Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Pensavamo fossero quadri
mostra collettiva
Comunicato stampa
Segnala l'evento
martinArte di Paola Barbarossa – C.so Siracusa 24a – Torino
335 360545 e-mail: paolabarbarossa@libero.it https://www.premioceleste.it/paola.barbarossa
Pensavamo fossero quadri…
Giorgio Badriotto Paola Barbarossa Martina Barrottu
Carla Bertola Mariella Bogliacino GianLuigi Braggio
Michelangelo Cambursano Luciano Cappellari Luigi Coppo Guglielmo Durazzo Mauro Lisardi Olga Maggiora
Fernando Montà Piera Paderni Mino Rosso Valeria Sangiorgi Cosimo Savina Joshua Sottile Sergio Vasco Claudio Vindigni Alberto Vitacchio
a cura di martinArte
testo critico di Paola Barbarossa
Inaugurazione
venerdì 2 marzo ore 18.00–21.00
dal 2 al 23 marzo 2018
arte contemporanea – ingresso libero
Racconto surreale
Ambientazione: Un laboratorio d’arte dove si tengono lezioni di disegno, pittura e creatività e che periodicamente ospita Mostre d’Arte.
Città: Torino
Protagonisti: La proprietaria del laboratorio ed un amico Artista, le pareti del locale, le opere astanti su codeste pareti ed alcune installazioni sparse per il laboratorio e facenti parte della mostra in corso.
Comparse (ma, come succede alcune volte) coloro che, con una sola battuta, ma di quelle davvero d’effetto, si trasformano in vere protagoniste: due signore che passano di li…
Svolgimento del fattaccio: in un tranquillo pomeriggio autunnale, mentre la proprietaria e l’amico Artista stanno studiando un progetto per la realizzazione di alcune opere, si apre la porta del laboratorio e si affacciano timidamente due signore (che hanno l’aria di essere intenzionate a visitare il luogo, incuriosite forse dalla locandina che pubblicizza una mostra collettiva di arte contemporanea)…
La proprietaria e l’amico Artista, non fanno in tempo ad alzare gli occhi dal tavolo dove stavano schizzando qualche bozzetto che, con la coda dell’occhio vedono le due signore bloccate sulla soglia che, non osando neanche accennare il primo passo per fare il loro ingresso, dànno una rapida occhiata alle pareti e al laboratorio e, quasi scusandosi per aver (a parer loro) fatto un errore di valutazione entrando in quel luogo per visitare una mostra, si ritraggono intimorite esclamando:
“Oh, scusate… credevamo ci fossero dei quadri…” e gentilmente, escono di fretta salutando, per tornare là fuori, dove loro erano sicure di ritrovare il rassicurante mondo del reale…
Chiusasi la porta davanti ai due astanti interdetti, questi fanno una pausa meditata, degna di una commedia di Carmelo Bene e poi, lentamente, si guardano negli occhi e, facendo una rapida panoramica al rallenty sulla cinquantina di opere esposte, (quadri, sculture ed installazioni) praticamente all’unisono esclamano, a bassa voce e cadenzando le parole (cosa che viene meglio all’artista, che è genovese e la sua cadenza si presta a questo genere di fraseggio):
“… ma tutti quelli appesi alle pareti… cosa sono?” cominciando a credere seriamente di essere loro ospitati in un “non luogo”, che nulla ha a che spartire con il… mondo reale…
Fortunatamente per loro e per tutti gli Amici artisti che sono stati chiamati a raccolta presso martinArte ad esprimere attraverso le loro opere ciò che, attraverso la loro sensibilità e maestria vuol dire “ fare arte”, anche se un’opera non è di immediata lettura, anche se per capire la sua anima e quella del suo autore bisogna impegnarsi in una lettura più approfondita, che non si ferma a ciò che l’occhio vede, ma che va a scandagliare ciò che l’anima, la testa e il cuore sentono, questa assurge ad opera quando è pregna del significato che l’artista è riuscito ad infonderle. Noi che ormai viviamo in un mondo stigmatizzato dal virtuale, che continuamente deve essere decodificato per non essere confuso con quello reale, non possiamo fermarci a quello che i nostri occhi vedono, ma dobbiamo continuamente sforzarci a vedere cosa c’è dietro, altrimenti rischiamo di leggere solo ciò che ci viene bene impacchettato rimandandoci alle forme che ben conosciamo, per poi scoprire troppo tardi che poi dentro… c’è solo il vuoto…
Confidando che i visitatori di questa mostra osino… attraversare la soglia…
Paola Barbarossa
335 360545 e-mail: paolabarbarossa@libero.it https://www.premioceleste.it/paola.barbarossa
Pensavamo fossero quadri…
Giorgio Badriotto Paola Barbarossa Martina Barrottu
Carla Bertola Mariella Bogliacino GianLuigi Braggio
Michelangelo Cambursano Luciano Cappellari Luigi Coppo Guglielmo Durazzo Mauro Lisardi Olga Maggiora
Fernando Montà Piera Paderni Mino Rosso Valeria Sangiorgi Cosimo Savina Joshua Sottile Sergio Vasco Claudio Vindigni Alberto Vitacchio
a cura di martinArte
testo critico di Paola Barbarossa
Inaugurazione
venerdì 2 marzo ore 18.00–21.00
dal 2 al 23 marzo 2018
arte contemporanea – ingresso libero
Racconto surreale
Ambientazione: Un laboratorio d’arte dove si tengono lezioni di disegno, pittura e creatività e che periodicamente ospita Mostre d’Arte.
Città: Torino
Protagonisti: La proprietaria del laboratorio ed un amico Artista, le pareti del locale, le opere astanti su codeste pareti ed alcune installazioni sparse per il laboratorio e facenti parte della mostra in corso.
Comparse (ma, come succede alcune volte) coloro che, con una sola battuta, ma di quelle davvero d’effetto, si trasformano in vere protagoniste: due signore che passano di li…
Svolgimento del fattaccio: in un tranquillo pomeriggio autunnale, mentre la proprietaria e l’amico Artista stanno studiando un progetto per la realizzazione di alcune opere, si apre la porta del laboratorio e si affacciano timidamente due signore (che hanno l’aria di essere intenzionate a visitare il luogo, incuriosite forse dalla locandina che pubblicizza una mostra collettiva di arte contemporanea)…
La proprietaria e l’amico Artista, non fanno in tempo ad alzare gli occhi dal tavolo dove stavano schizzando qualche bozzetto che, con la coda dell’occhio vedono le due signore bloccate sulla soglia che, non osando neanche accennare il primo passo per fare il loro ingresso, dànno una rapida occhiata alle pareti e al laboratorio e, quasi scusandosi per aver (a parer loro) fatto un errore di valutazione entrando in quel luogo per visitare una mostra, si ritraggono intimorite esclamando:
“Oh, scusate… credevamo ci fossero dei quadri…” e gentilmente, escono di fretta salutando, per tornare là fuori, dove loro erano sicure di ritrovare il rassicurante mondo del reale…
Chiusasi la porta davanti ai due astanti interdetti, questi fanno una pausa meditata, degna di una commedia di Carmelo Bene e poi, lentamente, si guardano negli occhi e, facendo una rapida panoramica al rallenty sulla cinquantina di opere esposte, (quadri, sculture ed installazioni) praticamente all’unisono esclamano, a bassa voce e cadenzando le parole (cosa che viene meglio all’artista, che è genovese e la sua cadenza si presta a questo genere di fraseggio):
“… ma tutti quelli appesi alle pareti… cosa sono?” cominciando a credere seriamente di essere loro ospitati in un “non luogo”, che nulla ha a che spartire con il… mondo reale…
Fortunatamente per loro e per tutti gli Amici artisti che sono stati chiamati a raccolta presso martinArte ad esprimere attraverso le loro opere ciò che, attraverso la loro sensibilità e maestria vuol dire “ fare arte”, anche se un’opera non è di immediata lettura, anche se per capire la sua anima e quella del suo autore bisogna impegnarsi in una lettura più approfondita, che non si ferma a ciò che l’occhio vede, ma che va a scandagliare ciò che l’anima, la testa e il cuore sentono, questa assurge ad opera quando è pregna del significato che l’artista è riuscito ad infonderle. Noi che ormai viviamo in un mondo stigmatizzato dal virtuale, che continuamente deve essere decodificato per non essere confuso con quello reale, non possiamo fermarci a quello che i nostri occhi vedono, ma dobbiamo continuamente sforzarci a vedere cosa c’è dietro, altrimenti rischiamo di leggere solo ciò che ci viene bene impacchettato rimandandoci alle forme che ben conosciamo, per poi scoprire troppo tardi che poi dentro… c’è solo il vuoto…
Confidando che i visitatori di questa mostra osino… attraversare la soglia…
Paola Barbarossa
02
marzo 2018
Pensavamo fossero quadri
Dal 02 al 23 marzo 2018
arte contemporanea
Location
MARTINARTE
Torino, Corso Siracusa, 24a, (Torino)
Torino, Corso Siracusa, 24a, (Torino)
Orario di apertura
dal Lunedì al Venerdì – 15.30 – 19.30 –
altri orari o festivi su appuntamento – tel. 335 360545
Vernissage
2 Marzo 2018, 18.00–21.00
Autore
Curatore