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Stefano Stranges – The Victims of our wealth
La mostra comprende due percorsi per stimolare una riflessione sulla situazione economico – sociale, rispettivamente, di Congo e Ghana, in particolare, sulla produzione e smaltimento di uno dei prodotti di maggiore consumo degli ultimi anni: gli smartphone.
Comunicato stampa
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Inaugura venerdì 3 novembre alle ore 18 presso l’ARTeficIO di via Bligny 18/L a Torino la mostra di fotografie di Stefano Stranges, The Victims of our wealth, promossa dall’associazione culturale e di promozione sociale Soluzioni Artistiche, in collaborazione con il Centro Piemontese di Studi Africani e Walkabout Ph. La mostra, patrocinata dalla Regione Piemonte, è la prima esposizione nell’ambito di FotoGraffiti, rassegna artistica espositiva a tematica sociale ideata da Soluzioni Artistiche negli spazi di via Bligny.
The Victims of our wealth (Le vittime della nostra ricchezza), aperta fino al 19 novembre, comprende due percorsi per stimolare una riflessione sulla situazione economico – sociale, rispettivamente, di Congo e Ghana, in particolare, sulla produzione e smaltimento di uno dei prodotti di maggiore consumo degli ultimi anni: gli smartphone.
Fondamentale per la realizzazione di questi oggetti è il coltan, un minerale che viene estratto nella zona del Nord Kivu in Congo, con conseguenze catastrofiche sull’ambiente e sulla popolazione. Qui è nato il primo lavoro di Stefano Stranges, tra gennaio e febbraio 2016, con in mostra 34 stampe fotografiche in bianco e nero.
Il coltan è il minerale che ognuno di noi porta in tasca e che è oggetto di una lunga catena commerciale che implica pesanti conseguenze sui diritti umani e ambientali. La Repubblica Democratica del Congo è oggi una delle più grandi riserve di coltan: la mancanza di alternative per sopravvivere e lo scarso livello di scolarizzazione costringe la popolazione a essere schiava nella propria terra e a lavorare come minatori, con dei livelli di sicurezza pari a zero.
La seconda tappa del progetto si sviluppa nella Repubblica del Ghana, nella zona di Agbohbloshie, dove si trova la più grande discarica tecnologica del mondo, in cui vengono riversati rifiuti di ogni genere (in particolare frigoriferi, computer, stampanti, monitor e smartphone...) che arrivano dall’Occidente tramite container. Questa sezione comprende 38 stampe fotografiche a colori scattate da Stranges, insieme a oggetti artigianali prodotti da alcuni abitanti di Agbogbloshie con materiali recuperati dalla discarica. Anche in questa fase sono state analizzate le conseguenze sulla popolazione che vive e lavora all'interno della discarica, chiamata Sodom and Gomorrah, nonché l'impatto sul territorio.
La mostra presso l’ARTeficIO a Torino è la prima occasione pubblica in cui vengono esposti insieme i due progetti fotografici, corredati anche dalla proiezione di un video documentario del videorepoter e collaboratore Simone Rigamonti. Obiettivo è sensibilizzare il pubblico su una maggior consapevolezza del terribile impatto ambientale e umano che questa filiera può avere su questi territori e non solo, dall'estrazione dei minerali senza un controllo sui diritti umani, allo smaltimento illegale e incontrollato, fino a noi.
La mostra rientra nel programma di attività promosse dal Centro Piemontese di Studi Africani di Torino, che ha appoggiato la prima fase del progetto fotografico di Stefano Stranges, realizzata nelle miniere di coltan delle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Anche a seguito di questa preziosa collaborazione riguardo il contesto della RDC, è stato invitato a Torino il dottor Denis Mukwege, medico e attivista congolese, specializzato in ginecologia e ostetricia, che ha fondato nel 1998 in Congo il Panzi Hospital, ospedale in cui ha curato i danni fisici e psicologici di molte donne oggetto di stupro e violenze nella regione. Nel 2014, dopo essere stato candidato per il Premio Nobel per la pace, ha ricevuto dal Parlamento europeo il Premio Sakharov, massimo riconoscimento che l’Unione Europea conferisce agli sforzi compiuti a favore dei diritti dell’uomo.
In parallelo, per il periodo di apertura della mostra, è in via di definizione un calendario di appuntamenti con gli studenti delle scuole secondarie, per visite guidate alla mostra con dibattiti di approfondimento sui temi affrontati.
The Victims of our wealth (Le vittime della nostra ricchezza), aperta fino al 19 novembre, comprende due percorsi per stimolare una riflessione sulla situazione economico – sociale, rispettivamente, di Congo e Ghana, in particolare, sulla produzione e smaltimento di uno dei prodotti di maggiore consumo degli ultimi anni: gli smartphone.
Fondamentale per la realizzazione di questi oggetti è il coltan, un minerale che viene estratto nella zona del Nord Kivu in Congo, con conseguenze catastrofiche sull’ambiente e sulla popolazione. Qui è nato il primo lavoro di Stefano Stranges, tra gennaio e febbraio 2016, con in mostra 34 stampe fotografiche in bianco e nero.
Il coltan è il minerale che ognuno di noi porta in tasca e che è oggetto di una lunga catena commerciale che implica pesanti conseguenze sui diritti umani e ambientali. La Repubblica Democratica del Congo è oggi una delle più grandi riserve di coltan: la mancanza di alternative per sopravvivere e lo scarso livello di scolarizzazione costringe la popolazione a essere schiava nella propria terra e a lavorare come minatori, con dei livelli di sicurezza pari a zero.
La seconda tappa del progetto si sviluppa nella Repubblica del Ghana, nella zona di Agbohbloshie, dove si trova la più grande discarica tecnologica del mondo, in cui vengono riversati rifiuti di ogni genere (in particolare frigoriferi, computer, stampanti, monitor e smartphone...) che arrivano dall’Occidente tramite container. Questa sezione comprende 38 stampe fotografiche a colori scattate da Stranges, insieme a oggetti artigianali prodotti da alcuni abitanti di Agbogbloshie con materiali recuperati dalla discarica. Anche in questa fase sono state analizzate le conseguenze sulla popolazione che vive e lavora all'interno della discarica, chiamata Sodom and Gomorrah, nonché l'impatto sul territorio.
La mostra presso l’ARTeficIO a Torino è la prima occasione pubblica in cui vengono esposti insieme i due progetti fotografici, corredati anche dalla proiezione di un video documentario del videorepoter e collaboratore Simone Rigamonti. Obiettivo è sensibilizzare il pubblico su una maggior consapevolezza del terribile impatto ambientale e umano che questa filiera può avere su questi territori e non solo, dall'estrazione dei minerali senza un controllo sui diritti umani, allo smaltimento illegale e incontrollato, fino a noi.
La mostra rientra nel programma di attività promosse dal Centro Piemontese di Studi Africani di Torino, che ha appoggiato la prima fase del progetto fotografico di Stefano Stranges, realizzata nelle miniere di coltan delle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Anche a seguito di questa preziosa collaborazione riguardo il contesto della RDC, è stato invitato a Torino il dottor Denis Mukwege, medico e attivista congolese, specializzato in ginecologia e ostetricia, che ha fondato nel 1998 in Congo il Panzi Hospital, ospedale in cui ha curato i danni fisici e psicologici di molte donne oggetto di stupro e violenze nella regione. Nel 2014, dopo essere stato candidato per il Premio Nobel per la pace, ha ricevuto dal Parlamento europeo il Premio Sakharov, massimo riconoscimento che l’Unione Europea conferisce agli sforzi compiuti a favore dei diritti dell’uomo.
In parallelo, per il periodo di apertura della mostra, è in via di definizione un calendario di appuntamenti con gli studenti delle scuole secondarie, per visite guidate alla mostra con dibattiti di approfondimento sui temi affrontati.
03
novembre 2017
Stefano Stranges – The Victims of our wealth
Dal 03 al 19 novembre 2017
fotografia
Location
L’ARTEFICIO
Torino, Via Bligny, 18L, (Torino)
Torino, Via Bligny, 18L, (Torino)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì 10-19 - sabato e domenica 10-13 e 15-22
Vernissage
3 Novembre 2017, h 18
Autore