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Carla Iacono – Re-velation
Re-velation è una serie fotografica di Carla Iacono che affronta il delicato tema della manipolazione delle differenze culturali, a partire dalla situazione delle donne musulmane immigrate in Europa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Re-velation è una serie fotografica di Carla Iacono che affronta il delicato tema della manipolazione delle
differenze culturali, a partire dalla situazione delle donne musulmane immigrate in Europa.
Sul velo delle donne islamiche si discute da sempre; il suo potere evocativo e la pluralità di significati che
possono essere attribuiti al velo lo hanno posto al centro di accesi dibattiti mediatici, politici, religiosi, culturali.
Se ne discute come se si trattasse di un fenomeno estraneo alla cultura occidentale, ma non è affatto così! Il
velo non è univocamente legato all'Islam: fa parte di un codice vestimentario che il mondo occidentale ha a
lungo praticato, ma di cui oggi ha perso memoria. Per questo la presenza accanto a noi di donne velate
produce stupore, disagio, inquietudine, ostilità. Fa discutere.
In Europa, nell’ambito del dibattito sulla laicità dello Stato, il velo islamico viene spesso considerato una forma
di resistenza, se non di attacco, ai principi di laicità e uguaglianza. D’altro canto, dinanzi alle leggi che lo
vietano, molte donne musulmane immigrate, per poterlo indossare, si appellano ai loro diritti e alla libertà di
espressione. Il velo è diventato così portatore di nuovi significati e modi di esprimersi, connessi alla
rivendicazione delle proprie tradizioni, alla ricerca di nuovi modelli spirituali, al desiderio per le donne migranti
di rimanere legate al paese di provenienza e alle proprie famiglie rappresentandone la cultura.
Re-velation riunisce una serie di venti immagini fotografiche di Carla Iacono in cui il velo - principalmente
l’hijab, ma anche veli cattolici, ebraici e foulard dell’Europa dell’Est - è declinato in diversi modi, con richiami
alle differenti culture che lo hanno adottato. Il velo ha assunto molti significati; si lega ad esempio a eventi o
situazioni di valore iniziatico, oppure a “riti di passaggio”, come quello dall’infanzia alla pubertà, un tema che
da sempre l’artista indaga nei propri lavori. Non a caso, interprete dei ritratti è la figlia Flora, elemento
autobiografico che accresce l’enfasi della rappresentazione.
Alcune opere della serie rimandano alla ritrattistica del Seicento e dell’Ottocento, a volte con citazioni esplicite
ad uno specifico dipinto: si tratta di uno stratagemma per realizzare una simbolica contaminazione tra le
culture di Oriente e Occidente. Le figure sono fotografate su uno sfondo scuro che spesso si fonde con gli
abiti; la luce laterale fa emergere la figura dal buio, rivelando i contorni del viso e i dettagli dei veli, rafforzando
esteticamente e simbolicamente il concetto di rivelazione.
Secondo l’artista è prerogativa femminile affrontare con levità ma determinazione i problemi complessi e
delicati. Con Re-velation, Carla Iacono non prende posizione sull’uso del velo; piuttosto scava nella storia per
“rivelarne” tutta una serie di valenze e significati, nel pieno rispetto delle differenze e delle somiglianze tra le
diverse culture. Il suo è un personale e sentito contributo per sollecitare l’osservatore a riflettere e a porsi dalla
parte degli “altri”. Se queste immagini faranno discutere con garbo e passione dell’argomento, l’artista avrà
raggiunto il proprio obiettivo.
La mostra Re-velation giunge a Trento dal Museo Diocesano di Genova, a conferma del collegamento
esistente tra musei aderenti ad Amei (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani): qui la conservatrice, Paola
Martini, aveva esposto le immagini lungo il percorso permanente, così da stabilire un dialogo continuo con la
collezione. Nel nostro caso, si è preferito collegare la serie fotografica al solo busto reliquiario di Santa
Massenza, realizzato nella prima metà del XV secolo in argento parzialmente dorato e rame argentato. Il
busto presenta la santa con il volto ammantato da un velo al quale, in particolari occasioni, veniva sovrapposto
un secondo velo di stoffa fermato da una coroncina, a conferma della centralità, per i cristiani, di questo
accessorio utilizzato dalle donne quale segno identitario della loro fede.
Come ha scritto la storica Maria Giuseppina Muzzarelli, oggi il velo è “una mina da disinnescare", operazione
delicata e urgente alla quale un museo e una mostra possono forse contribuire. Con grande pacatezza, le
immagini di Carla Iacono ci ricordano che il velo non è uno strumento di separazione o di esclusione. Il velo è
un velo.
Carla Iacono vive e lavora a Genova, utilizzando diversi media tra cui fotografia, collage e installazione.
Il suo lavoro, incentrato sui temi del corpo e della metamorfosi, analizza principalmente il delicato periodo
dell’adolescenza e i suoi “riti di passaggio”, visti come straordinario momento di crescita in cui si colloca lo
sforzo per raggiungere la propria identità.
Negli ultimi lavori affronta il delicato argomento della strumentalizzazione delle differenze culturali, arricchendo
la propria ricerca con riflessioni sulle difficoltà di dialogo che sempre più spesso generano drammatici eventi.
Affascinata dalle contaminazioni tra immagini e testi, ha pubblicato vari libri illustrati con fotografie e collage.
Suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private e pubblicati in numerosi cataloghi di esposizioni in
Italia e all’estero.
Quella di Carla Iacono è un’arte di segno “concettuale” che utilizza un misto di sogno, ironia, ambiguita` e
fantasia per “svelare” frammenti di memoria o d’inconscio che riaffiorano in forma visibile dalla profondità
dell’invisibile.
Tra le mostre recenti la personale “Fairy Glaze” nell’ambito di Trevignano Fotografa 2017 e la collettiva sulla
fotografia pittorialista “Tonalita` Tangibili” al Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Scheda Tecnica
Le fotografie esposte in mostra sono stampe C-prints su gatofoam, incorniciate. Nr. 18 fotografie in formato
cm 85x73 e nr. 2 fotografie in formato cm 60x50. Edizioni di 5 esemplari più 2 p.a.
differenze culturali, a partire dalla situazione delle donne musulmane immigrate in Europa.
Sul velo delle donne islamiche si discute da sempre; il suo potere evocativo e la pluralità di significati che
possono essere attribuiti al velo lo hanno posto al centro di accesi dibattiti mediatici, politici, religiosi, culturali.
Se ne discute come se si trattasse di un fenomeno estraneo alla cultura occidentale, ma non è affatto così! Il
velo non è univocamente legato all'Islam: fa parte di un codice vestimentario che il mondo occidentale ha a
lungo praticato, ma di cui oggi ha perso memoria. Per questo la presenza accanto a noi di donne velate
produce stupore, disagio, inquietudine, ostilità. Fa discutere.
In Europa, nell’ambito del dibattito sulla laicità dello Stato, il velo islamico viene spesso considerato una forma
di resistenza, se non di attacco, ai principi di laicità e uguaglianza. D’altro canto, dinanzi alle leggi che lo
vietano, molte donne musulmane immigrate, per poterlo indossare, si appellano ai loro diritti e alla libertà di
espressione. Il velo è diventato così portatore di nuovi significati e modi di esprimersi, connessi alla
rivendicazione delle proprie tradizioni, alla ricerca di nuovi modelli spirituali, al desiderio per le donne migranti
di rimanere legate al paese di provenienza e alle proprie famiglie rappresentandone la cultura.
Re-velation riunisce una serie di venti immagini fotografiche di Carla Iacono in cui il velo - principalmente
l’hijab, ma anche veli cattolici, ebraici e foulard dell’Europa dell’Est - è declinato in diversi modi, con richiami
alle differenti culture che lo hanno adottato. Il velo ha assunto molti significati; si lega ad esempio a eventi o
situazioni di valore iniziatico, oppure a “riti di passaggio”, come quello dall’infanzia alla pubertà, un tema che
da sempre l’artista indaga nei propri lavori. Non a caso, interprete dei ritratti è la figlia Flora, elemento
autobiografico che accresce l’enfasi della rappresentazione.
Alcune opere della serie rimandano alla ritrattistica del Seicento e dell’Ottocento, a volte con citazioni esplicite
ad uno specifico dipinto: si tratta di uno stratagemma per realizzare una simbolica contaminazione tra le
culture di Oriente e Occidente. Le figure sono fotografate su uno sfondo scuro che spesso si fonde con gli
abiti; la luce laterale fa emergere la figura dal buio, rivelando i contorni del viso e i dettagli dei veli, rafforzando
esteticamente e simbolicamente il concetto di rivelazione.
Secondo l’artista è prerogativa femminile affrontare con levità ma determinazione i problemi complessi e
delicati. Con Re-velation, Carla Iacono non prende posizione sull’uso del velo; piuttosto scava nella storia per
“rivelarne” tutta una serie di valenze e significati, nel pieno rispetto delle differenze e delle somiglianze tra le
diverse culture. Il suo è un personale e sentito contributo per sollecitare l’osservatore a riflettere e a porsi dalla
parte degli “altri”. Se queste immagini faranno discutere con garbo e passione dell’argomento, l’artista avrà
raggiunto il proprio obiettivo.
La mostra Re-velation giunge a Trento dal Museo Diocesano di Genova, a conferma del collegamento
esistente tra musei aderenti ad Amei (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani): qui la conservatrice, Paola
Martini, aveva esposto le immagini lungo il percorso permanente, così da stabilire un dialogo continuo con la
collezione. Nel nostro caso, si è preferito collegare la serie fotografica al solo busto reliquiario di Santa
Massenza, realizzato nella prima metà del XV secolo in argento parzialmente dorato e rame argentato. Il
busto presenta la santa con il volto ammantato da un velo al quale, in particolari occasioni, veniva sovrapposto
un secondo velo di stoffa fermato da una coroncina, a conferma della centralità, per i cristiani, di questo
accessorio utilizzato dalle donne quale segno identitario della loro fede.
Come ha scritto la storica Maria Giuseppina Muzzarelli, oggi il velo è “una mina da disinnescare", operazione
delicata e urgente alla quale un museo e una mostra possono forse contribuire. Con grande pacatezza, le
immagini di Carla Iacono ci ricordano che il velo non è uno strumento di separazione o di esclusione. Il velo è
un velo.
Carla Iacono vive e lavora a Genova, utilizzando diversi media tra cui fotografia, collage e installazione.
Il suo lavoro, incentrato sui temi del corpo e della metamorfosi, analizza principalmente il delicato periodo
dell’adolescenza e i suoi “riti di passaggio”, visti come straordinario momento di crescita in cui si colloca lo
sforzo per raggiungere la propria identità.
Negli ultimi lavori affronta il delicato argomento della strumentalizzazione delle differenze culturali, arricchendo
la propria ricerca con riflessioni sulle difficoltà di dialogo che sempre più spesso generano drammatici eventi.
Affascinata dalle contaminazioni tra immagini e testi, ha pubblicato vari libri illustrati con fotografie e collage.
Suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private e pubblicati in numerosi cataloghi di esposizioni in
Italia e all’estero.
Quella di Carla Iacono è un’arte di segno “concettuale” che utilizza un misto di sogno, ironia, ambiguita` e
fantasia per “svelare” frammenti di memoria o d’inconscio che riaffiorano in forma visibile dalla profondità
dell’invisibile.
Tra le mostre recenti la personale “Fairy Glaze” nell’ambito di Trevignano Fotografa 2017 e la collettiva sulla
fotografia pittorialista “Tonalita` Tangibili” al Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Scheda Tecnica
Le fotografie esposte in mostra sono stampe C-prints su gatofoam, incorniciate. Nr. 18 fotografie in formato
cm 85x73 e nr. 2 fotografie in formato cm 60x50. Edizioni di 5 esemplari più 2 p.a.
22
dicembre 2017
Carla Iacono – Re-velation
Dal 22 dicembre 2017 al 26 marzo 2018
fotografia
Location
PALAZZO PRETORIO – MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO
Trento, Piazza Del Duomo, 18, (Trento)
Trento, Piazza Del Duomo, 18, (Trento)
Orario di apertura
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30 / 14.00-17.30
domenica: 10.00-13.00 / 14.00-18.00
giorni di chiusura: ogni martedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 6 gennaio
Autore
Curatore