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Roberta Pizzorno – Full of emptyness
Roberta Pizzorno porta a Spoleto gli esiti figurativi di un lungo lavoro con la china e l’acquerello
Comunicato stampa
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Roberta Pizzorno porta a Spoleto gli esiti figurativi di un lungo lavoro con la china e l’acquerello. Da due anni l’artista ha scelto Spoleto come territorio di residenza, alimentando un legame virtuoso con Palazzo Collicola Arti Visive. Assieme al museo sono nati diversi progetti, in particolare con il gruppo di Sistema Museo che ha integrato certe metodologie del disegno nei diversi workshop didattici. La mostra odierna si offre come un resoconto in progress, una sintesi che trova nella sala di Sten & Lex un ideale laboratorio espositivo.
Il punto: la partenza di ogni cosa, il fattore primigenio, l’inizio del viaggio conoscitivo. Punto come prologo e primo capitolo dell’esistente, istante sospeso in cui ogni forma è possibile, ogni libertà pronta per i liberi, ogni bellezza potenzialmente disponibile.
…il micromondo cellulare, il gigantismo cosmico, la natura vegetale, il mondo animale…
Punto, linea e curva definiscono le filiazioni interiori della Pizzorno, la sua cosmogonia intima, il suo spazio di coscienza estetica. Il gesto, disciplinato e quotidiano, agisce per linee e curve, creando bioforme volanti, volumi gassosi, solidi senza peso apparente. La china e l’acquerello si dividono il processo esecutivo e ricreano due mondi paralleli ma dialoganti, uniti da una gestualità che fa da ponte tra le anime formali.
Il punto, similmente ad una cellula, inizia a sentire i rumori del Pianeta, registra suoni chiari e scie subliminali, cerca il punto prossimo per definire la catena narrativa della linea, dello scivolamento in avanti, del dialogo che non si ferma ma ricrea le frasi del nostro sogno cosciente.
Affrontare la linea, ovvero, il cammino della forma, lo sviluppo di un’idea nel suo scheletro necessario.
La linea come ambizione di conoscenza, ricerca del margine aperto, avventura nel mistero pulsante del futuro. Una linea che viaggia sempre in avanti, seguendo il movimento della mano e l’occhio dei sentimenti. La linea come coscienza vigile del progresso.
…direzioni del bianconero essenziale, ritmi armonici, direzioni del colore oltre l’essenza…
Quella linea morbida conferma la limpidezza di uno sguardo pacificato, libero da catene mondane e lacci sociali. Pizzorno esce dalle apparenze del reale per costruire soggetti visivi che volano nel raggio gravitazionale del fantastico. Sono embrioni complessi dove umano, animale e vegetale appartengono alla medesima coscienza biologica. La metamorfosi pulsante diviene la ragione genetica dei suoi amabili corpi, l’armonia del dialogo guida la ritualità del gesto continuo. Sono forme che producono meraviglia…
La nostra artista pratica l’armonia e l’equilibrio come fosse un rito respiratorio. Senti che i suoi progetti non hanno nodi o protusioni, al contrario appaiono fluidi e musicali, purissima entropia in forma raccolta. L’opera si trasforma in un continuo autoritrarsi per frammenti emotivi, un diariogramma che si distende lungo le curve rituali della vita. Punto, linea e curva rendono il gesto una specie di respirazione continua e consapevole, così simile al contrarsi ed espandersi dell’universo.
Affrontare la curva, ovvero, la forma nella sua complessità, verso il senso che definisce un progetto.
La curva come planimetria dell’intuizione, un sismografo cosmico e interiore che disegna il cortocircuito, le convivenze, l’armonia finale. Una curva che parla di evoluzioni, sinestesie, bellezza. Angoli morbidi che camminano attraverso la china per poi librarsi in aria attraverso l’acquerello,
…disegnare per capire, finché l’occhio ricomincia a vedere…
Voglio pensare che i corpi volanti dell’artista siano occhi cosmici che racchiudono le formule segrete delle emozioni, dei sentimenti, della bellezza limpida, della chiarezza conoscitiva. Corpi d’inchiostro vivo, scuri per incidersi come solchi sensibili, maestosi nella loro eterea pienezza. Corpi fatti di china, corpi di un italianissimo e geolocalizzabile made in china. Corpi fatti anche di liquido acquerello, membrane gestaltiche di un privato ed emozionante made in herself.
Il punto: la partenza di ogni cosa, il fattore primigenio, l’inizio del viaggio conoscitivo. Punto come prologo e primo capitolo dell’esistente, istante sospeso in cui ogni forma è possibile, ogni libertà pronta per i liberi, ogni bellezza potenzialmente disponibile.
…il micromondo cellulare, il gigantismo cosmico, la natura vegetale, il mondo animale…
Punto, linea e curva definiscono le filiazioni interiori della Pizzorno, la sua cosmogonia intima, il suo spazio di coscienza estetica. Il gesto, disciplinato e quotidiano, agisce per linee e curve, creando bioforme volanti, volumi gassosi, solidi senza peso apparente. La china e l’acquerello si dividono il processo esecutivo e ricreano due mondi paralleli ma dialoganti, uniti da una gestualità che fa da ponte tra le anime formali.
Il punto, similmente ad una cellula, inizia a sentire i rumori del Pianeta, registra suoni chiari e scie subliminali, cerca il punto prossimo per definire la catena narrativa della linea, dello scivolamento in avanti, del dialogo che non si ferma ma ricrea le frasi del nostro sogno cosciente.
Affrontare la linea, ovvero, il cammino della forma, lo sviluppo di un’idea nel suo scheletro necessario.
La linea come ambizione di conoscenza, ricerca del margine aperto, avventura nel mistero pulsante del futuro. Una linea che viaggia sempre in avanti, seguendo il movimento della mano e l’occhio dei sentimenti. La linea come coscienza vigile del progresso.
…direzioni del bianconero essenziale, ritmi armonici, direzioni del colore oltre l’essenza…
Quella linea morbida conferma la limpidezza di uno sguardo pacificato, libero da catene mondane e lacci sociali. Pizzorno esce dalle apparenze del reale per costruire soggetti visivi che volano nel raggio gravitazionale del fantastico. Sono embrioni complessi dove umano, animale e vegetale appartengono alla medesima coscienza biologica. La metamorfosi pulsante diviene la ragione genetica dei suoi amabili corpi, l’armonia del dialogo guida la ritualità del gesto continuo. Sono forme che producono meraviglia…
La nostra artista pratica l’armonia e l’equilibrio come fosse un rito respiratorio. Senti che i suoi progetti non hanno nodi o protusioni, al contrario appaiono fluidi e musicali, purissima entropia in forma raccolta. L’opera si trasforma in un continuo autoritrarsi per frammenti emotivi, un diariogramma che si distende lungo le curve rituali della vita. Punto, linea e curva rendono il gesto una specie di respirazione continua e consapevole, così simile al contrarsi ed espandersi dell’universo.
Affrontare la curva, ovvero, la forma nella sua complessità, verso il senso che definisce un progetto.
La curva come planimetria dell’intuizione, un sismografo cosmico e interiore che disegna il cortocircuito, le convivenze, l’armonia finale. Una curva che parla di evoluzioni, sinestesie, bellezza. Angoli morbidi che camminano attraverso la china per poi librarsi in aria attraverso l’acquerello,
…disegnare per capire, finché l’occhio ricomincia a vedere…
Voglio pensare che i corpi volanti dell’artista siano occhi cosmici che racchiudono le formule segrete delle emozioni, dei sentimenti, della bellezza limpida, della chiarezza conoscitiva. Corpi d’inchiostro vivo, scuri per incidersi come solchi sensibili, maestosi nella loro eterea pienezza. Corpi fatti di china, corpi di un italianissimo e geolocalizzabile made in china. Corpi fatti anche di liquido acquerello, membrane gestaltiche di un privato ed emozionante made in herself.
30
giugno 2018
Roberta Pizzorno – Full of emptyness
Dal 30 giugno al 07 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE – MUSEO CARANDENTE
Spoleto, Via Loreto Vittori, 11, (Perugia)
Spoleto, Via Loreto Vittori, 11, (Perugia)
Vernissage
30 Giugno 2018, h 12
Autore
Curatore