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Max Liebermann. Pioniere dell’impressionismo tedesco
La mostra ripercorre attraverso dipinti, disegni, acquerelli e pastelli la sua evoluzione artistica, dalle prime rappresentazioni dedicate all’ambiente operaio e contadino fino a quelle finali del suo giardino sul Wannsee, passando attraverso una scelta di quelle opere consacrate alle attività ricreative della borghesia
Comunicato stampa
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Presentazione
Opere
Il Museo Castello San Materno dedica quest’anno la sua terza mostra temporanea a Max Liebermann (1847-1935), il maggiore esponente dell’impressionismo tedesco. La mostra Max Liebermann. Pioniere dell’impressionismo tedesco ripercorre attraverso dipinti, disegni, acquerelli e pastelli la sua evoluzione artistica, dalle prime rappresentazioni dedicate all’ambiente operaio e contadino fino a quelle finali del suo giardino sul Wannsee, passando attraverso una scelta di quelle opere consacrate alle attività ricreative della borghesia.
È grazie a significativi prestiti, provenienti da collezioni private svizzere e tedesche, e alla collaborazione con il Museum Kunst der Westküste di Alkersum, sull’isola di Föhr, nonché con la Max-Liebermann-Gesellschaft di Berlino, che è stato possibile realizzare questa mostra. Grazie a questi prestiti, che vanno a integrarsi con le opere di Liebermann della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten, per la prima volta esposte nella loro interezza, ne è nato un dialogo particolarmente appassionante ed esaustivo.
La mostra, curata dallo storico dell’arte Harald Fiebig, è un progetto della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten di Soletta, pensato e coordinato in collaborazione con il Museo Comunale d‘Arte Moderna e il Comune di Ascona.
Max Liebermann nasce a Berlino da una facoltosa famiglia ebrea, crescendo in un ambiente altoborghese. Il suo talento artistico viene alla luce precocemente. Ancora in età scolare, riceve le prime lezioni di disegno dal celebre pittore di genere berlinese Carl Steffeck (1818-1890), che lo incoraggia a iscriversi alla Scuola d’Arte del Granducato di Sassonia di Weimar. Determinante per l’evoluzione artistica di Liebermann sarà, nel 1871 a Düsseldorf, l’incontro con il pittore realista ungherese Mihály Munkácsy (1844-1900). È lui che infatti gli fornisce lo spunto per la sua prima importante opera giovanile, le Spiumatrici di oche del 1872.
Terminati gli studi a Weimar, Max Liebermann si trasferisce a Parigi. I paesaggisti francesi della Scuola di Barbizon – primo fra tutti Jean-François Millet (1814-1875) con le sue scene rurali – avranno un’influenza per il suo successivo sviluppo artistico. L’avanguardia artistica d’allora, rappresentata dagli impressionisti, non aveva infatti ancora catturato la sua attenzione.
In questi anni sono importanti, per la sua produzione artistica, i soggiorni di studio nei Paesi Bassi, iniziati nel 1871, continueranno fino al 1913, per periodi estivi più o meno lunghi. La luce, il paesaggio e la vita semplice della gente del luogo lo catturano all’istante: «La sua bellezza sta nell’intimità. E come il paese, così i suoi abitanti: niente chiasso, nessuna posa o luogo comune. » Da allora in poi i Paesi Bassi, soprattutto la provincia olandese, diventano la fonte privilegiata dei suoi soggetti pittorici. In numerosi schizzi, disegni, studi a olio e dipinti l’artista ne cattura la vita, il mondo del lavoro degli abitanti delle campagne e dei villaggi olandesi.
La critica d’arte del tempo è estremamente scettica verso le sue opere del periodo olandese. Definito un «imbrattatele», Liebermann conquista l’appellativo di «apostolo del brutto». Ai critici le sue opere a carattere sociale, dedicate all’ambiente operaio e contadino, appaiono troppo realistiche.
Nel 1878 Max Liebermann si trasferisce a Monaco di Baviera, all’epoca la principale metropoli artistica dell’Europa centrale. Dopo un lungo apprendistato, nel 1884 fa infine ritorno a Berlino, sua città natale, dove nello stesso anno sposa Martha Marckwald (1857-1943), rampolla di una famiglia di mercanti ebrei. L’anno seguente, il 19 agosto, nasce Käthe (1885-1952), l’unica figlia della coppia.
Dopo aver ottenuto i primi successi artistici all’estero, l’arte di Max Liebermann riceve sempre più riconoscimenti anche in patria. I musei acquistano le sue opere, e l’artista per la prima volta riceve un’onorificenza al merito per i suoi dipinti. Grazie alla sua attività di professore, Max Liebermann inizia a incidere sul futuro delle politiche artistiche della Germania: sarà presidente dell’Accademia delle Arti, e guiderà e determinerà le sorti artistiche del paese come co-fondatore e presidente della Secessione di Berlino.
All’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento, Max Liebermann comincia a confrontarsi con l’impressionismo francese. La sua tavolozza si schiarisce, la sua pittura si fa più colorita, i suoi motivi diventano più gai. Così, al volgere del secolo, le sue rappresentazioni sono dedicate sempre più spesso alla vita spensierata dei borghesi. Il variopinto viavai sul mare e sulla spiaggia, i viali e i sentieri dei parchi di Berlino o dei dintorni di Potsdam e l’allegra confusione dei locali, meta di gite estive, diventano il suo principale motivo pittorico.
Lo scoppio della prima guerra mondiale lo costringe a porre termine ai soggiorni di studio e pittura nei Paesi Bassi. Max Liebermann si ritira sempre più nella sua casa di villeggiatura sul Wannsee, il suo «castello sul lago», così come da lui stesso chiamato. Nel 1909 aveva acquistato il terreno, situato sul lago, a sud di Berlino, facente parte della colonia di ville e case di campagna di Alsen e, già nel 1910, la sua elegante casa con atelier annesso era terminata. La progettazione del giardino avviene in un vivace scambio con Alfred Lichtwark (1852-1914), direttore di museo ed esperto di pedagogia dell’arte. Ideati come luogo di ritiro dalla frenetica vita della metropoli berlinese e come rifugio famigliare, la casa e, soprattutto, il vasto giardino offrono lo spunto per numerosi dipinti e opere su carta.
Il 30 gennaio 1933 i nazisti prendono il potere. In segno di protesta contro il divieto fatto ad artisti e artiste ebrei di esporre le proprie opere, Liebermann lascia l’Accademia delle Arti, si dimette dalla presidenza onoraria dell’istituzione e si ritira del tutto dalla scena pubblica. «Non guardo più dalla finestra di queste stanze – non voglio vedere il nuovo mondo intorno a me.» L’8 febbraio 1935 Max Liebermann muore a Berlino.
Harald Fiebig
Opere
Il Museo Castello San Materno dedica quest’anno la sua terza mostra temporanea a Max Liebermann (1847-1935), il maggiore esponente dell’impressionismo tedesco. La mostra Max Liebermann. Pioniere dell’impressionismo tedesco ripercorre attraverso dipinti, disegni, acquerelli e pastelli la sua evoluzione artistica, dalle prime rappresentazioni dedicate all’ambiente operaio e contadino fino a quelle finali del suo giardino sul Wannsee, passando attraverso una scelta di quelle opere consacrate alle attività ricreative della borghesia.
È grazie a significativi prestiti, provenienti da collezioni private svizzere e tedesche, e alla collaborazione con il Museum Kunst der Westküste di Alkersum, sull’isola di Föhr, nonché con la Max-Liebermann-Gesellschaft di Berlino, che è stato possibile realizzare questa mostra. Grazie a questi prestiti, che vanno a integrarsi con le opere di Liebermann della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten, per la prima volta esposte nella loro interezza, ne è nato un dialogo particolarmente appassionante ed esaustivo.
La mostra, curata dallo storico dell’arte Harald Fiebig, è un progetto della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten di Soletta, pensato e coordinato in collaborazione con il Museo Comunale d‘Arte Moderna e il Comune di Ascona.
Max Liebermann nasce a Berlino da una facoltosa famiglia ebrea, crescendo in un ambiente altoborghese. Il suo talento artistico viene alla luce precocemente. Ancora in età scolare, riceve le prime lezioni di disegno dal celebre pittore di genere berlinese Carl Steffeck (1818-1890), che lo incoraggia a iscriversi alla Scuola d’Arte del Granducato di Sassonia di Weimar. Determinante per l’evoluzione artistica di Liebermann sarà, nel 1871 a Düsseldorf, l’incontro con il pittore realista ungherese Mihály Munkácsy (1844-1900). È lui che infatti gli fornisce lo spunto per la sua prima importante opera giovanile, le Spiumatrici di oche del 1872.
Terminati gli studi a Weimar, Max Liebermann si trasferisce a Parigi. I paesaggisti francesi della Scuola di Barbizon – primo fra tutti Jean-François Millet (1814-1875) con le sue scene rurali – avranno un’influenza per il suo successivo sviluppo artistico. L’avanguardia artistica d’allora, rappresentata dagli impressionisti, non aveva infatti ancora catturato la sua attenzione.
In questi anni sono importanti, per la sua produzione artistica, i soggiorni di studio nei Paesi Bassi, iniziati nel 1871, continueranno fino al 1913, per periodi estivi più o meno lunghi. La luce, il paesaggio e la vita semplice della gente del luogo lo catturano all’istante: «La sua bellezza sta nell’intimità. E come il paese, così i suoi abitanti: niente chiasso, nessuna posa o luogo comune. » Da allora in poi i Paesi Bassi, soprattutto la provincia olandese, diventano la fonte privilegiata dei suoi soggetti pittorici. In numerosi schizzi, disegni, studi a olio e dipinti l’artista ne cattura la vita, il mondo del lavoro degli abitanti delle campagne e dei villaggi olandesi.
La critica d’arte del tempo è estremamente scettica verso le sue opere del periodo olandese. Definito un «imbrattatele», Liebermann conquista l’appellativo di «apostolo del brutto». Ai critici le sue opere a carattere sociale, dedicate all’ambiente operaio e contadino, appaiono troppo realistiche.
Nel 1878 Max Liebermann si trasferisce a Monaco di Baviera, all’epoca la principale metropoli artistica dell’Europa centrale. Dopo un lungo apprendistato, nel 1884 fa infine ritorno a Berlino, sua città natale, dove nello stesso anno sposa Martha Marckwald (1857-1943), rampolla di una famiglia di mercanti ebrei. L’anno seguente, il 19 agosto, nasce Käthe (1885-1952), l’unica figlia della coppia.
Dopo aver ottenuto i primi successi artistici all’estero, l’arte di Max Liebermann riceve sempre più riconoscimenti anche in patria. I musei acquistano le sue opere, e l’artista per la prima volta riceve un’onorificenza al merito per i suoi dipinti. Grazie alla sua attività di professore, Max Liebermann inizia a incidere sul futuro delle politiche artistiche della Germania: sarà presidente dell’Accademia delle Arti, e guiderà e determinerà le sorti artistiche del paese come co-fondatore e presidente della Secessione di Berlino.
All’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento, Max Liebermann comincia a confrontarsi con l’impressionismo francese. La sua tavolozza si schiarisce, la sua pittura si fa più colorita, i suoi motivi diventano più gai. Così, al volgere del secolo, le sue rappresentazioni sono dedicate sempre più spesso alla vita spensierata dei borghesi. Il variopinto viavai sul mare e sulla spiaggia, i viali e i sentieri dei parchi di Berlino o dei dintorni di Potsdam e l’allegra confusione dei locali, meta di gite estive, diventano il suo principale motivo pittorico.
Lo scoppio della prima guerra mondiale lo costringe a porre termine ai soggiorni di studio e pittura nei Paesi Bassi. Max Liebermann si ritira sempre più nella sua casa di villeggiatura sul Wannsee, il suo «castello sul lago», così come da lui stesso chiamato. Nel 1909 aveva acquistato il terreno, situato sul lago, a sud di Berlino, facente parte della colonia di ville e case di campagna di Alsen e, già nel 1910, la sua elegante casa con atelier annesso era terminata. La progettazione del giardino avviene in un vivace scambio con Alfred Lichtwark (1852-1914), direttore di museo ed esperto di pedagogia dell’arte. Ideati come luogo di ritiro dalla frenetica vita della metropoli berlinese e come rifugio famigliare, la casa e, soprattutto, il vasto giardino offrono lo spunto per numerosi dipinti e opere su carta.
Il 30 gennaio 1933 i nazisti prendono il potere. In segno di protesta contro il divieto fatto ad artisti e artiste ebrei di esporre le proprie opere, Liebermann lascia l’Accademia delle Arti, si dimette dalla presidenza onoraria dell’istituzione e si ritira del tutto dalla scena pubblica. «Non guardo più dalla finestra di queste stanze – non voglio vedere il nuovo mondo intorno a me.» L’8 febbraio 1935 Max Liebermann muore a Berlino.
Harald Fiebig
08
giugno 2018
Max Liebermann. Pioniere dell’impressionismo tedesco
Dall'otto giugno al 30 settembre 2018
arte moderna
Location
MUSEO CASTELLO SAN MATERNO
Ascona, Via Losone, 10, (Locarno)
Ascona, Via Losone, 10, (Locarno)
Orario di apertura
Giovedì - sabato 10.00 - 12.00 / 14.00 - 17.00 Domenica e festivi 14.00 - 16.00 Lunedì - mercoledì chiuso
Vernissage
8 Giugno 2018, ore 18
Autore