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David Novros – Portable Murals
Per la mostra Portable Murals saranno esposte quattro grandi iconiche tele modulari e quattro disegni preparativi dell’artista americano.
Comunicato stampa
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La galleria Thomas Brambilla è orgogliosa di presentare la prima mostra personale in Italia dell’artista americano David Novros (1941, Los Angeles), intitolata Portable Murals, con una seconda mostra personale dell’artista, intitolata Coppers, presso l’Ex Oratorio di San Lupo in collaborazione con la Fondazione Adriano Bernareggi.
David Novros, artista americano e membro del collettivo Park Place gallery di SoHo, nonché uno dei primi artisti, assieme a Brice Marden, Dorothea Rockburne, Chuck Close e Ralph Humphrey, della rinomata Bykert gallery di NYC, è noto principalmente per i suoi pioneristici dipinti astratti e monocromatici su grandi tele modulari ed irregolari. Diversamente dai più celebri contemporanei, come ad esempio Carl Andre, Dan Flavin e Donald Judd, i quali utilizzarono la scultura per esplorare e sviluppare la teoria minimalista, sin dall’inizio della sua carriera, impiegò esclusivamente il mezzo pittorico fino alle sue massime estensioni. Novros è inoltre molto noto per aver partecipato nel 1969, insieme a Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Claes Oldenburg, John Chamberlain e Forrest Myers, al progetto The Moon Museum (Museo della Luna), ovvero la creazione di un piccolo “wafer” di ceramica placcato in iridio dipinto dai sei artisti sopra citati, il quale fu portato nello spazio dagli astronauti, Charles Conrad, Richard Gordon e Alan Bean, a bordo dell’Apollo 12.
Per la mostra Portable Murals, presso la galleria Thomas Brambilla, saranno esposte quattro grandi iconiche tele modulari e quattro disegni preparativi, che al meglio esprimono la poetica dell’artista.
Le monocromatiche ed irregolari tele di Novros sono difatti composte da svariati e spessi strati di pittura acrilica e pigmenti smaltati di Murano, i quali rendono le tele lucenti e incoraggiano un’esperienza visiva cinestetica attraverso la risposta della superficie al cambiamento di luce. Come spesso ribadito dallo stesso Novros, il suo lavoro è fortemente influenzato da vasta verietà di fonti storico-artistiche; dalle pitture rupestri del Paleolitico, ai mosaici Bizantini e all’oreficeria Longobarda, alla tradizione dei grandi affreschi italiani, fino ai dipinti murali in grande scala di Barnett Newmann e Mark Rothko. Questi specifici riferimenti spinsero l’artista ad avvicinarsi alla pratica dell’affresco e ai dipinti murali, portandolo a scelte cromatiche tipiche dei colori aridi e puri degli affreschi rinascimentali.
Novros aspirava inoltre a creare un’opera che potesse andare oltre lo spazio pittorico interno della tela, al fine di coinvolgere il suo contesto architettonico circostante. L’artista ideò così quelle che lui definisce “portable walls” o muri/affreschi portatili, ovvero tele formate da più pannelli geometrici ed irregolari e grandi spazi vuoti, i quali mostrano la parete sottostante e creano così degli spazi fisici negativi. Queste rivoluzionari opere influenzarono a loro volta diversi altri artisti contemporanei, ed in particolare l’amico e collega Brice Marden con la serie di tele degli anni Settanta. Tuttavia, a differenza di altri artisti che utilizzavano tele sagomate e irregolari, il lavoro di Novros enfatizza maggiormente il punto di incontro critico fra la tele ed il muro, come se i suoi dipinti fossero estensioni delle pareti stesse.
Per la mostra Coppers, presso l’Ex Oratorio di San Lupo in collaborazione con la Fondazione Adriano Bernareggi, saranno invece presentati per la prima volta sette grandi opere su rame.
La nascita di questa serie avviene nel corso degli anni Ottanta, quando Novros iniziò a focalizzare la sua ricerca sull’arte Bizantina e Paleocristiana, ricercando in entrambe forme e tipologie primarie peculiari ed assimilandone il fascino per le architetture, i rilievi scultorei, l’uso dei materiali e colori come l’oro ed il rame e le pitture smaltate.
In Coppers riaffiora tutto un mondo altomedievale, dove i riferimenti si fanno espliciti; da l’Evangeliario di Teodolinda, nota opera di oreficeria e toreutica longobarda, alle fibule in bronzo fuso e cesellato, fino alla grande Pala d’Oro, paliotto in oro, argento, smalti e pietre preziose, della Basilica di San Marco.
L’idea di Novros è di ricreare a San Lupo una proprio cappella con una specifica storia ed identificazione, richiamando la celebre Cappella di Rothko a Houston.
Diversamente da quest’ultima, concepita come luogo sacro per individui di qualsiasi religione, la chiesa di Novros è uno spazio, intimo e privato, luogo dedito alla celebrazione del repertorio culturale che ha segnato la sua poetica. La sua arte, così legata alla spiritualità e allo spiritualismo medievale, trova finalmente casa in un luogo naturale dei suoi lavori.
David Novros, artista americano e membro del collettivo Park Place gallery di SoHo, nonché uno dei primi artisti, assieme a Brice Marden, Dorothea Rockburne, Chuck Close e Ralph Humphrey, della rinomata Bykert gallery di NYC, è noto principalmente per i suoi pioneristici dipinti astratti e monocromatici su grandi tele modulari ed irregolari. Diversamente dai più celebri contemporanei, come ad esempio Carl Andre, Dan Flavin e Donald Judd, i quali utilizzarono la scultura per esplorare e sviluppare la teoria minimalista, sin dall’inizio della sua carriera, impiegò esclusivamente il mezzo pittorico fino alle sue massime estensioni. Novros è inoltre molto noto per aver partecipato nel 1969, insieme a Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Claes Oldenburg, John Chamberlain e Forrest Myers, al progetto The Moon Museum (Museo della Luna), ovvero la creazione di un piccolo “wafer” di ceramica placcato in iridio dipinto dai sei artisti sopra citati, il quale fu portato nello spazio dagli astronauti, Charles Conrad, Richard Gordon e Alan Bean, a bordo dell’Apollo 12.
Per la mostra Portable Murals, presso la galleria Thomas Brambilla, saranno esposte quattro grandi iconiche tele modulari e quattro disegni preparativi, che al meglio esprimono la poetica dell’artista.
Le monocromatiche ed irregolari tele di Novros sono difatti composte da svariati e spessi strati di pittura acrilica e pigmenti smaltati di Murano, i quali rendono le tele lucenti e incoraggiano un’esperienza visiva cinestetica attraverso la risposta della superficie al cambiamento di luce. Come spesso ribadito dallo stesso Novros, il suo lavoro è fortemente influenzato da vasta verietà di fonti storico-artistiche; dalle pitture rupestri del Paleolitico, ai mosaici Bizantini e all’oreficeria Longobarda, alla tradizione dei grandi affreschi italiani, fino ai dipinti murali in grande scala di Barnett Newmann e Mark Rothko. Questi specifici riferimenti spinsero l’artista ad avvicinarsi alla pratica dell’affresco e ai dipinti murali, portandolo a scelte cromatiche tipiche dei colori aridi e puri degli affreschi rinascimentali.
Novros aspirava inoltre a creare un’opera che potesse andare oltre lo spazio pittorico interno della tela, al fine di coinvolgere il suo contesto architettonico circostante. L’artista ideò così quelle che lui definisce “portable walls” o muri/affreschi portatili, ovvero tele formate da più pannelli geometrici ed irregolari e grandi spazi vuoti, i quali mostrano la parete sottostante e creano così degli spazi fisici negativi. Queste rivoluzionari opere influenzarono a loro volta diversi altri artisti contemporanei, ed in particolare l’amico e collega Brice Marden con la serie di tele degli anni Settanta. Tuttavia, a differenza di altri artisti che utilizzavano tele sagomate e irregolari, il lavoro di Novros enfatizza maggiormente il punto di incontro critico fra la tele ed il muro, come se i suoi dipinti fossero estensioni delle pareti stesse.
Per la mostra Coppers, presso l’Ex Oratorio di San Lupo in collaborazione con la Fondazione Adriano Bernareggi, saranno invece presentati per la prima volta sette grandi opere su rame.
La nascita di questa serie avviene nel corso degli anni Ottanta, quando Novros iniziò a focalizzare la sua ricerca sull’arte Bizantina e Paleocristiana, ricercando in entrambe forme e tipologie primarie peculiari ed assimilandone il fascino per le architetture, i rilievi scultorei, l’uso dei materiali e colori come l’oro ed il rame e le pitture smaltate.
In Coppers riaffiora tutto un mondo altomedievale, dove i riferimenti si fanno espliciti; da l’Evangeliario di Teodolinda, nota opera di oreficeria e toreutica longobarda, alle fibule in bronzo fuso e cesellato, fino alla grande Pala d’Oro, paliotto in oro, argento, smalti e pietre preziose, della Basilica di San Marco.
L’idea di Novros è di ricreare a San Lupo una proprio cappella con una specifica storia ed identificazione, richiamando la celebre Cappella di Rothko a Houston.
Diversamente da quest’ultima, concepita come luogo sacro per individui di qualsiasi religione, la chiesa di Novros è uno spazio, intimo e privato, luogo dedito alla celebrazione del repertorio culturale che ha segnato la sua poetica. La sua arte, così legata alla spiritualità e allo spiritualismo medievale, trova finalmente casa in un luogo naturale dei suoi lavori.
26
maggio 2018
David Novros – Portable Murals
Dal 26 maggio al 18 luglio 2018
arte contemporanea
Location
THOMAS BRAMBILLA CONTEMPORARY ART
Bergamo, Via Del Casalino, 25, (Bergamo)
Bergamo, Via Del Casalino, 25, (Bergamo)
Orario di apertura
da martedì a sabato 14-19
Vernissage
26 Maggio 2018, ore 19.00
Autore