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Riflessi e Nodi Liberi
In mostra le opere di Achille Pace, Marbel e di 5 giovani artisti under 35 selezionati dalla direzione artistica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'associazione culturale settimopiano_ALIA (arts and landscape international association) con il patrocinio di
BJCEM presenta un workshop e una mostra dal titolo 'riflessi e nodi liberi' in cui dal 23 dicembre 2017
(vernissage ore 18.00) al 5 gennaio 2018 saranno esposte le opere di Achille Pace, Marbel e di 5 giovani artisti
under 35 selezionati dalla direzione artistica composta da Michele Porsia, Maxim Gostyuzhev (presidente e
vicepresidente dell'associazione, Achille Pace, Monika Thurner e Кирилл Егоров (Kirill – manager per
l'innovazione). I loro nomi sono Marisa Pia Boscia (fotografa), Roberta Caruso (artista nelle arti plastiche), Gianluca
Ragni (scultura), Irene Russo (performer), Ivana Sfredda (artista di installazioni) con la finalità di incontrare e
interagire con il Maestro Achille Pace (Termoli, 1923) al fine di discutere sulle prospettive odierne dell'arte
contemporanea.
La mostra dal titolo 'riflessi e nodi liberi' sarà un omaggio al Maestro con l'esposizione di opere di Achille Pace e di
artisti emergenti, come fossero quasi suoi 'allievi': 5 opere dei 5 giovani artisti in interazione con la 'poetica del filo'
riportata in calce in formato integrale e le opere di Marbel che vengono esposte per la prima volta. La mostra
contiene, come da tradizione, un'opera di Michele Porsia dal titolo festina lente dedicata agli ospiti, e realizzata
appositamente per questo terzo evento proposto ne 'la stanza degli ospiti' del suo Atelier. settimopiano[1] (lo
spazio) è la casa e l'atelier di Michele Porsia (Termoli, 1982). In un momento civicamente difficile, in contraddizione
al main stream, aprire al pubblico uno spazio privato vuole essere una azione creativa in sé e volta alla
fertilizzazione del territorio. settimopiano è germinato nella città di nascita di Achille Pace (1923). Facendo esplicito
riferimento al noto Premio Termoli, da lui diretto per molti anni, Achille Pace dice“...a Termoli, con affaccio sulla
piazza del Monumento dove sono nato e dove nasce questa iniziativa d'arte. È un'eredità spirituale alla quale
auguro un percorso aperto alle vie dell'arte e, come è stato per la mia esperienza, un percorso garantito dalla
continuità della ricerca e dalla condivisione appassionata del territorio.”
L'importanza di Achille Pace per la divulgazione e la nascita di esperienze sul territorio molisano è fondamentale.
«Il maestro è legato alla città di Termoli in cui ha operato per molti anni determinando la nascita e la crescita del
prestigioso Premio Termoli. Fino a qualche decennio fa questo Premio ha costituito una pietra miliare per il dialogo
e la collaborazione tra artisti contemporanei internazionali e ha prodotto una collezione civica di centinaia di
capolavori (purtroppo attualmente non esposti).
Achille Pace ha dedicato e dedica molto del suo tempo alla diffusione e produzione di cultura con
particolare attenzione per le nuove generazioni di artisti. È un suo desiderio espresso esplicitamente in
occasione della mostra antologica 'sul filo del discorso' di novembre quello di parlare con i giovani artisti
per confrontarsi con la ricerca più contemporanea e raccontare la strada da lui percorsa nell'intento di
essere di aiuto nella ricerca di quella strada personalissima che ogni artista deve costruirsi. Achille Pace ha
dedicato l'intera vita non solo alla produzione artistica, ma anche alla divulgazione e alla condivisione delle idee
attraverso l'attività didattica e molti altri modi e metodi più informali come per l'appunto il Premio Termoli. Dal 1958,
abbandonando la sua prima produzione caratterizzata soprattutto da paesaggi agrari e di ritorno dal viaggio in
Svizzera che gli permise di conoscere gli espressionisti tedeschi della Brücke e Paul Klee, si rivolge al 'filo' una
'materia' ricca di significati simbolici, ma distante da ogni sorta di ideologia e dunque democratica perchè basata
sul diritto all'esistenza. L'importanza di Achille Pace è soprattutto nel superamento dell'impasse informale come è
stato evidenziato già nel 1975 da Filiberto Menna e da Giuseppe Gatt. Giulio Carlo Argan definisce l'opera di
Pace anche come una operazione che potremmo definire méta-arte. Infatti, secondo G. C. Argan i «...suoi
“materiali” non sono soltanto la tela e il filo, né lo spazio, la superficie, il colore, il segno; sono anche, e in primo
luogo, Klee, Miró, Picasso, Malevič, Burri, Fontana...». Inoltre, come evidenziato da Palma Bucarelli, Pace supera
il gesto puramente istintivo hic et nunc, ma è “una guida meditata”, un “gesto volontario”. L'artista ha anticipato il
minimalismo e l'arte povera, merito attribuitogli già nei primi anni '70 da Nello Ponente e da Cesare Vivaldi. Forse
un po' come è accaduto per Lee Krasner o Helen Frankenthalen, solo per citare due degli esempi più noti, quando
la ricerca artistica coincide con l'azione esistenziale, questa si impone come ragione di vita condivisa nella coppia.
Marbel (Maria Bellante), debutta esponendo senza alcuna pretesa le sue opere, dice: «la mia scuola è
durata un’intera esistenza, ed è ancora viva accanto al mio compagno di vita, Achille Pace dal quale ho potuto
acquisire un'infinità di insegnamenti, di informazioni e di concetti rivelatori sui profondi significati dell’arte. La
sperimentazione che ho avviato già da molti anni si inserisce probabilmente in quella corrente comunemente
definita 'arte povera'(...). Ho voluto tentare la scelta di un mio mezzo 'povero' per cercare di ottenere da esso una
forma di espressione che fosse autenticamente mia e che mi rappresentasse nello spirito per rendere l’oggetto
soggetto che mi identifica». Marbel sottrae i suoi materiali a quell’«accumulo di scorie, scarti, rottami che rendono
sempre più problematica la loro distruzione e smaltimento. «È in verità l’amore per la natura - dice - che mi ha
indotta a concepire un simbolico tentativo di aiuto per alleviarle il peso di tanto gravame. Ecco perché ho scelto
come mezzo le carte destinate alla distruzione o le scorie di materiali plastici da gettare. Ho precisato che la mia
operazione è solo simbolica, il mio agire non ha la pretesa di risolvere un problema così ampio, ma ho il desiderio
di trasformare in bellezza (...) la carta, comunemente definita 'carta argentata', usata per confezionare biscotti
cioccolatini e dolciumi vari. Da un semplice foglio, grande o piccolo che sia, purché carta argento, mi sono resa
conto che potevo ricavare non solo una serie infinita di forme immaginarie, sempre mutevoli in sé e mai uguali l’una
all’altra; ma riscontravo che, immancabilmente, si inseriva in ciascuna la presenza prepotente della luce che da
ogni lavoro emana rifrangendosi in mille diverse direzioni. (...) come definire questi lavori? Semplicemente
'sperimentazioni'. Esse appartengono alla dimensione dell’astrazione poiché esprimono immagini non riconducibili
direttamente al mondo visibile della nostra realtà. Ho dato alle mie opere un titolo unico, differenziato unicamente
da un numero progressivo che lo accompagna. Ciascuna opera è presentata col nome di 'fenomenico'». Marbel
percorre dunque una delle possibili strade che il Maestro Achille Pace ha indicato, ma ci sono per la
generazione dei giovani artisti molti percorsi aperti e imprevedibili: tutti ancora da indagare.
Michele Porsia e Maxim Gostyuzhev
programma
23 dicembre 2017
11.0 ore 10.00 -13.00 presentazione del progetto/conferenza stampa
ore 13.00 con la cultura si mangia: pranzo frugale con prodotti locali
ore 14.00-15.00 promenade nel centro storico di Termoli
ore 15.30-17.00 2+5: tavola rotonda con Achille Pace e Marbel (sarà presente un pubblico e verrà
trasmessa in streaming)
ore 18.00 vernissage della mostra riflessi e nodi liberi supportato dal caseificio Barone e dalle
Cantine Angelo d'Uva e con la musica dal vivo di “Three Harmonies”, un giovanissimo trio composto da
Luigi Casolino, Raffaele Ciavarella e Claudio Casolino
23 dicembre/5 gennaio
ore 17.00-21.00 apertura mostra
BJCEM presenta un workshop e una mostra dal titolo 'riflessi e nodi liberi' in cui dal 23 dicembre 2017
(vernissage ore 18.00) al 5 gennaio 2018 saranno esposte le opere di Achille Pace, Marbel e di 5 giovani artisti
under 35 selezionati dalla direzione artistica composta da Michele Porsia, Maxim Gostyuzhev (presidente e
vicepresidente dell'associazione, Achille Pace, Monika Thurner e Кирилл Егоров (Kirill – manager per
l'innovazione). I loro nomi sono Marisa Pia Boscia (fotografa), Roberta Caruso (artista nelle arti plastiche), Gianluca
Ragni (scultura), Irene Russo (performer), Ivana Sfredda (artista di installazioni) con la finalità di incontrare e
interagire con il Maestro Achille Pace (Termoli, 1923) al fine di discutere sulle prospettive odierne dell'arte
contemporanea.
La mostra dal titolo 'riflessi e nodi liberi' sarà un omaggio al Maestro con l'esposizione di opere di Achille Pace e di
artisti emergenti, come fossero quasi suoi 'allievi': 5 opere dei 5 giovani artisti in interazione con la 'poetica del filo'
riportata in calce in formato integrale e le opere di Marbel che vengono esposte per la prima volta. La mostra
contiene, come da tradizione, un'opera di Michele Porsia dal titolo festina lente dedicata agli ospiti, e realizzata
appositamente per questo terzo evento proposto ne 'la stanza degli ospiti' del suo Atelier. settimopiano[1] (lo
spazio) è la casa e l'atelier di Michele Porsia (Termoli, 1982). In un momento civicamente difficile, in contraddizione
al main stream, aprire al pubblico uno spazio privato vuole essere una azione creativa in sé e volta alla
fertilizzazione del territorio. settimopiano è germinato nella città di nascita di Achille Pace (1923). Facendo esplicito
riferimento al noto Premio Termoli, da lui diretto per molti anni, Achille Pace dice“...a Termoli, con affaccio sulla
piazza del Monumento dove sono nato e dove nasce questa iniziativa d'arte. È un'eredità spirituale alla quale
auguro un percorso aperto alle vie dell'arte e, come è stato per la mia esperienza, un percorso garantito dalla
continuità della ricerca e dalla condivisione appassionata del territorio.”
L'importanza di Achille Pace per la divulgazione e la nascita di esperienze sul territorio molisano è fondamentale.
«Il maestro è legato alla città di Termoli in cui ha operato per molti anni determinando la nascita e la crescita del
prestigioso Premio Termoli. Fino a qualche decennio fa questo Premio ha costituito una pietra miliare per il dialogo
e la collaborazione tra artisti contemporanei internazionali e ha prodotto una collezione civica di centinaia di
capolavori (purtroppo attualmente non esposti).
Achille Pace ha dedicato e dedica molto del suo tempo alla diffusione e produzione di cultura con
particolare attenzione per le nuove generazioni di artisti. È un suo desiderio espresso esplicitamente in
occasione della mostra antologica 'sul filo del discorso' di novembre quello di parlare con i giovani artisti
per confrontarsi con la ricerca più contemporanea e raccontare la strada da lui percorsa nell'intento di
essere di aiuto nella ricerca di quella strada personalissima che ogni artista deve costruirsi. Achille Pace ha
dedicato l'intera vita non solo alla produzione artistica, ma anche alla divulgazione e alla condivisione delle idee
attraverso l'attività didattica e molti altri modi e metodi più informali come per l'appunto il Premio Termoli. Dal 1958,
abbandonando la sua prima produzione caratterizzata soprattutto da paesaggi agrari e di ritorno dal viaggio in
Svizzera che gli permise di conoscere gli espressionisti tedeschi della Brücke e Paul Klee, si rivolge al 'filo' una
'materia' ricca di significati simbolici, ma distante da ogni sorta di ideologia e dunque democratica perchè basata
sul diritto all'esistenza. L'importanza di Achille Pace è soprattutto nel superamento dell'impasse informale come è
stato evidenziato già nel 1975 da Filiberto Menna e da Giuseppe Gatt. Giulio Carlo Argan definisce l'opera di
Pace anche come una operazione che potremmo definire méta-arte. Infatti, secondo G. C. Argan i «...suoi
“materiali” non sono soltanto la tela e il filo, né lo spazio, la superficie, il colore, il segno; sono anche, e in primo
luogo, Klee, Miró, Picasso, Malevič, Burri, Fontana...». Inoltre, come evidenziato da Palma Bucarelli, Pace supera
il gesto puramente istintivo hic et nunc, ma è “una guida meditata”, un “gesto volontario”. L'artista ha anticipato il
minimalismo e l'arte povera, merito attribuitogli già nei primi anni '70 da Nello Ponente e da Cesare Vivaldi. Forse
un po' come è accaduto per Lee Krasner o Helen Frankenthalen, solo per citare due degli esempi più noti, quando
la ricerca artistica coincide con l'azione esistenziale, questa si impone come ragione di vita condivisa nella coppia.
Marbel (Maria Bellante), debutta esponendo senza alcuna pretesa le sue opere, dice: «la mia scuola è
durata un’intera esistenza, ed è ancora viva accanto al mio compagno di vita, Achille Pace dal quale ho potuto
acquisire un'infinità di insegnamenti, di informazioni e di concetti rivelatori sui profondi significati dell’arte. La
sperimentazione che ho avviato già da molti anni si inserisce probabilmente in quella corrente comunemente
definita 'arte povera'(...). Ho voluto tentare la scelta di un mio mezzo 'povero' per cercare di ottenere da esso una
forma di espressione che fosse autenticamente mia e che mi rappresentasse nello spirito per rendere l’oggetto
soggetto che mi identifica». Marbel sottrae i suoi materiali a quell’«accumulo di scorie, scarti, rottami che rendono
sempre più problematica la loro distruzione e smaltimento. «È in verità l’amore per la natura - dice - che mi ha
indotta a concepire un simbolico tentativo di aiuto per alleviarle il peso di tanto gravame. Ecco perché ho scelto
come mezzo le carte destinate alla distruzione o le scorie di materiali plastici da gettare. Ho precisato che la mia
operazione è solo simbolica, il mio agire non ha la pretesa di risolvere un problema così ampio, ma ho il desiderio
di trasformare in bellezza (...) la carta, comunemente definita 'carta argentata', usata per confezionare biscotti
cioccolatini e dolciumi vari. Da un semplice foglio, grande o piccolo che sia, purché carta argento, mi sono resa
conto che potevo ricavare non solo una serie infinita di forme immaginarie, sempre mutevoli in sé e mai uguali l’una
all’altra; ma riscontravo che, immancabilmente, si inseriva in ciascuna la presenza prepotente della luce che da
ogni lavoro emana rifrangendosi in mille diverse direzioni. (...) come definire questi lavori? Semplicemente
'sperimentazioni'. Esse appartengono alla dimensione dell’astrazione poiché esprimono immagini non riconducibili
direttamente al mondo visibile della nostra realtà. Ho dato alle mie opere un titolo unico, differenziato unicamente
da un numero progressivo che lo accompagna. Ciascuna opera è presentata col nome di 'fenomenico'». Marbel
percorre dunque una delle possibili strade che il Maestro Achille Pace ha indicato, ma ci sono per la
generazione dei giovani artisti molti percorsi aperti e imprevedibili: tutti ancora da indagare.
Michele Porsia e Maxim Gostyuzhev
programma
23 dicembre 2017
11.0 ore 10.00 -13.00 presentazione del progetto/conferenza stampa
ore 13.00 con la cultura si mangia: pranzo frugale con prodotti locali
ore 14.00-15.00 promenade nel centro storico di Termoli
ore 15.30-17.00 2+5: tavola rotonda con Achille Pace e Marbel (sarà presente un pubblico e verrà
trasmessa in streaming)
ore 18.00 vernissage della mostra riflessi e nodi liberi supportato dal caseificio Barone e dalle
Cantine Angelo d'Uva e con la musica dal vivo di “Three Harmonies”, un giovanissimo trio composto da
Luigi Casolino, Raffaele Ciavarella e Claudio Casolino
23 dicembre/5 gennaio
ore 17.00-21.00 apertura mostra
23
dicembre 2017
Riflessi e Nodi Liberi
Dal 23 dicembre 2017 al 05 gennaio 2018
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
ART GALLERY SETTIMOPIANO
Termoli, Via Saverio Cannarsa, 23, (Campobasso)
Termoli, Via Saverio Cannarsa, 23, (Campobasso)
Vernissage
23 Dicembre 2017, h 18
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