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Michele Chiossi – Dezav’y
Forme minimaliste, tattiche concettuali e venature avantpop di stampo postmoderno segnano un percorso, modulato sempre da una attitudine semiotica che investiga le cause e gli effetti, gli oggetti e il loro utilizzo, le parole e le cose dell’arte o del quotidiano.
Comunicato stampa
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Effetto di analisi sulle società dei consumi, il lavoro di Michele Chiossi (1970) si nutre di quotidiano, di storia e di memoria intrecciate a una conoscenza che setaccia il mondo con una curiosità onnivora, tesa a costruire una nuova Weltanschauung come principio operativo di decodificazione del proprio tempo.
Forme minimaliste, tattiche concettuali e venature avantpop di stampo postmoderno (dalle quali assorbire colori croccanti e vivaci) segnano parte del suo percorso, modulato sempre da una attitudine semiotica che investiga le cause e gli effetti, gli oggetti e il loro utilizzo, le parole e le cose dell’arte o del quotidiano.
Procedendo nell’ambito della cultura con un’azione di poliglottia linguistica che abbatte distanze e frontiere, Chiossi concepisce uno scenario elaborato e complesso che permette molti gradi di lettura e che ha come armatura portante l’analisi della struttura sociale e delle sue immagini. Chiossi lavora infatti con l’immagine di un’immagine, con il rimando costante a qualcosa o a qualcuno per dare nuovo senso, nuovo significato iconico, strumentale alla matrice. Con lui la tradizione subisce un processo granitico che si traduce in costruzione di formule visive fragranti e disarmanti il cui movimento mette sotto scacco i consumi quotidiani e le società del controllo.
Concepita mediante una serie di lavori realizzati nell’ultimo ventennio, deʒav’y vuole essere non solo uno sguardo sull’ampia produzione di Michele Chiossi, sui suoi preziosismi fisici e mentali, ma anche un percorso in grado di offrire il modus operandi di un artista babelico, la cui curiosità offre una polimatericità che coniuga il vecchio al nuovo, l’arcaico all’attuale, la tradizione all’innovazione.
Forme minimaliste, tattiche concettuali e venature avantpop di stampo postmoderno (dalle quali assorbire colori croccanti e vivaci) segnano parte del suo percorso, modulato sempre da una attitudine semiotica che investiga le cause e gli effetti, gli oggetti e il loro utilizzo, le parole e le cose dell’arte o del quotidiano.
Procedendo nell’ambito della cultura con un’azione di poliglottia linguistica che abbatte distanze e frontiere, Chiossi concepisce uno scenario elaborato e complesso che permette molti gradi di lettura e che ha come armatura portante l’analisi della struttura sociale e delle sue immagini. Chiossi lavora infatti con l’immagine di un’immagine, con il rimando costante a qualcosa o a qualcuno per dare nuovo senso, nuovo significato iconico, strumentale alla matrice. Con lui la tradizione subisce un processo granitico che si traduce in costruzione di formule visive fragranti e disarmanti il cui movimento mette sotto scacco i consumi quotidiani e le società del controllo.
Concepita mediante una serie di lavori realizzati nell’ultimo ventennio, deʒav’y vuole essere non solo uno sguardo sull’ampia produzione di Michele Chiossi, sui suoi preziosismi fisici e mentali, ma anche un percorso in grado di offrire il modus operandi di un artista babelico, la cui curiosità offre una polimatericità che coniuga il vecchio al nuovo, l’arcaico all’attuale, la tradizione all’innovazione.
12
ottobre 2017
Michele Chiossi – Dezav’y
Dal 12 ottobre al 20 novembre 2017
arte contemporanea
Location
GABA.MC – GALLERIA DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Macerata, Piazza Vittorio Veneto, 7, (Macerata)
Macerata, Piazza Vittorio Veneto, 7, (Macerata)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 16-20
Vernissage
12 Ottobre 2017, h 18.00
Autore
Curatore