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Jason Dodge
La Galleria Franco Noero presenta la terza mostra personale di Jason Dodge a Torino. Per questa
occasione, l’artista ha realizzato una serie di nuove sculture nello spazio di via Mottalciata e un’installazione
specificamente pensata per la sede della galleria in Piazza Carignano, occupandone l’intera infilata di
stanze.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Franco Noero presenta la terza mostra personale di Jason Dodge a Torino. Per questa
occasione, l’artista ha realizzato una serie di nuove sculture nello spazio di via Mottalciata e un’installazione
specificamente pensata per la sede della galleria in Piazza Carignano, occupandone l’intera infilata di
stanze.
Negli ultimi vent’anni Jason Dodge ha realizzato mostre e opere scultoree che parlano di assenza, distanza,
percezione tattile e visiva. Il suo lavoro è spesso paragonato alla poesia e, come molta poesia, richiede al
lettore o allo spettatore di essere presente e di guardare dentro se stesso come veicolo di significati.
Leggendo una poesia o una scultura, qualcosa di nuovo accade. Dodge dice: "non è ciò che qualcosa
significa che è importante, è come qualcosa significa". I suoi lavori non sono pensati per essere decifrati,
piuttosto sono essi stessi macchine per decifrare.
Le sculture negli spazi di via Mottalciata sono fatte di cose esistenti; cappotti di pelliccia, computer, tavoli,
luci, vetri e oggetti di origine misteriosa, grandi cesti fatti da un cestaio cieco, scarpe per qualcuno con tre
piedi, porte che permetterebbero ad animali selvatici di aggirarsi per la galleria. Molte delle sculture sono
realizzate in ripetizione, dando vita a diverse costellazioni all’interno della mostra, come mani di carte dello
stesso mazzo. Significati, valori e letture cambiano, si ripetono e si combinano.
Nelle stanze di Piazza Carignano Dodge ha creato un’installazione composta da detriti sparsi raccolti in tutto
il mondo, come lui dice: "le cose che ci cadono di dosso mentre siamo impegnati a vivere". Un'abbondanza
di lettere e loghi, scritte e oggetti disseminati, contenitori e colori. Si diventa consapevoli, in presenza di
questo lavoro, delle innumerevoli vite che hanno intersecato queste migliaia di cose. Cosa significa
conservare ciò che è stato dimenticato? Le parole arance, pane, latte scritte su una lista della spesa; oggetti
ricordati, comprati e consumati; un elenco telefonico pieno dei nomi degli abitanti di una città; un barattolo
vuoto di crema assorbita dalla pelle di uno sconosciuto molto tempo fa e in un luogo lontano. Come in gran
parte del lavoro di Dodge, c'è una tensione emotiva che oscilla sempre tra la presenza dell’assenza e
l'assenza della presenza.
Questa è la terza personale di Jason Dodge a Torino. Le sue più recenti mostre personali hanno avuto
luogo allo Schinkel Pavillon, Berlino (2017) e al IAC – Institut d’Art Contemporain de Villeurbanne (2016); ha
inoltre co-curato Enemy of the Stars con Krist Gruijthuijsen al KW Institute di Berlino (2017) e ha
recentemente partecipato a mostre collettive presso l'Hammer Museum, Los Angeles (2018), MIT List Visual
GFN Srl – Via Mottalciata 10/B 10154 Torino – Tel 0039 011 882208 – www.franconoero.com - info@franconoero.com
Arts Centre, Cambridge, USA (2017), 500 Capp Street, San Francisco (2018), Eli and Edythe Broad
Museum, East Lansing, USA (2017). Ha inoltre preso parte a numerose rassegne tra cui la Biennale di
Liverpool (2016), la Biennale di Lione (2013) e la Biennale di Venezia (Padiglione Lituania, 2013).
Prossimamente gli sarà dedicata una mostra personale al Neubauer Collegium di Chicago con Dieter
Roelstraete. In parallelo alla sua pratica artistica, Dodge è il fondatore della casa editrice Fivehundred
Places, che a oggi ha pubblicato 25 libri monografici di poesie di poeti contemporanei tra cui Ishion
Hutchinson, Eileen Myles, CAConrad, Dorothea Lasky e Matthew Dickman.
occasione, l’artista ha realizzato una serie di nuove sculture nello spazio di via Mottalciata e un’installazione
specificamente pensata per la sede della galleria in Piazza Carignano, occupandone l’intera infilata di
stanze.
Negli ultimi vent’anni Jason Dodge ha realizzato mostre e opere scultoree che parlano di assenza, distanza,
percezione tattile e visiva. Il suo lavoro è spesso paragonato alla poesia e, come molta poesia, richiede al
lettore o allo spettatore di essere presente e di guardare dentro se stesso come veicolo di significati.
Leggendo una poesia o una scultura, qualcosa di nuovo accade. Dodge dice: "non è ciò che qualcosa
significa che è importante, è come qualcosa significa". I suoi lavori non sono pensati per essere decifrati,
piuttosto sono essi stessi macchine per decifrare.
Le sculture negli spazi di via Mottalciata sono fatte di cose esistenti; cappotti di pelliccia, computer, tavoli,
luci, vetri e oggetti di origine misteriosa, grandi cesti fatti da un cestaio cieco, scarpe per qualcuno con tre
piedi, porte che permetterebbero ad animali selvatici di aggirarsi per la galleria. Molte delle sculture sono
realizzate in ripetizione, dando vita a diverse costellazioni all’interno della mostra, come mani di carte dello
stesso mazzo. Significati, valori e letture cambiano, si ripetono e si combinano.
Nelle stanze di Piazza Carignano Dodge ha creato un’installazione composta da detriti sparsi raccolti in tutto
il mondo, come lui dice: "le cose che ci cadono di dosso mentre siamo impegnati a vivere". Un'abbondanza
di lettere e loghi, scritte e oggetti disseminati, contenitori e colori. Si diventa consapevoli, in presenza di
questo lavoro, delle innumerevoli vite che hanno intersecato queste migliaia di cose. Cosa significa
conservare ciò che è stato dimenticato? Le parole arance, pane, latte scritte su una lista della spesa; oggetti
ricordati, comprati e consumati; un elenco telefonico pieno dei nomi degli abitanti di una città; un barattolo
vuoto di crema assorbita dalla pelle di uno sconosciuto molto tempo fa e in un luogo lontano. Come in gran
parte del lavoro di Dodge, c'è una tensione emotiva che oscilla sempre tra la presenza dell’assenza e
l'assenza della presenza.
Questa è la terza personale di Jason Dodge a Torino. Le sue più recenti mostre personali hanno avuto
luogo allo Schinkel Pavillon, Berlino (2017) e al IAC – Institut d’Art Contemporain de Villeurbanne (2016); ha
inoltre co-curato Enemy of the Stars con Krist Gruijthuijsen al KW Institute di Berlino (2017) e ha
recentemente partecipato a mostre collettive presso l'Hammer Museum, Los Angeles (2018), MIT List Visual
GFN Srl – Via Mottalciata 10/B 10154 Torino – Tel 0039 011 882208 – www.franconoero.com - info@franconoero.com
Arts Centre, Cambridge, USA (2017), 500 Capp Street, San Francisco (2018), Eli and Edythe Broad
Museum, East Lansing, USA (2017). Ha inoltre preso parte a numerose rassegne tra cui la Biennale di
Liverpool (2016), la Biennale di Lione (2013) e la Biennale di Venezia (Padiglione Lituania, 2013).
Prossimamente gli sarà dedicata una mostra personale al Neubauer Collegium di Chicago con Dieter
Roelstraete. In parallelo alla sua pratica artistica, Dodge è il fondatore della casa editrice Fivehundred
Places, che a oggi ha pubblicato 25 libri monografici di poesie di poeti contemporanei tra cui Ishion
Hutchinson, Eileen Myles, CAConrad, Dorothea Lasky e Matthew Dickman.
19
febbraio 2018
Jason Dodge
Dal 19 febbraio al 15 maggio 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCO NOERO NEW SPACE
Torino, Via Mottalciata, 10b, (Torino)
Torino, Via Mottalciata, 10b, (Torino)
Orario di apertura
mar-ven 11-19; lun e sab 15-19
Autore