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Lucio Fontana – Disegni su carta 1934/1965
L’esposizione presenta un excursus in quarantacinque disegni su carta eseguiti tra il 1934 e il 1965 e permette di farsi un’idea dell’evoluzione e dell’importanza del “disegno” nella vita artistica di Lucio Fontana
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra di Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè 1899-Comabbio 1968), allestita nella Sala Lucio
Fontana a Comabbio, promossa dall’Amministrazione comunale con allestimento di Massimo
Cassani che ha curato anche l’edizione del catalogo, è stata organizzata con la collaborazione
della Fondazione Marconi di Milano e l’approvazione della Signora Nini Lurini presidente della
Fondazione Lucio Fontana.
L’esposizione presenta un excursus in quarantacinque disegni su carta eseguiti tra il 1934 e il 1965
e permette di farsi un’idea dell’evoluzione e dell’importanza del “disegno” nella vita artistica di
Lucio Fontana che, in una intervista di Mario Pancera (1962-1963) pubblicata in Lucio Fontana -
manifesti scritti interviste (Arscondita 2015), afferma:
… Alla domenica disegno. Viene qui una modella e io riempio cartelle su cartelle di nudi
femminili.
Lo faccio per tenermi in esercizio. Quasi di nascosto. Nessuno mi disturba nei giorni di
festa…
Le opere in mostra sono catalogate ed inserite nell’archivio della Fondazione Fontana e inseriti
nell’opera “Lucio Fontana. Catalogo ragionato delle opere su carta -2013”.
L’Amministrazione comunale di Comabbio, dopo aver intitolato nel 2015 a Lucio Fontana una
nuova sala mostre e convegni, con questa mostra desidera ricordare il grande artista, che a
Comabbio ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita nella casa ancora esistente e dove è sepolto, a
cinquanta anni dalla scomparsa avvenuta a Comabbio il 7 settembre 1968.
L’inaugurazione avrà luogo il 16 dicembre alle ore 18.00 e la mostra proseguirà fino al 28 gennaio
2018 con il seguente orario: sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore12.30 e dalle ore 16.00 alle
ore 18.30.
Ingresso libero. Catalogo disponibile in sala mostra.
Per info: salaluciofontana@comune.comabbio.va.it - demografici@comune.comabbio.va.it - tel. 0331968572
Lucio Fontana: la vita.
Lucio Fontana nasce il 19 febbraio 1899 a Rosario di Santa Fé, in Argentina, da genitori di origine
italiana. Il padre Luigi é scultore e la madre Lucia Bottino è attrice di teatro. Lucio viene mandato in
Italia per gli studi ed affidato allo zio di Castiglione Olona. Frequenta il collegio Torquato Tasso di
Biumo Inferiore (VA) e il Collegio Arcivescovile Ballerini, a Seregno. Frequenta la Scuola dei
maestri edili dell'Istituto Tecnico "Carlo Cattaneo" di Milano. Nel 1916 Fontana interrompe la
scuola e si arruola come volontario e raggiungendo il grado di sottotenente di fanteria. Nel 1918
rientra a Milano, dopo essere stato ferito sul Carso e congedato con la medaglia d'argento al valor
militare. Riprende così gli studi e consegue il diploma di perito edile. Nel 1921 torna nel paese di
nascita, a Rosario di Santa Fè, e decide di seguire la tradizione artistica familiare e dedicarsi solo
alla scultura. Verso la metà del 1927 torna in Italia, di nuovo a Milano, dove si iscrive al primo
anno di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Brera (1927-1928). Qui inizia a seguire i corsi di
Adolfo Wildt e la Scuola del marmo: a fine anno è promosso al 4° corso e, al termine del 1929, si
diploma presentando come lavoro finale la scultura El auriga (1928). In questo periodo realizza
opere cimiteriali per il Monumentale di Milano. Tra il 1931 ed il 1940 le prime sperimentazioni
tecniche e figurative e il ritorno in Argentina. Tra il 1941 ed il 1950 sono gli anni dell'insegnamento
in Argentina e i primi manifesti dello "Spazialismo". Nel novembre 1946 nasce il Manifesto Blanco.
Nello stesso anno, in un gruppo di disegni dell'artista compare il termine "Concetto Spaziale",
titolazione che accompagnerà gran parte della sua successiva produzione artistica Nel 1947,
insediato di nuovo a Milano, riprende ad Albisola la sua attività di ceramista, attirando l'attenzione
della critica. A Milano entra però in rapporto con un gruppo di giovani artisti e, dopo incontri e
discussioni, nasce in dicembre il primo Manifesto dello Spazialismo, firmato, oltre che da Fontana,
dal critico Giorgio Kaisserlian, dal filosofo Beniamino Joppolo e dalla scrittrice Milena Milani. Nel
1949 Fontana realizza alla galleria del Naviglio un'opera emblematica: l'Ambiente spaziale a luce
nera, in cui una serie di elementi fosforescenti e fluttuanti sono appesi al soffitto dello spazio
espositivo completamente nero. Nello stesso anno, approfondisce la ricerca spaziale con l'avvio
del ciclo dei "Buchi", opere pittoriche dove all'intervento cromatico vengono aggiunti "vortici" di fori
eseguiti con un punteruolo. L'anno si chiude con la sua partecipazione al concorso per la V porta
del Duomo di Milano, indetto dalla Veneranda Fabbrica del Duomo. Il 25 aprile del 1951 sono
giudicati i modelli presentati per il concorso per la porta del Duomo. Insieme a Luciano Minguzzi,
Francesco Messina ed Enrico Manfrini, Fontana passa al secondo grado di concorso (vinto nel
1952 ex-aequo con Minguzzi). Il 26 novembre firma il quarto Manifesto dell'arte spaziale. Continua
a lavorare intensamente al ciclo dei "Buchi", presentandoli per la prima volta alla mostra del 1952
Arte Spaziale alla Galleria del Naviglio a Milano.
A Milano, nello stesso anno, sposa Teresita Rasini conosciuta nel 1930 e trasferisce il suo studio
milanese da via Prina al numero 23 di Corso Monforte.
Al culmine della ricerca inseguita in questa decade, prendono forma i "Tagli", concepiti sulla fine
del 1958 e presentati: alla personale della Galleria del Naviglio nel febbraio 1959 e appena dopo
alla Galleria Stadler di Parigi (marzo 1959), a Documenta a Kassel (luglio 1959); alla V Biennale di
San Paolo del Brasile (settembre 1959); alla retrospettiva critica organizzata da Crispolti alla
galleria L'Attico di Roma (ottobre 1959), a Dusseldorf alla Galerie Schmela (1960) e infine a
Londra alla personale presso Mc Roberts & Tunnard (1960). Dall'inizio degli anni sessanta,
Fontana si concentra con particolare impegno sulla serie degli "Olii" e successivamente mette alla
prova la sua creatività con la serie dei "Teatrini" (1964-1966)
All'inizio del 1968 Lucio Fontana lascia il suo studio di Corso Monforte e si trasferisce a Comabbio
(Va) dove morirà il 7 settembre dello stesso anno.
Fontana a Comabbio, promossa dall’Amministrazione comunale con allestimento di Massimo
Cassani che ha curato anche l’edizione del catalogo, è stata organizzata con la collaborazione
della Fondazione Marconi di Milano e l’approvazione della Signora Nini Lurini presidente della
Fondazione Lucio Fontana.
L’esposizione presenta un excursus in quarantacinque disegni su carta eseguiti tra il 1934 e il 1965
e permette di farsi un’idea dell’evoluzione e dell’importanza del “disegno” nella vita artistica di
Lucio Fontana che, in una intervista di Mario Pancera (1962-1963) pubblicata in Lucio Fontana -
manifesti scritti interviste (Arscondita 2015), afferma:
… Alla domenica disegno. Viene qui una modella e io riempio cartelle su cartelle di nudi
femminili.
Lo faccio per tenermi in esercizio. Quasi di nascosto. Nessuno mi disturba nei giorni di
festa…
Le opere in mostra sono catalogate ed inserite nell’archivio della Fondazione Fontana e inseriti
nell’opera “Lucio Fontana. Catalogo ragionato delle opere su carta -2013”.
L’Amministrazione comunale di Comabbio, dopo aver intitolato nel 2015 a Lucio Fontana una
nuova sala mostre e convegni, con questa mostra desidera ricordare il grande artista, che a
Comabbio ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita nella casa ancora esistente e dove è sepolto, a
cinquanta anni dalla scomparsa avvenuta a Comabbio il 7 settembre 1968.
L’inaugurazione avrà luogo il 16 dicembre alle ore 18.00 e la mostra proseguirà fino al 28 gennaio
2018 con il seguente orario: sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore12.30 e dalle ore 16.00 alle
ore 18.30.
Ingresso libero. Catalogo disponibile in sala mostra.
Per info: salaluciofontana@comune.comabbio.va.it - demografici@comune.comabbio.va.it - tel. 0331968572
Lucio Fontana: la vita.
Lucio Fontana nasce il 19 febbraio 1899 a Rosario di Santa Fé, in Argentina, da genitori di origine
italiana. Il padre Luigi é scultore e la madre Lucia Bottino è attrice di teatro. Lucio viene mandato in
Italia per gli studi ed affidato allo zio di Castiglione Olona. Frequenta il collegio Torquato Tasso di
Biumo Inferiore (VA) e il Collegio Arcivescovile Ballerini, a Seregno. Frequenta la Scuola dei
maestri edili dell'Istituto Tecnico "Carlo Cattaneo" di Milano. Nel 1916 Fontana interrompe la
scuola e si arruola come volontario e raggiungendo il grado di sottotenente di fanteria. Nel 1918
rientra a Milano, dopo essere stato ferito sul Carso e congedato con la medaglia d'argento al valor
militare. Riprende così gli studi e consegue il diploma di perito edile. Nel 1921 torna nel paese di
nascita, a Rosario di Santa Fè, e decide di seguire la tradizione artistica familiare e dedicarsi solo
alla scultura. Verso la metà del 1927 torna in Italia, di nuovo a Milano, dove si iscrive al primo
anno di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Brera (1927-1928). Qui inizia a seguire i corsi di
Adolfo Wildt e la Scuola del marmo: a fine anno è promosso al 4° corso e, al termine del 1929, si
diploma presentando come lavoro finale la scultura El auriga (1928). In questo periodo realizza
opere cimiteriali per il Monumentale di Milano. Tra il 1931 ed il 1940 le prime sperimentazioni
tecniche e figurative e il ritorno in Argentina. Tra il 1941 ed il 1950 sono gli anni dell'insegnamento
in Argentina e i primi manifesti dello "Spazialismo". Nel novembre 1946 nasce il Manifesto Blanco.
Nello stesso anno, in un gruppo di disegni dell'artista compare il termine "Concetto Spaziale",
titolazione che accompagnerà gran parte della sua successiva produzione artistica Nel 1947,
insediato di nuovo a Milano, riprende ad Albisola la sua attività di ceramista, attirando l'attenzione
della critica. A Milano entra però in rapporto con un gruppo di giovani artisti e, dopo incontri e
discussioni, nasce in dicembre il primo Manifesto dello Spazialismo, firmato, oltre che da Fontana,
dal critico Giorgio Kaisserlian, dal filosofo Beniamino Joppolo e dalla scrittrice Milena Milani. Nel
1949 Fontana realizza alla galleria del Naviglio un'opera emblematica: l'Ambiente spaziale a luce
nera, in cui una serie di elementi fosforescenti e fluttuanti sono appesi al soffitto dello spazio
espositivo completamente nero. Nello stesso anno, approfondisce la ricerca spaziale con l'avvio
del ciclo dei "Buchi", opere pittoriche dove all'intervento cromatico vengono aggiunti "vortici" di fori
eseguiti con un punteruolo. L'anno si chiude con la sua partecipazione al concorso per la V porta
del Duomo di Milano, indetto dalla Veneranda Fabbrica del Duomo. Il 25 aprile del 1951 sono
giudicati i modelli presentati per il concorso per la porta del Duomo. Insieme a Luciano Minguzzi,
Francesco Messina ed Enrico Manfrini, Fontana passa al secondo grado di concorso (vinto nel
1952 ex-aequo con Minguzzi). Il 26 novembre firma il quarto Manifesto dell'arte spaziale. Continua
a lavorare intensamente al ciclo dei "Buchi", presentandoli per la prima volta alla mostra del 1952
Arte Spaziale alla Galleria del Naviglio a Milano.
A Milano, nello stesso anno, sposa Teresita Rasini conosciuta nel 1930 e trasferisce il suo studio
milanese da via Prina al numero 23 di Corso Monforte.
Al culmine della ricerca inseguita in questa decade, prendono forma i "Tagli", concepiti sulla fine
del 1958 e presentati: alla personale della Galleria del Naviglio nel febbraio 1959 e appena dopo
alla Galleria Stadler di Parigi (marzo 1959), a Documenta a Kassel (luglio 1959); alla V Biennale di
San Paolo del Brasile (settembre 1959); alla retrospettiva critica organizzata da Crispolti alla
galleria L'Attico di Roma (ottobre 1959), a Dusseldorf alla Galerie Schmela (1960) e infine a
Londra alla personale presso Mc Roberts & Tunnard (1960). Dall'inizio degli anni sessanta,
Fontana si concentra con particolare impegno sulla serie degli "Olii" e successivamente mette alla
prova la sua creatività con la serie dei "Teatrini" (1964-1966)
All'inizio del 1968 Lucio Fontana lascia il suo studio di Corso Monforte e si trasferisce a Comabbio
(Va) dove morirà il 7 settembre dello stesso anno.
16
dicembre 2017
Lucio Fontana – Disegni su carta 1934/1965
Dal 16 dicembre 2017 al 28 gennaio 2018
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
SALA LUCIO FONTANA
Comabbio, Via Giuseppe Garibaldi, 560, (Varese)
Comabbio, Via Giuseppe Garibaldi, 560, (Varese)
Orario di apertura
sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.30
Vernissage
16 Dicembre 2017, h 18
Autore
Curatore