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Il fattore f – Femminilità, fragilità, forza
Dal Rinascimento al Novecento, grande è stato l’apporto dell’arte al femminile, anche se tendenzialmente nell’ombra. Questa mostra rende omaggio a quelle artiste che, nei secoli, hanno continuato a dipingere attraverso la loro sensibilità anche se spesso lontane dall’ufficialità delle accademie.
Comunicato stampa
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Arte al femminile. Dal Rinascimento al Novecento, grande è stato l’apporto dell’arte al femminile, anche se sempre tendenzialmente nell’ombra. Eppure tra il XVI e XX secolo, molte donne hanno prodotto capolavori degni dei più grandi nomi delle correnti artistiche occidentali. Questa mostra vuole rendere omaggio a quelle artiste che, nell’arco dei secoli, hanno saputo continuare a dipingere e rappresentare il mondo attraverso la loro sensibilità e il loro talento, pur rimanendo spesso lontane dall’ufficialità delle accademie. "Il fattore F. Femminilità, fragilità, forza" è una collettiva che raccoglie il lavoro di cinque artiste: Marie-Claire Guyot, Cristina Martella, Nabila, Franca Settembrini, Annamaria Tosini; un dialogo tra approcci e stili differenti scaturiti dalla creatività di artiste diverse per età, condizione sociale, epoca, nazionalità.
Arte al femminile, dunque. Una parità raggiunta? Una donna deve essere nuda per poter entrare in un museo? – denunciavano a fine anni ’80 le Guerrilla Girls a New York. Ancora oggi il mercato non rende giustizia all’“altra metà dell’avanguardia”. Nonostante il momento caldo di protesta per la disparità di genere, questa non è una mostra contro, ma una mostra per. Per dar visibilità a percorsi femminili, intensamente vissuti e qui espressi dal punto di vista artistico. Perché se è vero che l’arte non ha genere, non è né maschile, né femminile, è altrettanto vero che l’universo donna sembra avere la capacità di “declinare” l’esperienza artistica secondo modalità e ispirazioni tutte particolari: attenta alla dimensione interiore e quotidiana, all’intimità dell’espressione poetica, alla rivendicazione di un’entità in grado di manifestarsi in piena autonomia. Un’esperienza artistica che passa attraverso la capacità di esplorare la propria anima per scoprirne le fragilità, i lati oscuri e trasformarli mediante il potere catartico dell’arte in creazioni forti, sapienti. Senza più paura.
Marie-Claire Guyot (Parigi 1937-Milano 1991) inizia a dipingere nel 1961 quando, appena sposata, si trasferisce in Italia dove vive prima a Venezia, poi a Torino e infine a Milano. La sua è una ricerca delle radici perdute che si traduce in un’introspezione ossessiva anche sulla tela. E’ sempre lei il soggetto delle sue opere, un universo immaginario dove infanzia, maternità, religione si trasfigurano sui dipinti.
Cristina Martella nasce ad Atri, in provincia di Teramo, dove vive e lavora. Fin da bambina è attratta dalla pittura ma i genitori non la incoraggiano in questa sua passione. E lei, per assecondarli, si laurea in Economia Politica a Pescara. Dopo l’università e un breve viaggio a Londra, prende il coraggio e la sua vita tra le mani e si dedica esclusivamente alla pittura passando dal figurativo a un segno maturo e personale frutto di una fantasia e un’immaginazione viva. Le sue opere sono esplosioni di natura, fiori, insetti volanti, tanto fantastici quanto reali: “dipingo quello che vedo”.
L’egiziana Nabila (Il Cairo 1945) inizia a dipingere nel 1997 nell’atelier condotto dall’artista Silvana Crescini all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova) dove viene trasferita per un anno. Nelle sue tele riproduce le immagini che “vede” nei fondi di caffè: una moltitudine di figure incastrate fra di loro. In seguito raffigura le sue visioni attraverso le macchie colorate, prodotte precedentemente sulla tela.
Un mondo costellato di bambine, giovani della musica leggera, donne dalla folta capigliatura, dagli occhi penetranti, dalle mani con dita lunghe e affilate. Franca Settembrini (Firenze 1947-2003) dipinge il suo universo femminile dalle tinte sgargianti. Ricoverata nell’Ospedale Psichiatrico di Firenze a 11 anni, nel 1976 scopre la pittura nello storico laboratorio di attività espressive La Tinaia. Dal 1991 al ’95 continua a dipingere nell’atelier dell’Opg di Castiglione delle Stiviere dove viene trasferita in seguito a un piccolo furto. Grande protagonista dell’Art Brut, Settembrini è presente in varie collezioni pubbliche europee tra cui il Museo di Losanna.
Fragili sculture di carta riciclata spesso accompagnate da testi poetici e ricordi. A realizzarle negli ultimi 15 anni della sua vita è Annamaria Tosini (Palermo 1930-2013), donna dal passato brillante e creatrice di giardini (famoso quello nella villa di famiglia di Casteldaccia) costretta per un rovescio di fortuna a vivere da esiliata in una struttura assistenziale. Opere raffinate in cui l’artista dà corpo ai suoi ricordi e alle immagini suscitate dall’ascolto della musica, cercando nell’arte una via di salvezza dalla propria difficile situazione. Giardini della mente e fiorite fantasie dell’intimità, spesso accompagnati da testi che ne arricchiscono la narrazione.
Arte al femminile, dunque. Una parità raggiunta? Una donna deve essere nuda per poter entrare in un museo? – denunciavano a fine anni ’80 le Guerrilla Girls a New York. Ancora oggi il mercato non rende giustizia all’“altra metà dell’avanguardia”. Nonostante il momento caldo di protesta per la disparità di genere, questa non è una mostra contro, ma una mostra per. Per dar visibilità a percorsi femminili, intensamente vissuti e qui espressi dal punto di vista artistico. Perché se è vero che l’arte non ha genere, non è né maschile, né femminile, è altrettanto vero che l’universo donna sembra avere la capacità di “declinare” l’esperienza artistica secondo modalità e ispirazioni tutte particolari: attenta alla dimensione interiore e quotidiana, all’intimità dell’espressione poetica, alla rivendicazione di un’entità in grado di manifestarsi in piena autonomia. Un’esperienza artistica che passa attraverso la capacità di esplorare la propria anima per scoprirne le fragilità, i lati oscuri e trasformarli mediante il potere catartico dell’arte in creazioni forti, sapienti. Senza più paura.
Marie-Claire Guyot (Parigi 1937-Milano 1991) inizia a dipingere nel 1961 quando, appena sposata, si trasferisce in Italia dove vive prima a Venezia, poi a Torino e infine a Milano. La sua è una ricerca delle radici perdute che si traduce in un’introspezione ossessiva anche sulla tela. E’ sempre lei il soggetto delle sue opere, un universo immaginario dove infanzia, maternità, religione si trasfigurano sui dipinti.
Cristina Martella nasce ad Atri, in provincia di Teramo, dove vive e lavora. Fin da bambina è attratta dalla pittura ma i genitori non la incoraggiano in questa sua passione. E lei, per assecondarli, si laurea in Economia Politica a Pescara. Dopo l’università e un breve viaggio a Londra, prende il coraggio e la sua vita tra le mani e si dedica esclusivamente alla pittura passando dal figurativo a un segno maturo e personale frutto di una fantasia e un’immaginazione viva. Le sue opere sono esplosioni di natura, fiori, insetti volanti, tanto fantastici quanto reali: “dipingo quello che vedo”.
L’egiziana Nabila (Il Cairo 1945) inizia a dipingere nel 1997 nell’atelier condotto dall’artista Silvana Crescini all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova) dove viene trasferita per un anno. Nelle sue tele riproduce le immagini che “vede” nei fondi di caffè: una moltitudine di figure incastrate fra di loro. In seguito raffigura le sue visioni attraverso le macchie colorate, prodotte precedentemente sulla tela.
Un mondo costellato di bambine, giovani della musica leggera, donne dalla folta capigliatura, dagli occhi penetranti, dalle mani con dita lunghe e affilate. Franca Settembrini (Firenze 1947-2003) dipinge il suo universo femminile dalle tinte sgargianti. Ricoverata nell’Ospedale Psichiatrico di Firenze a 11 anni, nel 1976 scopre la pittura nello storico laboratorio di attività espressive La Tinaia. Dal 1991 al ’95 continua a dipingere nell’atelier dell’Opg di Castiglione delle Stiviere dove viene trasferita in seguito a un piccolo furto. Grande protagonista dell’Art Brut, Settembrini è presente in varie collezioni pubbliche europee tra cui il Museo di Losanna.
Fragili sculture di carta riciclata spesso accompagnate da testi poetici e ricordi. A realizzarle negli ultimi 15 anni della sua vita è Annamaria Tosini (Palermo 1930-2013), donna dal passato brillante e creatrice di giardini (famoso quello nella villa di famiglia di Casteldaccia) costretta per un rovescio di fortuna a vivere da esiliata in una struttura assistenziale. Opere raffinate in cui l’artista dà corpo ai suoi ricordi e alle immagini suscitate dall’ascolto della musica, cercando nell’arte una via di salvezza dalla propria difficile situazione. Giardini della mente e fiorite fantasie dell’intimità, spesso accompagnati da testi che ne arricchiscono la narrazione.
23
maggio 2018
Il fattore f – Femminilità, fragilità, forza
Dal 23 maggio al 28 settembre 2018
arte contemporanea
Location
MARONCELLI 12
Milano, Via Pietro Maroncelli, 12, (Milano)
Milano, Via Pietro Maroncelli, 12, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 12-19.30
Vernissage
23 Maggio 2018, ore 18.30
Autore