Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Jim Lambie – Titally wired
Lambie continua la sua ricerca influenzata da una visione lisergica, psichedelica della realtà, un suo rovesciamento tinto di colori vividi e puri in cui oggetti appartenenti al quotidiano, trovati o costruiti dall’artista, creano una propria dimensione al di fuori di essa.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Martedì 5 giugno inaugura TOTALLY WIRED di Jim Lambie alla galleria Franco Noero. Questa è la quinta personale dell’artista scozzese Jim Lambie presso la Galleria Franco Noero a Torino, la prima ospitata negli spazi di Piazza Carignano 2.
Lambie continua la sua ricerca influenzata da una visione lisergica, psichedelica della realtà, un suo rovesciamento tinto di colori vividi e puri in cui oggetti appartenenti al quotidiano, trovati o costruiti dall’artista, creano una propria dimensione al di fuori di essa.
L’esperienza della luce naturale, l’arco che il sole compie nel corso di una giornata, dall’alba al tramonto, e di come questo possa tradursi in una gamma tonale di colori è una delle caratteristiche che informa la realizzazione di alcune serie di nuove opere. La porta è un elemento che esprime transizione, una soglia che lascia filtrare la luce a seconda della sua apertura, e che allo stesso tempo si traduce in un oggetto archetipico sul quale immaginare un nuovo orizzonte. La sua forma appare sintetica e si riduce a uno snello parallelepipedo dalle specchiature incise, appeso alla parete come un quadro ma proiettato in una terza dimensione. I singoli elementi sono spesso riuniti in gruppi, disposti a una precisa distanza uno dall’altro, in modo tale che all’interno dello spazio da essi individuato si crei un’esperienza del colore tramite campi che si compenetrano a vicenda e che man mano emergono prepotentemente l’uno sull’altro, come nelle sfumature del cielo nel corso della giornata. La percezione del colore sulle superfici varia a seconda del punto da cui le si osservi, di nuovo un’opportunità di mimare gli effetti naturali in un contesto che non lo è affatto e che si pone a metà tra l’idea di astrazione e di appartenenza alla realtà. Pensati come elementi singoli, la loro superficie si ricopre di un solo colore, il grigio grafite del cielo scuro di nuvole, o dell’annottarsi.
Il sole, troppo sfolgorante e dai raggi troppo intensi per essere guardato direttamente, lascia convergere suggestioni lontane nel tempo e nel genere: la tecnica artigianale per la realizzazione di vetrate colorate nel Medioevo si accosta ad elementi molto più umili e recenti come le lenti degli occhiali da sole. In una nuova serie di opere le lenti colorate, incastonate nel metallo con l’identica tecnica delle vetrate gotiche a piombo e unite in una trama organica di trasparenze di colore, costituiscono delle nuove costellazioni che possono essere messe a fuoco anche a occhio nudo. La qualità surreale di uno spazio immaginario costellato di asteroidi è quella suggerita da pietre scure attraversate da cinture di metallo dai colori sgargianti, rigide e nitide nel dettaglio, che punteggiano le pareti. La loro origine allude a uno scarto linguistico, a uno slittamento di significato in un’espressione nella lingua Inglese in cui le parole si separano e sono citate letteralmente, ‘asteroid belt’, la fascia principale di asteroidi.
All’interno di alcune stanze lo spazio è intersecato da scale che poggiano su plinti, tutte inclinate con la medesima angolazione e fluttuanti, ricoperte, tra i pioli, da specchi che creano un riverbero di riflessi, catturando lo sguardo che corre fino in cima e oltre.
Lambie continua la sua ricerca influenzata da una visione lisergica, psichedelica della realtà, un suo rovesciamento tinto di colori vividi e puri in cui oggetti appartenenti al quotidiano, trovati o costruiti dall’artista, creano una propria dimensione al di fuori di essa.
L’esperienza della luce naturale, l’arco che il sole compie nel corso di una giornata, dall’alba al tramonto, e di come questo possa tradursi in una gamma tonale di colori è una delle caratteristiche che informa la realizzazione di alcune serie di nuove opere. La porta è un elemento che esprime transizione, una soglia che lascia filtrare la luce a seconda della sua apertura, e che allo stesso tempo si traduce in un oggetto archetipico sul quale immaginare un nuovo orizzonte. La sua forma appare sintetica e si riduce a uno snello parallelepipedo dalle specchiature incise, appeso alla parete come un quadro ma proiettato in una terza dimensione. I singoli elementi sono spesso riuniti in gruppi, disposti a una precisa distanza uno dall’altro, in modo tale che all’interno dello spazio da essi individuato si crei un’esperienza del colore tramite campi che si compenetrano a vicenda e che man mano emergono prepotentemente l’uno sull’altro, come nelle sfumature del cielo nel corso della giornata. La percezione del colore sulle superfici varia a seconda del punto da cui le si osservi, di nuovo un’opportunità di mimare gli effetti naturali in un contesto che non lo è affatto e che si pone a metà tra l’idea di astrazione e di appartenenza alla realtà. Pensati come elementi singoli, la loro superficie si ricopre di un solo colore, il grigio grafite del cielo scuro di nuvole, o dell’annottarsi.
Il sole, troppo sfolgorante e dai raggi troppo intensi per essere guardato direttamente, lascia convergere suggestioni lontane nel tempo e nel genere: la tecnica artigianale per la realizzazione di vetrate colorate nel Medioevo si accosta ad elementi molto più umili e recenti come le lenti degli occhiali da sole. In una nuova serie di opere le lenti colorate, incastonate nel metallo con l’identica tecnica delle vetrate gotiche a piombo e unite in una trama organica di trasparenze di colore, costituiscono delle nuove costellazioni che possono essere messe a fuoco anche a occhio nudo. La qualità surreale di uno spazio immaginario costellato di asteroidi è quella suggerita da pietre scure attraversate da cinture di metallo dai colori sgargianti, rigide e nitide nel dettaglio, che punteggiano le pareti. La loro origine allude a uno scarto linguistico, a uno slittamento di significato in un’espressione nella lingua Inglese in cui le parole si separano e sono citate letteralmente, ‘asteroid belt’, la fascia principale di asteroidi.
All’interno di alcune stanze lo spazio è intersecato da scale che poggiano su plinti, tutte inclinate con la medesima angolazione e fluttuanti, ricoperte, tra i pioli, da specchi che creano un riverbero di riflessi, catturando lo sguardo che corre fino in cima e oltre.
05
giugno 2018
Jim Lambie – Titally wired
Dal 05 giugno al 05 luglio 2018
arte contemporanea
Location
FRANCO NOERO [sede definitivamente chiusa]
Torino, Piazza Carignano, 2, (Torino)
Torino, Piazza Carignano, 2, (Torino)
Autore