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Marcello Mariani – Forme dal Terremoto
Marcello Mariani, artista astratto di caratura internazionale, è diventato il simbolo dell’anima ferita ma indomita dell’Aquila dopo il devastante terremoto del 2009, dell’arte che non si arrende di fronte all’orrore per continuare a generare bellezza, ricucendo le fratture e suturando le ferite
Comunicato stampa
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Marcello Mariani, artista astratto di caratura internazionale, è diventato il simbolo dell’anima ferita ma indomita dell’Aquila dopo il devastante terremoto del 2009, dell’arte che non si arrende di fronte all’orrore per continuare a generare bellezza, ricucendo le fratture e suturando le ferite.
Dopo aver perso studio e abitazione nel rovinoso sisma, lo si vedeva camminare in silenzio nella periferia dell’Aquila deturpata, lungo strade deserte di quartieri evacuati.
E all’improvviso capitava di vederlo chinarsi per raccogliere polvere e frammenti di cemento, pezzi di intonaco frantumato, cornici salvate dal disastro.
Li usava per creare nuove e bellissime opere astratte in cui c’è, anche fisicamente, tutta quell’apocalisse.
Ma soprattutto in quei quadri, tutti del 2009, ed ora esposti all’Accademia di Belle Arti di Roma, si respira un senso di rinascita e di speranza, espresse anche dai colori leggeri, ariosi, mediterranei.
In qualche modo, la ricostruzione della città è cominciata proprio da qui, da queste opere in cui l’artista rimette insieme i pezzi di quello che è andato distrutto per ridargli un senso ed una prospettiva volta verso l’avvenire.
Lo si vede bene, tra i lavori in mostra, in un’opera di per sé unica nel suo farsi evidente e dichiarato “manifesto” della speranza che L’Aquila, pur ferita, fragile e lacerata, possa riprendere presto il volo.
E ciò si lega anche alla costante riflessione dell’artista sul rapporto tra frammentazione caotica ed aspirazione alla totalità.
L’omaggio a Mariani presentato all’Accademia di Belle Arti di Roma, insieme alla mostra che gli verrà dedicata dall’inizio di ottobre nel Complesso del Vittoriano, apre idealmente la strada alla ricorrenza del decennale del terremoto, nella primavera dell’anno prossimo. In un legame indissolubile fra l’artista e la sua città natale, i “muri” da lui dipinti sono stati anche di buon auspicio e quasi di stimolo ideale per la rinascita di uno dei simboli della città, la cinta muraria trecentesca, oggi in gran parte restaurata dopo il terremoto del 2009. Insieme ad una quindicina di opere, tutte realizzate nel 2009, verranno esposti tre grandi quadri degli anni successivi che testimonieranno le stratificazioni di memorie, di segni, di voci, di storie dimenticate che animano i “palinsesti” dipinti da Mariani.
E, quasi a colmare la perdita di ciò che è andato distrutto nel terremoto, saranno presentati alcuni straordinari scatti di Gianni Berengo Gardin col suo reportage realizzato prima del sisma e dedicato a Mariani, al suo studio e ai suoi prediletti luoghi aquilani.
La mostra di Mariani si lega anche al profondo rispetto che l’artista nutriva per questa istituzione, soprattutto per il messaggio creativo ed etico trasmesso ai più giovani, per quel senso di memoria in divenire espresso anche dalle sue opere post – terremoto. E questo legame ideale troverà compimento anche nella donazione, da parte degli eredi, di un’opera dell’artista all’Accademia.
Marcello Mariani è nato nel settembre del 1938 a L’Aquila, dove è scomparso nel 2017. La sua prima mostra personale risale al 1954. E’ allievo di Scordia e Spinosa. Compie studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli ed inizia in questa città, presso il teatro San Carlo, i suoi primi lavori di scenografia. Conosce Osvaldo Licini. Dal 1960 al 1962 viaggia in Europa, conosce artisti berlinesi e tiene una mostra personale ad Amburgo presso la Galleria Hadler, mentre a Parigi conosce Jean – Paul Sartre e gli esistenzialisti. Una volta rientrato in Italia si avvicina all’ambiente romano, e fa poi la conoscenza di Boille, Del Pezzo, Manzoni, Rotella, Lisi, Rauschenberg. Inizia a insegnare presso l’Istituto Statale d’Arte dell’Aquila. Durante tutti gli anni sessanta e settanta si dedica in modo profondo alla pittura informale, sulla scia dell’influenza di Alberto Burri che frequenta in occasione delle mostre internazionali d’arte contemporanea “Alternative attuali” curate da Enrico Crispolti all’Aquila nel 1962, 1963, 1965, 1968. Dipinge insieme a Piero Sadun in uno studio comune nel centro storico della città e frequenti sono i suoi incontri con Carmelo Bene e Mario Ceroli. Lucio Fontana e Burri influiscono in modo determinante sulla ricerca pittorica e umana del giovane artista, che sviluppa una visione sempre più poetica ed anarchica del mondo: l’avversione ad una società – mercato e ad un’etica improntata al consumismo, pervaderà tutta la sua produzione pittorica successiva. Nel 1973 espone a L’Aquila con Remo Brindisi e Gino Marotta. Nel 1974 conosce Joseph Beuys, che rafforza la sua convinzione circa l’esistenza di una “terza via”, umana e sociale, al di fuori del capitalismo e del comunismo. Nello stesso anno espone con Accardi, Consagra e Guttuso presso la galleria “Il Fante di Quadri” a Civitavecchia. Nel 1979 inizia un ciclo di viaggi in Oriente e in Australia, che culminerà con due diverse mostre personali, nel 1979 e nel 1980 a Melbourne. Nel continente australiano viene affascinato dalla cultura tribale aborigena. Tornato in Italia, arricchisce la sua pittura informale di tracce materiche più calde, di superfici quasi murarie, come simboli originari di una condizione poetica ed umana universale. Dal 1990 al 2000 partecipa a numerose esposizioni (“Ad usum fabricae”, 1995 e 1996; “Trasalimenti”, 1999 e 2000; “Alitalia per l’arte”, 1999) con artisti quali: Pistoletto, Merz, Mauri, Catalano, Pisani, Paolini, Nagasawa, Baruchello, Kosuth, Di Blasio, Spalletti, Castellani, Kounellis, Messina, Accardi, Ceroli, Del Greco, Dorazio, Arnaldo e Giò Pomodoro, Pace, Baj. Nel 1997 Vito Apuleo presenta a L’Aquila la mostra personale “Archetipi”, con lavori dal 1971 al 1995. Nel 2005 espone nella mostra “André Masson – Marcello Mariani: l’opera grafica 1960 – 1980”. Nel 2006 inaugura a L’Aquila una grandiosa mostra personale dal titolo “I Colori del Sacro”. Interverranno durante la manifestazione, con recensioni ed interviste, Sergio Zavoli, Oliviero La Stella, Francesco Rivera e Sergio Rendine che ha tenuto il grande concerto inaugurale nella chiesa – museo di San Domenico. Nel 2007 è invitato a Castelbasso a partecipare, insieme ai grandi maestri informali del secolo, a una rassegna completa sull’arte informale europea ed americana, con un opera del 1960 (Spazialità Cellulare). La grande antologica intitolata “Nel Segno della Materia, pittura informale europea e americana”, annovera i più grandi pittori del Novecento: Burri, Fontana, Vedova, Marca – Relli, Pollock, Kline, Fautrier, Wols, Afro, Appel, Baj, Tàpies, Boille, Soulages, Hartung, etc. Nel febbraio del 2008, per i tipi di Mazzotta a Milano, esce il libro “Marcello Mariani, Percorsi di Luce” di Gianni Berengo Gardin. Nel 2009 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di concerto con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano ed il Museo Nazionale di Palazzo Venezia in Roma, dedica a Marcello Mariani, una grande rassegna pittorica, nelle Sale Monumentali del Palazzo, con opere che vanno dal 1956 al 2007, curata da Gabriele Simongini. Una sala del Museo viene dedicata, durante la mostra antologica, a Gianni Berengo Gardin, con foto originali sull’opera di Mariani. Sempre nel 2009 esce il libro “Reportrait – Incursioni nel mondo dell’arte” di Berengo Gardin, in cui per la prima volta si presentano oltre duecento fotografie che testimoniano le sue incursioni nel mondo della cultura internazionale: da Warhol a Federico Zeri e Graham Sutherland, da Pasolini a Renzo Piano, Ermanno Olmi, Marcello Mariani, Henry Moore, Emilio Vedova, Sonia Delaunay etc. Nel 2011, a distanza di due anni dall’ultima personale romana, Mariani rappresenta la pittura neoinformale italiana nell’autorevole mostra “Arte e Regioni” presso il Complesso Monumentale del Vittoriano, in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. La mostra raccoglie il meglio della produzione artistica italiana, a partire dal 1861 fino ai nostri giorni. Ogni regione espone quattro capolavori. Mariani rappresenta il meglio dell’arte abruzzese, in aperto dialogo con le maggiori correnti dell’arte moderna e contemporanea, al fianco di T. Patini, F. P. Michetti e T. Cascella. In questa mostra vengono esposte le opere di settantasei grandi maestri tra cui: G. Balla, U. Boccioni, A. Burri, E. Vedova, G. Morandi, A. Martini, O. Licini, R. Barisani, T. Scialoja, Afro, Leoncillo etc. A distanza di pochi mesi dalla partecipazione alla mostra capitolina, Marcello Mariani viene invitato da Vittorio Sgarbi ad esporre nel Padiglione Italia della 54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, presso le Corderie dell’Arsenale. Partecipa successivamente al Premio Internazionale “G. B. Salvi” a Sassoferrato (Ancona), curato da Gabriele Simongini. Nel 2015 è invitato a partecipare al Padiglione Italia di EXPO a Milano, attraverso il grande percorso fotografico di Gianni Berengo Gardin, che ritrae l’artista aquilano nel suo studio tra le sue creazioni. Le opere di Marcello Mariani sono conservate in importanti collezioni d’arte contemporanea, pubbliche e private, in Italia e all’estero (Roma, Milano, Melbourne, Sidney, Ginevra, Amburgo, Napoli, L’Aquila, Pescara).
Dopo aver perso studio e abitazione nel rovinoso sisma, lo si vedeva camminare in silenzio nella periferia dell’Aquila deturpata, lungo strade deserte di quartieri evacuati.
E all’improvviso capitava di vederlo chinarsi per raccogliere polvere e frammenti di cemento, pezzi di intonaco frantumato, cornici salvate dal disastro.
Li usava per creare nuove e bellissime opere astratte in cui c’è, anche fisicamente, tutta quell’apocalisse.
Ma soprattutto in quei quadri, tutti del 2009, ed ora esposti all’Accademia di Belle Arti di Roma, si respira un senso di rinascita e di speranza, espresse anche dai colori leggeri, ariosi, mediterranei.
In qualche modo, la ricostruzione della città è cominciata proprio da qui, da queste opere in cui l’artista rimette insieme i pezzi di quello che è andato distrutto per ridargli un senso ed una prospettiva volta verso l’avvenire.
Lo si vede bene, tra i lavori in mostra, in un’opera di per sé unica nel suo farsi evidente e dichiarato “manifesto” della speranza che L’Aquila, pur ferita, fragile e lacerata, possa riprendere presto il volo.
E ciò si lega anche alla costante riflessione dell’artista sul rapporto tra frammentazione caotica ed aspirazione alla totalità.
L’omaggio a Mariani presentato all’Accademia di Belle Arti di Roma, insieme alla mostra che gli verrà dedicata dall’inizio di ottobre nel Complesso del Vittoriano, apre idealmente la strada alla ricorrenza del decennale del terremoto, nella primavera dell’anno prossimo. In un legame indissolubile fra l’artista e la sua città natale, i “muri” da lui dipinti sono stati anche di buon auspicio e quasi di stimolo ideale per la rinascita di uno dei simboli della città, la cinta muraria trecentesca, oggi in gran parte restaurata dopo il terremoto del 2009. Insieme ad una quindicina di opere, tutte realizzate nel 2009, verranno esposti tre grandi quadri degli anni successivi che testimonieranno le stratificazioni di memorie, di segni, di voci, di storie dimenticate che animano i “palinsesti” dipinti da Mariani.
E, quasi a colmare la perdita di ciò che è andato distrutto nel terremoto, saranno presentati alcuni straordinari scatti di Gianni Berengo Gardin col suo reportage realizzato prima del sisma e dedicato a Mariani, al suo studio e ai suoi prediletti luoghi aquilani.
La mostra di Mariani si lega anche al profondo rispetto che l’artista nutriva per questa istituzione, soprattutto per il messaggio creativo ed etico trasmesso ai più giovani, per quel senso di memoria in divenire espresso anche dalle sue opere post – terremoto. E questo legame ideale troverà compimento anche nella donazione, da parte degli eredi, di un’opera dell’artista all’Accademia.
Marcello Mariani è nato nel settembre del 1938 a L’Aquila, dove è scomparso nel 2017. La sua prima mostra personale risale al 1954. E’ allievo di Scordia e Spinosa. Compie studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli ed inizia in questa città, presso il teatro San Carlo, i suoi primi lavori di scenografia. Conosce Osvaldo Licini. Dal 1960 al 1962 viaggia in Europa, conosce artisti berlinesi e tiene una mostra personale ad Amburgo presso la Galleria Hadler, mentre a Parigi conosce Jean – Paul Sartre e gli esistenzialisti. Una volta rientrato in Italia si avvicina all’ambiente romano, e fa poi la conoscenza di Boille, Del Pezzo, Manzoni, Rotella, Lisi, Rauschenberg. Inizia a insegnare presso l’Istituto Statale d’Arte dell’Aquila. Durante tutti gli anni sessanta e settanta si dedica in modo profondo alla pittura informale, sulla scia dell’influenza di Alberto Burri che frequenta in occasione delle mostre internazionali d’arte contemporanea “Alternative attuali” curate da Enrico Crispolti all’Aquila nel 1962, 1963, 1965, 1968. Dipinge insieme a Piero Sadun in uno studio comune nel centro storico della città e frequenti sono i suoi incontri con Carmelo Bene e Mario Ceroli. Lucio Fontana e Burri influiscono in modo determinante sulla ricerca pittorica e umana del giovane artista, che sviluppa una visione sempre più poetica ed anarchica del mondo: l’avversione ad una società – mercato e ad un’etica improntata al consumismo, pervaderà tutta la sua produzione pittorica successiva. Nel 1973 espone a L’Aquila con Remo Brindisi e Gino Marotta. Nel 1974 conosce Joseph Beuys, che rafforza la sua convinzione circa l’esistenza di una “terza via”, umana e sociale, al di fuori del capitalismo e del comunismo. Nello stesso anno espone con Accardi, Consagra e Guttuso presso la galleria “Il Fante di Quadri” a Civitavecchia. Nel 1979 inizia un ciclo di viaggi in Oriente e in Australia, che culminerà con due diverse mostre personali, nel 1979 e nel 1980 a Melbourne. Nel continente australiano viene affascinato dalla cultura tribale aborigena. Tornato in Italia, arricchisce la sua pittura informale di tracce materiche più calde, di superfici quasi murarie, come simboli originari di una condizione poetica ed umana universale. Dal 1990 al 2000 partecipa a numerose esposizioni (“Ad usum fabricae”, 1995 e 1996; “Trasalimenti”, 1999 e 2000; “Alitalia per l’arte”, 1999) con artisti quali: Pistoletto, Merz, Mauri, Catalano, Pisani, Paolini, Nagasawa, Baruchello, Kosuth, Di Blasio, Spalletti, Castellani, Kounellis, Messina, Accardi, Ceroli, Del Greco, Dorazio, Arnaldo e Giò Pomodoro, Pace, Baj. Nel 1997 Vito Apuleo presenta a L’Aquila la mostra personale “Archetipi”, con lavori dal 1971 al 1995. Nel 2005 espone nella mostra “André Masson – Marcello Mariani: l’opera grafica 1960 – 1980”. Nel 2006 inaugura a L’Aquila una grandiosa mostra personale dal titolo “I Colori del Sacro”. Interverranno durante la manifestazione, con recensioni ed interviste, Sergio Zavoli, Oliviero La Stella, Francesco Rivera e Sergio Rendine che ha tenuto il grande concerto inaugurale nella chiesa – museo di San Domenico. Nel 2007 è invitato a Castelbasso a partecipare, insieme ai grandi maestri informali del secolo, a una rassegna completa sull’arte informale europea ed americana, con un opera del 1960 (Spazialità Cellulare). La grande antologica intitolata “Nel Segno della Materia, pittura informale europea e americana”, annovera i più grandi pittori del Novecento: Burri, Fontana, Vedova, Marca – Relli, Pollock, Kline, Fautrier, Wols, Afro, Appel, Baj, Tàpies, Boille, Soulages, Hartung, etc. Nel febbraio del 2008, per i tipi di Mazzotta a Milano, esce il libro “Marcello Mariani, Percorsi di Luce” di Gianni Berengo Gardin. Nel 2009 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di concerto con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano ed il Museo Nazionale di Palazzo Venezia in Roma, dedica a Marcello Mariani, una grande rassegna pittorica, nelle Sale Monumentali del Palazzo, con opere che vanno dal 1956 al 2007, curata da Gabriele Simongini. Una sala del Museo viene dedicata, durante la mostra antologica, a Gianni Berengo Gardin, con foto originali sull’opera di Mariani. Sempre nel 2009 esce il libro “Reportrait – Incursioni nel mondo dell’arte” di Berengo Gardin, in cui per la prima volta si presentano oltre duecento fotografie che testimoniano le sue incursioni nel mondo della cultura internazionale: da Warhol a Federico Zeri e Graham Sutherland, da Pasolini a Renzo Piano, Ermanno Olmi, Marcello Mariani, Henry Moore, Emilio Vedova, Sonia Delaunay etc. Nel 2011, a distanza di due anni dall’ultima personale romana, Mariani rappresenta la pittura neoinformale italiana nell’autorevole mostra “Arte e Regioni” presso il Complesso Monumentale del Vittoriano, in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. La mostra raccoglie il meglio della produzione artistica italiana, a partire dal 1861 fino ai nostri giorni. Ogni regione espone quattro capolavori. Mariani rappresenta il meglio dell’arte abruzzese, in aperto dialogo con le maggiori correnti dell’arte moderna e contemporanea, al fianco di T. Patini, F. P. Michetti e T. Cascella. In questa mostra vengono esposte le opere di settantasei grandi maestri tra cui: G. Balla, U. Boccioni, A. Burri, E. Vedova, G. Morandi, A. Martini, O. Licini, R. Barisani, T. Scialoja, Afro, Leoncillo etc. A distanza di pochi mesi dalla partecipazione alla mostra capitolina, Marcello Mariani viene invitato da Vittorio Sgarbi ad esporre nel Padiglione Italia della 54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, presso le Corderie dell’Arsenale. Partecipa successivamente al Premio Internazionale “G. B. Salvi” a Sassoferrato (Ancona), curato da Gabriele Simongini. Nel 2015 è invitato a partecipare al Padiglione Italia di EXPO a Milano, attraverso il grande percorso fotografico di Gianni Berengo Gardin, che ritrae l’artista aquilano nel suo studio tra le sue creazioni. Le opere di Marcello Mariani sono conservate in importanti collezioni d’arte contemporanea, pubbliche e private, in Italia e all’estero (Roma, Milano, Melbourne, Sidney, Ginevra, Amburgo, Napoli, L’Aquila, Pescara).
18
settembre 2018
Marcello Mariani – Forme dal Terremoto
Dal 18 al 29 settembre 2018
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Roma, Via Di Ripetta, 222, (Roma)
Roma, Via Di Ripetta, 222, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 9-18,30
Vernissage
18 Settembre 2018, h 18
Autore
Curatore