20 luglio 2001

Ceramica contemporanea in riviera di ponente

 
“Il volto felice della globalizzazione” è l’impegnativo titolo della prima ‘Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea’ allestita a Albisola Marina (Savona) sino a tutto agosto. Exibart intervista i curatori Tiziana Casapietra e Roberto Costantino...

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Parlateci della genesi di questo progetto. Di chi l’idea, chi collabora alla realizzazione? Quali problemi e quali prospettive?
Albisola si caratterizza ancora oggi per la presenza sul suo territorio delle secolari manifatture di ceramica in cui nel corso del 900 hanno lavorato numerosi artisti (da Lucio Fontana ad Asger Jorn, da Wifredo Lam a Piero Manzoni). Loris Cecchini
L’obiettivo del nostro progetto è quello di riportare oggi come allora artisti di rilievo internazionale nelle manifatture locali per realizzare opere in ceramica.
Per questa Biennale, infatti, ci siamo avvalsi dell’appassionata collaborazione di alcune manifatture albisolesi come la Casa dell’Arte e lo Studio Ernan Design che alle loro consuete produzioni di oggetti d’uso hanno affiancato la realizzazione delle opere degli artisti. Nel corso di un anno e mezzo di lavoro, tutti gli artisti invitati sono riusciti a realizzare quello che volevano proprio grazie a questa preziosa cooperazione con le maestranze locali.
Il problema che ci siamo posti fin dall’inizio era se gli artisti sarebbero riusciti a preservare la propria identità culturale filtrandola attraverso un mezzo antico e per loro non consueto. Possiamo dire che gli artisti sono riusciti ad esprimere la propria identità e ad alimentare la propria singolare differenza culturale nonostante la costante del mezzo: una costante che non ha mai inteso rappresentare nessuna forma di omologazione.
Ma il problema più impegnativo da risolvere è stato quello della stessa produzione delle opere: per questa esposizione non abbiamo scelto le opere visitando gli studi degli artisti, bensì ci siamo adoperati perché gli artisti riuscissero a realizzarle tutte ad Albisola. Tutte le opere, infatti, sono state realizzate in previsione di questo evento.
Dopo questa prima esperienza l’obiettivo è di organizzare altre edizioni a cadenza biennale.

Shun Anticipaci i nomi di qualcuno degli artisti impegnati nell’evento. Come sono stati scelti?
Abbiamo invitato 25 artisti provenienti da varie parti del mondo, protagonisti dell’attuale scena artistica internazionale. Sono venuti ad Albisola artisti come Momoyo Torimitsu (Giappone), Elke Kristufek (Austria), Ana Laura Alaez (Spagna), Bili Bidjocka (Camerun), Jane Simpson (Inghilterra), Sohela Farokhi (Iran), Yuan Shun (Cina), Sislej Xhafa (Kossovo), El Anatsui (Ghana), Soo-Kyung Lee (Seoul) e italiani come Perino e Vele, Loris Cecchini, Luca Pancrazzi e Alessandro Pessoli. Gli artisti sono stati invitati ovviamente per l’interesse che nutrivamo nei confronti del loro lavoro, ma anche in relazione alla loro provenienza: infatti ci interessava coinvolgere in questo progetto culture anche molto diverse e lontane fra loro. Questo ci ha permesso di sviluppare una serie di scambi multiculturali nel contesto di una tradizione locale che si è rivelata molto ospitale.


Quanto ha influito a tuo avviso nei lavori degli artisti l’immaginario di Albisola, da sempre capitale italiana della ceramica e delle applicazioni di questa nell’arte?
Gli artisti hanno mostrato apertura e disponibilità nei confronti della dimensione locale che li ha ospitati. Prima di raggiungere Albisola hanno tutti preparato un progetto che abbiamo sottoposto all’analisi delle maestranze che ne hanno considerato la fattibilità e quindi la possibile traduzione in ceramica. Alcuni si sono letteralmente innamorati di Albisola, tanto da restarci per settimane intere. Altri sono tornati più volte nelle fabbriche, con l’idea di coltivare questo contatto con la terra e produrre più lavori in ceramica anche per altri progetti. E per noi questo ha significato un grande successo.
Tutti gli artisti hanno dovuto fare i conti con la storia di Albisola, con il suo patrimonio culturale: nel corso del 900 le avanguardie artistiche hanno condotto la ceramica al suo grado zero facendola fuoriuscire dall’ambito di un’”arte minore”, decorativa e dedita alla produzione di oggetti d’uso. Gli artisti, oggi, per avvicinare la ceramica partono da questa consapevolezza storica, dai risultati già sperimentati dalle avanguardie nel corso del secolo scorso.Sisley Xhafa

Tra i nomi che hai fatto sopra ho notato alcuni artisti, penso a Perino&Vele e Loris Cecchini, che puntano da alcuni anni su un linguaggio materico che li identifica univocamente (la cartapesta per la coppia napoletana e la gomma uretanica per il milanese). Come li avete ‘convinti’ a convertirsi alla ceramica per partecipare alla biennale?
In entrambi i casi è stato molto semplice. Perino e Vele avevano addirittura già in mente l’idea di un confronto con la ceramica e questo progetto gliene ha offerto la possibilità. Il cuscino che hanno realizzato in ceramica mantiene però il loro segno, quello che caratterizza il loro lavoro: con la matita hanno realizzato un disegno che conferisce profondità alla superficie rendendola simile a quella che caratterizza le loro opere in cartapesta. Anche Loris Cecchini è rimasto incuriosito dal materiale e ha provato a tradurre in ceramica il processo di lavorazione che solitamente adotta per la gomma uretanica servendosi dell’approntamento di calchi.
Tutti gli artisti, dunque, sono stati invitati a riconsiderare la propria consueta operatività attraverso l’uso della tradizione della ceramica, anche se provenienti dall’uso dei materiali e dei linguaggi più disparati come la pittura, il video e l’installazione.

Perino e Vele Il titolo dell’evento è ‘Il volto felice della globalizzazione’. Polemica o sdrammatizzazione degli attriti da G8 nella vicina Genova?
La Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea di Albisola, alla sua prima edizione, si inaugura in concomitanza con il G8. Il nostro progetto curatoriale si configura come un’ipotesi felice di globalizzazione perché si è sviluppato attraverso lo scambio e l’intreccio di culture. Queste culture hanno avuto modo di convivere e di condividere una tradizione culturale locale che a sua volta è stata rivitalizzata e valorizzata da apporti differenti e il più delle volte inediti nel contesto locale. Aldilà di ogni polemica, questo progetto ha però evitato in tutti i modi l’uniformazione culturale che domina lo sviluppo della globalizzazione e si è dedicato ad alimentare differenze e alterità culturali. E’ questa una possibilità che l’arte contemporanea può fare propria per mostrare gli usi positivi della globalizzazione.

Massimiliano Tonelli



MUSEO CIVICO D’ARTE CONTEMPORANEA, via dell’oratorio, 019 400 29 280-281, 10,00 12,00/19,30 22,30, attese@iol.it. Chiuso la domenica mattina e il lunedì. Dal 22 luglio al 31 agosto. tel./fax: ++39 02 608 18 78 mobile ++39 339 71 40 896

[exibart]

2 Commenti

  1. Belle le ceramiche di Albisola, non ho veduto queste ma le ho vedute altre volte e sono lavori di bravi artisti. Amo le ceramiche artistiche, anch’io ne ho fatte alcune e perciò amo questo genere di arte. Complimenti ai curatori Tiziana Casapietra e Roberto Costantino per questa prima “Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea” allestita ad ALbisola Marina (Savona)

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