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Michele Gabriele – Clumsy & Milky: encoding the last quarter of a pose
mostra personale
Comunicato stampa
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“𝘏𝘰 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢𝘳𝘵𝘪 𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘪 𝘮𝘦, 𝘭𝘦 𝘱𝘪ù 𝘵𝘢𝘨𝘭𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪, 𝘱𝘰𝘴𝘢𝘵𝘦, 𝘢𝘮𝘮𝘪𝘤𝘤𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘦 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘰𝘴𝘦 𝘥𝘪 𝘥𝘦𝘵𝘵𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘧𝘶𝘵𝘪𝘭𝘪, 𝘦 𝘩𝘰 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘵𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘴𝘢𝘨𝘰𝘮𝘢 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘢𝘳𝘵𝘦𝘧𝘢𝘵𝘵𝘢 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘰𝘳𝘵𝘰𝘨𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦. 𝘛𝘳𝘦 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘪, 𝘵𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘳𝘵𝘪, 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰𝘳𝘢𝘯𝘦𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦. 𝘚𝘦𝘨𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘧𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘪 𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘶𝘳𝘢𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘤𝘦𝘭𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘶 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘢 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘢𝘳𝘮𝘪. […]”
- SMB
Come reagisce l’arte alla rivoluzione dei linguaggi di comunicazione e all’ascesa del nuovo cerimoniale digitale?
La mostra presenta un allestimento di opere inedite curate dal progetto Something Must Break. Le sculture esposte, evoluzioni semi-organiche di oggetti della nostra quotidianità, diventano reperti archeologici di un futuro non ancora scritto. Frammenti di oggetti che sembrano ready-made di un mondo distopico e che rinunciano a qualunque legame con il loro passato.
Questi reperti non raccontano la storia del loro tempo ma anzi galleggiano in una narrazione indefinita. Sono opere in cui sembra quasi sparire il lavoro fisico dell’artista, come fossero il prodotto di una Natura altra, aliena, dominata dal caso. Un segno meticoloso, pensato per nascondere se stesso e per ricreare una trasfigurazione naturale e dominata dal caso.
Le grandi opere sembrano l’incontro fra un geode, un vecchio elettrodomestico pescato da un’isola di plastica ed una stalagmite calcarea. Le sculture concepite per questa mostra vivono costantemente in posa, ossessionate dalla necessità di mostrare sempre il loro profilo migliore. Opere d’arte che si realizzano solo nel momento in cui sono in grado di mostrarsi al meglio, come modelle/avatar che esistono solo su Instagram. Ognuna di esse è concepita in modo da apparire sempre di tre quarti: solidi sfaccettati ed irregolari in una perenne prospettiva accattivante, indipendentemente dal punto di osservazione. Quello che si crea è un percorso fatto di opere patinate, intente ad ammiccare lo spettatore con il sorriso perfetto ed artefatto di una reginetta di bellezza. Il rapporto fra scultura e spettatore si trasforma e diventa simile a quello fra una teen-star ed un fan esigente: il fruitore ossessionato dall’idea di vedere il suo idolo con l’espressione perfetta del suo ricordo e le opere che reagiscono, pronte, per non deluderlo mai.
- SMB
Come reagisce l’arte alla rivoluzione dei linguaggi di comunicazione e all’ascesa del nuovo cerimoniale digitale?
La mostra presenta un allestimento di opere inedite curate dal progetto Something Must Break. Le sculture esposte, evoluzioni semi-organiche di oggetti della nostra quotidianità, diventano reperti archeologici di un futuro non ancora scritto. Frammenti di oggetti che sembrano ready-made di un mondo distopico e che rinunciano a qualunque legame con il loro passato.
Questi reperti non raccontano la storia del loro tempo ma anzi galleggiano in una narrazione indefinita. Sono opere in cui sembra quasi sparire il lavoro fisico dell’artista, come fossero il prodotto di una Natura altra, aliena, dominata dal caso. Un segno meticoloso, pensato per nascondere se stesso e per ricreare una trasfigurazione naturale e dominata dal caso.
Le grandi opere sembrano l’incontro fra un geode, un vecchio elettrodomestico pescato da un’isola di plastica ed una stalagmite calcarea. Le sculture concepite per questa mostra vivono costantemente in posa, ossessionate dalla necessità di mostrare sempre il loro profilo migliore. Opere d’arte che si realizzano solo nel momento in cui sono in grado di mostrarsi al meglio, come modelle/avatar che esistono solo su Instagram. Ognuna di esse è concepita in modo da apparire sempre di tre quarti: solidi sfaccettati ed irregolari in una perenne prospettiva accattivante, indipendentemente dal punto di osservazione. Quello che si crea è un percorso fatto di opere patinate, intente ad ammiccare lo spettatore con il sorriso perfetto ed artefatto di una reginetta di bellezza. Il rapporto fra scultura e spettatore si trasforma e diventa simile a quello fra una teen-star ed un fan esigente: il fruitore ossessionato dall’idea di vedere il suo idolo con l’espressione perfetta del suo ricordo e le opere che reagiscono, pronte, per non deluderlo mai.
07
giugno 2018
Michele Gabriele – Clumsy & Milky: encoding the last quarter of a pose
Dal 07 giugno al 27 luglio 2018
arte contemporanea
Location
WHITE NOISE GALLERY
Roma, Via della Seggiola, 9, (Roma)
Roma, Via della Seggiola, 9, (Roma)
Orario di apertura
Giugno:
mar-ven ore 11:00-19:00
sab ore 16:00-20:00
Luglio:
lun-ven ore 11:00-19:00
Vernissage
7 Giugno 2018, ore 19.00
Autore
Curatore