucine di Palazzo Ducale ad Urbino. L’artista, nato a Roma, dove vive e lavora, si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino e successivamente ha concluso gli studi alla Rome University of Fine Art, dove, dal 2015 è docente di Tecniche performative per le Arti Visive. Ha vinto diversi premi tra i quali: nel 2012 il Premio Terna 04, nel 2016 il premio Fondazione Aria, Spazio V.AR.CO., e il Premio Giovani indetto dall’Accademia Nazionale di San Luca. Il suo lavoro privilegia l’installazione per la creazione di spazi di grande suggestione emozionale.
Nell’introduzione alla mostra Umberto Palestini scrive: «Il titolo Media Montagna intreccia due coordinate concettuali: l’altitudine – mille, duemila metri sul livello del mare – dove Simone Cametti sviluppa molti dei suoi lavori, e il riferimento al movimento chiamato Nuovo Mattino, nato nei primi anni Settanta attorno alla figura di Gian Piero Motti, il quale aveva cercato di diffondere un nuovo modo di intendere l’alpinismo, depurandolo “di eroismo e gloriuzza di regime” per sintonizzarlo sui più vitali concetti di libertà, gioiosa accettazione dei propri limiti, trasgressione delle regole».
In tale contesto l’aggettivo medio diventa metafora di un luogo che, come sostiene l’autore, “non è meta o traguardo”, ma un territorio dell’anima: lo spazio in cui si svolgono le sue azioni, promosso a vero strumento espressivo.
Sia che rinverdisca con pigmenti naturali ampie distese erbose di montagna in procinto di seccarsi, che faccia risuonare le note di antiche canzoni di Tina Allori, celebre interprete italiana degli anni Quaranta e nonna dell’autore, in lontane cave di marmo norvegesi dalle quali fu estratto il marmo per realizzare la sua lapide funeraria, o che registri il rumore di sassi lanciati sulla superficie di laghi ghiacciati, per creare il suggestivo sound con il quale accompagnare due splendide fotografie in bianco e nero, l’artista mette in campo il sofisticato concetto di durata. Affrontare viaggi per raggiungere in solitaria gli sconfinati spazi delle cave di Larvik in Norvegia, del lago Blu nel New Hampshire, o abitare, con sentito trasporto, le cime del Gran Sasso nell’Appennino centrale italiano, diventa per Cametti un agire finalizzato alla ricerca di un nuovo accordo con la natura attraverso una profonda riflessione sul ruolo dell’artista.
L’opera di Simone Cametti si compone di gesti esemplari con i quali crea un’originale riflessione sullo spazio e sul tempo, un agire performativo che non si dissolve nell’aleatorietà dell’azione ma restituisce preziosi reperti che traducono con forza la sua cristallina personalità.
Nell’introduzione alla mostra Umberto Palestini scrive: «Il titolo Media Montagna intreccia due coordinate concettuali: l’altitudine – mille, duemila metri sul livello del mare – dove Simone Cametti sviluppa molti dei suoi lavori, e il riferimento al movimento chiamato Nuovo Mattino, nato nei primi anni Settanta attorno alla figura di Gian Piero Motti, il quale aveva cercato di diffondere un nuovo modo di intendere l’alpinismo, depurandolo “di eroismo e gloriuzza di regime” per sintonizzarlo sui più vitali concetti di libertà, gioiosa accettazione dei propri limiti, trasgressione delle regole».
In tale contesto l’aggettivo medio diventa metafora di un luogo che, come sostiene l’autore, “non è meta o traguardo”, ma un territorio dell’anima: lo spazio in cui si svolgono le sue azioni, promosso a vero strumento espressivo.
Sia che rinverdisca con pigmenti naturali ampie distese erbose di montagna in procinto di seccarsi, che faccia risuonare le note di antiche canzoni di Tina Allori, celebre interprete italiana degli anni Quaranta e nonna dell’autore, in lontane cave di marmo norvegesi dalle quali fu estratto il marmo per realizzare la sua lapide funeraria, o che registri il rumore di sassi lanciati sulla superficie di laghi ghiacciati, per creare il suggestivo sound con il quale accompagnare due splendide fotografie in bianco e nero, l’artista mette in campo il sofisticato concetto di durata. Affrontare viaggi per raggiungere in solitaria gli sconfinati spazi delle cave di Larvik in Norvegia, del lago Blu nel New Hampshire, o abitare, con sentito trasporto, le cime del Gran Sasso nell’Appennino centrale italiano, diventa per Cametti un agire finalizzato alla ricerca di un nuovo accordo con la natura attraverso una profonda riflessione sul ruolo dell’artista.
L’opera di Simone Cametti si compone di gesti esemplari con i quali crea un’originale riflessione sullo spazio e sul tempo, un agire performativo che non si dissolve nell’aleatorietà dell’azione ma restituisce preziosi reperti che traducono con forza la sua cristallina personalità.
27
settembre 2018
Simone Cametti – Media Montagna
Dal 27 settembre al 18 novembre 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA NAZIONALE DELLE MARCHE – PALAZZO DUCALE
Urbino, Piazzale Duca Federico, 3, (Pesaro E Urbino)
Urbino, Piazzale Duca Federico, 3, (Pesaro E Urbino)
Vernissage
27 Settembre 2018, ore 18
Autore
Curatore