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Fabrizio Segaricci – Ci siamo solo persi di vista
Grandi lighbox, realizzati con pellicole da 16 mm datate 1968 nelle quali venivano raccontate le condizioni operaie nell’Italia del boom economico, da guardare con l’ausilio di lenti di ingrandimento, spingono a una rilettura storica alla ricerca delle radici del nostro presente.
Comunicato stampa
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Circoloquadro inaugura la stagione espositiva venerdì 28 settembre con Ci siamo solo persi di vista, mostra personale di Fabrizio Segaricci.
Durato ben tre anni di lavoro, il progetto nasce in seguito al ritrovamento di alcune pellicole da 16 mm datate 1968: si tratta di vecchi filmati di montaggio nei quali venivano raccontate le condizioni operaie nell’Italia del boom economico.
“Dalla visione dei nastri, ciò che più mi ha colpito è stato il grande impatto realistico delle immagini contrapposto all’audio decisamente propagandistico che oggi potrebbe sembrare quasi caricaturale. A distanza di mezzo secolo, il progetto intende aprire delle riflessioni su come sia cambiato e dove sia ormai finito il rapporto che lega le persone al mondo del lavoro.”
In mostra ci saranno tre grandi lightbox, di cui uno lungo 2 metri, e i visitatori saranno chiamati a osservare i frammenti delle pellicole con l’ausilio di una lente di ingrandimento per leggere la narrazione con attenzione e con sguardo critico ma senza nessun rammarico.
Fabrizio Segaricci non intende promuovere una storia o dei valori ormai passati, ma vuole sollecitare delle domande. Guardare al passato per capire dove e come siamo arrivati al nostro presente e, forse, come si evolverà il futuro.
I lightbox, composti dalle bande bianche e nere delle pellicole montate in verticale, se da lontano disorientano, quasi come fossero quadri optical, da una distanza ravvicinata inducono il movimento verso l’opera stessa per “entrare” nella storia in una seconda dimensione che obbliga ad andare oltre una semplice lettura storica e nostalgica alla ricerca delle radici del nostro presente.
***
Fabrizio Segaricci nasce nel 1969 a Magione (PG) dove vive e lavora. Segaricci da sempre sperimenta diversi linguaggi artistici cimentandosi nella fotografia, nell’installazione e soprattutto, negli ultimi anni, nella produzione di video contraddistinti da una forte carica concettuale intrisa di umori sociali e questioni storiche. Si tratta di un’analisi concentrata e vigile sui temi sociali e politici, dove la memoria collettiva assume un ruolo portante della sua poetica. L’indagine di Segaricci prende forma con la realizzazione di lavori che, attraverso la registrazione della mutazione di stato di semplici oggetti, in realtà denunciano le contraddizioni della società moderna. L’alienazione del lavoro e la “dis-integrazione” causata dalla società odierna si palesano nei suoi lavori mediante la carica allusiva delle scene e le chiavi di lettura offerte dai titoli. Dal 2004 a oggi ha esposto in numerose mostre personali e collettive e in Italia e all’estero sia in spazi pubblici tra cui Trevi Flash Art Museum, Pinacoteca Bãrao de Santo Ãngelo/Istituto de Artes a Rio Grande do Sul (Brasile), Museum of New Art Detroit (U.S.A.), Palazzo Lucarini Contemporary (Trevi - Perugia), Palazzo Vitelli alla Cannoniera (Città di Castello – Perugia), Castello dei Cavalieri di Malta Magione (Perugia), Istituto Italiano di Cultura di Madrid (Spagna), Palazzo Consoli Bevagna (Perugia), Museolaboratorio ex manifattura tabacchi Città Sant’Angelo (Pescara), Istituto Polacco di Roma, Casa Testori Novate Milanese (MI), Viafarini Milano; sia in spazi privati tra cui Circoloquadro Milano, Palazzo Coluccia (Specchia - Lecce), Sassetti Cultura Milano.
Durato ben tre anni di lavoro, il progetto nasce in seguito al ritrovamento di alcune pellicole da 16 mm datate 1968: si tratta di vecchi filmati di montaggio nei quali venivano raccontate le condizioni operaie nell’Italia del boom economico.
“Dalla visione dei nastri, ciò che più mi ha colpito è stato il grande impatto realistico delle immagini contrapposto all’audio decisamente propagandistico che oggi potrebbe sembrare quasi caricaturale. A distanza di mezzo secolo, il progetto intende aprire delle riflessioni su come sia cambiato e dove sia ormai finito il rapporto che lega le persone al mondo del lavoro.”
In mostra ci saranno tre grandi lightbox, di cui uno lungo 2 metri, e i visitatori saranno chiamati a osservare i frammenti delle pellicole con l’ausilio di una lente di ingrandimento per leggere la narrazione con attenzione e con sguardo critico ma senza nessun rammarico.
Fabrizio Segaricci non intende promuovere una storia o dei valori ormai passati, ma vuole sollecitare delle domande. Guardare al passato per capire dove e come siamo arrivati al nostro presente e, forse, come si evolverà il futuro.
I lightbox, composti dalle bande bianche e nere delle pellicole montate in verticale, se da lontano disorientano, quasi come fossero quadri optical, da una distanza ravvicinata inducono il movimento verso l’opera stessa per “entrare” nella storia in una seconda dimensione che obbliga ad andare oltre una semplice lettura storica e nostalgica alla ricerca delle radici del nostro presente.
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Fabrizio Segaricci nasce nel 1969 a Magione (PG) dove vive e lavora. Segaricci da sempre sperimenta diversi linguaggi artistici cimentandosi nella fotografia, nell’installazione e soprattutto, negli ultimi anni, nella produzione di video contraddistinti da una forte carica concettuale intrisa di umori sociali e questioni storiche. Si tratta di un’analisi concentrata e vigile sui temi sociali e politici, dove la memoria collettiva assume un ruolo portante della sua poetica. L’indagine di Segaricci prende forma con la realizzazione di lavori che, attraverso la registrazione della mutazione di stato di semplici oggetti, in realtà denunciano le contraddizioni della società moderna. L’alienazione del lavoro e la “dis-integrazione” causata dalla società odierna si palesano nei suoi lavori mediante la carica allusiva delle scene e le chiavi di lettura offerte dai titoli. Dal 2004 a oggi ha esposto in numerose mostre personali e collettive e in Italia e all’estero sia in spazi pubblici tra cui Trevi Flash Art Museum, Pinacoteca Bãrao de Santo Ãngelo/Istituto de Artes a Rio Grande do Sul (Brasile), Museum of New Art Detroit (U.S.A.), Palazzo Lucarini Contemporary (Trevi - Perugia), Palazzo Vitelli alla Cannoniera (Città di Castello – Perugia), Castello dei Cavalieri di Malta Magione (Perugia), Istituto Italiano di Cultura di Madrid (Spagna), Palazzo Consoli Bevagna (Perugia), Museolaboratorio ex manifattura tabacchi Città Sant’Angelo (Pescara), Istituto Polacco di Roma, Casa Testori Novate Milanese (MI), Viafarini Milano; sia in spazi privati tra cui Circoloquadro Milano, Palazzo Coluccia (Specchia - Lecce), Sassetti Cultura Milano.
28
settembre 2018
Fabrizio Segaricci – Ci siamo solo persi di vista
Dal 28 settembre al 24 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
CIRCOLOQUADRO
Milano, Via Gian Battista Passerini, 18, (Milano)
Milano, Via Gian Battista Passerini, 18, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19; sabato su appuntamento.
Vernissage
28 Settembre 2018, ore 18.30
Autore
Curatore