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Culture a reddito. Porto Marghera-Venezia/La Boca-Buenos Aires
Mostra documentaria sulle “vite parallele” dell’ex polo industriale di Porto Marghera a Venezia e del barrio La Boca di Buenos Aires. Pitture, fotografie, disegni e video raccontano i due territori, simili per destinazione d’uso e ubicazione marginale, proponendo progettualità di recupero urbano.
Comunicato stampa
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Culture a reddito. Porto Marghera/La Boca è una mostra documentaria sulle “vite parallele” dell’ex polo industriale di Porto Marghera a Venezia e del barrio La Boca, il porto della zona sud di Buenos Aires.
Pitture, fotografie, disegni e video raccontano i due territori, simili per destinazione d’uso e ubicazione marginale, al confine ma dal forte impatto architettonico e urbanistico e con vedute panoramiche sulle loro città.
L’origine portuaria di La Boca, pieno di fascino e con canoni bassi di affitto, ha favorito trent’anni fa il recupero. Le facciate delle case si sono rivestite di un’iconografia artistica che ha ispirato la nascita di Fondazioni e gallerie prestigiose (Museo Quinquela Martín, Fundación Proa) e convinto l’amministrazione cittadina a trasferire qui sedi universitarie, società sportive e associazioni. È ora necessario ipotizzare modi di partecipazione diretta degli abitanti, nelle aree critiche.
A Porto Marghera, più di recente, artisti e artigiani hanno affittato magazzini a prezzi calmierati e trasformato gli spazi di via della Pila, Banchina Molini e Banchina dell’Azoto, in atelier dove vivono e propongono eventi espositivi, installazioni, performance, aprendoli alla fruizione di gruppi eterogenei e prospettando la possibilità di un distretto dell’arte contemporanea, con residenze per artisti e studenti.
La mostra è il primo step di un progetto più ampio di “ripopolamento creativo in periferia critica”. Coinvolge, oltre ai docenti e agli studenti del programma International Credit Mobility Università di Ca' Foscari-Argentina, impegnati su questo tema, artisti, paesaggisti e operatori che sono intervenuti o intervengono nel ridisegnare e risemantizzare i due luoghi, legando presente e passato.
L’idea è di far fruttare conoscenze ed esperienze acquisite negli anni al fine di una qualificazione incrociata.
Porto Marghera-Venezia
Nel 2015 cinque artisti della terraferma veneziana, Franco Cimitan, Tiziano G Guzzetta, Michele Tombolini, Fabrizio Vatta e Paola Volpato (e, dal 2017, Mauro Bortolozzo), hanno spostato i rispettivi studi nell’area industriale di Marghera e iniziato a ripopolare gli spaziosi e vuoti edifici e la corte interna di via della Pila 105.
Hanno poi avviato esperienze artistiche e culturali condivise, divenute ben presto OFFICINA QUINDICI e MAGAZZINO BRUNO. In questi due atelier, coordinati dallo storico e critico d’arte Gaetano Salerno (curatore del progetto culturale BELLEVUE MARGHERA) e in collaborazione con Segnoperenne, si e svolto, a partire dal maggio 2015, il ciclo di incontri OPEN STUDIOS: i lavori dei cinque artisti residenti sono stati esposti al pubblico insieme ad altre opere, in un dialogo serrato con le persone, con gli spazi e la specifica storia del luogo.
Marghera, via della Pila 105, ha ospitato negli OPEN STUDIOS le sculture di Antonio Giancaterino, gli scatti fotografici di Federica Palmarin, le pitture di Paolo Pavan, l’installazione ambientale site-specific di Enrico Bonetto, gli interventi performativi di Samuela Barbieri (danza minima), di Daniele Principato (audio sperimentale), di Alexandra Foffano e Nicolo Rossi (azione performativa teatro-danza), di Giovanni Favero (elektro-music performance), di Patrick Albertini (video documentazione del grande murales realizzato a Berlino dall’artista Michele Tombolini).
Gli stessi spazi hanno anche accolto il progetto di residenza d’artista B&A di BEE Group. La scultura-oggetto VoVo era una simbolica casa temporanea abitabile dagli artisti invitati, con l’obiettivo di creare stimoli per la riqualificazione del territorio.
Questo progetto esiste ancora e guarda ai tentativi compiuti nel barrio La Boca di Buenos Aires, alla mostra e agli incontri che la animeranno per attuare sinergie e incrociare i know-how.
La Boca-Buenos Aires
La Boca é un quartiere portuario di Buenos Aires. Si trova al limite sud-est della città e deve il suo nome alla sua ubicazione alla foce del Riachuelo nel Rio de la Plata.
La particolarità di quest’area urbana della città di Buenos Aires sono la sua tradizione, la sua storia e la vita sociale, che hanno determinato la nascita di pratiche socio-culturali che le conferiscono una forte identità.
Essendo l’area con il maggior numero di imbarcazioni, alla fine del XIX secolo una delle più importanti correnti migratorie italiane arrivate in Argentina si concentrò lì e un gruppo di immigrati, principalmente genovesi, diede al barrio la fisionomia che mantiene ancora oggi.
In questo modo la pittoresca strada Caminito, il ponte dei traghetti, il museo Benito Quinquela Martin, tra le altre icone del quartiere, fanno de La Boca un museo a cielo aperto.
Visiting curators: Susana Temperley, Carolina Rochi
Comitato scientifico: Susanna Regazzoni, Riccardo Caldura, Stefania Portinari, Alessandro Scarsella, Marita Soto, Nico Stringa, Oscar Steimberg
Supervisore: Marita Soto
Traduzioni: Alice Favaro
in collaborazione con
Università Ca' Foscari - Venezia
Universidad Nacional de Las Artes - Buenos Aires
Centro Internazionale di Scienze Semiotiche Umberto Eco
Centro Studi LISaV - Laboratorio Internazionale di Semiotica a Venezia
Ca' Foscari Zattere - Cultural Flow Zone
Pitture, fotografie, disegni e video raccontano i due territori, simili per destinazione d’uso e ubicazione marginale, al confine ma dal forte impatto architettonico e urbanistico e con vedute panoramiche sulle loro città.
L’origine portuaria di La Boca, pieno di fascino e con canoni bassi di affitto, ha favorito trent’anni fa il recupero. Le facciate delle case si sono rivestite di un’iconografia artistica che ha ispirato la nascita di Fondazioni e gallerie prestigiose (Museo Quinquela Martín, Fundación Proa) e convinto l’amministrazione cittadina a trasferire qui sedi universitarie, società sportive e associazioni. È ora necessario ipotizzare modi di partecipazione diretta degli abitanti, nelle aree critiche.
A Porto Marghera, più di recente, artisti e artigiani hanno affittato magazzini a prezzi calmierati e trasformato gli spazi di via della Pila, Banchina Molini e Banchina dell’Azoto, in atelier dove vivono e propongono eventi espositivi, installazioni, performance, aprendoli alla fruizione di gruppi eterogenei e prospettando la possibilità di un distretto dell’arte contemporanea, con residenze per artisti e studenti.
La mostra è il primo step di un progetto più ampio di “ripopolamento creativo in periferia critica”. Coinvolge, oltre ai docenti e agli studenti del programma International Credit Mobility Università di Ca' Foscari-Argentina, impegnati su questo tema, artisti, paesaggisti e operatori che sono intervenuti o intervengono nel ridisegnare e risemantizzare i due luoghi, legando presente e passato.
L’idea è di far fruttare conoscenze ed esperienze acquisite negli anni al fine di una qualificazione incrociata.
Porto Marghera-Venezia
Nel 2015 cinque artisti della terraferma veneziana, Franco Cimitan, Tiziano G Guzzetta, Michele Tombolini, Fabrizio Vatta e Paola Volpato (e, dal 2017, Mauro Bortolozzo), hanno spostato i rispettivi studi nell’area industriale di Marghera e iniziato a ripopolare gli spaziosi e vuoti edifici e la corte interna di via della Pila 105.
Hanno poi avviato esperienze artistiche e culturali condivise, divenute ben presto OFFICINA QUINDICI e MAGAZZINO BRUNO. In questi due atelier, coordinati dallo storico e critico d’arte Gaetano Salerno (curatore del progetto culturale BELLEVUE MARGHERA) e in collaborazione con Segnoperenne, si e svolto, a partire dal maggio 2015, il ciclo di incontri OPEN STUDIOS: i lavori dei cinque artisti residenti sono stati esposti al pubblico insieme ad altre opere, in un dialogo serrato con le persone, con gli spazi e la specifica storia del luogo.
Marghera, via della Pila 105, ha ospitato negli OPEN STUDIOS le sculture di Antonio Giancaterino, gli scatti fotografici di Federica Palmarin, le pitture di Paolo Pavan, l’installazione ambientale site-specific di Enrico Bonetto, gli interventi performativi di Samuela Barbieri (danza minima), di Daniele Principato (audio sperimentale), di Alexandra Foffano e Nicolo Rossi (azione performativa teatro-danza), di Giovanni Favero (elektro-music performance), di Patrick Albertini (video documentazione del grande murales realizzato a Berlino dall’artista Michele Tombolini).
Gli stessi spazi hanno anche accolto il progetto di residenza d’artista B&A di BEE Group. La scultura-oggetto VoVo era una simbolica casa temporanea abitabile dagli artisti invitati, con l’obiettivo di creare stimoli per la riqualificazione del territorio.
Questo progetto esiste ancora e guarda ai tentativi compiuti nel barrio La Boca di Buenos Aires, alla mostra e agli incontri che la animeranno per attuare sinergie e incrociare i know-how.
La Boca-Buenos Aires
La Boca é un quartiere portuario di Buenos Aires. Si trova al limite sud-est della città e deve il suo nome alla sua ubicazione alla foce del Riachuelo nel Rio de la Plata.
La particolarità di quest’area urbana della città di Buenos Aires sono la sua tradizione, la sua storia e la vita sociale, che hanno determinato la nascita di pratiche socio-culturali che le conferiscono una forte identità.
Essendo l’area con il maggior numero di imbarcazioni, alla fine del XIX secolo una delle più importanti correnti migratorie italiane arrivate in Argentina si concentrò lì e un gruppo di immigrati, principalmente genovesi, diede al barrio la fisionomia che mantiene ancora oggi.
In questo modo la pittoresca strada Caminito, il ponte dei traghetti, il museo Benito Quinquela Martin, tra le altre icone del quartiere, fanno de La Boca un museo a cielo aperto.
Visiting curators: Susana Temperley, Carolina Rochi
Comitato scientifico: Susanna Regazzoni, Riccardo Caldura, Stefania Portinari, Alessandro Scarsella, Marita Soto, Nico Stringa, Oscar Steimberg
Supervisore: Marita Soto
Traduzioni: Alice Favaro
in collaborazione con
Università Ca' Foscari - Venezia
Universidad Nacional de Las Artes - Buenos Aires
Centro Internazionale di Scienze Semiotiche Umberto Eco
Centro Studi LISaV - Laboratorio Internazionale di Semiotica a Venezia
Ca' Foscari Zattere - Cultural Flow Zone
09
febbraio 2018
Culture a reddito. Porto Marghera-Venezia/La Boca-Buenos Aires
Dal 09 all'undici febbraio 2018
architettura
fotografia
arte contemporanea
incontro - conferenza
fotografia
arte contemporanea
incontro - conferenza
Location
CFZ CULTURAL FLOW ZONE
Venezia, Dorsoduro, 1392, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 1392, (Venezia)
Orario di apertura
venerdì/sabato 10 - 19
domenica 15 - 19
Vernissage
9 Febbraio 2018, ore 18.30
Autore
Curatore