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Muna Mussie – Punteggiatura
La lingua come spazio politico-affettivo e come materiale estetico è alla base del progetto di Muna Mussie
Comunicato stampa
Segnala l'evento
VENERDÌ 15 GIUGNO
MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, ore 18
Punteggiatura_presentazione di un'opera d'arte collettiva
di Muna Mussie
con Wowo Eseroghgne (Nigeria), Oybo Favour Idioma (Nigeria), Joy Amadasun Emumwen (Nigeria),
Amino Hassan (Somalia), Sanam Naderi (Iran), Shkurta (Albania), Elmaza Murati (Serbia), Almedina Murati
(Serbia), Sabou (Ghinea), Marie Ngo Bonbe (Camerun), Agnes (Camerun – Algeria), Silvia Bertolini
(Senigallia), Yan Wen Jiang Su (Cina), Katia Golovko (Gibuti – Russia), Lolita Timofeeva (Lettonia),
Piersandra di Matteo (Italia), Francesca Sartoria (Italia), Leteyosief Keleta (Eritrea), Amba Ghebremeskel
(Etiopia), Ambleset Keleta Keren (Eritrea), Nadia (Marocco), Najat Belounis (Marocco), Rita Lesi (Italia),
Maddalena Apano (Italia), Paola Lesti (Italia), Samantha (Brasile), Gabriella Gurioli (Italia), Bianca Rosa
Bellomo (Italia), Daliet Zaid (Italia-Eritrea), Jounametou Patoussah (Camerun), Anna Marìa Klem
(Argentina), Laura Youpa (Camerun), Maria Caproni (Italia), Elena Bonafè (Italia), Luciana Lai (Italia), Muna
Mussie (Eritrea), Amina Hijar (Palestina), Nzimba Maza Pedro Eduardo (Regno del Congo), Tatiana Perju
(Moldavia), Issa e Silvie (Associazione Sartoria Vicini d'Istanti)
in collaborazione con la Scuola delle Donne, Pilastro (CESD), Biblioteca Italiana delle Donne
con il coinvolgimento delle cooperative sociali Camelot e Mondo Donna, Cantieri Meticci, Ars
Aemilia, Santarcangelo dei Teatri
Produzione Città di Ebla
La lingua come spazio politico-affettivo e come materiale estetico è alla base del progetto di Muna
Mussie – nata in Eritrea e residente a Bologna – che concepisce la creazione collettiva di un libro di
stoffa, considerandolo come un vero e proprio luogo, un “tessuto sociale”, costruito grazie al
dialogo con un nucleo ramificato di donne di differenti provenienze, presenti sul territorio
bolognese. Il cuore/modello di questo nucleo è la “Scuola delle donne” già attiva da anni in uno
spazio del quartiere Pilastro, in cui donne di origine migrante, di diverse generazioni e provenienze,
possono imparare l’italiano, incontrarsi e organizzare laboratori. Il “contatto linguistico” è dunque il
termine più adatto per indicare e dare forma a questa esperienza e opera.
Il libro di stoffa è preposto alla scrittura e al disegno: avvalendosi della pratica del ricamo a mano, a
macchina, o di altre tecnica tradizionali, vengono accolte differenti lingue-linguaggi e segni che
comunichino più direzioni e significati. Insieme alle donne incontrate, Muna Mussie ha scelto
tessuti, caratteri, spazialità e colori, ascoltando voci, accenti, toni, urgenze o leggerezze.
I pensieri di queste donne s’incontrano in un dato luogo, il libro, e in un dato tempo, il tempo
dell’acquisizione e della trasmissione di una regola grammaticale, di una poesia, di una geografia, di
un accadimento, di un sogno.
Il libro di stoffa genera un processo temporale attraverso il quale ogni donna che ne fa parte si
costituisce “parte civile”, in difesa dell’eterogeneità e dell’autogestione/gestazione del proprio sé,
mutuabile e condivisibile, inclusivo. L’obiettivo è dunque la creazione di un libro ricettario della vita,
dove tradizioni estemporanee e remote si tramandano, trasferiscono, trasportano, traghettano,
trainano, traducono, tramutano, trascendono, traballano e trafiggono con aghi il velo della realtà
per indicarci forse un accesso speciale verso il futuro.
Punteggiatura è presentata nella collezione permanente di MAMbo attraverso una visita
guidata da Abraham Tesfai e la voce Kimia Ghorbani. L’opera rimarrà visitabile all’interno
dell’esposizione Vedute Prossime nel garage dell’Arena del Sole fino al 24 giugno.
2
Note di Muna Mussie
Il dire è estraneo al potere; è al centro dell’anarchia. Di fatto il dire è
l’espressione dell’anarchia, di una situazione dove l’asimmetria non
ha nulla a che vedere con il dominio, bensì con l’accoglienza e il ricevimento.
Asimmetria della responsabilità e non del dominio.
Josep Maria Esquirol, La resistenza intima. Saggio su una filosofia della prossimità
Gli incontri con le diverse donne, avvenuti per lo più singolarmente, si sono rivelati sin
da subito un dibattito in divenire. Ogni donna è stata libera di rispondere a domande formulate
da me, o libera di trattare argomenti propri.
Ho aperto i miei dialoghi ponendo come centro il libro; domandare cosa sia un libro è
stato già in parte scriverlo e chiedersi cosa si vorrebbe comunicare a chi lo leggerà, ha acceso in
tutte, un senso di responsabilità verso l’altro che mi ha commosso.
Gli incontri “a porte chiuse” hanno fatto da anticamera; un tempo fuori dal tempo, un
passaggio segreto e speciale che ha messo a fuoco e amplificato la qualità che è propria del
dialogo. Stare contemporaneamente dentro e fuori di sé; sapere di essere a un passo dall’
altro, a un passo dall’essere cuciti con l’altro, con altri nomi. Spaventa e sprigiona al contempo.
Punteggiatura è stata una gestazione immaginaria, “pensierosa” e pratica, attraversata
dalla lingua, dal filo di un discorso simpatetico, gestuale e funzionale alla nascita della cosa
comune.
È un discorso semplice ma denso, è un dire che trascina con sé passato presente e futuro; è un
“dirla del tutto” che non tralascia il suo corpo, è un dire “incorporato”, è un dire che crea punti
di accordo su cui sostare e punti di chiusura da cui ripartire, restituendo sempre il senso del
rispetto e dell’educazione come unica e possibile procedura di convivenza.
È un discorso che si mette in pratica, si auto traduce in ricamo, entra in dialogo con la
manualità, la manodopera, agisce e maneggia suoi pensieri, traccia le sue coordinate, le cuce.
Punteggiatura non cerca una rivalsa femminista né tanto meno assolve la realtà dei fatti, ma
pratica una rivalsa sentimentale che parte dalla semplice formula “se mi ascolti, mi ascolto, se
mi ascolto, ti ascolto”. Nessuna è a conoscenza del dire altrui, eppure ognuna rispondendo di
sé, dalla propria a-centralità linguistica e personale, ha permesso di fare luce sull’altra, di
interrogarla, spiegarla, parafrasarla, contraddirla, chiamarla, accompagnarla, sfogliarla.
La consegna finita di questo libro plurale coinciderà con la sua presentazione al pubblico.
Un ulteriore gesto di complicità espansa di cui fanno dono queste donne, alla propria città.
Muna Mussie, artista eritrea attiva nell’ambito delle performing arts. Inizia il suo percorso artistico
nel 1998 a Bologna, formandosi come attrice con il Teatrino Clandestino e con il Teatro Valdoca. Dal
2001 al 2005 è parte attiva nel gruppo di ricerca Open, progetto con il quale inizia a maturare il
desiderio di indagare altre possibilità dello stare in scena.
Dopo la performance opentolikemunamussie è la volta di lavori pienamente autoriali, di cui cura
concezione, messa in scena e interpretazione: Madrepatria (2006), Più che piccola, media (2007),
Con Permesso (2008). Nel 2009 realizza le performance 1PER12009, Ti ho sognato, ma non eri il
protagonista e Primavera 2009. Dal 2011 al 2014 vive a Bruxelles dove crea Monkey See, Monkey
Do (2012/13). Segue Milite Ignoto (2014/16), progetto nato come installazione e sviluppato in
performance. Mussie è autrice con Flavio Favelli del progetto FFMM, collezione di abiti presentata
alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino 2007) e al Museo Marino Marini (Firenze 2009).
3
Tra i premi: Riccione TTV premio Pier Vittorio Tondelli/Nuovi Talenti 2008; Segnalazione Premio
Iceberg 2009; Premio Mondo 2010. Attualmente collabora con l’artista Brett Bailey.
MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, ore 18
Punteggiatura_presentazione di un'opera d'arte collettiva
di Muna Mussie
con Wowo Eseroghgne (Nigeria), Oybo Favour Idioma (Nigeria), Joy Amadasun Emumwen (Nigeria),
Amino Hassan (Somalia), Sanam Naderi (Iran), Shkurta (Albania), Elmaza Murati (Serbia), Almedina Murati
(Serbia), Sabou (Ghinea), Marie Ngo Bonbe (Camerun), Agnes (Camerun – Algeria), Silvia Bertolini
(Senigallia), Yan Wen Jiang Su (Cina), Katia Golovko (Gibuti – Russia), Lolita Timofeeva (Lettonia),
Piersandra di Matteo (Italia), Francesca Sartoria (Italia), Leteyosief Keleta (Eritrea), Amba Ghebremeskel
(Etiopia), Ambleset Keleta Keren (Eritrea), Nadia (Marocco), Najat Belounis (Marocco), Rita Lesi (Italia),
Maddalena Apano (Italia), Paola Lesti (Italia), Samantha (Brasile), Gabriella Gurioli (Italia), Bianca Rosa
Bellomo (Italia), Daliet Zaid (Italia-Eritrea), Jounametou Patoussah (Camerun), Anna Marìa Klem
(Argentina), Laura Youpa (Camerun), Maria Caproni (Italia), Elena Bonafè (Italia), Luciana Lai (Italia), Muna
Mussie (Eritrea), Amina Hijar (Palestina), Nzimba Maza Pedro Eduardo (Regno del Congo), Tatiana Perju
(Moldavia), Issa e Silvie (Associazione Sartoria Vicini d'Istanti)
in collaborazione con la Scuola delle Donne, Pilastro (CESD), Biblioteca Italiana delle Donne
con il coinvolgimento delle cooperative sociali Camelot e Mondo Donna, Cantieri Meticci, Ars
Aemilia, Santarcangelo dei Teatri
Produzione Città di Ebla
La lingua come spazio politico-affettivo e come materiale estetico è alla base del progetto di Muna
Mussie – nata in Eritrea e residente a Bologna – che concepisce la creazione collettiva di un libro di
stoffa, considerandolo come un vero e proprio luogo, un “tessuto sociale”, costruito grazie al
dialogo con un nucleo ramificato di donne di differenti provenienze, presenti sul territorio
bolognese. Il cuore/modello di questo nucleo è la “Scuola delle donne” già attiva da anni in uno
spazio del quartiere Pilastro, in cui donne di origine migrante, di diverse generazioni e provenienze,
possono imparare l’italiano, incontrarsi e organizzare laboratori. Il “contatto linguistico” è dunque il
termine più adatto per indicare e dare forma a questa esperienza e opera.
Il libro di stoffa è preposto alla scrittura e al disegno: avvalendosi della pratica del ricamo a mano, a
macchina, o di altre tecnica tradizionali, vengono accolte differenti lingue-linguaggi e segni che
comunichino più direzioni e significati. Insieme alle donne incontrate, Muna Mussie ha scelto
tessuti, caratteri, spazialità e colori, ascoltando voci, accenti, toni, urgenze o leggerezze.
I pensieri di queste donne s’incontrano in un dato luogo, il libro, e in un dato tempo, il tempo
dell’acquisizione e della trasmissione di una regola grammaticale, di una poesia, di una geografia, di
un accadimento, di un sogno.
Il libro di stoffa genera un processo temporale attraverso il quale ogni donna che ne fa parte si
costituisce “parte civile”, in difesa dell’eterogeneità e dell’autogestione/gestazione del proprio sé,
mutuabile e condivisibile, inclusivo. L’obiettivo è dunque la creazione di un libro ricettario della vita,
dove tradizioni estemporanee e remote si tramandano, trasferiscono, trasportano, traghettano,
trainano, traducono, tramutano, trascendono, traballano e trafiggono con aghi il velo della realtà
per indicarci forse un accesso speciale verso il futuro.
Punteggiatura è presentata nella collezione permanente di MAMbo attraverso una visita
guidata da Abraham Tesfai e la voce Kimia Ghorbani. L’opera rimarrà visitabile all’interno
dell’esposizione Vedute Prossime nel garage dell’Arena del Sole fino al 24 giugno.
2
Note di Muna Mussie
Il dire è estraneo al potere; è al centro dell’anarchia. Di fatto il dire è
l’espressione dell’anarchia, di una situazione dove l’asimmetria non
ha nulla a che vedere con il dominio, bensì con l’accoglienza e il ricevimento.
Asimmetria della responsabilità e non del dominio.
Josep Maria Esquirol, La resistenza intima. Saggio su una filosofia della prossimità
Gli incontri con le diverse donne, avvenuti per lo più singolarmente, si sono rivelati sin
da subito un dibattito in divenire. Ogni donna è stata libera di rispondere a domande formulate
da me, o libera di trattare argomenti propri.
Ho aperto i miei dialoghi ponendo come centro il libro; domandare cosa sia un libro è
stato già in parte scriverlo e chiedersi cosa si vorrebbe comunicare a chi lo leggerà, ha acceso in
tutte, un senso di responsabilità verso l’altro che mi ha commosso.
Gli incontri “a porte chiuse” hanno fatto da anticamera; un tempo fuori dal tempo, un
passaggio segreto e speciale che ha messo a fuoco e amplificato la qualità che è propria del
dialogo. Stare contemporaneamente dentro e fuori di sé; sapere di essere a un passo dall’
altro, a un passo dall’essere cuciti con l’altro, con altri nomi. Spaventa e sprigiona al contempo.
Punteggiatura è stata una gestazione immaginaria, “pensierosa” e pratica, attraversata
dalla lingua, dal filo di un discorso simpatetico, gestuale e funzionale alla nascita della cosa
comune.
È un discorso semplice ma denso, è un dire che trascina con sé passato presente e futuro; è un
“dirla del tutto” che non tralascia il suo corpo, è un dire “incorporato”, è un dire che crea punti
di accordo su cui sostare e punti di chiusura da cui ripartire, restituendo sempre il senso del
rispetto e dell’educazione come unica e possibile procedura di convivenza.
È un discorso che si mette in pratica, si auto traduce in ricamo, entra in dialogo con la
manualità, la manodopera, agisce e maneggia suoi pensieri, traccia le sue coordinate, le cuce.
Punteggiatura non cerca una rivalsa femminista né tanto meno assolve la realtà dei fatti, ma
pratica una rivalsa sentimentale che parte dalla semplice formula “se mi ascolti, mi ascolto, se
mi ascolto, ti ascolto”. Nessuna è a conoscenza del dire altrui, eppure ognuna rispondendo di
sé, dalla propria a-centralità linguistica e personale, ha permesso di fare luce sull’altra, di
interrogarla, spiegarla, parafrasarla, contraddirla, chiamarla, accompagnarla, sfogliarla.
La consegna finita di questo libro plurale coinciderà con la sua presentazione al pubblico.
Un ulteriore gesto di complicità espansa di cui fanno dono queste donne, alla propria città.
Muna Mussie, artista eritrea attiva nell’ambito delle performing arts. Inizia il suo percorso artistico
nel 1998 a Bologna, formandosi come attrice con il Teatrino Clandestino e con il Teatro Valdoca. Dal
2001 al 2005 è parte attiva nel gruppo di ricerca Open, progetto con il quale inizia a maturare il
desiderio di indagare altre possibilità dello stare in scena.
Dopo la performance opentolikemunamussie è la volta di lavori pienamente autoriali, di cui cura
concezione, messa in scena e interpretazione: Madrepatria (2006), Più che piccola, media (2007),
Con Permesso (2008). Nel 2009 realizza le performance 1PER12009, Ti ho sognato, ma non eri il
protagonista e Primavera 2009. Dal 2011 al 2014 vive a Bruxelles dove crea Monkey See, Monkey
Do (2012/13). Segue Milite Ignoto (2014/16), progetto nato come installazione e sviluppato in
performance. Mussie è autrice con Flavio Favelli del progetto FFMM, collezione di abiti presentata
alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino 2007) e al Museo Marino Marini (Firenze 2009).
3
Tra i premi: Riccione TTV premio Pier Vittorio Tondelli/Nuovi Talenti 2008; Segnalazione Premio
Iceberg 2009; Premio Mondo 2010. Attualmente collabora con l’artista Brett Bailey.
15
giugno 2018
Muna Mussie – Punteggiatura
Dal 15 al 24 giugno 2018
arte contemporanea
Location
MAMBO – MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Vernissage
15 Giugno 2018, h 18
Autore