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Carlo Moggia – Reazione a catena
I quadri rappresentano metaforicamente le complesse dinamiche dei contatti sia a livello fisico-scientifico sia a livello sociale.
Comunicato stampa
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La ricerca artistica di Carlo Moggia è sempre stata caratterizzata dalla tensione fra dato scientifico ed estetico, in continuo dialogo fra di loro. Il titolo della serie Rivelatori, in cui compaiono molteplicità umane su sfondo nero, significa forse che l’opera va intesa come uno strumento capace di rivelare, tracciare e identificare un gruppo di particelle umane nella struttura del loro movimento, precisamente come fanno in fisica i rivelatori di particelle elementari. I rivelatori non sono semplici «contatori»; in quanto strumenti di visione non fanno emergere soltanto l’esistenza o la presenza di un certo numero di corpi, bensì soprattutto delle forze che li organizzano in una struttura determinata – come accade con la limatura di ferro, quando assume una determinata forma in funzione del campo di forze generato da una calamita.
La forma o la norma a cui danno luogo le forze invisibili sembra imporsi dall’esterno sulla molteplicità dei corpi. Ogni corpo, tuttavia, ha un movimento suo proprio, che pare dettato più dalla posizione che occupa nella molteplicità, e dunque dalla forza locale che lo trascina, che non da un’esigenza spontanea. In questo, si potrebbe vedere una sorta di dimostrazione: gli umani, nel loro essere e nei loro movimenti, sono trascinati da forze cosmiche che li sovrastano. D’altra parte, però, questo implicherebbe anche che gli umani hanno la funzione di rivelare, se non di costituire, strutture oltreumane. I problemi di identità e ripetizione sono centrali nell’opera di Moggia, in cui l’elemento individuale appare reso sempre già indeterminato non solo dal suo essere parte costitutiva di una struttura, ma dal fatto che a costituire ogni parte della medesima forma sono elementi della stessa natura. È come se l’artista intendesse sospendere, ovvero rendere priva di senso, la domanda che chiede se gli individui di una stessa specie siano entità autonome, per quanto simili tra loro, o se siano perfettamente uguali tra loro, ognuno essendo niente altro che una replica. Nel turbinio degli esseri, dell’agglomerarsi e disperdersi degli elementi umani, secondo leggi determinate, nel bel mezzo del più profondo disincanto cosmico, ci troviamo quasi stupiti di fronte all’affermazione perentoria dell’uguaglianza radicale di ogni elemento umano. La vita di quei corpi medi e ordinari che abitano la terra sta nel mezzo, tra il microcosmo e il macrocosmo, tra le particelle elementari e lo spazio siderale, ammassata come sul bordo di un vuoto infinito. (Liberamente tratto da un testo di Paolo Godani)
La forma o la norma a cui danno luogo le forze invisibili sembra imporsi dall’esterno sulla molteplicità dei corpi. Ogni corpo, tuttavia, ha un movimento suo proprio, che pare dettato più dalla posizione che occupa nella molteplicità, e dunque dalla forza locale che lo trascina, che non da un’esigenza spontanea. In questo, si potrebbe vedere una sorta di dimostrazione: gli umani, nel loro essere e nei loro movimenti, sono trascinati da forze cosmiche che li sovrastano. D’altra parte, però, questo implicherebbe anche che gli umani hanno la funzione di rivelare, se non di costituire, strutture oltreumane. I problemi di identità e ripetizione sono centrali nell’opera di Moggia, in cui l’elemento individuale appare reso sempre già indeterminato non solo dal suo essere parte costitutiva di una struttura, ma dal fatto che a costituire ogni parte della medesima forma sono elementi della stessa natura. È come se l’artista intendesse sospendere, ovvero rendere priva di senso, la domanda che chiede se gli individui di una stessa specie siano entità autonome, per quanto simili tra loro, o se siano perfettamente uguali tra loro, ognuno essendo niente altro che una replica. Nel turbinio degli esseri, dell’agglomerarsi e disperdersi degli elementi umani, secondo leggi determinate, nel bel mezzo del più profondo disincanto cosmico, ci troviamo quasi stupiti di fronte all’affermazione perentoria dell’uguaglianza radicale di ogni elemento umano. La vita di quei corpi medi e ordinari che abitano la terra sta nel mezzo, tra il microcosmo e il macrocosmo, tra le particelle elementari e lo spazio siderale, ammassata come sul bordo di un vuoto infinito. (Liberamente tratto da un testo di Paolo Godani)
28
ottobre 2017
Carlo Moggia – Reazione a catena
Dal 28 ottobre all'otto novembre 2017
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15:00 – 19:00
Vernissage
28 Ottobre 2017, h 17.00
Autore
Curatore