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Costanza Alvarez de Castro – Giorno di festa
La mostra presenterà al pubblico sei opere a olio di cui tre di grande formato e tre lavori di piccole dimensioni. Una delle opere esposte raffigura dei limoni situati su uno “sfondo non sfondo” mentre le restanti cinque ritraggono delle foreste pluviali, paesaggi inventati a partire dai ricordi.
Comunicato stampa
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Costanza Alvarez de Castro inizia la sua formazione artistica presso una delle scuole più prestigiose di decorazione internazionale: la Van Der Kelen and Logelain – Institut Supèrieur de Peinture di Bruxelles.In seguito a un’esperienza come decoratrice di scenografie teatrali Costanza affronta la pittura da cavalletto con una prospettiva diametralmente opposta: la quasi assenza di sfondo. Che si tratti di un ritratto, della rappresentazione di un frutto o di un animale, lo sfondo è semplicemente neutro: non asetticamente neutro, né simbolicamente neutro, e neanche storicamente neutro, come i ‘tenebrosi’ sfondi Caravaggeschi alle cui interpretazioni realistiche Costanza si avvicina con spirito moderno. Lo sfondo dei dipinti di Costanza avvolge, incamera, sostiene e mantiene vivi i soggetti rappresentati, elevandoli a icone contemporanee, destrutturandoli da ogni situazione ambientale per esaltarne gli aspetti vitali, pulsanti.
Chi conosce la Storia dell’Arte potrebbe essere tentato ad associare ad alcuni dei suoi soggetti un ambiente cronologico o stilistico: La Natura Morta cinquecentesca fiamminga e Lombarda, la ritrattistica Neoclassica e del Primo Novecento, la Metafisica Contemporanea. Tuttavia, i suoi dipinti emergono al di fuori di questi contesti, pur rimanendone in qualche modo legati.
Del legame con l’antico Costanza mantiene la tecnica a olio, che adatta sapientemente attraverso una ricerca continua degli effetti. La scelta di dipingere a olio non è una scelta scontata. La materia di questa tecnica è complessa nella sua lavorazione, ma permette sfumature e giochi di opacità e nitidezza cui l’occhio contemporaneo non è quasi più abituato, e la pittura di Costanza dona una nuova prospettiva alle potenzialità di quest’antica tecnica pittorica, trasformata in chiave contemporanea, pur rispettando con abilità e umiltà le lavorazioni lente e complicate della pittura a olio.
I suoi soggetti sono al contempo astratti e realistici, immortalati in un ambiente senza tempo e senza spazio reale, eppure molto tangibili nella loro fisicità e nei dettagli di ogni soggetto: la luminosità di un melograno, l’espressione di un volto, la morbidezza del manto di una lepre. Dettagli non facili da eseguire a olio, soprattutto se si vuole interpretare questa tecnica allontanandosi da esempi del passato. I ritratti hanno un aspetto fresco, immediato e senza tempo, anche quando i soggetti indossano abiti contemporanei. La frutta e gli animali sono rappresentati in maniera quasi iperrealista, ma senza quell’effetto fotografico che distingue tali opere.
Tutt’altra direzione prende la serie recente di dipinti intitolati “Giungle”: in queste tele prevale lo sfondo, che fa al contempo da scenografia e da soggetto. Non è facile coniugare questi due termini in un’opera che vuole essere sia rappresentativa di un momento caro all’artista, dunque soggetto, che paesaggio naturalistico, dunque in qualche modo una scenografia naturale. Che questi dipinti si pongano come opere in cui i soggetti fisici dei dipinti precedenti sono confusi in mezzo alla natura o addirittura assenti, che il soggetto vuole rappresentare un paesaggio, ma anche un particolare “pezzo” di anima dell’artista, denotano una scelta volontaria di confondere ma allo stesso tempo elevare a nuovo soggetto lo sfondo.
La grande qualità dei dipinti di Costanza sta nel sapere combinare l’accurata finezza dei dettagli con la solidità delle sue figure, eseguite con una materia pastosa e allo stesso tempo limpida e cristallina, indice di una tecnica raffinata ma sempre alla ricerca di nuove soluzioni.
Christina Underhill Danielli
Chi conosce la Storia dell’Arte potrebbe essere tentato ad associare ad alcuni dei suoi soggetti un ambiente cronologico o stilistico: La Natura Morta cinquecentesca fiamminga e Lombarda, la ritrattistica Neoclassica e del Primo Novecento, la Metafisica Contemporanea. Tuttavia, i suoi dipinti emergono al di fuori di questi contesti, pur rimanendone in qualche modo legati.
Del legame con l’antico Costanza mantiene la tecnica a olio, che adatta sapientemente attraverso una ricerca continua degli effetti. La scelta di dipingere a olio non è una scelta scontata. La materia di questa tecnica è complessa nella sua lavorazione, ma permette sfumature e giochi di opacità e nitidezza cui l’occhio contemporaneo non è quasi più abituato, e la pittura di Costanza dona una nuova prospettiva alle potenzialità di quest’antica tecnica pittorica, trasformata in chiave contemporanea, pur rispettando con abilità e umiltà le lavorazioni lente e complicate della pittura a olio.
I suoi soggetti sono al contempo astratti e realistici, immortalati in un ambiente senza tempo e senza spazio reale, eppure molto tangibili nella loro fisicità e nei dettagli di ogni soggetto: la luminosità di un melograno, l’espressione di un volto, la morbidezza del manto di una lepre. Dettagli non facili da eseguire a olio, soprattutto se si vuole interpretare questa tecnica allontanandosi da esempi del passato. I ritratti hanno un aspetto fresco, immediato e senza tempo, anche quando i soggetti indossano abiti contemporanei. La frutta e gli animali sono rappresentati in maniera quasi iperrealista, ma senza quell’effetto fotografico che distingue tali opere.
Tutt’altra direzione prende la serie recente di dipinti intitolati “Giungle”: in queste tele prevale lo sfondo, che fa al contempo da scenografia e da soggetto. Non è facile coniugare questi due termini in un’opera che vuole essere sia rappresentativa di un momento caro all’artista, dunque soggetto, che paesaggio naturalistico, dunque in qualche modo una scenografia naturale. Che questi dipinti si pongano come opere in cui i soggetti fisici dei dipinti precedenti sono confusi in mezzo alla natura o addirittura assenti, che il soggetto vuole rappresentare un paesaggio, ma anche un particolare “pezzo” di anima dell’artista, denotano una scelta volontaria di confondere ma allo stesso tempo elevare a nuovo soggetto lo sfondo.
La grande qualità dei dipinti di Costanza sta nel sapere combinare l’accurata finezza dei dettagli con la solidità delle sue figure, eseguite con una materia pastosa e allo stesso tempo limpida e cristallina, indice di una tecnica raffinata ma sempre alla ricerca di nuove soluzioni.
Christina Underhill Danielli
12
dicembre 2017
Costanza Alvarez de Castro – Giorno di festa
Dal 12 dicembre 2017 al 12 gennaio 2018
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
MENEXA
Roma, Via Di Montoro, 3, (Roma)
Roma, Via Di Montoro, 3, (Roma)
Orario di apertura
Lun-Ven 10:00-18:00
Vernissage
12 Dicembre 2017, ore 18:00
Autore
Curatore