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Photosensibile
Massimo Minini, collezionista e artista, espone preziose sculture, da Adolfo Wildt a Vanessa Beecroft, selezionate dalla sua personale collezione e accostate alle immagini scattate da lui stesso: la fotografia diventa strumento di ricerca e analisi della scultura.
Comunicato stampa
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PHOTOSENSIBILE è l’invito dello Studio Museo Francesco Messina a esplorare attraverso le immagini fotografiche il lato nascosto della scultura, guidati dalla sensibilità dell’artista e collezionista Massimo Minini.
Massimo Minini, collezionista e autore, espone nello spazio dello Studio Museo Francesco Messina preziose sculture, da Adolfo Wildt a Vanessa Beecroft, selezionate dalla sua collezione personale e accostate alle immagini scattate da Minini stesso alle sue opere.
Il gallerista di fama internazionale si fa artista, la sensibilità che emerge dai suoi scatti è la stessa che lo ha guidato nella scelta di artisti nazionali e internazionali e qui si manifesta come impulso al fare.
Fotografare è porre l’attenzione sulla realtà, scegliere una visione capace di rivelare nuovi dettagli. Lo spazio, l’oggetto, la scultura diventano racconto, un percorso narrativo. È quindi il diverso punto di vista offerto dall’immagine fotografica a diventare spunto per una riflessione sulla scultura. PHOTOSENSIBILE è l’appuntamento che lo Studio Museo Francesco Messina dedica alla fotografia come strumento di ricerca e analisi della scultura, un impegno che si ripete ogni anno per la collana Il lato della scultura.
La ricerca fotografica di Massimo Minini attorno alla scultura La Martire di Adolfo Wildt è un esemplare processo di disvelamento. E il percorso espositivo riserva altre sorprese, ponendo in dialogo con le sculture di Francesco Messina, opere di Ghada Amer, Letizia Cariello, Hans Peter Feldmann, Paolo Icaro, Bertrand Lavier, Giacomo Manzù, Mathieu Mercier, Ariel Schlesinger, Vittorio Tavernari e Armando Andrade Tudela.
Massimo Minini è “un guastatore di provincia che interviene sovente sulla scena milanese”, come lui stesso si definisce.
Si forma studiando Legge in Statale dal ‘64 al ‘68. Poi inciampa, appunto, nel ‘68. Si mette a lavorare a Brescia e in Europa, poi torna a Milano, piantando in asso un lavoro sicuro ma noioso, inizia a lavorare a Flash Art (1971-73). Interrotta la collaborazione torna a Brescia dove apre la sua galleria.
Milano ovviamente sarà sempre centrale nei suoi interessi, tanto che, parallelamente alla galleria bresciana, aprirà uno spazio nella città meneghina, prima con amici collezionisti (1980-1984), poi rilevando per un paio d’anni con Luciano Pistoi la mitica Galleria dell'Ariete di Beatrice Monti della Corte Von Rezzori.
Tornato a concentrarsi unicamente sulla galleria di Brescia, Milano non rimane estranea alla sua carriera, tanto è vero che dopo quarant’anni di attività (2013) la Triennale gli dedica una mostra, concedendo il suo spazio come non aveva mai fatto per nessun gallerista. I musei cittadini lo accolgono: allo Studio Museo Francesco Messina, due anni fa, una rara mostra di fotografie originali d’epoca di Vantongerloo (de Stijl) ed oggi di nuovo nello stesso spazio appare il Minini collezionista e autore.
Insomma il rapporto continua, lo sentiamo sovente parlare in convegni, come poco tempo fa a Palazzo Reale, dove ha inchiodato la platea con le sue captatio benevolentiae.
Più passa il tempo più Minini diventa un istrione. A Brescia è diventato addirittura Presidente della Fondazione che regge i musei cittadini e da poco è stata inaugurata la gloriosa Pinacoteca (Tosio Martinengo), rimasta chiusa per anni.
E non ha intenzione di andare in pensione e lasciarci un po’ tranquilli.
Massimo Minini, collezionista e autore, espone nello spazio dello Studio Museo Francesco Messina preziose sculture, da Adolfo Wildt a Vanessa Beecroft, selezionate dalla sua collezione personale e accostate alle immagini scattate da Minini stesso alle sue opere.
Il gallerista di fama internazionale si fa artista, la sensibilità che emerge dai suoi scatti è la stessa che lo ha guidato nella scelta di artisti nazionali e internazionali e qui si manifesta come impulso al fare.
Fotografare è porre l’attenzione sulla realtà, scegliere una visione capace di rivelare nuovi dettagli. Lo spazio, l’oggetto, la scultura diventano racconto, un percorso narrativo. È quindi il diverso punto di vista offerto dall’immagine fotografica a diventare spunto per una riflessione sulla scultura. PHOTOSENSIBILE è l’appuntamento che lo Studio Museo Francesco Messina dedica alla fotografia come strumento di ricerca e analisi della scultura, un impegno che si ripete ogni anno per la collana Il lato della scultura.
La ricerca fotografica di Massimo Minini attorno alla scultura La Martire di Adolfo Wildt è un esemplare processo di disvelamento. E il percorso espositivo riserva altre sorprese, ponendo in dialogo con le sculture di Francesco Messina, opere di Ghada Amer, Letizia Cariello, Hans Peter Feldmann, Paolo Icaro, Bertrand Lavier, Giacomo Manzù, Mathieu Mercier, Ariel Schlesinger, Vittorio Tavernari e Armando Andrade Tudela.
Massimo Minini è “un guastatore di provincia che interviene sovente sulla scena milanese”, come lui stesso si definisce.
Si forma studiando Legge in Statale dal ‘64 al ‘68. Poi inciampa, appunto, nel ‘68. Si mette a lavorare a Brescia e in Europa, poi torna a Milano, piantando in asso un lavoro sicuro ma noioso, inizia a lavorare a Flash Art (1971-73). Interrotta la collaborazione torna a Brescia dove apre la sua galleria.
Milano ovviamente sarà sempre centrale nei suoi interessi, tanto che, parallelamente alla galleria bresciana, aprirà uno spazio nella città meneghina, prima con amici collezionisti (1980-1984), poi rilevando per un paio d’anni con Luciano Pistoi la mitica Galleria dell'Ariete di Beatrice Monti della Corte Von Rezzori.
Tornato a concentrarsi unicamente sulla galleria di Brescia, Milano non rimane estranea alla sua carriera, tanto è vero che dopo quarant’anni di attività (2013) la Triennale gli dedica una mostra, concedendo il suo spazio come non aveva mai fatto per nessun gallerista. I musei cittadini lo accolgono: allo Studio Museo Francesco Messina, due anni fa, una rara mostra di fotografie originali d’epoca di Vantongerloo (de Stijl) ed oggi di nuovo nello stesso spazio appare il Minini collezionista e autore.
Insomma il rapporto continua, lo sentiamo sovente parlare in convegni, come poco tempo fa a Palazzo Reale, dove ha inchiodato la platea con le sue captatio benevolentiae.
Più passa il tempo più Minini diventa un istrione. A Brescia è diventato addirittura Presidente della Fondazione che regge i musei cittadini e da poco è stata inaugurata la gloriosa Pinacoteca (Tosio Martinengo), rimasta chiusa per anni.
E non ha intenzione di andare in pensione e lasciarci un po’ tranquilli.
10
aprile 2018
Photosensibile
Dal 10 aprile al 13 maggio 2018
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
STUDIO MUSEO FRANCESCO MESSINA
Milano, Via San Sisto, 4A, (Milano)
Milano, Via San Sisto, 4A, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10 - 18
Vernissage
10 Aprile 2018, ore 17.00
Autore
Curatore