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Sergio Sarra – Dico a te
un dialogo tra i lavori di Sarra e gli antichi spazi, sacri e produttivi, di Santa Maria in Propezzano, rapportati agli spunti “metafisici” – fra storia, arte e paesaggio – espressi negli scritti di Alberto Savinio, autore nel 1940 del volume “Dico a te, Clio” (Adelphi, 2011, pagine 138, € 12), in cui grande spazio descrittivo è riservato all’Abruzzo
Comunicato stampa
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Apre venerdì 20 luglio, alle ore 19 negli spazi dell'Abbazia di Propezzano di Paolo de Strasser, nella campagna di Morro d'Oro (Te), la mostra "Dico a te," dell'artista Sergio Sarra, a cura di Giorgio D'Orazio, un dialogo tra i lavori di Sarra e gli antichi spazi, sacri e produttivi, di Santa Maria in Propezzano, rapportati agli spunti "metafisici" - fra storia, arte e paesaggio - espressi negli scritti di Alberto Savinio, autore nel 1940 del volume "Dico a te, Clio" (Adelphi, 2011, pagine 138, € 12), in cui grande spazio descrittivo è riservato all'Abruzzo. Il senso della mostra, pensata su quella "sensazione metafisica" che accomuna Sarra, Savinio e l'Abbazia di Propezzano, è raccontato dal testo del curatore D'Orazio che introduce alla mostra, visitabile fino al 20 agosto:
Parlare alla musa della storia, Clio, significa coinvolgere nel proprio linguaggio chi della storia non si accorge mentre la sta osservando, mentre la sta vivendo. Un filo di pensiero che sfugge alle dimensioni e percorre uno spazio che sembra atterrato dal passato nella campagna abruzzese, antica sacra abbazia e allo stesso tempo luogo contemporaneo attivo e produttivo.
Nella realtà di allora e di oggi è così questa sensazione metafisica che vuole dirci - dire a te, a me - ovvero ripetere, col verso dell'arte, quell'aggettivo "metafisico" che «qualifica la qualità intima, ossia la sostanza lirica, delle cose», perché «le arti si valgono della qualità impalpabile intima e profonda, si valgono della qualità metafisica delle cose». Queste parole di Albero Savinio potremmo trovarci ad ascoltarle dalla voce delle opere di Sergio Sarra, ospiti provvisorie di Santa Maria in Propezzano: una quadreria composta da lavori che attraversano diversi momenti della sua ricerca artistica, il tavolo-scultura (Table Sculpture), l'installazione Frontbencher, il binomio Psychedelic Garden. Quattro momenti - o quattro discorsi, quattro dialoghi - per definire un disegno complessivo e ideale capace di interloquire con questo luogo, di evocare le aspettative dell'artista rispetto a questo posto in cui, secolarmente, si fondono architettura e produzione agricola, arte e religione, vita attuale e storie trascorse. Una entità che avrebbe certamente incuriosito Savinio, autore nel 1940 del «reportage italico» Dico a te, Clio, per buona metà composto di “prose abruzzesi”, memori del viaggio di un anno prima che, purtroppo, non ha avuto la fortuna di annoverare fra le sue tappe Propezzano. È così che si insinua casualmente una corrispondenza fra i due artisti, fra Sarra e Savinio, come a riallacciare un dialogo con quella storia, a risarcirci culturalmente di un tempo mai stato, nel segno di una possibilità, un concetto, che prende spunto da presupposti "comuni", "metafisici", rispetto a porzioni affascinanti di paesaggio e umanità come è questa.
Se i lavori di Sarra, come scrive Nicolas Bourriaud, «fanno pensare a dei palinsesti, a quei manoscritti che vengono tracciati dall’autore sopra un documento già esistente, senza cancellare lo o gli strati di scrittura precedenti», il compito di Savinio, come lui stesso scrive, «è dare parole, dare forma e colore, e una volta era pure dare suoni, a un proprio mondo poetico». È allora in questo presente, in questo dialogo con la preesistenza e la modernità al contempo - con la suggestione e la memoria del racconto di Savinio in mente - che Sergio Sarra ci dice, riafferma, che l'arte - come scrive Alberto Savinio della sua pittura - «è fiato, fiato romantico, continua la cosa al di là della cosa».
Biografia di Sergio Sarra
Sergio Sarra è nato a Pescara (Italia) nel 1961. Si diploma nel 1987 in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna nella Scuola di Concetto Pozzati. Si trasferisce a Roma nel 1989 dove tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Alice (1990).
Mostre personali selezionate: iceberg rosaspina, EWHA Art Gallery, EWHA Womans University, Seul (2016); Trave exercise n. 3, RESAD, Cordoba (2015); Sergio Sarra, Inner Room, Siena (2014); un ambiente, sei vetri, Conservatorio di Santa Cecilia, Roma (2013); Monsūno Épisode I e II, Galleria Pio Monti e Garage Carcani, Roma (2012); The Indifferents, Galleria Cesare Manzo, Roma (2010); Pearl fishermen, Circolo Filologico Milanese (2008); Trinacria dream, MCO arte contemporânea, Porto (2007); D. dal vero n. 2, Micromuseum for Contemporary Art, Palermo (2004).
Mostre collettive selezionate: Bruna Esposito Sergio Sarra, Idill’Io arte contemporanea, Recanati (2018); Ricettivo nouveau, Garage Carcani, Roma (2016); Fuoriuso in Opera, TorreOperA, Pescara (2012); L’arte non è cosa nostra, Padiglione Italia, LIV Biennale di Venezia (2011); Cose mai viste, Terme di Diocleziano, Roma (2008); Altered states, MNAC, Galeria Nouă, Bucarest, WAX, Budapest (2007); Conversione di Saulo, Palazzo Odescalchi, Roma; Esposito Sarra Van Buren, Fondazione Volume!, Roma; El ultimo dibujo del siglo, Teatro Nacional de Cuba, Galleria René Portocarrero, VII Biennale de L’Avana (2000); Aperto ’93. Emergency/Emergenza, XLV Biennale di Venezia (1993); Giovani artisti a Roma. IV, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Paesaggio con rovine, Fondazione Orestiadi, Gibellina, Trapani (1992); Biennal ’87, III Biennale del Mediterraneo, Barcellona (1987); I Biennale di Salonicco (1986).
Parlare alla musa della storia, Clio, significa coinvolgere nel proprio linguaggio chi della storia non si accorge mentre la sta osservando, mentre la sta vivendo. Un filo di pensiero che sfugge alle dimensioni e percorre uno spazio che sembra atterrato dal passato nella campagna abruzzese, antica sacra abbazia e allo stesso tempo luogo contemporaneo attivo e produttivo.
Nella realtà di allora e di oggi è così questa sensazione metafisica che vuole dirci - dire a te, a me - ovvero ripetere, col verso dell'arte, quell'aggettivo "metafisico" che «qualifica la qualità intima, ossia la sostanza lirica, delle cose», perché «le arti si valgono della qualità impalpabile intima e profonda, si valgono della qualità metafisica delle cose». Queste parole di Albero Savinio potremmo trovarci ad ascoltarle dalla voce delle opere di Sergio Sarra, ospiti provvisorie di Santa Maria in Propezzano: una quadreria composta da lavori che attraversano diversi momenti della sua ricerca artistica, il tavolo-scultura (Table Sculpture), l'installazione Frontbencher, il binomio Psychedelic Garden. Quattro momenti - o quattro discorsi, quattro dialoghi - per definire un disegno complessivo e ideale capace di interloquire con questo luogo, di evocare le aspettative dell'artista rispetto a questo posto in cui, secolarmente, si fondono architettura e produzione agricola, arte e religione, vita attuale e storie trascorse. Una entità che avrebbe certamente incuriosito Savinio, autore nel 1940 del «reportage italico» Dico a te, Clio, per buona metà composto di “prose abruzzesi”, memori del viaggio di un anno prima che, purtroppo, non ha avuto la fortuna di annoverare fra le sue tappe Propezzano. È così che si insinua casualmente una corrispondenza fra i due artisti, fra Sarra e Savinio, come a riallacciare un dialogo con quella storia, a risarcirci culturalmente di un tempo mai stato, nel segno di una possibilità, un concetto, che prende spunto da presupposti "comuni", "metafisici", rispetto a porzioni affascinanti di paesaggio e umanità come è questa.
Se i lavori di Sarra, come scrive Nicolas Bourriaud, «fanno pensare a dei palinsesti, a quei manoscritti che vengono tracciati dall’autore sopra un documento già esistente, senza cancellare lo o gli strati di scrittura precedenti», il compito di Savinio, come lui stesso scrive, «è dare parole, dare forma e colore, e una volta era pure dare suoni, a un proprio mondo poetico». È allora in questo presente, in questo dialogo con la preesistenza e la modernità al contempo - con la suggestione e la memoria del racconto di Savinio in mente - che Sergio Sarra ci dice, riafferma, che l'arte - come scrive Alberto Savinio della sua pittura - «è fiato, fiato romantico, continua la cosa al di là della cosa».
Biografia di Sergio Sarra
Sergio Sarra è nato a Pescara (Italia) nel 1961. Si diploma nel 1987 in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna nella Scuola di Concetto Pozzati. Si trasferisce a Roma nel 1989 dove tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Alice (1990).
Mostre personali selezionate: iceberg rosaspina, EWHA Art Gallery, EWHA Womans University, Seul (2016); Trave exercise n. 3, RESAD, Cordoba (2015); Sergio Sarra, Inner Room, Siena (2014); un ambiente, sei vetri, Conservatorio di Santa Cecilia, Roma (2013); Monsūno Épisode I e II, Galleria Pio Monti e Garage Carcani, Roma (2012); The Indifferents, Galleria Cesare Manzo, Roma (2010); Pearl fishermen, Circolo Filologico Milanese (2008); Trinacria dream, MCO arte contemporânea, Porto (2007); D. dal vero n. 2, Micromuseum for Contemporary Art, Palermo (2004).
Mostre collettive selezionate: Bruna Esposito Sergio Sarra, Idill’Io arte contemporanea, Recanati (2018); Ricettivo nouveau, Garage Carcani, Roma (2016); Fuoriuso in Opera, TorreOperA, Pescara (2012); L’arte non è cosa nostra, Padiglione Italia, LIV Biennale di Venezia (2011); Cose mai viste, Terme di Diocleziano, Roma (2008); Altered states, MNAC, Galeria Nouă, Bucarest, WAX, Budapest (2007); Conversione di Saulo, Palazzo Odescalchi, Roma; Esposito Sarra Van Buren, Fondazione Volume!, Roma; El ultimo dibujo del siglo, Teatro Nacional de Cuba, Galleria René Portocarrero, VII Biennale de L’Avana (2000); Aperto ’93. Emergency/Emergenza, XLV Biennale di Venezia (1993); Giovani artisti a Roma. IV, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Paesaggio con rovine, Fondazione Orestiadi, Gibellina, Trapani (1992); Biennal ’87, III Biennale del Mediterraneo, Barcellona (1987); I Biennale di Salonicco (1986).
20
luglio 2018
Sergio Sarra – Dico a te
Dal 20 luglio al 20 agosto 2018
arte contemporanea
Location
ABBAZIA DI PROPEZZANO
Morro D'oro, Contrada Propezzano, (Teramo)
Morro D'oro, Contrada Propezzano, (Teramo)
Vernissage
20 Luglio 2018, h 19
Autore
Curatore