Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
77 donne amorose per la Casa delle Carrozze
La mostra, una tradizione dell'associazione Casa Arte Scuola Civica di Musica, è curata da Massimo Pompeo e Leonardo Faccioli.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura giovedì 31 maggio 2018 alle ore 18,00 la mostra “77 donne amorose” presso
la Casetta della Musica di Via Polonia a Latina. Sarà aperta al pubblico nei giorni di lunedì,
martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 16.00 alle 19.30 fino al 30 giugno e previo
appuntamento al numero telefonico 3246881273 negli altri giorni fino al 30 settembre.
La mostra, una tradizione dell'associazione Casa Arte Scuola Civica di Musica, è curata
da Massimo Pompeo e Leonardo Faccioli; più avanti pubblichiamo la bella presentazione
di Rosa Manauzzi.
Questa quinta edizione sarà ricordata oltre che per la grande quantità di artiste ( nella
prima edizione erano 33 e via via sempre di più un crescendo entusiasmante) sarà
ricordata, dicevamo, anche per la presentazione al pubblico di un progetto anch'esso a
lungo accarezzato ed amato, un progetto quasi titanico: la ristrutturazione e il riutilizzo di
un edificio di Latina costruito dopo la bonifica “La casa delle carrozze”.
Massimo Pompeo, audace ideatore del progetto "La casa delle carrozze" inserito in
un'attività del Liceo Scientifico "GB Grassi" di Latina, in un recente articolo la descrive in
questo modo:
"A Latina, in piazza del Quadrato, La Casa delle Carrozze è una struttura in abbandono
con i tetti in parte crollati annessa all'edificio storico dell'Opera Nazionale Combattenti che
è l'Opera che ha realizzato le bonifiche in Italia dopo la guerra in Africa. Un tempo era
riservata al guardiano dell'Opera ed era anche la rimessa dei carri e le scuderie dei cavalli
che servivano per controllare la rete di canali e di strade che collegavano gli oltre 3.000
poderi ai nuovi borghi rurali e alle cinque “città nuove”.
L'esperienza maturata in oltre quaranta anni di attività, di cui gli ultimi 15 nella Casetta
della Musica di Latina, ha reso chiaro ai nostri occhi che esiste una reciprocità tra
salvaguardia del patrimonio pubblico e proposte culturali".
E' dello stesso avviso la dottoressa M. Cristina Martin, dirigente dell'Istituto Comprensivo
"Emma Castelnuovo" di Latina di cui fa parte lo stabile della Casetta della Musica: "Attiene
alle nuove attribuzioni delle scuole pubbliche affiancare alla proposta culturale propria
dell'istituzione scolastica azioni volte alla salvaguardia e alla manutenzione degli spazi del
territorio favoriendo il circolo virtuoso in cui le attività culturali forniscono un contributo al
mantenimento del bene" .
Casa Arte Scuola Civica di Musica raccoglierà in dono l'opera di ogni artista presente alla
mostra che, insieme a tante altre di proprietà dell'associazione, costituirà la prima
dotazione economica per l'avvio del progetto di sensibilizzazione al restauro della “Casa
delle carrozze”. L'idea è di trasformarla in un Centro internazionale per le arti e la stampa
artistica, con spazi espositivi; biblioteca e centro di documentazione per le arti visive;
stamperia calcografica e residenza per artisti.
La visibilità dell’invisibile
di Rosa Manauzzi
L’arte, in generale, ha il potere, diciamo pure la magia, di rendere visibile l’invisibile, di
mostrarlo, di palesarlo con tratti di pennello, di matita, o elaborando materie diverse. Sa
mettere in evidenza architetture già presenti nella materia grezza e le edifica
strutturandole secondo l’estro libero e l’equilibrio necessario. La differenza tra un artista e
uno spettatore dell’arte è la visione allenata ai mondi nascosti. L’artista sa riconoscerli, li
porta in superficie, sa ricrearli. Lo spettatore, se ben allenato può percepirli, entrare in
connessione con una parte della visione dell’artista (e nel migliore dei casi con tutta). La
visione, più della vista, porta alla luce perché vede ancor prima di vedere, nell’esperienza
interiore.
Si comprende che la mostra di oggi, come tutte le mostre e gli eventi culturali che
riguardano le donne, ha il compito (sempre meno per fortuna ma ancora c’è
quest’esigenza) di portare in superficie non solo ciò che l’arte ha “ricreato”, ma anche
l’artefice, l’artista donna, la donna che fa cultura, che influenza, attraverso la propria
visione, il pensiero di chi guarda.
Ogni donna artista oggi ha un ruolo universale: rappresentare sé stessa e farsi portavoce
di tanti, troppi, silenzi del passato. Va sollevato il velo dell’oblio, vanno mostrati i volti delle
pittrici di tanti secoli; riconoscere che la bellezza che caratterizza palazzi, strade, chiese, è
frutto di donne che hanno lavorato in silenzio, talvolta travestite da uomo, altre volte
ufficialmente manovalanza di poco conto. La bellezza che ci circonda non è frutto del
testosterone, che ha provocato più guerre che arte. È semmai una affascinante
stratificazione di presenze femminili e maschili, distribuite al di là dell’appartenenza
sessuale, che chiede di essere riconosciuta fino in fondo.
Non basta la considerazione di appendici, costole, porta vivande. Se ci limitiamo al 20°
secolo ci sono nomi che emergono solo perché fidanzate di, mogli di, amanti di: Gabriele
Munter, fidanza di Wassily Kandinsky, Lyubov Popova, collaboratrice di Alexander
Rodchenko, Frieda Kalho, moglie di Diego Rivera; sono solo pochi esempi. Eppure, nulla
fa pensare che in mancanza dei loro compagni queste donne non avrebbero vissuto il
mondo dell’arte. Perché la creazione artistica è una forza propulsiva, congenita nell’artista
(di qualsiasi genere).
Secondo una storia raccontata da Plinio il Vecchio, la prima pittura sarebbe stata creata da
una donna: creò il primo graffito per celebrare il suo amore in partenza da Corinto. La
donna artista si chiamava Dibutades. Sono stati rinvenuti reperti che risalgono a 25mila
anni fa, e nessuno può dirci oggi chi siano stati gli autori o le autrici. Di sicuro Penelope
tesseva la tela e come lei tante altre che non creavano stoffe solo per coprirsi ma
tracciavano storie talmente significative da essere registrate dai grandi autori e tramandate
per secoli e secoli. Eppure, quanto vuoto da Dibutades in poi. Ci vorrà la Prima Guerra
mondiale, per iniziare a cambiare mentalità e poi gli anni ’60-’70, anni non di liberazione
reale ma almeno di fermento collettivo.
Il gruppo recente delle Guerrilla Girls, costituito da artiste che protestano contro gli
stereotipi, tra gli anni ‘80-‘90 fece un manifesto (Tate Gallery) su cui era indicata una cifra
impressionante: le donne artiste in esposizione presso la sezione dell’arte moderna sono il
5%, contro l’85% dei nudi di donne nei quadri. Cosa c’è da aggiungere?
Sono 77 le “donne amorose” che espongono presso la Casetta della Musica, un luogo che
ha una storia di lungo impegno culturale e metamorfosi propositiva. Chi nel corso degli
anni ha collaborato a questo progetto ha sempre avuto in mente ideali precisi: la
promozione dell’arte e della cultura, più in generale, e la salvaguardia del patrimonio
artistico-culturale che abita una città. E anche il luogo della Casetta, con un nome che
ricorda un’abitazione famigliare, è ora patrimonio salvato e curato. Proprio l’attenzione
rivolta ai siti preziosi del nostro territorio, ha fatto scaturire la volontà di proteggere lasciti
preziosi della città di Latina. In particolare, un’altra casa speciale da ristrutturare: la Casa
delle carrozze, un nome affettuoso, provvisorio, che indica però un attaccamento genuino
a quanto merita di essere preservato della nostra storia comune. Come cambierebbe la
percezione dell’ambiente che ci circonda se ce ne prendessimo cura come se si trattasse
della nostra casa? Si tratta di edifici del ’32, situati in piazza del Quadrato e che servivano
come scuderie. Spazi grandi, belli, purtroppo in abbandono, che potrebbero, con la volontà
di tutti, diventare un centro internazionale per le arti e la stampa artistica, con spazi per le
esposizioni, una biblioteca e centro di documentazione, oltre a una stamperia calcografica
e residenza per gli artisti. Le 77 donne amorose in esposizione dal 31 maggio, sono la
migliore scenografia possibile come sostegno concreto al progetto della Casa delle
carrozze. Le artiste, provenienti da diverse città e Paesi del mondo, sono la
rappresentanza internazionale più fertile e significativa per riportare l’invisibile al visibile.
L’arte per le donne è di per sé impegno totale nei confronti di una cultura viva e curata.
Sono loro le prime promotrici, insieme all’artista Massimo Pompeo. L’obiettivo è alto, ma le
donne impegnate culturalmente sono abituate a non arrendersi. La visionarietà ha spesso
donato grandi risultati.
Le artiste che hanno aderito a questo prima parte del progetto sono: Paola Abbondi,
Rita Angelotti Biuso, Minou Amirsoleimani, Maria Balea, Alba Balestra, Franca Bernardi,
Marina Bindella, Tomaso Binga, Ornella Boccuzzi, Renata Boero, Delia Brandusescu,
Angela Brignone Duckert, Donata Buccioli, Virginia Carbonelli, Francesca Cataldi, Enrica
Celli, Isabella Ciaffi, Isabella Collodi, Marzia Corteggiani, Paola Cortelazzo, Irma Costa,
Ioana Craciun Dobrescu, Carla Crosio, Maria Pia Daidone, Erika D'Elia, Laura De Carli,
Isabelle Dehais, Luce Delhove, Nada Denić, Concetta De Pasquale, Elisabetta Diamanti,
Fiorella Diamantini, Lucia Di Miceli, Anna Donati, Marisa Facchinetti, Anna Maria Fardelli,
Colleen Fernandez, Venera Finocchiaro, Maria Cristina Fioretti, Maria Furnea, Annamaria
Gelmi, Barbara Giacopello, Chiara Giorgetti, Ada Impallara, Sofia Klemenco, Marianna
Lanza, Silvana Leonardi, Margherita Levo Rosenberg, Gabriella Locci, Veronica Longo,
Diana Lucaci Bota, Giovanna Martinelli, Cecile Massart, Grazia Menna, Patrizia Molinari,
Elisa Montessori, Virginia Monteverde, Giulia Napoleone, Angela Occhipinti, Vesna
Pantelić, Ana Zoe Pop, Paola Pupillo, Anna Romanello, Esperanza Romero, Paola Romoli
Venturi, Rosanna Rossi, Anamaria Serban, Grazia Sernia, Bárbara Sotério, Silvia Stucky,
Radia Tafat, Patrizia Talamo, Annarita Testa, Francesca Tulli, Ondina Oana Turturica,
Anna Uncini, Caterina Vicino.
la Casetta della Musica di Via Polonia a Latina. Sarà aperta al pubblico nei giorni di lunedì,
martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 16.00 alle 19.30 fino al 30 giugno e previo
appuntamento al numero telefonico 3246881273 negli altri giorni fino al 30 settembre.
La mostra, una tradizione dell'associazione Casa Arte Scuola Civica di Musica, è curata
da Massimo Pompeo e Leonardo Faccioli; più avanti pubblichiamo la bella presentazione
di Rosa Manauzzi.
Questa quinta edizione sarà ricordata oltre che per la grande quantità di artiste ( nella
prima edizione erano 33 e via via sempre di più un crescendo entusiasmante) sarà
ricordata, dicevamo, anche per la presentazione al pubblico di un progetto anch'esso a
lungo accarezzato ed amato, un progetto quasi titanico: la ristrutturazione e il riutilizzo di
un edificio di Latina costruito dopo la bonifica “La casa delle carrozze”.
Massimo Pompeo, audace ideatore del progetto "La casa delle carrozze" inserito in
un'attività del Liceo Scientifico "GB Grassi" di Latina, in un recente articolo la descrive in
questo modo:
"A Latina, in piazza del Quadrato, La Casa delle Carrozze è una struttura in abbandono
con i tetti in parte crollati annessa all'edificio storico dell'Opera Nazionale Combattenti che
è l'Opera che ha realizzato le bonifiche in Italia dopo la guerra in Africa. Un tempo era
riservata al guardiano dell'Opera ed era anche la rimessa dei carri e le scuderie dei cavalli
che servivano per controllare la rete di canali e di strade che collegavano gli oltre 3.000
poderi ai nuovi borghi rurali e alle cinque “città nuove”.
L'esperienza maturata in oltre quaranta anni di attività, di cui gli ultimi 15 nella Casetta
della Musica di Latina, ha reso chiaro ai nostri occhi che esiste una reciprocità tra
salvaguardia del patrimonio pubblico e proposte culturali".
E' dello stesso avviso la dottoressa M. Cristina Martin, dirigente dell'Istituto Comprensivo
"Emma Castelnuovo" di Latina di cui fa parte lo stabile della Casetta della Musica: "Attiene
alle nuove attribuzioni delle scuole pubbliche affiancare alla proposta culturale propria
dell'istituzione scolastica azioni volte alla salvaguardia e alla manutenzione degli spazi del
territorio favoriendo il circolo virtuoso in cui le attività culturali forniscono un contributo al
mantenimento del bene" .
Casa Arte Scuola Civica di Musica raccoglierà in dono l'opera di ogni artista presente alla
mostra che, insieme a tante altre di proprietà dell'associazione, costituirà la prima
dotazione economica per l'avvio del progetto di sensibilizzazione al restauro della “Casa
delle carrozze”. L'idea è di trasformarla in un Centro internazionale per le arti e la stampa
artistica, con spazi espositivi; biblioteca e centro di documentazione per le arti visive;
stamperia calcografica e residenza per artisti.
La visibilità dell’invisibile
di Rosa Manauzzi
L’arte, in generale, ha il potere, diciamo pure la magia, di rendere visibile l’invisibile, di
mostrarlo, di palesarlo con tratti di pennello, di matita, o elaborando materie diverse. Sa
mettere in evidenza architetture già presenti nella materia grezza e le edifica
strutturandole secondo l’estro libero e l’equilibrio necessario. La differenza tra un artista e
uno spettatore dell’arte è la visione allenata ai mondi nascosti. L’artista sa riconoscerli, li
porta in superficie, sa ricrearli. Lo spettatore, se ben allenato può percepirli, entrare in
connessione con una parte della visione dell’artista (e nel migliore dei casi con tutta). La
visione, più della vista, porta alla luce perché vede ancor prima di vedere, nell’esperienza
interiore.
Si comprende che la mostra di oggi, come tutte le mostre e gli eventi culturali che
riguardano le donne, ha il compito (sempre meno per fortuna ma ancora c’è
quest’esigenza) di portare in superficie non solo ciò che l’arte ha “ricreato”, ma anche
l’artefice, l’artista donna, la donna che fa cultura, che influenza, attraverso la propria
visione, il pensiero di chi guarda.
Ogni donna artista oggi ha un ruolo universale: rappresentare sé stessa e farsi portavoce
di tanti, troppi, silenzi del passato. Va sollevato il velo dell’oblio, vanno mostrati i volti delle
pittrici di tanti secoli; riconoscere che la bellezza che caratterizza palazzi, strade, chiese, è
frutto di donne che hanno lavorato in silenzio, talvolta travestite da uomo, altre volte
ufficialmente manovalanza di poco conto. La bellezza che ci circonda non è frutto del
testosterone, che ha provocato più guerre che arte. È semmai una affascinante
stratificazione di presenze femminili e maschili, distribuite al di là dell’appartenenza
sessuale, che chiede di essere riconosciuta fino in fondo.
Non basta la considerazione di appendici, costole, porta vivande. Se ci limitiamo al 20°
secolo ci sono nomi che emergono solo perché fidanzate di, mogli di, amanti di: Gabriele
Munter, fidanza di Wassily Kandinsky, Lyubov Popova, collaboratrice di Alexander
Rodchenko, Frieda Kalho, moglie di Diego Rivera; sono solo pochi esempi. Eppure, nulla
fa pensare che in mancanza dei loro compagni queste donne non avrebbero vissuto il
mondo dell’arte. Perché la creazione artistica è una forza propulsiva, congenita nell’artista
(di qualsiasi genere).
Secondo una storia raccontata da Plinio il Vecchio, la prima pittura sarebbe stata creata da
una donna: creò il primo graffito per celebrare il suo amore in partenza da Corinto. La
donna artista si chiamava Dibutades. Sono stati rinvenuti reperti che risalgono a 25mila
anni fa, e nessuno può dirci oggi chi siano stati gli autori o le autrici. Di sicuro Penelope
tesseva la tela e come lei tante altre che non creavano stoffe solo per coprirsi ma
tracciavano storie talmente significative da essere registrate dai grandi autori e tramandate
per secoli e secoli. Eppure, quanto vuoto da Dibutades in poi. Ci vorrà la Prima Guerra
mondiale, per iniziare a cambiare mentalità e poi gli anni ’60-’70, anni non di liberazione
reale ma almeno di fermento collettivo.
Il gruppo recente delle Guerrilla Girls, costituito da artiste che protestano contro gli
stereotipi, tra gli anni ‘80-‘90 fece un manifesto (Tate Gallery) su cui era indicata una cifra
impressionante: le donne artiste in esposizione presso la sezione dell’arte moderna sono il
5%, contro l’85% dei nudi di donne nei quadri. Cosa c’è da aggiungere?
Sono 77 le “donne amorose” che espongono presso la Casetta della Musica, un luogo che
ha una storia di lungo impegno culturale e metamorfosi propositiva. Chi nel corso degli
anni ha collaborato a questo progetto ha sempre avuto in mente ideali precisi: la
promozione dell’arte e della cultura, più in generale, e la salvaguardia del patrimonio
artistico-culturale che abita una città. E anche il luogo della Casetta, con un nome che
ricorda un’abitazione famigliare, è ora patrimonio salvato e curato. Proprio l’attenzione
rivolta ai siti preziosi del nostro territorio, ha fatto scaturire la volontà di proteggere lasciti
preziosi della città di Latina. In particolare, un’altra casa speciale da ristrutturare: la Casa
delle carrozze, un nome affettuoso, provvisorio, che indica però un attaccamento genuino
a quanto merita di essere preservato della nostra storia comune. Come cambierebbe la
percezione dell’ambiente che ci circonda se ce ne prendessimo cura come se si trattasse
della nostra casa? Si tratta di edifici del ’32, situati in piazza del Quadrato e che servivano
come scuderie. Spazi grandi, belli, purtroppo in abbandono, che potrebbero, con la volontà
di tutti, diventare un centro internazionale per le arti e la stampa artistica, con spazi per le
esposizioni, una biblioteca e centro di documentazione, oltre a una stamperia calcografica
e residenza per gli artisti. Le 77 donne amorose in esposizione dal 31 maggio, sono la
migliore scenografia possibile come sostegno concreto al progetto della Casa delle
carrozze. Le artiste, provenienti da diverse città e Paesi del mondo, sono la
rappresentanza internazionale più fertile e significativa per riportare l’invisibile al visibile.
L’arte per le donne è di per sé impegno totale nei confronti di una cultura viva e curata.
Sono loro le prime promotrici, insieme all’artista Massimo Pompeo. L’obiettivo è alto, ma le
donne impegnate culturalmente sono abituate a non arrendersi. La visionarietà ha spesso
donato grandi risultati.
Le artiste che hanno aderito a questo prima parte del progetto sono: Paola Abbondi,
Rita Angelotti Biuso, Minou Amirsoleimani, Maria Balea, Alba Balestra, Franca Bernardi,
Marina Bindella, Tomaso Binga, Ornella Boccuzzi, Renata Boero, Delia Brandusescu,
Angela Brignone Duckert, Donata Buccioli, Virginia Carbonelli, Francesca Cataldi, Enrica
Celli, Isabella Ciaffi, Isabella Collodi, Marzia Corteggiani, Paola Cortelazzo, Irma Costa,
Ioana Craciun Dobrescu, Carla Crosio, Maria Pia Daidone, Erika D'Elia, Laura De Carli,
Isabelle Dehais, Luce Delhove, Nada Denić, Concetta De Pasquale, Elisabetta Diamanti,
Fiorella Diamantini, Lucia Di Miceli, Anna Donati, Marisa Facchinetti, Anna Maria Fardelli,
Colleen Fernandez, Venera Finocchiaro, Maria Cristina Fioretti, Maria Furnea, Annamaria
Gelmi, Barbara Giacopello, Chiara Giorgetti, Ada Impallara, Sofia Klemenco, Marianna
Lanza, Silvana Leonardi, Margherita Levo Rosenberg, Gabriella Locci, Veronica Longo,
Diana Lucaci Bota, Giovanna Martinelli, Cecile Massart, Grazia Menna, Patrizia Molinari,
Elisa Montessori, Virginia Monteverde, Giulia Napoleone, Angela Occhipinti, Vesna
Pantelić, Ana Zoe Pop, Paola Pupillo, Anna Romanello, Esperanza Romero, Paola Romoli
Venturi, Rosanna Rossi, Anamaria Serban, Grazia Sernia, Bárbara Sotério, Silvia Stucky,
Radia Tafat, Patrizia Talamo, Annarita Testa, Francesca Tulli, Ondina Oana Turturica,
Anna Uncini, Caterina Vicino.
31
maggio 2018
77 donne amorose per la Casa delle Carrozze
Dal 31 maggio al 30 settembre 2018
arte contemporanea
Location
CASETTA DELLA MUSICA – SCUOLA ELEMENTARE
Latina, Via Polonia, (Latina)
Latina, Via Polonia, (Latina)
Orario di apertura
di lunedì,
martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 16.00 alle 19.30 fino al 30 giugno e previo
appuntamento al numero telefonico 3246881273 negli altri giorni
Vernissage
31 Maggio 2018, h 18
Autore
Curatore