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I piranha non sentono i sapori
Siamo a Peschiera, là dove il Benaco si restringe e diventa Mincio. Dove la Palazzina diventa una nassa naturale e il pescato è abbondante e di ottima qualità. Si lascia gustare da chi ha tempo, per non fare come i piranha che divorano cibo in quantità e talmente voracemente da non sentire i sapori
Comunicato stampa
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Con la mostra “I piranha non sentono i sapori” inizia la stagione espositiva della Palazzina Storica di Peschiera del Garda (Vr) organizzata dall'Assessorato alla Cultura in collaborazione con l'agenzia MV Eventi di Vicenza. Su un progetto nato e curato da Guido Airoldi, che trova in questo episodio la collaborazione di Matteo Vanzan come co-curatore e di Irene Disco come autrice del testo critico, dal 10 giugno al 1 luglio 2018 l'esposizione presenterà i lavori di sedici artisti provenienti da tutta Italia in un excursus artistico che vuole raccontare storie, emozioni e visioni del mondo tutte diverse.
Perché la scelta di questo titolo?
“Siamo a Peschiera” spiega Guido Airoldi “là dove il Benaco si restringe e diventa Mincio. Dove la Palazzina diventa una nassa naturale e il pescato è abbondante e di ottima qualità. Delicato ma non inconsistente è da assaporare lentamente. Si lascia gustare da chi ha tempo, per non fare come i piranha che divorano cibo in quantità e talmente voracemente da non sentire i sapori”.
“È un po' come il gustarsi lentamente un'opera d'arte” afferma Matteo Vanzan “che deve essere osservata, letta, capita e finalmente digerita. L'Arte contemporanea è un lungo percorso fatto di pensiero e di coraggio specialmente oggi, in un mercato famelico che ingurgita tutto a volte senza il rispetto per la purezza del gesto creativo e l'amore per ciò che si sta osservando o presentando. Oggi tutto viene ridotto a denaro e investimento perdendo il sapore di un mondo fatto di passione e sentimento; in questa mostra ci si è voluti fermare, fare il punto della situazione e far gustare le opere di artisti che stimiamo da ormai diversi anni”.
Storie raccontate, vite vissute attraverso il medium dell’arte visuale che si fanno immagini. Immagine, imago, magia, evocazioni di artisti sciamani che forse solo utilizzando una bugia possono dire della realtà. Perché sono i visionari che cambiano il mondo. Gli artisti inventano linguaggi nuovi: forse non dicono cose nuove ma dicono con novità. E da buoni profeti spesso restano inascoltati. O sono forse un manipolo di bugiardi che ci aiutano a vedere meglio la realtà. Senza la presunzione di essere esaustivi sullo stato dell’arte (italiana) ma di fatto essendo una ricognizione di artisti che hanno trovato posto nelle suggestioni degli amanti dell'arte, questa mostra vuole portare alla Palazzina Storica, luogo affascinate e carico di storia, i ritratti visionari di Giuseppe Bombaci (Siracusa, 1978), le opere sospese di Giuseppe Buffoli (Chiari, 1979), le fotografie che ritraggono paesaggi surreali di Emilia Castioni (Sarnico, 1980), le Injection paintings di Marcello De Angelis (Villafranca di Verona, 1977), la Dignità prima del pane di Lorenzo Manenti (Romano di Lombardia, 1978), le liriche Lettere di Alfredo Rapetti Mogol (Milano, 1961), le opere militarmente giocose di Daniele Nalin (Verona, 1947). E ancora le plastiche corporeità di Michela Nicoletti (Vicenza, 1980), le ilari opere di Costabile Piccirillo (Napoli, 1985), le Dolci Mete di Fabio Presti (Catania, 1973), i bizzari corpi dipinti da Marta Sesana (Merate,1981), l’Action pop di Maurizio Taioli (Verona,1959), le opere tra segni e superfici di Lello Torchia (Napoli, 1971), le colorate deframmentazioni di Nicola Felice Torcoli (Brescia, 1980) e i macabri amanti di Anna Turina (Lecco, 1973).
Perché la scelta di questo titolo?
“Siamo a Peschiera” spiega Guido Airoldi “là dove il Benaco si restringe e diventa Mincio. Dove la Palazzina diventa una nassa naturale e il pescato è abbondante e di ottima qualità. Delicato ma non inconsistente è da assaporare lentamente. Si lascia gustare da chi ha tempo, per non fare come i piranha che divorano cibo in quantità e talmente voracemente da non sentire i sapori”.
“È un po' come il gustarsi lentamente un'opera d'arte” afferma Matteo Vanzan “che deve essere osservata, letta, capita e finalmente digerita. L'Arte contemporanea è un lungo percorso fatto di pensiero e di coraggio specialmente oggi, in un mercato famelico che ingurgita tutto a volte senza il rispetto per la purezza del gesto creativo e l'amore per ciò che si sta osservando o presentando. Oggi tutto viene ridotto a denaro e investimento perdendo il sapore di un mondo fatto di passione e sentimento; in questa mostra ci si è voluti fermare, fare il punto della situazione e far gustare le opere di artisti che stimiamo da ormai diversi anni”.
Storie raccontate, vite vissute attraverso il medium dell’arte visuale che si fanno immagini. Immagine, imago, magia, evocazioni di artisti sciamani che forse solo utilizzando una bugia possono dire della realtà. Perché sono i visionari che cambiano il mondo. Gli artisti inventano linguaggi nuovi: forse non dicono cose nuove ma dicono con novità. E da buoni profeti spesso restano inascoltati. O sono forse un manipolo di bugiardi che ci aiutano a vedere meglio la realtà. Senza la presunzione di essere esaustivi sullo stato dell’arte (italiana) ma di fatto essendo una ricognizione di artisti che hanno trovato posto nelle suggestioni degli amanti dell'arte, questa mostra vuole portare alla Palazzina Storica, luogo affascinate e carico di storia, i ritratti visionari di Giuseppe Bombaci (Siracusa, 1978), le opere sospese di Giuseppe Buffoli (Chiari, 1979), le fotografie che ritraggono paesaggi surreali di Emilia Castioni (Sarnico, 1980), le Injection paintings di Marcello De Angelis (Villafranca di Verona, 1977), la Dignità prima del pane di Lorenzo Manenti (Romano di Lombardia, 1978), le liriche Lettere di Alfredo Rapetti Mogol (Milano, 1961), le opere militarmente giocose di Daniele Nalin (Verona, 1947). E ancora le plastiche corporeità di Michela Nicoletti (Vicenza, 1980), le ilari opere di Costabile Piccirillo (Napoli, 1985), le Dolci Mete di Fabio Presti (Catania, 1973), i bizzari corpi dipinti da Marta Sesana (Merate,1981), l’Action pop di Maurizio Taioli (Verona,1959), le opere tra segni e superfici di Lello Torchia (Napoli, 1971), le colorate deframmentazioni di Nicola Felice Torcoli (Brescia, 1980) e i macabri amanti di Anna Turina (Lecco, 1973).
10
giugno 2018
I piranha non sentono i sapori
Dal 10 giugno al primo luglio 2018
arte contemporanea
Location
PALAZZINA STORICA
Peschiera Del Garda, Parco Catullo, (Verona)
Peschiera Del Garda, Parco Catullo, (Verona)
Orario di apertura
sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00 con ingresso libero.
Vernissage
10 Giugno 2018, ore 10.00
Autore
Curatore