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Ian Tweedy – My Wall
Il pittore americano Ian Tweedy (Hann 1982) torna finalmente a Roma, dopo diversi anni di assenza, con un prezioso nucleo di opere inedite appositamente realizzate per la mostra personale dal titolo My Wall.
Comunicato stampa
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Il pittore americano Ian Tweedy (Hann 1982) torna finalmente a Roma, dopo diversi anni di assenza, con un prezioso nucleo di opere inedite appositamente realizzate per la mostra personale dal titolo My Wall.
La varietà di tecniche che hanno caratterizzato la produzione giovanile dell’artista, con lavori che delineavano un percorso tra diversi media, dal graffito alla scultura, dalla fotografia al disegno, lascia ora spazio ad uno scarto ulteriore nella sua ricerca, con la concezione di una mostra di pura pittura. Anche nella scelta dei temi, c’è un ulteriore passaggio di testimone: la commistione tra il semplice reportage di fatti storici e la sua personale interpretazione, lascia il passo ad un nuova modalità di raccontare e rappresentare i fatti, il tempo e lo spazio.
L’aspirazione di Ian Tweedy alla costruzione di una nuova mitologia legata alla storia europea e americana, il concetto di appropriazione -ma anche di trascrizione della storia passata e recente- si incontrano ora con una visione più ampia della realtà e della propria esperienza di vita, generando un salto dell’immaginazione che ci parla con un linguaggio nuovo.
Il costante e intenso lavoro di raccolta e archiviazione di immagini resta un punto centrale nella ricerca Tweedy, ma a questo si aggiunge la costruzione di una biografia più intima, di un’ identità più definita, di un racconto stratificato che si presta a diverse letture. E’ la costruzione di un nuovo dialogo quello che l’artista instaura con il medium della pittura, con il processo di composizione dell’immagine e con i soggetti della rappresentazione. Ad esempio, il paesaggio urbano protagonista dei lavori precedenti viene oggi quasi completamente sostituito da quello naturale.
La natura, colta nel suo processo rigenerante, si configura nelle recenti opere pittoriche di Tweedy, come un elemento costante nel suo divenire attraverso le stagioni e nella sua relazione con l’uomo: esso viene da lei rapito, catturato e ritratto quasi sempre di spalle nell’atto di immergersi nello sfondo del dipinto, come se ci fosse una ulteriore profondità, una terza dimensione da esplorare.
L’artista si misura con la tela come se si cimentasse in una rappresentazione teatrale, portando gradualmente sulla scena gli elementi che vanno a comporre il senso della narrazione e della rappresentazione. Dallo sfondo affiorano elementi che rivelano solo alla fine il vero intento della composizione finale. Protagonista è la luce, dinamica e diffusa che avvolge i soggetti ritratti e il colore che si sparge a macchia, fuoriuscendo dai contorni dal disegno.
Indagando a fondo la relazione personale che ha sviluppato nel corso degli anni con la pittura figurativa ma ancor di più con la sua personale concezione di astrattismo, con My Wall, Tweedy effettua una intensa ricognizione della sua storia di pittore, gettando le basi per le infinite possibilità future.
Fino al 16 giugno
La varietà di tecniche che hanno caratterizzato la produzione giovanile dell’artista, con lavori che delineavano un percorso tra diversi media, dal graffito alla scultura, dalla fotografia al disegno, lascia ora spazio ad uno scarto ulteriore nella sua ricerca, con la concezione di una mostra di pura pittura. Anche nella scelta dei temi, c’è un ulteriore passaggio di testimone: la commistione tra il semplice reportage di fatti storici e la sua personale interpretazione, lascia il passo ad un nuova modalità di raccontare e rappresentare i fatti, il tempo e lo spazio.
L’aspirazione di Ian Tweedy alla costruzione di una nuova mitologia legata alla storia europea e americana, il concetto di appropriazione -ma anche di trascrizione della storia passata e recente- si incontrano ora con una visione più ampia della realtà e della propria esperienza di vita, generando un salto dell’immaginazione che ci parla con un linguaggio nuovo.
Il costante e intenso lavoro di raccolta e archiviazione di immagini resta un punto centrale nella ricerca Tweedy, ma a questo si aggiunge la costruzione di una biografia più intima, di un’ identità più definita, di un racconto stratificato che si presta a diverse letture. E’ la costruzione di un nuovo dialogo quello che l’artista instaura con il medium della pittura, con il processo di composizione dell’immagine e con i soggetti della rappresentazione. Ad esempio, il paesaggio urbano protagonista dei lavori precedenti viene oggi quasi completamente sostituito da quello naturale.
La natura, colta nel suo processo rigenerante, si configura nelle recenti opere pittoriche di Tweedy, come un elemento costante nel suo divenire attraverso le stagioni e nella sua relazione con l’uomo: esso viene da lei rapito, catturato e ritratto quasi sempre di spalle nell’atto di immergersi nello sfondo del dipinto, come se ci fosse una ulteriore profondità, una terza dimensione da esplorare.
L’artista si misura con la tela come se si cimentasse in una rappresentazione teatrale, portando gradualmente sulla scena gli elementi che vanno a comporre il senso della narrazione e della rappresentazione. Dallo sfondo affiorano elementi che rivelano solo alla fine il vero intento della composizione finale. Protagonista è la luce, dinamica e diffusa che avvolge i soggetti ritratti e il colore che si sparge a macchia, fuoriuscendo dai contorni dal disegno.
Indagando a fondo la relazione personale che ha sviluppato nel corso degli anni con la pittura figurativa ma ancor di più con la sua personale concezione di astrattismo, con My Wall, Tweedy effettua una intensa ricognizione della sua storia di pittore, gettando le basi per le infinite possibilità future.
Fino al 16 giugno
19
aprile 2018
Ian Tweedy – My Wall
Dal 19 aprile al 16 giugno 2018
arte contemporanea
Location
MONITOR
Roma, Via Sforza Cesarini, 43a-44 , (Roma)
Roma, Via Sforza Cesarini, 43a-44 , (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 13-19
Vernissage
19 Aprile 2018, ore 19-21
Autore