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FABBRICA EUROPA XXV edizione
Fabbrica Europa XXV: 52 titoli, 96 repliche, 25 giorni di spettacolo, 200 artisti di 20 paesi,
10 produzioni/coproduzioni, 15 tra prime nazionali/assolute/site specific.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Un cammino a ritroso, verso l’essenza: dall’Estremo Oriente fino all’Europa, passando per il Medio
Oriente e per le culture che attraversano i Balcani, l’Europa dell’Est e sfociano su un Mediterraneo
aperto che ha connesso il mondo arabo alle tradizioni berbere ed è arrivato fino al cuore del pensiero
creativo e filosofico occidentale.
Venticinque anni di Fabbrica Europa vissuti non come una celebrazione, ma come anno zero per
ripartire da un nuovo respiro di creatività, ricercato in un’essenza palpitante da ascoltare e catturare per
carpirne la vitalità, il battito, il senso.
Riscoperta una Stazione Leopolda nuda, lo spazio diventa un corpo che si anima e si veste dei segni e
delle azioni creative di una contemporaneità eclettica e più che mai polimorfa.
Ma non solo Leopolda, il Festival abiterà anche le ex Scuderie Granducali delle Cascine, spazio dalla
forte valenza non convenzionale, e che si presta a vari formati scenici. E ancora importanti teatri di
Firenze, dal Teatro Goldoni al Teatro della Pergola, al Teatro Cantiere Florida.
Traiettorie creative di artisti provenienti da paesi diversi tracceranno un percorso culturale e geografico
alla ricerca di orizzonti di futuro su cui affacciarsi e scorgere nuovi cammini possibili attraverso le
potenzialità di uno scenario complesso carico di conflitti, crisi e criticità, ma anche di energie in continua
rinascita. Verso un ritorno alle radici dell'organismo festival. Un luogo di ritualità senza dogmi, un punto
multiplo di osservazione del mutamento dell'arte e della società.
Nessuno spazio all’esotismo, ma l’analisi di come culture altre hanno lavorato sul concetto di
contemporaneità a partire da radici e tradizioni differenti. Verso altre vie di una società che ancora
possiamo solo intravedere e che l'arte evoca e invoca.
FESTIVAL FABBRICA EUROPA, UN PROGETTO DI FONDAZIONE FABBRICA EUROPA PER LE ARTI CONTEMPORANEE/ENTE DI RILEVANZA
REGIONALE, GODE DEL SOSTEGNO DI REGIONE TOSCANA, COMUNE DI FIRENZE, MIBACT MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ
CULTURALI E DEL TURISMO, FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE. QUESTA XXV EDIZIONE VEDE IL PRESTIGIOSO APPORTO DI
FONDAZIONE TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO E LA COLLABORAZIONE DI FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA OLTRE AL
SUPPORTO DI INSTITUT FRANÇAIS.
Fabbrica Europa XXV: 52 titoli, 96 repliche, 25 giorni di spettacolo, 200 artisti di 20 paesi,
10 produzioni/coproduzioni, 15 tra prime nazionali/assolute/site specific.
PROTAGONISTI DELLA SCENA INTERNAZIONALE
Re-Mark è la creazione site specific di danza e multimedia del coreografo di origini tibetane Sang
Jijia che apre, in prima assoluta, la XXV edizione di Fabbrica Europa. A quattro anni dal successo
di As If To Nothing, realizzato con il Maggio Musicale Fiorentino, il coreografo - già collaboratore di
William Forsythe - lavora insieme a otto giovani danzatori selezionati per l’occasione. Come per
l’opera del 2014, Jijia indaga il rapporto tra corpo, spazialità e memoria con un progetto pieno di
forza e al tempo stesso raffinato e sfaccettato nei linguaggi messi in campo. Le riprese live
mostrano i danzatori da diverse angolazioni e creano un gioco di prospettive multiple che si ritrova
a tratti anche nella coreografia, con sequenze diverse che si sviluppano in parallelo attraverso un
sistema di rimandi e di geografie del gesto, che dal movimento singolo diventano una coralità per
lo sguardo. Re-Mark aprirà ufficialmente il City Contemporary Dance Festival di Hong Kong nel
novembre 2019 (5>8/5, Stazione Leopolda).
È la rigorosa ed essenziale ricerca di Anne Teresa De Keersmaeker a riportare nel cuore
dell'Europa con Mitten wir im Leben sind/Bach6cellosuiten, un delicato e profondo incontro tra
danza, musica e quella “spiritualità senza filtri” evocata dal titolo preso in prestito da un Inno di
Lutero. La vita, la morte, la redenzione, sono le coordinate drammaturgiche dello spettacolo, fatto
di una progressione limpida, di uno slancio irreversibile intensificato dalle luci che punteggiano una
scena nuda e minimale. Sul palco cinque straordinari danzatori (tre uomini e due donne tra cui la
stessa De Keersmaeker) insieme a Jean-Guihen Queyras, violoncellista francese tra i migliori al
mondo. In questa nuova produzione della Compagnia Rosas, la partitura di J.S. Bach è indagata
in tutte le sue dimensioni, sfidata e messa in prospettiva attraverso una scrittura coreografica
sensibile e penetrante. «Non c'è nessun altro compositore che riesca a trasmettere quel senso di
“astrazione incarnata” tanto quanto lui - afferma la coreografa - Rende il divino umano e l’umano
divino». La pièce fa emergere magistralmente il carattere delle Sei Suites per violoncello solo, in
un'affascinante unione tra note e corpi. L'evento, in prima nazionale, è co-realizzato con Teatro del
Maggio Musicale Fiorentino e Teatro della Toscana (2,3/6, Teatro della Pergola).
Le atmosfere nordiche della commedia di Jon Fosse Winter assumono nuova vita in Iarna, lavoro
firmato dal Teatro Nottara di Bucarest e diretto dal rumeno Mihai Maniutiu. Una pièce, dal
potente impatto drammaturgico e visivo, in cui prende forma - in una scena completamente bianca,
astratta, quasi ascetica, nella quale gli spettatori sono destinati a immergersi completamente - una
misteriosa storia d'amore il cui testo sembra nutrirsi di quello stile etereo di scrittura illustrato e
teorizzato da Maurice Maeterlinck come "Il tragico nella vita quotidiana”. La forza e l'originalità di
Iarna risiedono nella straordinaria e paradossale capacità di portare Winter dentro e fuori la scena
e la storia, creando mondi paralleli dove gravità e imponderabilità sembrano fondersi e dove corpi
reali e spettrali si evolvono, tra misurati impulsi e devastanti passioni che parlano della solitudine,
del bisogno dell'altro e della difficoltà di comunicare (prima nazionale, 4>6/5, Stazione Leopolda).
Altra prima nazionale è Go Figure Out Yourself di Wim Vandekeybus, un incontro con il pubblico
in uno spazio insolito. Cinque personaggi ti portano lontano dalle mura del teatro mostrando un
posto dove dare forma ai tuoi pensieri, semplicemente guardando e ascoltando l’altro. È un viaggio
inclusivo - guidato da parole, musica e danza – che esplora i confini tra pubblico e performer e che
ti invita ad abbandonarti in un sentiero imprevedibile ed emozionante. Spostandovi liberamente
nello spazio, diventerete voi stessi parte di un happening collettivo da cui uscirete con molte
domande e poche risposte, ma ricchi di un viaggio appassionante (5,6/5, Stazione Leopolda).
Benoît Lachambre in Lifeguard smargina i confini tra performer e spettatore; decostruisce la
nozione di impulso coreografico riesaminando la presenza e risonanza del movimento fuori dai
codici estetici dati. Lachambre rivelando le sfaccettature delle proprie sensazioni invita il pubblico a
viverle senza inibizioni. Commovente, vitale, a volte comico, è un Solo di intima e vibrante
autenticità, in cui il coreografo, offrendo se stesso, rivela la carica magnetica degli esseri umani. Il
movimento segue l’imprevedibile danza delle vite riunite, rianimando il nostro bisogno di essere
insieme in un rituale sacro di coabitazione sensoriale. Il corpo fluisce e, attraverso l'emissione
vocale viscerale, ancestrale, giunge fino allo stato di trance (9,10/6, nell'ambito di Secret Florence)
Il britannico John Parish, musicista, cantautore, compositore e produttore tra i più importanti al
mondo (ha legato la sua attività in particolare alla cantante e musicista Pj Harvey), presenta a
Firenze uno dei suoi lavori più affascinanti, Screenplay, un viaggio tra le immagini del cinema
impreziosito da un concerto live che va oltre la semplice sonorizzazione del visivo, ma anzi
ispirandosi a esso ne rilancia emozioni e stimoli, senza esserne limitato (6/5, Stazione Leopolda).
La cantante bosniaca Natasa Mirkovic - famosa per la sua colonna sonora del film Nella terra del
sangue e del miele di Angelina Jolie e per la registrazione della Winterreise di Schubert - è sul
palco insieme al grande musicista francese Michel Godard al serpentone, al fisarmonicista
Luciano Biondini e al maestro delle percussioni Jarrod Cagwin, in una produzione originale per
Fabbrica Europa che indaga la relazione tra antico e moderno: musiche italiane e balcaniche del
XVI-XVII secolo dialogano con improvvisazioni e composizioni originali (9/5, Stazione Leopolda).
Il gruppo ucraino DhakaBrakha parte dalle proprie origini per proporre un mix di generi che si
arricchisce di ingredienti che dall'elettronica arrivano fino all'hip hop. Droni e battiti, perline cremisi
e torreggianti cappelli neri, fanno da sfondo per una rivisitazione stravagante e trascinante della
musica roots Est-Europea: nuovi mondi sonori attinti dal repertorio tradizionale e reinventati con
risonanze contemporanee. Con un piede nella scena del teatro urbano d’avanguardia e un piede
nella vita del villaggio, i DakhaBrakha mostrano tutta la furia e la sensualità di quella parte più
spettacolare di folklore dell’Europa orientale (12/5, Stazione Leopolda).
Dal Brasile arriva Tulipa Ruiz, artista dal variopinto background musicale che aveva già
conquistato il pubblico italiano nel 2010 con Efêmera, il disco d’esordio. A consolidare
definitivamente una carriera promettente, è arrivato il disco più intimistico Tudo Tanto (2012) e il
danzante Dancê (2015), con i quali Ruiz entra a pieno titolo nell’olimpo della musica brasiliana e
tra i nomi più apprezzati anche in Italia, oltre che in Europa (13/5, Stazione Leopolda).
Lo statunitense Mark Guiliana - tra i migliori e più versatili batteristi al mondo, compositore e
produttore discografico capace di spaziare tra jazz, rock, funk, pop, musica elettronica e
sperimentale - è sul palco con il suo coinvolgente Jazz Quartet (4/5, Stazione Leopolda, in
collaborazione con Music Pool/Network sonoro).
Otomo Yoshihide (chitarra elettrica e giradischi), tra i massimi esponenti della sperimentazione
giapponese (ha collaborato con John Zorn, Elliott Sharp e molti altri) insieme a Chris Pitsiokos
(sassofono) in un concerto in coproduzione con Tempo Reale (30/5, Limonaia di Villa Strozzi).
Il tunisino Radhouane El Meddeb in À mon père, une dernière danse et un premier baiser crea,
attraverso un racconto intimo ed emozionante, un dialogo immaginario con suo padre, scomparso
senza il tempo di un addio. In piedi, di spalle al pubblico, El Meddeb utilizza la potenza evocativa
della musica, le Variazioni Goldberg di Bach, per portare avanti la sua profonda confessione.
Nell’ambito de La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, realizzata su
iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e del Ministère de
la Culture et de la Communication (10/5, Stazione Leopolda).
Boucle è la prima creazione del franco-vietnamita Xuan Le, straordinario performer che passa con
disinvoltura dal pattinaggio a rotelle alla danza contemporanea. Muovendosi sui roller, Xuan ci
accompagna in un mondo onirico dove luce e suono partecipano al racconto della relazione che
ognuno di noi ha con il movimento, inteso come mezzo che porta alla luce i nostri stati d'animo. In
scena una sfera luminosa cambia d'intensità, indicando lo scorrere del tempo e il mutare di
emozioni e sensazioni. Questo Solo esprime un universo coreografico intenso e suggestivo e
racconta una sorta di viaggio iniziatico ed emozionale (12/5, Stazione Leopolda).
Con Pode Ser la giovane coreografa francese Leila Ka, partendo da una sintassi hip-hop e
attraversando diversi linguaggi coreografici, porta in scena un racconto intenso alla ricerca delle
composite identità che costituiscono la persona. Sulla musica di Schubert, a tratti interrotta dal
silenzio e da musica elettronica, si svelano attraverso differenti stati del corpo, le diverse identità:
posture, atteggiamenti, comportamenti sono messi in moto grazie a una gestualità particolare
capace di creare una danza dalle molteplici dinamiche espressive (12/5, Stazione Leopolda).
PROGETTI SITE SPECIFIC E INTERDISCIPLINARI
Prende vita sotto il segno dell'happening la serata con le Chicks on Speed, pioniere del
superamento dei generi, combinano moda, musica, tecnologia e performance. Musicalmente sono
state precorritrici dell’elettroclash, l’effervescente scena dance che mescolava new wave, elettro-
party, acid house, italo-disco secondo un’estetica fortemente camp, esplosa a inizio millennio.
A seguire, Silvia Calderoni, icona della scena performativa contemporanea e attrice simbolo dei
Motus, è protagonista di I’m not a d-jay, un live set in cui il corpo dell’artista e la musica si fondono
in un’unica esplosione di energia (4/5, Stazione Leopolda).
Performance per segreterie telefoniche, progetto live e istallativo di Enrico Gabrielli, è un archivio
sonoro di messaggi vocali contenuti in 50 segreterie telefoniche in disuso attivate da un gruppo di
otto ragazzi selezionati tra gli studenti di un Liceo Musicale. Enece Film filmerà la performance che
dal giorno successivo diventerà un'installazione audovisiva (6>13/5, Stazione Leopolda).
Quiet Ensemble, duo italiano, attraverso le nuove tecnologie esplora le possibilità estetiche e
concettuali derivanti dalle tecniche dell'interattività. Sul palco prendono vita un concerto sinfonico e
un balletto meccanico di fari motorizzati. In un crescendo dinamico e ritmico coinvolgente, squarci
di luce e sonorità inaspettate restituiscono la Back Symphony (10>12/5, Stazione Leopolda).
Fragiles Abstractions è una performance/installazione in cui Carole Rieussec e Antonella
Bussanich indagano il percorso tra realtà e astrazione per rendere visibile il processo di
fabbricazione delle immagini o dei suoni (10>13/5, Stazione Leopolda).
Jessica Moss - nota come violinista, backing vocalist e co-autrice in band di culto quali Thee
Silver Mt. Zion Memorial Orchestra e Black Ox Orkestar, e per le sue collaborazioni con Carla
Bozulich Evangelista e il compianto Vic Chesnutt - è in concerto con due tra i più stimati ricercatori
del suono, Massimo Pupillo degli ZU e collaboratore dei Dewey Dell, e il chitarrista Stefano Pilia,
collaboratore di Afterhours, Massimo Volume, Rokia Traoré (7/5, Stazione Leopolda).
Gabriele Mitelli, 'Nuovo talento Italiano' al Top Jazz 2017, e lo statunitense Rob Mazurek insieme
per una produzione originale di Fabbrica Europa: due trombettisti con stili e linguaggi riconoscibili,
tra i musicisti più interessanti della scena jazz e sperimentale, per un incontro tra generazioni su
un territorio che confina col free-jazz e con una ritualità contemporanea (10/5, Stazione Leopolda).
Il regista Takahiro Fujita, uno dei più giovani esponenti della “zero generation” giapponese, una
nuova generazione di registi e drammaturghi venuta alla ribalta dopo il 2000 e influenzata dalle
ricerche del maestro Oriza Hirata, torna a Firenze per una nuova tappa del progetto con la sua
compagnia Mum&Gypsy e alcuni performer italiani (25>27/5, PARC ex Scuderie Granducali).
PROTAGONISTI DELLA SCENA NAZIONALE
Erodiade. Fame di vento 1993/2017, pièce del ‘93 di Julie Ann Anzilotti ispirata al poema
incompiuto del simbolista Stéphane Mallarmé, è stata ricostruita nell'ambito del progetto “RIC.CI-
Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/‘90” ideato e diretto da Marinella
Guatterini. Una danza espressionista, la voce fuori campo di Gabriella Bartolomei, la scenografia
dell’artista Alighiero e Boetti, creano un quadro suggestivo, metafisico, un tempio delle
metamorfosi. Co-realizzato con Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (10,11/5 Teatro Goldoni).
Fondazione Teatro della Toscana presenta Quasi una vita. Scene dal Chissàdove per la regia di
Roberto Bacci: “La domanda che ci portiamo dentro e nello spettacolo è quella che riguarda
l’attraversare l’ultima porta che ci resta nascosta oltre la quale ci attende un incerto viaggio nel
chissàdove. È quasi una vita quella che ci è data e, mentre la viviamo, così occupati a rincorrere
ciò che resta da essere e da fare, il Teatro può interrogarci sul futuro di ciò che siamo stati
(11>13/5, Teatro Studio Scandicci).
Federica Santoro e Luca Tilli portano in scena L’ANITRASELVATICA, liberamente ispirato
all’opera di Henrik Ibsen. L’anitra selvatica, testo in 5 atti di Ibsen, è opera bizzarra e profonda,
respingente e ironica. Il confronto tra ciò che eravamo e quello che stiamo per essere è molto
crudele e pauroso, se si cade, poi, nel non essere (18,19/5, PARC ex Scuderie Granducali).
Invisible pièce di e con Cristina Kristal Rizzo prende avvio da una personale traduzione de La
Morte del Cigno di Anna Pavlova del 1924. La coreografia, nel suo ricostituire dal vivo la relazione
primaria tra immagine assente e movimento presente, raccoglie e amplifica il gesto coreografico
coinvolgendo in un gioco di doppi sfalsati lo sguardo del pubblico (9/5, Stazione Leopolda).
Arcaico, coreografia di Davide Bombana: in uno spazio vuoto, se non fosse per la presenza di un
pianoforte con altri strumenti percussivi adagiati al suolo, e in un tempo percepito fin da subito
come denso, i danzatori del Balletto di Roma incontrano l’energica musica di Katia Pesti e
l’affascinante voce del cantante africano Gabin Dabiré (prima nazionale, 8/5, Stazione Leopolda).
Interrogai me stesso, coreografia di Simona Bucci e interpretazione di Hal Yamanouchi. Quanto
la ripetizione delle pratiche del vivere può diventare importante esercizio per porsi domande, per
divenire? È possibile vivere la ripetizione come un accadimento nuovo, modificato e modificabile
nella sua percezione? (prima nazionale,11/5, Stazione Leopolda).
Di Giardino Chiuso è Inverno, coreografia di Patrizia de Bari, prima tappa di una riflessione sulle
stagioni della natura e della vita. La musica originale di Julia Kent dà corpo, con la sua struttura
ciclica, al trascorrere di un tempo che ritorna, come le stagioni (11/5, Stazione Leopolda).
Mash è il lavoro di e con Annamaria Ajmone e Marcela Santander. Partendo dai principi del
mashup musicale, la performance applica lo stesso processo in ambito coreografico per creare
una nuova dimensione relazionale ibrida, dinamica, in cui nessuna delle due parti si cancella, anzi
gli scambi sono continui. Nasce così una interforma composta da una commistione di linguaggi dei
quali ciascuna delle due coreografe si fa portatrice (12/5, Stazione Leopolda).
Present Continuous di Salvo Lombardo indaga il rapporto tra memoria, percezione e movimento
nell’osservazione del reale. Il pretesto cinetico della performance si basa sulla memoria condivisa
di una stessa esperienza, ovvero una serata in un music club, durante la quale i performer hanno
osservato e incamerato un sistema di posture, atti motori e modalità relazionali delle persone
presenti. In collaborazione con Versiliadanza (24/5, Teatro Cantiere Florida).
Il progetto internazionale Artina & Onno. Lost in creation delle coreografe Martina Francone
(Italia) e Anna Till (Germania) con il musicista Dalibor Kocian (Slovacchia), trae ispirazione dalla
comicità di Laurel & Hardy, Buster Keaton e dalle danze grottesche anni ’20 del tedesco Valeska
Gert, per giungere a un esito performativo del tutto originale (5,6/5, PARC ex Scuderie Granducali)
Smash your mask, progetto coreografico di Elisa Capecchi e Sara Campinoti, nasce dalla
volontà di indagare il concetto di individualità, inteso come complesso di caratteristiche che
formano il singolo: un individuo è così e in nessun altro modo (9/5, Stazione Leopolda).
In Soggetto Senza Titolo Olimpia Fortuni espone il corpo a una metamorfosi continua che si
evolve e si trasforma, né forma né nome a limitarlo. Come una macchia d’inchiostro la materia si
espande senza un contenitore alla ricerca di verità (8/5, Stazione Leopolda).
PLATFORM A35
Platform A35 è un progetto che si articola dal 29 maggio al 2 giugno nel nuovo spazio di Fabbrica
Europa, PARC Ex Scuderie Granducali alle Cascine, un luogo con una forte carica non
convenzionale per tipologia architettonica e vie di comunicazione tra i vari ambienti che lo
compongono. Un percorso come in una galleria d’arte fatto di performance e installazioni con soste
negli spazi che la struttura ottocentesca della palazzina ha suggerito agli stessi artisti.
L’idea è stata quella di ricercare nel territorio nazionale e non solo, giovani coreografi che avessero
avviato una loro ricerca coreografica per poterci mostrare i nuovi processi creativi e la società in
mutamento che in essi necessariamente si rispecchia.
Coreografi, ma anche artisti visivi, ognuno con un processo formativo particolare, ricco di
esperienze all’estero, di incontri, e con una costruzione culturale fatta di frammenti creativi che
sanno mescolare culture, luoghi, spazi virtuali, riflessioni, stimoli, informazioni e immagini.
Si intreccia all’interno di Paltform A35 la presenza di giovani coreografi provenienti dall’area Medio
Orientale afferenti al progetto Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers: Sina
Saberi (Iran), Shira Eviatar / Evyatar Said (Israele / Yemen), Bassam Abu Diab / Jacopo Jenna
(Libano / Italia).
Paltform A35, una 5 giorni che accoglie e presenta la ricerca performativa di una generazione di
giovani autori capace di sempre nuove sfide creative:
29 maggio: Shira Eviatar/Evyatar Said Eviatar/Said; Francesco Colaleo/Maxime Freitas Re-garde;
Agnese Lanza /In-ti- mo/; Isabella Giustina Mutamenti
30 maggio: Shira Eviatar/Evyatar Said Eviatar/Said; Francesca Lombardo Borderlight; Alice Nardi The
surrounder; Greta Francolini Ritornello; Danila Gambettola Room 00#1; Lucrezia Gabrieli Millimetro cubo
31 maggio: Francesca Lombardo Borderlight; Lucrezia Gabrieli Millimetro cubo; Danila Gambettola
Room 00#1; Davide Valrosso Studio anatomico della memoria; Alice Nardi The surrounder; Agnese
Lanza /In-ti- mo/
1 giugno: Sina Saberi Prelude to persian mysteries ; Sara Sguotti/Nicola Cisternino Tutt-uno; Beatrice
Bresolin Io e l’oro; Pietro Pireddu/Mosè Risaliti Murphy; Greta Francolini Ritornello; Isabella Giustina
Mutamenti; Monica Gentile/Marcela Giesche Fire of unknown origin
2 giugno: Monica Gentile/Marcela Giesche Fire of unknown origin; Sara Catellani Effetto cocktail party;
Beatrice Bresolin Io e l’oro; Sara Sguotti/Nicola Cisternino Tutt-uno; Davide Valrosso Studio anatomico
della memoria; Sina Saberi Damnoosh
W-PARC workshop per danzatori e performer è un progetto che ha l’obiettivo di sviluppare
processi formativi, momenti di incontro e scambio di pratiche creative grazie a una ricca proposta
di giovani coreografi e maestri, nazionali e internazionali. Al termine di alcuni percorsi è prevista
un’apertura al pubblico. Gli spazi delle Ex Scuderie Granducali alle Cascine e de Le Murate.
Progetti Arte Contemporanea che accoglieranno gli workshop sono luoghi adatti al mutamento e
alla metamorfosi e quindi all’espressione contemporanea, alle nuove visioni e al nuovo sentire
interpretativo (http://fabbricaeuropa.net/w-parc/).
PROGRAMMA COMPLETO SU: www.fabbricaeuropa.net
I LUOGHI DEL FESTIVAL: STAZIONE LEOPOLDA viale Fratelli Rosselli 5 / PARC ex SCUDERIE GRANDUCALI
piazzale delle Cascine 7 / TEATRO DELLA PERGOLA, via della Pergola 12 / TEATRO GOLDONI via S. Maria 15 /
TEATRO CANTIERE FLORIDA via Pisana 111r / LIMONAIA DI VILLA STROZZI via Pisana 77
Biglietti 5 € > 25 € - Fabbricard: 5 spettacoli a scelta 35 € / 10 spettacoli a scelta 50 €
Prevendite Circuito Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it
Oriente e per le culture che attraversano i Balcani, l’Europa dell’Est e sfociano su un Mediterraneo
aperto che ha connesso il mondo arabo alle tradizioni berbere ed è arrivato fino al cuore del pensiero
creativo e filosofico occidentale.
Venticinque anni di Fabbrica Europa vissuti non come una celebrazione, ma come anno zero per
ripartire da un nuovo respiro di creatività, ricercato in un’essenza palpitante da ascoltare e catturare per
carpirne la vitalità, il battito, il senso.
Riscoperta una Stazione Leopolda nuda, lo spazio diventa un corpo che si anima e si veste dei segni e
delle azioni creative di una contemporaneità eclettica e più che mai polimorfa.
Ma non solo Leopolda, il Festival abiterà anche le ex Scuderie Granducali delle Cascine, spazio dalla
forte valenza non convenzionale, e che si presta a vari formati scenici. E ancora importanti teatri di
Firenze, dal Teatro Goldoni al Teatro della Pergola, al Teatro Cantiere Florida.
Traiettorie creative di artisti provenienti da paesi diversi tracceranno un percorso culturale e geografico
alla ricerca di orizzonti di futuro su cui affacciarsi e scorgere nuovi cammini possibili attraverso le
potenzialità di uno scenario complesso carico di conflitti, crisi e criticità, ma anche di energie in continua
rinascita. Verso un ritorno alle radici dell'organismo festival. Un luogo di ritualità senza dogmi, un punto
multiplo di osservazione del mutamento dell'arte e della società.
Nessuno spazio all’esotismo, ma l’analisi di come culture altre hanno lavorato sul concetto di
contemporaneità a partire da radici e tradizioni differenti. Verso altre vie di una società che ancora
possiamo solo intravedere e che l'arte evoca e invoca.
FESTIVAL FABBRICA EUROPA, UN PROGETTO DI FONDAZIONE FABBRICA EUROPA PER LE ARTI CONTEMPORANEE/ENTE DI RILEVANZA
REGIONALE, GODE DEL SOSTEGNO DI REGIONE TOSCANA, COMUNE DI FIRENZE, MIBACT MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ
CULTURALI E DEL TURISMO, FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE. QUESTA XXV EDIZIONE VEDE IL PRESTIGIOSO APPORTO DI
FONDAZIONE TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO E LA COLLABORAZIONE DI FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA OLTRE AL
SUPPORTO DI INSTITUT FRANÇAIS.
Fabbrica Europa XXV: 52 titoli, 96 repliche, 25 giorni di spettacolo, 200 artisti di 20 paesi,
10 produzioni/coproduzioni, 15 tra prime nazionali/assolute/site specific.
PROTAGONISTI DELLA SCENA INTERNAZIONALE
Re-Mark è la creazione site specific di danza e multimedia del coreografo di origini tibetane Sang
Jijia che apre, in prima assoluta, la XXV edizione di Fabbrica Europa. A quattro anni dal successo
di As If To Nothing, realizzato con il Maggio Musicale Fiorentino, il coreografo - già collaboratore di
William Forsythe - lavora insieme a otto giovani danzatori selezionati per l’occasione. Come per
l’opera del 2014, Jijia indaga il rapporto tra corpo, spazialità e memoria con un progetto pieno di
forza e al tempo stesso raffinato e sfaccettato nei linguaggi messi in campo. Le riprese live
mostrano i danzatori da diverse angolazioni e creano un gioco di prospettive multiple che si ritrova
a tratti anche nella coreografia, con sequenze diverse che si sviluppano in parallelo attraverso un
sistema di rimandi e di geografie del gesto, che dal movimento singolo diventano una coralità per
lo sguardo. Re-Mark aprirà ufficialmente il City Contemporary Dance Festival di Hong Kong nel
novembre 2019 (5>8/5, Stazione Leopolda).
È la rigorosa ed essenziale ricerca di Anne Teresa De Keersmaeker a riportare nel cuore
dell'Europa con Mitten wir im Leben sind/Bach6cellosuiten, un delicato e profondo incontro tra
danza, musica e quella “spiritualità senza filtri” evocata dal titolo preso in prestito da un Inno di
Lutero. La vita, la morte, la redenzione, sono le coordinate drammaturgiche dello spettacolo, fatto
di una progressione limpida, di uno slancio irreversibile intensificato dalle luci che punteggiano una
scena nuda e minimale. Sul palco cinque straordinari danzatori (tre uomini e due donne tra cui la
stessa De Keersmaeker) insieme a Jean-Guihen Queyras, violoncellista francese tra i migliori al
mondo. In questa nuova produzione della Compagnia Rosas, la partitura di J.S. Bach è indagata
in tutte le sue dimensioni, sfidata e messa in prospettiva attraverso una scrittura coreografica
sensibile e penetrante. «Non c'è nessun altro compositore che riesca a trasmettere quel senso di
“astrazione incarnata” tanto quanto lui - afferma la coreografa - Rende il divino umano e l’umano
divino». La pièce fa emergere magistralmente il carattere delle Sei Suites per violoncello solo, in
un'affascinante unione tra note e corpi. L'evento, in prima nazionale, è co-realizzato con Teatro del
Maggio Musicale Fiorentino e Teatro della Toscana (2,3/6, Teatro della Pergola).
Le atmosfere nordiche della commedia di Jon Fosse Winter assumono nuova vita in Iarna, lavoro
firmato dal Teatro Nottara di Bucarest e diretto dal rumeno Mihai Maniutiu. Una pièce, dal
potente impatto drammaturgico e visivo, in cui prende forma - in una scena completamente bianca,
astratta, quasi ascetica, nella quale gli spettatori sono destinati a immergersi completamente - una
misteriosa storia d'amore il cui testo sembra nutrirsi di quello stile etereo di scrittura illustrato e
teorizzato da Maurice Maeterlinck come "Il tragico nella vita quotidiana”. La forza e l'originalità di
Iarna risiedono nella straordinaria e paradossale capacità di portare Winter dentro e fuori la scena
e la storia, creando mondi paralleli dove gravità e imponderabilità sembrano fondersi e dove corpi
reali e spettrali si evolvono, tra misurati impulsi e devastanti passioni che parlano della solitudine,
del bisogno dell'altro e della difficoltà di comunicare (prima nazionale, 4>6/5, Stazione Leopolda).
Altra prima nazionale è Go Figure Out Yourself di Wim Vandekeybus, un incontro con il pubblico
in uno spazio insolito. Cinque personaggi ti portano lontano dalle mura del teatro mostrando un
posto dove dare forma ai tuoi pensieri, semplicemente guardando e ascoltando l’altro. È un viaggio
inclusivo - guidato da parole, musica e danza – che esplora i confini tra pubblico e performer e che
ti invita ad abbandonarti in un sentiero imprevedibile ed emozionante. Spostandovi liberamente
nello spazio, diventerete voi stessi parte di un happening collettivo da cui uscirete con molte
domande e poche risposte, ma ricchi di un viaggio appassionante (5,6/5, Stazione Leopolda).
Benoît Lachambre in Lifeguard smargina i confini tra performer e spettatore; decostruisce la
nozione di impulso coreografico riesaminando la presenza e risonanza del movimento fuori dai
codici estetici dati. Lachambre rivelando le sfaccettature delle proprie sensazioni invita il pubblico a
viverle senza inibizioni. Commovente, vitale, a volte comico, è un Solo di intima e vibrante
autenticità, in cui il coreografo, offrendo se stesso, rivela la carica magnetica degli esseri umani. Il
movimento segue l’imprevedibile danza delle vite riunite, rianimando il nostro bisogno di essere
insieme in un rituale sacro di coabitazione sensoriale. Il corpo fluisce e, attraverso l'emissione
vocale viscerale, ancestrale, giunge fino allo stato di trance (9,10/6, nell'ambito di Secret Florence)
Il britannico John Parish, musicista, cantautore, compositore e produttore tra i più importanti al
mondo (ha legato la sua attività in particolare alla cantante e musicista Pj Harvey), presenta a
Firenze uno dei suoi lavori più affascinanti, Screenplay, un viaggio tra le immagini del cinema
impreziosito da un concerto live che va oltre la semplice sonorizzazione del visivo, ma anzi
ispirandosi a esso ne rilancia emozioni e stimoli, senza esserne limitato (6/5, Stazione Leopolda).
La cantante bosniaca Natasa Mirkovic - famosa per la sua colonna sonora del film Nella terra del
sangue e del miele di Angelina Jolie e per la registrazione della Winterreise di Schubert - è sul
palco insieme al grande musicista francese Michel Godard al serpentone, al fisarmonicista
Luciano Biondini e al maestro delle percussioni Jarrod Cagwin, in una produzione originale per
Fabbrica Europa che indaga la relazione tra antico e moderno: musiche italiane e balcaniche del
XVI-XVII secolo dialogano con improvvisazioni e composizioni originali (9/5, Stazione Leopolda).
Il gruppo ucraino DhakaBrakha parte dalle proprie origini per proporre un mix di generi che si
arricchisce di ingredienti che dall'elettronica arrivano fino all'hip hop. Droni e battiti, perline cremisi
e torreggianti cappelli neri, fanno da sfondo per una rivisitazione stravagante e trascinante della
musica roots Est-Europea: nuovi mondi sonori attinti dal repertorio tradizionale e reinventati con
risonanze contemporanee. Con un piede nella scena del teatro urbano d’avanguardia e un piede
nella vita del villaggio, i DakhaBrakha mostrano tutta la furia e la sensualità di quella parte più
spettacolare di folklore dell’Europa orientale (12/5, Stazione Leopolda).
Dal Brasile arriva Tulipa Ruiz, artista dal variopinto background musicale che aveva già
conquistato il pubblico italiano nel 2010 con Efêmera, il disco d’esordio. A consolidare
definitivamente una carriera promettente, è arrivato il disco più intimistico Tudo Tanto (2012) e il
danzante Dancê (2015), con i quali Ruiz entra a pieno titolo nell’olimpo della musica brasiliana e
tra i nomi più apprezzati anche in Italia, oltre che in Europa (13/5, Stazione Leopolda).
Lo statunitense Mark Guiliana - tra i migliori e più versatili batteristi al mondo, compositore e
produttore discografico capace di spaziare tra jazz, rock, funk, pop, musica elettronica e
sperimentale - è sul palco con il suo coinvolgente Jazz Quartet (4/5, Stazione Leopolda, in
collaborazione con Music Pool/Network sonoro).
Otomo Yoshihide (chitarra elettrica e giradischi), tra i massimi esponenti della sperimentazione
giapponese (ha collaborato con John Zorn, Elliott Sharp e molti altri) insieme a Chris Pitsiokos
(sassofono) in un concerto in coproduzione con Tempo Reale (30/5, Limonaia di Villa Strozzi).
Il tunisino Radhouane El Meddeb in À mon père, une dernière danse et un premier baiser crea,
attraverso un racconto intimo ed emozionante, un dialogo immaginario con suo padre, scomparso
senza il tempo di un addio. In piedi, di spalle al pubblico, El Meddeb utilizza la potenza evocativa
della musica, le Variazioni Goldberg di Bach, per portare avanti la sua profonda confessione.
Nell’ambito de La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, realizzata su
iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e del Ministère de
la Culture et de la Communication (10/5, Stazione Leopolda).
Boucle è la prima creazione del franco-vietnamita Xuan Le, straordinario performer che passa con
disinvoltura dal pattinaggio a rotelle alla danza contemporanea. Muovendosi sui roller, Xuan ci
accompagna in un mondo onirico dove luce e suono partecipano al racconto della relazione che
ognuno di noi ha con il movimento, inteso come mezzo che porta alla luce i nostri stati d'animo. In
scena una sfera luminosa cambia d'intensità, indicando lo scorrere del tempo e il mutare di
emozioni e sensazioni. Questo Solo esprime un universo coreografico intenso e suggestivo e
racconta una sorta di viaggio iniziatico ed emozionale (12/5, Stazione Leopolda).
Con Pode Ser la giovane coreografa francese Leila Ka, partendo da una sintassi hip-hop e
attraversando diversi linguaggi coreografici, porta in scena un racconto intenso alla ricerca delle
composite identità che costituiscono la persona. Sulla musica di Schubert, a tratti interrotta dal
silenzio e da musica elettronica, si svelano attraverso differenti stati del corpo, le diverse identità:
posture, atteggiamenti, comportamenti sono messi in moto grazie a una gestualità particolare
capace di creare una danza dalle molteplici dinamiche espressive (12/5, Stazione Leopolda).
PROGETTI SITE SPECIFIC E INTERDISCIPLINARI
Prende vita sotto il segno dell'happening la serata con le Chicks on Speed, pioniere del
superamento dei generi, combinano moda, musica, tecnologia e performance. Musicalmente sono
state precorritrici dell’elettroclash, l’effervescente scena dance che mescolava new wave, elettro-
party, acid house, italo-disco secondo un’estetica fortemente camp, esplosa a inizio millennio.
A seguire, Silvia Calderoni, icona della scena performativa contemporanea e attrice simbolo dei
Motus, è protagonista di I’m not a d-jay, un live set in cui il corpo dell’artista e la musica si fondono
in un’unica esplosione di energia (4/5, Stazione Leopolda).
Performance per segreterie telefoniche, progetto live e istallativo di Enrico Gabrielli, è un archivio
sonoro di messaggi vocali contenuti in 50 segreterie telefoniche in disuso attivate da un gruppo di
otto ragazzi selezionati tra gli studenti di un Liceo Musicale. Enece Film filmerà la performance che
dal giorno successivo diventerà un'installazione audovisiva (6>13/5, Stazione Leopolda).
Quiet Ensemble, duo italiano, attraverso le nuove tecnologie esplora le possibilità estetiche e
concettuali derivanti dalle tecniche dell'interattività. Sul palco prendono vita un concerto sinfonico e
un balletto meccanico di fari motorizzati. In un crescendo dinamico e ritmico coinvolgente, squarci
di luce e sonorità inaspettate restituiscono la Back Symphony (10>12/5, Stazione Leopolda).
Fragiles Abstractions è una performance/installazione in cui Carole Rieussec e Antonella
Bussanich indagano il percorso tra realtà e astrazione per rendere visibile il processo di
fabbricazione delle immagini o dei suoni (10>13/5, Stazione Leopolda).
Jessica Moss - nota come violinista, backing vocalist e co-autrice in band di culto quali Thee
Silver Mt. Zion Memorial Orchestra e Black Ox Orkestar, e per le sue collaborazioni con Carla
Bozulich Evangelista e il compianto Vic Chesnutt - è in concerto con due tra i più stimati ricercatori
del suono, Massimo Pupillo degli ZU e collaboratore dei Dewey Dell, e il chitarrista Stefano Pilia,
collaboratore di Afterhours, Massimo Volume, Rokia Traoré (7/5, Stazione Leopolda).
Gabriele Mitelli, 'Nuovo talento Italiano' al Top Jazz 2017, e lo statunitense Rob Mazurek insieme
per una produzione originale di Fabbrica Europa: due trombettisti con stili e linguaggi riconoscibili,
tra i musicisti più interessanti della scena jazz e sperimentale, per un incontro tra generazioni su
un territorio che confina col free-jazz e con una ritualità contemporanea (10/5, Stazione Leopolda).
Il regista Takahiro Fujita, uno dei più giovani esponenti della “zero generation” giapponese, una
nuova generazione di registi e drammaturghi venuta alla ribalta dopo il 2000 e influenzata dalle
ricerche del maestro Oriza Hirata, torna a Firenze per una nuova tappa del progetto con la sua
compagnia Mum&Gypsy e alcuni performer italiani (25>27/5, PARC ex Scuderie Granducali).
PROTAGONISTI DELLA SCENA NAZIONALE
Erodiade. Fame di vento 1993/2017, pièce del ‘93 di Julie Ann Anzilotti ispirata al poema
incompiuto del simbolista Stéphane Mallarmé, è stata ricostruita nell'ambito del progetto “RIC.CI-
Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/‘90” ideato e diretto da Marinella
Guatterini. Una danza espressionista, la voce fuori campo di Gabriella Bartolomei, la scenografia
dell’artista Alighiero e Boetti, creano un quadro suggestivo, metafisico, un tempio delle
metamorfosi. Co-realizzato con Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (10,11/5 Teatro Goldoni).
Fondazione Teatro della Toscana presenta Quasi una vita. Scene dal Chissàdove per la regia di
Roberto Bacci: “La domanda che ci portiamo dentro e nello spettacolo è quella che riguarda
l’attraversare l’ultima porta che ci resta nascosta oltre la quale ci attende un incerto viaggio nel
chissàdove. È quasi una vita quella che ci è data e, mentre la viviamo, così occupati a rincorrere
ciò che resta da essere e da fare, il Teatro può interrogarci sul futuro di ciò che siamo stati
(11>13/5, Teatro Studio Scandicci).
Federica Santoro e Luca Tilli portano in scena L’ANITRASELVATICA, liberamente ispirato
all’opera di Henrik Ibsen. L’anitra selvatica, testo in 5 atti di Ibsen, è opera bizzarra e profonda,
respingente e ironica. Il confronto tra ciò che eravamo e quello che stiamo per essere è molto
crudele e pauroso, se si cade, poi, nel non essere (18,19/5, PARC ex Scuderie Granducali).
Invisible pièce di e con Cristina Kristal Rizzo prende avvio da una personale traduzione de La
Morte del Cigno di Anna Pavlova del 1924. La coreografia, nel suo ricostituire dal vivo la relazione
primaria tra immagine assente e movimento presente, raccoglie e amplifica il gesto coreografico
coinvolgendo in un gioco di doppi sfalsati lo sguardo del pubblico (9/5, Stazione Leopolda).
Arcaico, coreografia di Davide Bombana: in uno spazio vuoto, se non fosse per la presenza di un
pianoforte con altri strumenti percussivi adagiati al suolo, e in un tempo percepito fin da subito
come denso, i danzatori del Balletto di Roma incontrano l’energica musica di Katia Pesti e
l’affascinante voce del cantante africano Gabin Dabiré (prima nazionale, 8/5, Stazione Leopolda).
Interrogai me stesso, coreografia di Simona Bucci e interpretazione di Hal Yamanouchi. Quanto
la ripetizione delle pratiche del vivere può diventare importante esercizio per porsi domande, per
divenire? È possibile vivere la ripetizione come un accadimento nuovo, modificato e modificabile
nella sua percezione? (prima nazionale,11/5, Stazione Leopolda).
Di Giardino Chiuso è Inverno, coreografia di Patrizia de Bari, prima tappa di una riflessione sulle
stagioni della natura e della vita. La musica originale di Julia Kent dà corpo, con la sua struttura
ciclica, al trascorrere di un tempo che ritorna, come le stagioni (11/5, Stazione Leopolda).
Mash è il lavoro di e con Annamaria Ajmone e Marcela Santander. Partendo dai principi del
mashup musicale, la performance applica lo stesso processo in ambito coreografico per creare
una nuova dimensione relazionale ibrida, dinamica, in cui nessuna delle due parti si cancella, anzi
gli scambi sono continui. Nasce così una interforma composta da una commistione di linguaggi dei
quali ciascuna delle due coreografe si fa portatrice (12/5, Stazione Leopolda).
Present Continuous di Salvo Lombardo indaga il rapporto tra memoria, percezione e movimento
nell’osservazione del reale. Il pretesto cinetico della performance si basa sulla memoria condivisa
di una stessa esperienza, ovvero una serata in un music club, durante la quale i performer hanno
osservato e incamerato un sistema di posture, atti motori e modalità relazionali delle persone
presenti. In collaborazione con Versiliadanza (24/5, Teatro Cantiere Florida).
Il progetto internazionale Artina & Onno. Lost in creation delle coreografe Martina Francone
(Italia) e Anna Till (Germania) con il musicista Dalibor Kocian (Slovacchia), trae ispirazione dalla
comicità di Laurel & Hardy, Buster Keaton e dalle danze grottesche anni ’20 del tedesco Valeska
Gert, per giungere a un esito performativo del tutto originale (5,6/5, PARC ex Scuderie Granducali)
Smash your mask, progetto coreografico di Elisa Capecchi e Sara Campinoti, nasce dalla
volontà di indagare il concetto di individualità, inteso come complesso di caratteristiche che
formano il singolo: un individuo è così e in nessun altro modo (9/5, Stazione Leopolda).
In Soggetto Senza Titolo Olimpia Fortuni espone il corpo a una metamorfosi continua che si
evolve e si trasforma, né forma né nome a limitarlo. Come una macchia d’inchiostro la materia si
espande senza un contenitore alla ricerca di verità (8/5, Stazione Leopolda).
PLATFORM A35
Platform A35 è un progetto che si articola dal 29 maggio al 2 giugno nel nuovo spazio di Fabbrica
Europa, PARC Ex Scuderie Granducali alle Cascine, un luogo con una forte carica non
convenzionale per tipologia architettonica e vie di comunicazione tra i vari ambienti che lo
compongono. Un percorso come in una galleria d’arte fatto di performance e installazioni con soste
negli spazi che la struttura ottocentesca della palazzina ha suggerito agli stessi artisti.
L’idea è stata quella di ricercare nel territorio nazionale e non solo, giovani coreografi che avessero
avviato una loro ricerca coreografica per poterci mostrare i nuovi processi creativi e la società in
mutamento che in essi necessariamente si rispecchia.
Coreografi, ma anche artisti visivi, ognuno con un processo formativo particolare, ricco di
esperienze all’estero, di incontri, e con una costruzione culturale fatta di frammenti creativi che
sanno mescolare culture, luoghi, spazi virtuali, riflessioni, stimoli, informazioni e immagini.
Si intreccia all’interno di Paltform A35 la presenza di giovani coreografi provenienti dall’area Medio
Orientale afferenti al progetto Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers: Sina
Saberi (Iran), Shira Eviatar / Evyatar Said (Israele / Yemen), Bassam Abu Diab / Jacopo Jenna
(Libano / Italia).
Paltform A35, una 5 giorni che accoglie e presenta la ricerca performativa di una generazione di
giovani autori capace di sempre nuove sfide creative:
29 maggio: Shira Eviatar/Evyatar Said Eviatar/Said; Francesco Colaleo/Maxime Freitas Re-garde;
Agnese Lanza /In-ti- mo/; Isabella Giustina Mutamenti
30 maggio: Shira Eviatar/Evyatar Said Eviatar/Said; Francesca Lombardo Borderlight; Alice Nardi The
surrounder; Greta Francolini Ritornello; Danila Gambettola Room 00#1; Lucrezia Gabrieli Millimetro cubo
31 maggio: Francesca Lombardo Borderlight; Lucrezia Gabrieli Millimetro cubo; Danila Gambettola
Room 00#1; Davide Valrosso Studio anatomico della memoria; Alice Nardi The surrounder; Agnese
Lanza /In-ti- mo/
1 giugno: Sina Saberi Prelude to persian mysteries ; Sara Sguotti/Nicola Cisternino Tutt-uno; Beatrice
Bresolin Io e l’oro; Pietro Pireddu/Mosè Risaliti Murphy; Greta Francolini Ritornello; Isabella Giustina
Mutamenti; Monica Gentile/Marcela Giesche Fire of unknown origin
2 giugno: Monica Gentile/Marcela Giesche Fire of unknown origin; Sara Catellani Effetto cocktail party;
Beatrice Bresolin Io e l’oro; Sara Sguotti/Nicola Cisternino Tutt-uno; Davide Valrosso Studio anatomico
della memoria; Sina Saberi Damnoosh
W-PARC workshop per danzatori e performer è un progetto che ha l’obiettivo di sviluppare
processi formativi, momenti di incontro e scambio di pratiche creative grazie a una ricca proposta
di giovani coreografi e maestri, nazionali e internazionali. Al termine di alcuni percorsi è prevista
un’apertura al pubblico. Gli spazi delle Ex Scuderie Granducali alle Cascine e de Le Murate.
Progetti Arte Contemporanea che accoglieranno gli workshop sono luoghi adatti al mutamento e
alla metamorfosi e quindi all’espressione contemporanea, alle nuove visioni e al nuovo sentire
interpretativo (http://fabbricaeuropa.net/w-parc/).
PROGRAMMA COMPLETO SU: www.fabbricaeuropa.net
I LUOGHI DEL FESTIVAL: STAZIONE LEOPOLDA viale Fratelli Rosselli 5 / PARC ex SCUDERIE GRANDUCALI
piazzale delle Cascine 7 / TEATRO DELLA PERGOLA, via della Pergola 12 / TEATRO GOLDONI via S. Maria 15 /
TEATRO CANTIERE FLORIDA via Pisana 111r / LIMONAIA DI VILLA STROZZI via Pisana 77
Biglietti 5 € > 25 € - Fabbricard: 5 spettacoli a scelta 35 € / 10 spettacoli a scelta 50 €
Prevendite Circuito Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it
04
maggio 2018
FABBRICA EUROPA XXV edizione
Dal 04 al 10 maggio 2018
arte contemporanea
Location
STAZIONE LEOPOLDA
Firenze, Viale Fratelli Rosselli, 5, (Firenze)
Firenze, Viale Fratelli Rosselli, 5, (Firenze)
Sito web
www.fabbricaeuropa.net