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Enrico Cattaneo / Emanuele Garletti – Versus
La mostra VERSUS pone a confronto due giovani artisti che ben raccontano quanto possano essere ampie le ricerche espressive nel campo della nuova figurazione. Due artisti diversi nella scelta dei materiali ma uniti nella scelta di soggetti immediati che mirano alla sensibilità dello spettatore.
Comunicato stampa
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Il Novecento è stato teatro di rivoluzioni nel mondo dell’arte che, a partire dalle Avanguardie storiche, ha portato ad un allontanamento dai classicismi e alla formazione di una nuova nozione di creatività, in cui originalità e forza delle idee sono elette a requisiti fondamentali del fare arte, il concetto espresso è al centro dell'opera e l’abilità manuale della realizzazione è relegata in secondo piano. Le opere create, spesso, non hanno un significato di immediata comprensione se non per un’élite di intenditori. Gli esiti dell’arte novecentesca sono stati così radicali da aver portato ad associare in modo quasi automatico l’arte contemporanea a opere informali e concettuali e a considerare, di conseguenza, l’arte figurativa una forma espressiva ormai sorpassata.
In realtà, la figura non è stata mai abbandonata, anzi è stata reinterpretata, frutto di un’idea nuova, dunque moderna, di fare arte. Ne derivano immagini variamente deformate, non equilibrate, dai colori antinaturalistici, che non rispondono più a canoni accademici ma che diventano lo strumento espressivo e comunicativo dei temi che più coinvolgono l’uomo contemporaneo, rispecchiando il sempre più urgente bisogno dell’artista di riferirsi alla realtà più vicina e al mondo visibile. Questo avviene attraverso l’iconografia del realismo, dove la figura è ritenuta punto d’incontro privilegiato perché di facile lettura e quindi espressione di un linguaggio sempre più onnicomprensivo.
È un realismo che non si chiude nell’esercizio dell’abilità manuale: l’artista non descrive ciò che vede ma ciò che sente, andando al di là della rappresentazione del soggetto fine a sé stessa, l’attraversa, per raccontare il proprio sé interiore.
Tanti sono gli artisti che hanno fatto della figurazione e del realismo la loro forma espressiva privilegiata ma tra tutti è Francis Bacon in particolare che, con la sua violenta carica espressiva, ha avuto un forte impatto sugli artisti dell’area oggi definita “nuova figurazione” che, caratterizzata da una prospettiva spesso casuale e dall’inserimento di elementi eterogenei, surreali, espressionisti e, talvolta, astratti, concilia le istanze del realismo con un linguaggio pittorico contemporaneo.
Gare82, nella mostra “Versus” pone a confronto due giovani artisti, Enrico Cattaneo ed Emanuele Garletti, per raccontare quanto possano essere ampie le possibilità espressive nel campo della nuova figurazione.
Del lavoro di Cattaneo ciò che più colpisce a primo sguardo è il supporto scelto: il cartone. Un mezzo espressivo che è di fatto materiale di riciclo, povero e semplice e che, per sua stessa derivazione (la carta), rimanda a un qualcosa di delicato, precario. In realtà, come fa notare l’artista stesso, il cartone è il materiale ideale per imballaggi grazie alla sua struttura che lo rende più resistente di quanto si possa pensare. Ed è proprio sulla struttura del supporto che l’artista interviene: scava e taglia, apre e lacera il cartone per poi ricucirlo, ricomporlo, ripensarlo. L’immagine, che viene impressa con tecnica xilografica, appare fragile ed effimera come la superficie che la ospita ma da cui è, in realtà, accolta, inglobata e protetta per sempre. La figurazione emerge lentamente: osservarne i dettagli è quasi come leggere parole di un discorso che d’improvviso si fa chiaro e comprensibile, catturando sempre più l’attenzione di chi guarda.
Nelle nuove opere l’artista abbandona il cartone per proseguire la sua ricerca con un diverso supporto, variando la tecnica in alcuni passaggi ma senza perderne l’efficacia nel risultato che appare spettacolare e delicato. Cattaneo continua, però, a indagare la tecnica utilizzata sul cartone sviluppando un percorso parallelo, più concettuale e un linguaggio non descrittivo.
La ricerca di Emanuele Garletti, di contro, si concentra sulla scelta dei soggetti e delle cromie. I suoi dipinti esprimono a primo impatto solidità e forza, grazie a una pennellata densa e decisa, per poi rivelare atmosfere surreali che sembrano trasformare la tela in cristallo fragile e vivido, una vulnerabilità apparente che trattiene il soggetto in quella dimensione sospesa, quasi onirica della mente in cui l’artista concepisce l’opera.
Le figure sono rappresentate con tratto realistico, talvolta ritratte in posa, talvolta sembrano ignare della presenza dello spettatore. Corpi e volti sono definiti grazie a un segno preciso a cui si accompagna l’attenzione dell’artista per le tonalità cromatiche: alle opere in bianco e nero, equilibrate e armoniose, si contrappongono quelle realizzate con abili accostamenti di colori caldi e freddi, in cui il gesto pittorico emerge ancora più deciso.
Cattaneo e Garletti, con le loro ricerche espressive uniche e personali, riescono a conferire alle loro opere la staticità insita di per sé nell’immagine e, in modo simultaneo, il movimento proprio di ciò che vive ed è quindi in continuo divenire.
Che poi, forse, è tutto ciò che l’arte, intesa nel suo senso più ampio, racchiude.
Federica Picco
In realtà, la figura non è stata mai abbandonata, anzi è stata reinterpretata, frutto di un’idea nuova, dunque moderna, di fare arte. Ne derivano immagini variamente deformate, non equilibrate, dai colori antinaturalistici, che non rispondono più a canoni accademici ma che diventano lo strumento espressivo e comunicativo dei temi che più coinvolgono l’uomo contemporaneo, rispecchiando il sempre più urgente bisogno dell’artista di riferirsi alla realtà più vicina e al mondo visibile. Questo avviene attraverso l’iconografia del realismo, dove la figura è ritenuta punto d’incontro privilegiato perché di facile lettura e quindi espressione di un linguaggio sempre più onnicomprensivo.
È un realismo che non si chiude nell’esercizio dell’abilità manuale: l’artista non descrive ciò che vede ma ciò che sente, andando al di là della rappresentazione del soggetto fine a sé stessa, l’attraversa, per raccontare il proprio sé interiore.
Tanti sono gli artisti che hanno fatto della figurazione e del realismo la loro forma espressiva privilegiata ma tra tutti è Francis Bacon in particolare che, con la sua violenta carica espressiva, ha avuto un forte impatto sugli artisti dell’area oggi definita “nuova figurazione” che, caratterizzata da una prospettiva spesso casuale e dall’inserimento di elementi eterogenei, surreali, espressionisti e, talvolta, astratti, concilia le istanze del realismo con un linguaggio pittorico contemporaneo.
Gare82, nella mostra “Versus” pone a confronto due giovani artisti, Enrico Cattaneo ed Emanuele Garletti, per raccontare quanto possano essere ampie le possibilità espressive nel campo della nuova figurazione.
Del lavoro di Cattaneo ciò che più colpisce a primo sguardo è il supporto scelto: il cartone. Un mezzo espressivo che è di fatto materiale di riciclo, povero e semplice e che, per sua stessa derivazione (la carta), rimanda a un qualcosa di delicato, precario. In realtà, come fa notare l’artista stesso, il cartone è il materiale ideale per imballaggi grazie alla sua struttura che lo rende più resistente di quanto si possa pensare. Ed è proprio sulla struttura del supporto che l’artista interviene: scava e taglia, apre e lacera il cartone per poi ricucirlo, ricomporlo, ripensarlo. L’immagine, che viene impressa con tecnica xilografica, appare fragile ed effimera come la superficie che la ospita ma da cui è, in realtà, accolta, inglobata e protetta per sempre. La figurazione emerge lentamente: osservarne i dettagli è quasi come leggere parole di un discorso che d’improvviso si fa chiaro e comprensibile, catturando sempre più l’attenzione di chi guarda.
Nelle nuove opere l’artista abbandona il cartone per proseguire la sua ricerca con un diverso supporto, variando la tecnica in alcuni passaggi ma senza perderne l’efficacia nel risultato che appare spettacolare e delicato. Cattaneo continua, però, a indagare la tecnica utilizzata sul cartone sviluppando un percorso parallelo, più concettuale e un linguaggio non descrittivo.
La ricerca di Emanuele Garletti, di contro, si concentra sulla scelta dei soggetti e delle cromie. I suoi dipinti esprimono a primo impatto solidità e forza, grazie a una pennellata densa e decisa, per poi rivelare atmosfere surreali che sembrano trasformare la tela in cristallo fragile e vivido, una vulnerabilità apparente che trattiene il soggetto in quella dimensione sospesa, quasi onirica della mente in cui l’artista concepisce l’opera.
Le figure sono rappresentate con tratto realistico, talvolta ritratte in posa, talvolta sembrano ignare della presenza dello spettatore. Corpi e volti sono definiti grazie a un segno preciso a cui si accompagna l’attenzione dell’artista per le tonalità cromatiche: alle opere in bianco e nero, equilibrate e armoniose, si contrappongono quelle realizzate con abili accostamenti di colori caldi e freddi, in cui il gesto pittorico emerge ancora più deciso.
Cattaneo e Garletti, con le loro ricerche espressive uniche e personali, riescono a conferire alle loro opere la staticità insita di per sé nell’immagine e, in modo simultaneo, il movimento proprio di ciò che vive ed è quindi in continuo divenire.
Che poi, forse, è tutto ciò che l’arte, intesa nel suo senso più ampio, racchiude.
Federica Picco
12
maggio 2018
Enrico Cattaneo / Emanuele Garletti – Versus
Dal 12 maggio al 16 giugno 2018
arte contemporanea
Location
GARE 82
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Orario di apertura
Da lunedì a sabato ore 15:00 - 19:00.
Vernissage
12 Maggio 2018, Ore 18:00
Autore
Curatore