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Giuseppe Gabellone
Quartz Studio presenta un progetto di Giuseppe Gabellone (Brindisi, 1973). Per lo spazio di Quartz l’artista ha immaginato una struttura in metallo che, opponendosi fisicamente alle pareti dello spazio, assume caratteri antropomorfi.
Comunicato stampa
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Giovedì 19 aprile 2018 alle ore 18.00 Quartz Studio ha il piacere di presentare un progetto di Giuseppe Gabellone (Brindisi, 1973), in concomitanza con la personale dell’artista presso la galleria Zero... a Milano (5 aprile - 5 maggio 2018). La mostra di Giuseppe Gabellone è la seconda in programma da Quartz Studio nel 2018, organizzata grazie al sostegno della Fondazione Sardi per l’Arte. Per lo spazio di Quartz Giuseppe Gabellone ha immaginato una struttura in metallo che, opponendosi fisicamente alle pareti dello spazio, assume caratteri antropomorfi. Volevo che la scultura si estendesse il più possibile nello spazio – racconta Gabellone. Come se qualcuno aprisse le braccia più che può per impedire agli altri di avvicinarsi o di entrare. La scultura è lunga quattro metri per un metro e settanta circa. Ci sono quaranta lampade e questa sarà l'unica illuminazione dello spazio. Il risultato visivo sono delle diagonali luminose che si stagliano nell'ambiente. La lampada è sostenuta da un treppiede in metallo con giunti snodabili. Il treppiede si può aprire e chiudere e la lampada si può inclinare. La struttura in metallo progettata da Gabellone per Quartz, con le sue braccia di luce artificiale, da un lato sembra voler dilatare lo spazio, dall’altro sfidare la luce naturale che proviene dall’esterno. Un’installazione dicotomica sia per la modalità anfibia di occupare lo spazio, al tempo stesso prepotente e fragile, che per l’aspetto industriale e poetico insieme.
Giuseppe Gabellone è uno scultore con saldi riferimenti nella storia dell’arte plastica del Novecento, da Umberto Boccioni a Costantin Brancusi, da Arturo Martini ad Henry Moore. Tuttavia, partendo dall’obiettivo che si pone ogni scultore dai kouroi dell’età arcaica in poi, ossia la resa plastica di un corpo nello spazio, il modo di concepire l’opera da parte di Gabellone, negli anni si é sviluppato in quella “scultura nel campo allargato” di cui parla Rosalind Krauss nel suo famoso saggio . Gabellone ha esteso il modo tradizionale del fare scultura ricorrendo a tecniche ‘altre’ come la fotografia, il rilievo, l’installazione. Nell’opera di Gabellone la scultura é un modo di conoscere ed esplorare lo spazio, investigare la sua natura sfidandone le proprietà. Il rapporto tra pieno e vuoto, scultura e display, cosi’ come il punto di vista dello spettatore sull’opera, sono costantemente ribaltati e messi in discussione. Già presente in altri progetti realizzati in precedenza da Gabellone, la luce, complice la particolare natura chiusa/aperta dello spazio, acquisisce qui un peso specifico, diventando espressione dell’energia biologica della materia metallica, trait d’union tra il dentro e il fuori. Elemento di attrazione visiva per chi osserva l’opera dall’esterno ed energia in atto per chi entra nello spazio d’azione dell’opera, all’interno.
Nel progetto per Quartz Studio Giuseppe Gabellone sembra essere tornato al grado zero della scultura. L’artista ha infatti completamente eliminato la componente pittorica e materica del fare scultura presente in lavori precedenti, a favore di un minimalismo morfologico poeticamente umanizzato dalla luce.
Giuseppe Gabellone (Brindisi, 1973) vive e lavora a Parigi. Tra le mostre personali: Fondazione Memmo (2017), GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo (2013), Domaine de Kerguéhennec, Bignan (2008), Museum of Contemporary Art, Chicago (2002) e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2000). Tra le mostre collettive: Kunstmuseum Liechtenstein (2009); Centre Pompidou, Paris (2001); Museu Serralves, Porto (2001); S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Aktuele Kunst, Ghent (2000); Bonnefanten Museum, Maastricht (1996); Museo d’Arte Contemporanea - Castello di Rivoli (2000); Galleria d’Arte Moderna, Bologna (1995). Ha inoltre esposto in occasione di numerose rassegne internazionali tra cui; Biennale di Venezia (1997 e 2003); Biennale di Lione (2003); Documenta Kassel (2002); Biennale di Sydney (1998); Biennale di Santa Fe (1997). Giuseppe Gabellone è rappresentato da greengrassi, Londra e Zero…, Milano.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno della Fondazione Sardi per l’Arte. Quartz Studio e la Fondazione Sardi per l’Arte ringraziano l’artista.
Giuseppe Gabellone è uno scultore con saldi riferimenti nella storia dell’arte plastica del Novecento, da Umberto Boccioni a Costantin Brancusi, da Arturo Martini ad Henry Moore. Tuttavia, partendo dall’obiettivo che si pone ogni scultore dai kouroi dell’età arcaica in poi, ossia la resa plastica di un corpo nello spazio, il modo di concepire l’opera da parte di Gabellone, negli anni si é sviluppato in quella “scultura nel campo allargato” di cui parla Rosalind Krauss nel suo famoso saggio . Gabellone ha esteso il modo tradizionale del fare scultura ricorrendo a tecniche ‘altre’ come la fotografia, il rilievo, l’installazione. Nell’opera di Gabellone la scultura é un modo di conoscere ed esplorare lo spazio, investigare la sua natura sfidandone le proprietà. Il rapporto tra pieno e vuoto, scultura e display, cosi’ come il punto di vista dello spettatore sull’opera, sono costantemente ribaltati e messi in discussione. Già presente in altri progetti realizzati in precedenza da Gabellone, la luce, complice la particolare natura chiusa/aperta dello spazio, acquisisce qui un peso specifico, diventando espressione dell’energia biologica della materia metallica, trait d’union tra il dentro e il fuori. Elemento di attrazione visiva per chi osserva l’opera dall’esterno ed energia in atto per chi entra nello spazio d’azione dell’opera, all’interno.
Nel progetto per Quartz Studio Giuseppe Gabellone sembra essere tornato al grado zero della scultura. L’artista ha infatti completamente eliminato la componente pittorica e materica del fare scultura presente in lavori precedenti, a favore di un minimalismo morfologico poeticamente umanizzato dalla luce.
Giuseppe Gabellone (Brindisi, 1973) vive e lavora a Parigi. Tra le mostre personali: Fondazione Memmo (2017), GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo (2013), Domaine de Kerguéhennec, Bignan (2008), Museum of Contemporary Art, Chicago (2002) e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2000). Tra le mostre collettive: Kunstmuseum Liechtenstein (2009); Centre Pompidou, Paris (2001); Museu Serralves, Porto (2001); S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Aktuele Kunst, Ghent (2000); Bonnefanten Museum, Maastricht (1996); Museo d’Arte Contemporanea - Castello di Rivoli (2000); Galleria d’Arte Moderna, Bologna (1995). Ha inoltre esposto in occasione di numerose rassegne internazionali tra cui; Biennale di Venezia (1997 e 2003); Biennale di Lione (2003); Documenta Kassel (2002); Biennale di Sydney (1998); Biennale di Santa Fe (1997). Giuseppe Gabellone è rappresentato da greengrassi, Londra e Zero…, Milano.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno della Fondazione Sardi per l’Arte. Quartz Studio e la Fondazione Sardi per l’Arte ringraziano l’artista.
19
aprile 2018
Giuseppe Gabellone
Dal 19 aprile al 30 giugno 2018
arte contemporanea
Location
QUARTZ STUDIO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 18d, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 18d, (Torino)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
19 Aprile 2018, ore 18.30
Autore
Curatore