Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
L’isola portatile
La mostra prende nome dall’omonimo dipinto (1930 ca.) di Alberto Savinio. Sempre più artisti si trovano a ricostruire e ridefinire uno spazio immaginario che valga come diverso dispositivo per osservare ciò che di misterioso, sentimentale, mistico e magico la realtà può contenere.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra prende nome dall’omonimo dipinto (1930 ca.) di Alberto Savinio dove viene rappresentato un paesaggio misterioso immerso in un ambiente a metà tra il reale e il fantastico.
Il lavoro circoscrive uno spazio immaginario: una piattaforma che non corrisponde ad un’immagine completamente nuova del mondo, ma che si compone di elementi naturali ed esotici, di oggetti quotidiani della cultura borghese e di riferimenti letterari mitologici.
L’artista mette in pratica uno stato di pensiero che sostituisce all’idea e al logico la visione, quella dimensione che spontaneamente introduce a un racconto o a una storia.
Frutto dell’immaginazione, il racconto è strumento per ricongiungere sensibilità e intelletto, un esercizio di pensiero che nella storia della cultura è apparso e scomparso costantemente sotto forma di mito, favola e leggende, manifestandosi in ritualità quotidiane e in culti mistici.
Tutte queste pratiche, oltre a mostrare la capacità creativa dell’uomo, sono oggi gesti di resistenza verso un preciso modo di comunicare, di codificare e rappresentare i fatti.
Sempre più artisti si trovano a ricostruire e ridefinire uno spazio immaginario che valga come diverso dispositivo per osservare ciò che di misterioso, sentimentale, mistico e magico la realtà può contenere. Lo sguardo che gli artisti condividono non è naïve, è invece fortemente cinico e disincantato sul mondo contemporaneo.
Consapevoli di un preciso stato delle cose, indagano un vitalismo che viene trasmesso nella pittura figurativa con riferimenti alla mitologia greca ed etrusca, così come al fantasy e alla cosmologia pagana, e che nella pratica scultorea esplora, meravigliandosi, la natura nascosta dei materiali creando nuove combinazioni, tra caratteristiche fisiche e culturali.
Le opere in mostra vogliono sembrare l’incipit o la parte di un racconto pur scappando da qualsiasi storia con uno svolgimento, perché ad affascinare non è tanto l’idea di appartenere ad una finta o vera storia condivisa, quanto quella di fare pratica dello stato d'animo che l'essere umano assume nel momento in cui apre un libro e si mette in ascolto.
Caterina Molteni
Il lavoro circoscrive uno spazio immaginario: una piattaforma che non corrisponde ad un’immagine completamente nuova del mondo, ma che si compone di elementi naturali ed esotici, di oggetti quotidiani della cultura borghese e di riferimenti letterari mitologici.
L’artista mette in pratica uno stato di pensiero che sostituisce all’idea e al logico la visione, quella dimensione che spontaneamente introduce a un racconto o a una storia.
Frutto dell’immaginazione, il racconto è strumento per ricongiungere sensibilità e intelletto, un esercizio di pensiero che nella storia della cultura è apparso e scomparso costantemente sotto forma di mito, favola e leggende, manifestandosi in ritualità quotidiane e in culti mistici.
Tutte queste pratiche, oltre a mostrare la capacità creativa dell’uomo, sono oggi gesti di resistenza verso un preciso modo di comunicare, di codificare e rappresentare i fatti.
Sempre più artisti si trovano a ricostruire e ridefinire uno spazio immaginario che valga come diverso dispositivo per osservare ciò che di misterioso, sentimentale, mistico e magico la realtà può contenere. Lo sguardo che gli artisti condividono non è naïve, è invece fortemente cinico e disincantato sul mondo contemporaneo.
Consapevoli di un preciso stato delle cose, indagano un vitalismo che viene trasmesso nella pittura figurativa con riferimenti alla mitologia greca ed etrusca, così come al fantasy e alla cosmologia pagana, e che nella pratica scultorea esplora, meravigliandosi, la natura nascosta dei materiali creando nuove combinazioni, tra caratteristiche fisiche e culturali.
Le opere in mostra vogliono sembrare l’incipit o la parte di un racconto pur scappando da qualsiasi storia con uno svolgimento, perché ad affascinare non è tanto l’idea di appartenere ad una finta o vera storia condivisa, quanto quella di fare pratica dello stato d'animo che l'essere umano assume nel momento in cui apre un libro e si mette in ascolto.
Caterina Molteni
31
maggio 2018
L’isola portatile
Dal 31 maggio al 28 luglio 2018
arte contemporanea
Location
ADA
Roma, via dei Genovesi , 35, (Roma)
Roma, via dei Genovesi , 35, (Roma)
Orario di apertura
giovedì - sabato, ore 16.00-19.00
Vernissage
31 Maggio 2018, ore 19.00 - 21.00
Autore
Curatore