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Nino Migliori – Lumen
Nino Migliori fotografa dal 2006 sculture e bassorilievi del Medioevo e del Rinascimento, testimonianze di storie lontane, eppure fruite quotidianamente nelle numerose città che ospitano i tanti capolavori presenti nel Bel Paese. Opere dal linguaggio sempre più sfuggente ai nostri giorni, pervasi da una connettività caleidoscopica e chiassosa, dalla produzione, così come dal consumo, immediati
Comunicato stampa
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NINO MIGLIORI
LUMEN
La Cappella dei Pianeti e dello Zodiaco nel Tempio Malatestiano
a cura di Roberto Maggiori
Nino Migliori fotografa dal 2006 sculture e bassorilievi del Medioevo e del Rinascimento, testimonianze di storie lontane, eppure fruite quotidianamente nelle numerose città che ospitano i tanti capolavori presenti nel Bel Paese. Opere dal linguaggio sempre più sfuggente ai nostri giorni, pervasi da una connettività caleidoscopica e chiassosa, dalla produzione, così come dal consumo, immediati.
I lavori su cui posa lo sguardo Migliori esprimono significati apparentemente lontani e spesso indigesti alla “cultura” fast, si tratta infatti di opere senza cromie, dalla lenta e meditata realizzazione (e fruizione), immobili, che appaiono spesso agli occhi delle giovani generazioni noiosamente austere, nonostante la complessità e l’anticonformismo che ogni capolavoro naturalmente incarna. L’esperienza possibile oggi di fronte a questi monumenti è inoltre radicalmente diversa da quella esperita originariamente dopo il crepuscolo, date le pervasive condizioni di illuminazione con cui sono offerte al pubblico queste sculture.
Nino Migliori riscopre allora un linguaggio muto attraverso una modalità operativa minimale: l’essenzialità di un’inquadratura frontale e la semplice luce di un paio di candele, un modo per riproporre le opere così come erano percepite nelle meditabonde ore notturne dagli autori, e dalla cultura coeva che le ha generate, in primis quella Prisca Theologia o Philosophia Perennis a cui Sigismondo Malatesta si era ispirato nel progettare il Tempio.
Ancora una volta torna nel lavoro di Migliori l'attenzione alla memoria storica e all'immaginario collettivo, attraverso un'osservazione tesa a rilevare e risignificare la realtà tramite la gestualità, in questo caso l'orientamento di una candela in piena oscurità. Alla contemplazione dello spettatore si affianca così l'azione dell'artista, capace di amplificare i segni espressivi che evocano il fascino del Misterioso e del Meraviglioso, temi cari alla cultura rinascimentale che ha generato il Tempio Malatestiano. Migliori, “disegnando” con il chiaroscuro suggestioni fantastiche, ci trasporta in una dimensione altra, simile a quella sperimentata dai cittadini riminesi che nel 1400 avvicinavano di notte i bassorilievi di Agostino di Duccio al lume di una torcia. Un viaggio a ritroso nel tempo, quando il buio e il silenzio lasciavano spazio all'interiorità, all'immaginazione, all'incanto di una luce viva capace di isolare e animare nel profondo la materia.
LUMEN
La Cappella dei Pianeti e dello Zodiaco nel Tempio Malatestiano
a cura di Roberto Maggiori
Nino Migliori fotografa dal 2006 sculture e bassorilievi del Medioevo e del Rinascimento, testimonianze di storie lontane, eppure fruite quotidianamente nelle numerose città che ospitano i tanti capolavori presenti nel Bel Paese. Opere dal linguaggio sempre più sfuggente ai nostri giorni, pervasi da una connettività caleidoscopica e chiassosa, dalla produzione, così come dal consumo, immediati.
I lavori su cui posa lo sguardo Migliori esprimono significati apparentemente lontani e spesso indigesti alla “cultura” fast, si tratta infatti di opere senza cromie, dalla lenta e meditata realizzazione (e fruizione), immobili, che appaiono spesso agli occhi delle giovani generazioni noiosamente austere, nonostante la complessità e l’anticonformismo che ogni capolavoro naturalmente incarna. L’esperienza possibile oggi di fronte a questi monumenti è inoltre radicalmente diversa da quella esperita originariamente dopo il crepuscolo, date le pervasive condizioni di illuminazione con cui sono offerte al pubblico queste sculture.
Nino Migliori riscopre allora un linguaggio muto attraverso una modalità operativa minimale: l’essenzialità di un’inquadratura frontale e la semplice luce di un paio di candele, un modo per riproporre le opere così come erano percepite nelle meditabonde ore notturne dagli autori, e dalla cultura coeva che le ha generate, in primis quella Prisca Theologia o Philosophia Perennis a cui Sigismondo Malatesta si era ispirato nel progettare il Tempio.
Ancora una volta torna nel lavoro di Migliori l'attenzione alla memoria storica e all'immaginario collettivo, attraverso un'osservazione tesa a rilevare e risignificare la realtà tramite la gestualità, in questo caso l'orientamento di una candela in piena oscurità. Alla contemplazione dello spettatore si affianca così l'azione dell'artista, capace di amplificare i segni espressivi che evocano il fascino del Misterioso e del Meraviglioso, temi cari alla cultura rinascimentale che ha generato il Tempio Malatestiano. Migliori, “disegnando” con il chiaroscuro suggestioni fantastiche, ci trasporta in una dimensione altra, simile a quella sperimentata dai cittadini riminesi che nel 1400 avvicinavano di notte i bassorilievi di Agostino di Duccio al lume di una torcia. Un viaggio a ritroso nel tempo, quando il buio e il silenzio lasciavano spazio all'interiorità, all'immaginazione, all'incanto di una luce viva capace di isolare e animare nel profondo la materia.
16
dicembre 2017
Nino Migliori – Lumen
Dal 16 dicembre 2017 al 16 gennaio 2018
fotografia
Location
TEMPIO MALATESTIANO
Rimini, Via Tempio Malatestiano, (Rimini)
Rimini, Via Tempio Malatestiano, (Rimini)
Vernissage
16 Dicembre 2017, ore 18
Autore
Curatore