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Olaf Metzel / Heimo Zobernig
Galleria Gentili presenta le opere di Olaf Metzel e Heimo Zobernig in una mostra che consente di compiere una riflessione su quanto il loro lavoro condivide, ma anche su ciò che ampiamente lo distingue.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Coniugare le opere di Olaf Metzel e Heimo Zobernig in una mostra consente di compiere una riflessione su
quanto il loro lavoro condivide, ma anche su ciò che ampiamente lo distingue.
La mostra include una serie di lavori monocromi di Heimo Zobernig che creano quasi uno sfondo alle
sculture di Olaf Metzel. L’uso del tessuto del Trevira Television CS - supporto per chroma key nelle produzioni
cinematografiche - mediante il quale lo sfondo di colore blu, verde e rosso in un’immagine video può essere
sostituito da un’altra immagine - è consueto per Zobernig. In questa serie di lavori lo sfondo è concepito per
l’ulteriore sfondo - il bianco - bianco inteso anche come muro della galleria che ospita le opere d’arte, offrendo
idealmente una situazione neutra di percezione. In alcuni tele l’ultimo strato è trasparente con l’interferenza
di colori.
Heimo Zobernig continua a scardinare il linguaggio formale del Modernismo - compromettendo la purezza
estetica del monocromo e riportandolo sul piano decorativo, funzionale e ironico.
Zobernig è pragmatico. Le tele sono esattamente quel che dovrebbero essere: oggetti in esposizione.
L’inganno della superficie spinge il pubblico a partecipare alla routine comportamentale coordinata dall’artista.
Olaf Metzel crea una sovrapposizione di strati che riflette il tema dell’aggressività come sua personale tecnica
scultorea: piega, incurva e deforma le immagini della città, riprodotte su entrambe le facce delle lastre di
alluminio, creando così l’irritante illusione di trovarci di fronte a fogli di carta accartocciati. La ripetizione delle
pieghe ha insieme valore estetico e formale, e nelle monocromatiche variazioni di Argento d’oro appare in
forma di quadro nel quadro – consegnandoci così una riflessione sull’estetica quotidiana del nostro mondo
fatto di merci. Nello stesso contesto è da situare l’opera Fano (28/12/2017), che dà forma tangibile al tessuto
superficiale dei nostri stili di consumo.
Metzel interpreta e contestualizza dimensioni e punti fissi dell’ambiente urbano anche per mezzo di strutture
iconiche, come il monumentale Palazzo delle Poste di Napoli. Anno 1936 e XXLarge riflettono la notevole
sostanza di questo edificio scultoreo e offrono una parafrasi dell’architettura intesa come arsenale di strumenti
ideologici e manifesto costruito. Analogamente, l’opera come sempre può essere interpretata come elemento
architettonico che riproduce fenomeni sociali. La rudezza e imperfezione superficiale di questa opera plastica
mettono in evidenza le tracce della modellazione, rendendo visibile il processo di lavoro.
*testo: Constanze Metzel
quanto il loro lavoro condivide, ma anche su ciò che ampiamente lo distingue.
La mostra include una serie di lavori monocromi di Heimo Zobernig che creano quasi uno sfondo alle
sculture di Olaf Metzel. L’uso del tessuto del Trevira Television CS - supporto per chroma key nelle produzioni
cinematografiche - mediante il quale lo sfondo di colore blu, verde e rosso in un’immagine video può essere
sostituito da un’altra immagine - è consueto per Zobernig. In questa serie di lavori lo sfondo è concepito per
l’ulteriore sfondo - il bianco - bianco inteso anche come muro della galleria che ospita le opere d’arte, offrendo
idealmente una situazione neutra di percezione. In alcuni tele l’ultimo strato è trasparente con l’interferenza
di colori.
Heimo Zobernig continua a scardinare il linguaggio formale del Modernismo - compromettendo la purezza
estetica del monocromo e riportandolo sul piano decorativo, funzionale e ironico.
Zobernig è pragmatico. Le tele sono esattamente quel che dovrebbero essere: oggetti in esposizione.
L’inganno della superficie spinge il pubblico a partecipare alla routine comportamentale coordinata dall’artista.
Olaf Metzel crea una sovrapposizione di strati che riflette il tema dell’aggressività come sua personale tecnica
scultorea: piega, incurva e deforma le immagini della città, riprodotte su entrambe le facce delle lastre di
alluminio, creando così l’irritante illusione di trovarci di fronte a fogli di carta accartocciati. La ripetizione delle
pieghe ha insieme valore estetico e formale, e nelle monocromatiche variazioni di Argento d’oro appare in
forma di quadro nel quadro – consegnandoci così una riflessione sull’estetica quotidiana del nostro mondo
fatto di merci. Nello stesso contesto è da situare l’opera Fano (28/12/2017), che dà forma tangibile al tessuto
superficiale dei nostri stili di consumo.
Metzel interpreta e contestualizza dimensioni e punti fissi dell’ambiente urbano anche per mezzo di strutture
iconiche, come il monumentale Palazzo delle Poste di Napoli. Anno 1936 e XXLarge riflettono la notevole
sostanza di questo edificio scultoreo e offrono una parafrasi dell’architettura intesa come arsenale di strumenti
ideologici e manifesto costruito. Analogamente, l’opera come sempre può essere interpretata come elemento
architettonico che riproduce fenomeni sociali. La rudezza e imperfezione superficiale di questa opera plastica
mettono in evidenza le tracce della modellazione, rendendo visibile il processo di lavoro.
*testo: Constanze Metzel
25
maggio 2018
Olaf Metzel / Heimo Zobernig
Dal 25 maggio al 20 luglio 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA GENTILI
Firenze, Borgo Pinti, 80r, (Firenze)
Firenze, Borgo Pinti, 80r, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-13, 14-19
Vernissage
25 Maggio 2018, h 18:30
Autore