09 luglio 2008

L’ARTE ETERNA PREMIA

 
Ben 150mila euro: è la cifra complessiva messa in palio dal neonato e succoso Premio Terna. Il tema? Trasmettere energia: una metafora contemporanea. Per capirci qualcosa di più, abbiamo fatto qualche domanda a Francesco Cascino, curatore del concorso insieme a Gianluca Marziani...

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Com’è germinata questa collaborazione con un’azienda così importante come Terna?
L’azienda ha una vocazione all’innovazione anche per quel che attiene alle attività di sviluppo culturale del territorio in cui opera, come dimostra il concorso sulla progettazione dei nuovi tralicci vinto da Foster. È probabile che i numerosi concept prodotti da me e da Marziani negli anni scorsi, legati alla contaminazione reale tra valori aziendali e arte visiva, abbiano spinto l’azienda a scegliere per competenza ed esperienza, così come accade nelle dinamiche aziendali.

Il board curatoriale è dunque composto da te e da Gianluca Marziani. Come vi siete suddivisi i ruoli?
Come facciamo sempre, anche in questo caso seguendo le rispettive skill professionali: Gianluca segue la parte strettamente teorica e curatoriale, garantendo coerenza tra gli obiettivi dati e l’accreditamento storico e accademico del Premio. Io seguo la parte relativa all’organizzazione e, pur avendo un taglio curatoriale in osmosi con Marziani, le mie competenze sono di carattere manageriale e comprendono i rapporti con la Giuria e con il sistema dell’arte italiano ed estero, oltre che quelle legate alla produzione del concept di sovrapposizione tra modelli aziendali e sistema dell’arte. I miei dieci anni di azienda e gli altri dieci da art advisor si sposano in una visione che tende a creare un valore comune.
 Premio Terna, la presentazione al Maxxi di Roma. Da sinistra: Francesco Maria Giro, Luigi Roth, Sandro Bondi, Flavio Cattaneo, Renato Mannheimer, Gianluca Marziani
In questi anni di globalizzazione le aziende italiane piccole e grandi (Terna fra queste) si sono rinnovate. Svecchiate. Si sono insomma assolutamente predisposte alla competizione internazionale. Non è stato lo stesso per il settore dell’arte contemporanea. Il premio vuole impattare su questo gap?

Esattamente. E come al solito la sottile domanda di “Exibart” contiene già la risposta, perché questa è la vera battaglia culturale e professionale che combattiamo da anni, e che anche la rivista conosce e sostiene da tempo. Alla base di questo gap risultano esserci diversi fattori, dalla mancanza di esperienza aziendale di molti operatori alla assoluta assenza di strategie comuni per un territorio, quello italiano, che sarebbe gestibile con facilità e che esprime comunque il terzo posto mondiale come spesa sul contemporaneo.

Siamo secondi solo a americani ed inglesi e non ce ne rendiamo conto…
Già, perché questo enorme flusso di capitali va all’estero, dove il sistema è un sistema vero, con tanto di regole e competenze precise e inequivocabili. Peccato per il Paese, per i collezionisti, per gli investitori, ma anche per gli artisti.

Quali sono le innovazioni, concretamente, che ritieni necessarie per superare la sindrome dilettantistica del nostro settore, in Italia? Quali sono insomma le best practices internazionali che occorrerebbe “importare”?

La locandina del neonato Premio TernaEsistono diverse risposte a esigenze diversificate per area, ma alcune delle best practices sono universali: per esempio, la politica dei prezzi. In Italia si usa chiedere (e ottenere) sconti sulle opere, e questo penalizza sia chi vende sia chi compra. Alla lunga, le opere che si scontano dimostrano tutta la loro debolezza, non vengono difese adeguatamente e perdono valore anziché acquisirlo, ovviamente. Poi esiste un forte problema di “percorsi di sviluppo” che riguarda gli artisti: il Premio Terna contiene tre categorie perché abbiamo voluto pervadere il progetto di reali caratteristiche imprenditoriali. Come in azienda esistono i junior e i senior, così bisogna assumere l’atteggiamento laico e professionale di inserire gli artisti in veri percorsi di carriera, dove siano riconoscibili i diversi elementi di forza che bisogna poi curare e difendere attraverso le metodologie aziendali. Gli artisti hanno bisogno di viaggi continui, di rapporti con il mondo a tutti i livelli, di scambi culturali organizzati da istituzioni, privati e gallerie. E di supporto da parte del Paese che, però, presuppone una campagna di comunicazione corposa e rigorosa, con la collaborazione di tutti gli operatori. Un coinvolgimento totale.


Siete riusciti a strappare un “montepremi”, come si diceva una volta, di tutto rispetto.
Sì, l’azienda ha sposato l’idea in pieno, ed è stato gratificante ricevere la piena fiducia su temi sofisticati come questo.

L’atteggiamento è quello di “fare sistema”. L’approccio è aziendalistico per certi versi. Insomma, si va oltre al trito mecenatismo?
Non si è più trattato di costruire un progetto di mecenatismo contemporaneo, ma anche di dargli una forma concreta attraverso la sua modulazione operativa. La sovrapposizione fra i modelli imprenditoriali e quelli dell’arte è la vera novità, sul panorama italiano, ed è per questo che i membri della Giuria hanno aderito con entusiasmo. Sono professionisti italiani e internazionali molto sensibili e non sono solo operatori di mercato o di cultura, sono uomini e donne impegnati nella battaglia quotidiana dell’evoluzione, passano molto tempo nelle trincee della conoscenza, per spiegare che mercato e cultura coincidono, che l’arte visiva non si può spegnere come la tv, che contiene messaggi e motivazioni indispensabili al progresso, che sposta pensiero ed economia.

Il logo del Premio Terna per l'arte contemporanea 01

Avete concepito una terna di sezioni per questo premio…
La terna delle categorie è un’idea di Terna, appunto… Volevamo trovare un modo di presentare al Paese gli artisti come dei professionisti. Quale modo migliore di far coincidere nome e anima?

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a cura di m. t.


Scadenza Bando: 30 ottobre 2008 ore 18
Inizio voto Premio Online: 3 novembre 2008 ore 8
Scadenza voto Premio Online: 20 novembre 2008 ore 18
Info: tel. +39 0658335926; info@premioterna.it; www.premioterna.it

[exibart]

21 Commenti

  1. Proprio un gran bel premio. Cioè, se sei un artista oltre i 35 anni (si pressuppone di fama), sei selezionato dai curatori e se vinci, -100.000 cucuzze- le devolvi totalmente ad una associazione culturale, più o meno. Se sei sotto i 35 vinci 10.000 cucuzze, ma in acquisto (maddechè). Solite buffonate italiche e italiote. Si può partecipare ad un premio in maniera limpida e lineare? Chi vince guadagna dei soldi. Possiamo accettare l’idea che chi fa arte è un professionista, con bollette e vita che gli preme sul groppone? Qualcuno degli organizzatori abbia il coraggio di rispondere a me e alla comunità degli artisti professionisti.
    grazie

  2. Leggevo con entusiasmo questa iniziativa…quando leggo che l’intera cifra del vincitore sarà devoluta… ma come si può accettare il fatto di dover devolvere un premio, al massimo sarà discrezione dell’artista volerlo fare.
    Lo trovo di pessimo gusto e mi stupisce che personaggi di esperinza consumata si siano fatti promotori di un’idea simile. Bella iniziativa ma resa ridicola, bastava non esagerare, in nome di queste cifre senza contenuto..tutto il resto solo frottole

  3. Francesco e Gianluca, un consiglio: non seguite le orme di chi se ne esce con clamorose notizie per poi disattenderle con i fatti. In Italia ci sono già troppi buffoni. o pensate che gli artisti siano così privi di dignità. no perchè poi l’opera se la tengono!!
    era meglio una cifra meno clamorosa ma dignitosamente gestita dalla discrezione dell’artista. che noia povera italia!! meno male che c’è Londra N.Y. Berlino!!!

  4. Solo per chi non volesse farsi depistare, e per amore di chiarezza: i professionisti veri si firmano, innanzitutto.
    Poi leggono attentamente, vengono cioè giudati dalla vocazione all’analisi e non alla sintesi, che invece caratterizza i dilettanti e i disfattisti a tutti i costi. Prerogativa che fa perdere terreno per primo a chi la usa e anche a tutto il sistema dell’arte. Chi ci guarda da fuori, non ne ricava un esempio edificante.
    Il discorso sulle categorie è inequivocabile, e oltretutto è una generosa e pregevole iniziativa aziendale; chi sa farlo, che faccia di meglio. Il Bando è chiarissimo al riguardo, gli over 35 anni non sono invitati, si iscrivono come gli under 35. Altro grave errore di chi non ha letto. Mesi di lavoro sono stati impegnati per la costruzione di una logica imprenditoriale, ed infatti i nostri feed back sono ottimi, da ogni parte. Peccato che esistano sempre interessi contrari, non importa a beneficio di chi. Non importa; è proprio il caso di dirlo….

  5. buonasera a tutti,

    mi pare che l’essenza di un premio che voglia essere culturalmente rilevante (credo che questa fosse l’idea di terna) non sia necessariamente legato alla circostanza che il vincitore incassi del denaro. preferisco pensare che la giuria competente, la visibilita’ italiana ed internazionale dell’evento, degli artisti vincitori e delle loro opere siano cio’ che da valore effettivo al riconoscimento. Se la giuria sara’ credibile, le opere di qualita’ e l’esposizione del premio veramente internazionale, la scelta di terna di devolvere in beneficienza il denaro del premio (premio assegnato alla categoria degli artisti di consolidata fama che si presume riescano almeno a pagare le bollette) sia una scelta di aziendale o filosofica. agli artisti dissenzienti resta sempre la liberta’ di non partecipare per protesta o mancanza di interesse.

    mi spiace dunque di trovarmi in disaccordo con gli altri e non solamente nel firmarmi per esteso quando ho qualcosa da dire.

    pico: pagare le bollette e’ qualcosa che facciamo tutti. probabilmente pensare di farlo vincendo un premio culturale e non vendendo le opere al mercato rende la cosa una specie di contorsionismo che ti fa pesare la vita sulla groppa circostanza straordinaria per me che ho la vita in vita e la groppa sulla schiena.

    non importa (e il nome del secondo intervenuto non una affermazione): come si puo’ accettare di dover devolvere il premio in beneficienza? e’ facilissimo: basta partecipare! partecipando aderisci alle regole del premio che lo prevedono espressamente. se non ci si trova d’accordo e’ semplicissimo nuovamente: non si partecipa e fine. non mi pare ci sia buono o cattivo gusto nel compiere una o l’altra scelta. eccepire invece su di chi mette a disposizione risorse economiche importanti e le devolve ad iniziative benefiche e’ certamente di pessimo gusto.

    saluti a tutti,

  6. Esattamente! Francesco Cascino, Gianluca Marziani, (ottime persone, credo!) sono alcuni dei personaggi che popolano questo allegro mondo dell’arte contemporanea in Italia. Saranno gli unici a mettersi qualche soldo in tasca e tutto quello che hanno da fare e scrivere cose che non leggerà nessuno e magari si credono pure degli intellettuali. Un qualsiasi artista professionista ha costi altissimi (studio, materiali, assistenti, consumi, viaggi, etc) vivendo in un sistema che fa acqua come un colabrodo dove devi affrontare lunghi periodi di assoluta restrizione, ti danno un premio in “acquisto”. E se con quei soldi volessi dare un anticipo per cambiare sesso?
    Gallerie che non vendono un chiodo e i loro presunti giovani artisti che fanno da assistenti, imbianchini, trasportatori. Credo sinceramente che fare arte in Italia sia solo per ricchi e perdigiorno o per furbi parolai. Ke l’energia sia con voi ….

  7. Ecco Pico, adesso che ti esprimi come uno del mondo dell’arte, ti posso anche rispondere: ti stai sbagliando. Hai letto male il Bando, hai letto male lo spirito e hai letto male gli obiettivi del Premio e di Terna stessa. Ti prego, perchè la tua visione maturi e si faccia profonda e professionale, e perchè chi ci legge non ci prenda per dei superficiali, a noi di questo settore, rifletti, rileggi e poi commenta. Le critiche vanno benissimo, per carità, chi lavora sbaglia e chi si aspetta solo pappe pronte, non sbaglia mai. Però prima l’analisi e poi la sintesi, sennò sei solo e isolato dalla parte del torto. Automaticamente. Come Andrea, sconfitto da se stesso. Potrei mandarti i 159 messaggi di entusiasmo e complimenti arrivati oggi da artisti, galleristi, critici e collezionisti, ma lo farò a premio concluso. Posso promettertelo, ma solo se avrai un atteggiamento da vero professionista: critiche costruttive e intelligenti. Che ci servono eccome. Di beceri invidiosi e scartati dalle selezioni della vita e del lavoro, questo Paese ne ha già troppi. Ed ha anche i difetti che dici tu, ma Terna è scesa in campo esattamente per tentare un miglioramento in questo senso. Posso assicurartelo. Con i migliori saluti. Francesco

  8. l’ultimo carrozzone….SPECIFICO non partecipo mai ai concorsi o alle collettive..non ci credo .
    Pazienza e poi e’ vero che vogliono dare il premio in beneficienza? ma sono gli artisti i veri accattoni…. e si strumentalizza tutto pur di fare quattrini.
    peggio per tutti noi. Fino a un certo punto pero’….fino al giorno del giudizio universale…e ci sara! In quanto ad essere dopo inglesi e americani… CHE ONORE. VADO A FARMI BENEDIRE … SE PERMETTETE…GRAZIE

  9. Gentile Marco Ettore Tirelli (lo scrivo per esteso così che si gonfi di orgoglio), non so cosa lei faccia nella vita, lavavetro o top manager, ma mi pare che abbia un idea tutta italiana dell’arte. Partecipare ad un premio è lavoro. A lei, quando ha finito di lavare la vetrina o di aver fatto fallire un’azienda, i piccioli li pretende o si accontenta di una pacca sulla spalla? Oppure immaginiamo il vincitore del Turner Prize, a cui viene imposto di devolvere la cifra o di ricevere dei buoni acquisto. Mi immagino una bella rissa all’inglese come si vede in Trainspotting. Siamo ai ticket restaurant dell’arte. E credo di aver anche dato troppo spazio a questa iniziativa cialtrona ma un nome bello come il suo, Marco Ettore Tirelli, meritava una replica. Anche a lei tanta ma tanta energia tutta italiota!

  10. Partecipate a un concorso se:
    1. vi piace il logomarchio e il manifesto
    2. i promotori parlano più di voi che di loro
    3. la documentazione non contiene errori di italiano

  11. Mi scuso se non mantengo la promessa di non impiegare più tempo per questa iniziativa, ma il Signor Cascino merita una risposta, anche solo per buona educazione.
    Risposta:
    Si immagini, chessò Paladino, Pusole, Martegani, Scotto di Luzio (ma è un maestro o un emergente?) a partecipare a questa bella iniziativa a fronte di nulla. Magari al maestro beneventano gli può stare anche bene ma forse a Pusole o a Scotto di Luzio no. Possono però non partecipare, obietterebbe lei. E se mancano autori così ma quale ambizione può avere questa sua iniziativa? Lei è daccordo con la mia affermazione che un premio è lavoro? Se la risposta è si, il suo bel ragionamento crolla. E le dirò di più il premietto in acquisto sarà vinto da qualche artista romano amico del critico della città eterna. Le 159 email si possono trasformare in un battibaleno in altrettante critiche, dovrebbe saperlo. Si ricordi delle Idi di Marzo.
    Saluti

  12. Considerate le condizioni poste nel bando a proposito della categoria “Megawatt”, senza entrare nel merito di chi saranno gli artisti selezionati ecc ecc, mi permetto di fare una riflessione: “Pico” dice che gli artisti professionisti, hanno delle spese, le stesse spese che anche l’imprenditore in rapporto all’azienda che ha, deve sostenere, se l’imprenditore piange ha ragione, se l’artista professionista piange è un barbone e rejetto.
    Questi artisti sono veramente avidi pensano solo ai soldi.
    Non voglio andare fuori tema, nessuno mette in dubbio il fatto che quando si fa beneficenza è sempre una cosa lodevole.
    Terna poteva tenersi la grana al caldo e le andava bene lo stesso, è qui che è da lodare il gesto, come unti dal Signore, in un momento come questo di crisi energetica con il petrolio alle stelle mi pare che sia veramente un gesto eroico che un’azienda che si occupa di energia possa fare tutto questo.

    Ah Tonelli, quando vai a fare il pieno al motorino, al benzinaro invece di pagarlo, dille che sostieni il Premio Terna e dopo ci racconti.

  13. Francesco Cascino, ma ti rendi conto che così si buttano via i soldi o no?
    Non voglio tanto parlare dell’assurdità dei 100.000 euro della categoria Terawatt (che è ad invito ed ha il premio “da devolversi interamente all’iniziativa sociale”), quanto delle altre due. Tu che sei tanto esperto mi spiegheresti che senso ha un fare un primo premio acquisto da 10000 euro e sette da 2000? Ti faccio un esempio: se consideriamo un pittore con coefficiente 2, questi per essere corretto dovrebbe gareggiare per il primo premio con un opera di certe dimensioni, mettiamo di cm 200×200. Un’opera del genere verrebbe venduta dal suo gallerista a 8000 euro nella migliore delle ipotesi (conto vendita al 50%). In questo caso, il premio sarebbe buono, perchè gli entrerebbero 7500 euro (ricordo a tutti che lo stato si trattiene il 25%) contro i 4000, spartiti con il gallerista. Ma se dovesse essere premiato con uno dei 7 premi più piccoli, prenderebbe 1500 euro contro i 4000. Una clamorosa fregatura! Quindi, concludo che a questo premio non parteciperà nessun artista con quotazione dal coefficiente maggiore o uguale a due, se non con un’opera veramente modesta. Ora io l’ho buttata solo sul piano economico, perchè i premi acquisto vanno valutati così. Ma se penso agli altri aspetti, mi metto le mani nei capelli e non lo valuto come un premio prestigioso. Ho paura che farà una fine peggiore di premi come il Premio Celeste o simili, nonostante tutti i soldi messi in palio.

  14. A exibart.com

    mi permetto di segnalare che da qualsiasi luogo pubblico, a maggior ragione trattandosi di un luogo di cultura andrebbero cancellati i messaggi che contengono insulti.

    Mi riferisco nello specifico al signor pico.

    considerato che cosi’ non avviene e fintanto che il suo messaggio del 10/7 (gentile Marco Ettore Tirelli) non verra’ rimosso, non partecipero’ a questa o ad altre discussioni sul vs. sito.

    cordialmente,

    p.s.

    visto che me lo si chiede rispondo: “no, partecipare ad un premio non e’ per gli artisti un lavoro” cosi’ come non lo e’ donare ai musei piu’ importanti del mondo le proprie opere.

  15. Come si vede che siamo in iTALIA,con la i minuscola: si parla di tutto, ma la cosa veramente ridicola degna di vanna marchi non è tanto il premio in denaro che poteva anche non esserci, ma lo sfruttamento ingannevole del titolo Ben 150mila euro!!, per cui se ne fa un caso!!!
    ma come si può essere così miopi…è questa presa per i fondelli che mi fa impazzire, cari tutti voi…avrei partecipato pure gratis, ma di fronte a queste meschinerie affermo che gli organizzatori hanno fatto un autogol clamoroso!!! e voi tutti svegliatevied è per questo che dovreste sentirvi nauseati.

  16. Concordo con il signor Pico. Partecipare a un premio e’ assolutamente lavoro! Cosa credete che facciano i giovani artisti (quando non sono occupati a fare lavori e lavoretti per sbarcare il lunario), se non preparare plichi di documentazione da inviare alle commissioni dei vari premi e residenze? Rientra nella sfera “pr” che, ahime’, tutti voi dovreste sapere bene quanto sia una parte importante del nostro lavoro. E’ preoccupante che questo particolare sfugga proprio a chi progetta un premio rivolto ai giovani artisti. Quest’iniziativa mi puzza di cialtroneria stile premio celeste. Spero di sbagliarmi, e che i fatti (e le opere in concorso) dimostrino il contrario! in questo caso saro’ lieta di prenderne atto, pentirmi e partecipare l’anno prossimo.

  17. mi associo alla dichiarazione del signor tirelli che al momento stimo più di chiunque altro ricordandogli però che l’insuccesso genera frustrazioni e bisogna essere un pò comprensivi con chi non ha molta fortuna,fanno parte comunque del gioco anche loro (me compreso) forse capiremo o forse non capiremo mai……..

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