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Fotografia 4: Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt
La mostra “fotografia 4 – Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt”, curata da Ute Eskildsen, è la quarta mostra di una serie espositiva che illustra l’evoluzione della fotografia tedesca dagli anni venti a oggi e che mette in dialogo o in contrasto le opere di due fotografi di un’epoca.
Comunicato stampa
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L’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo inaugura, giovedì, 5 ottobre 2017, alle ore 19.30, la mostra "fotografia 4 - Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt". La mostra, curata dalla storica della fotografia Ute Eskildsen, è la quarta mostra di una serie espositiva che illustra l’evoluzione della fotografia tedesca dagli anni venti a oggi e che mette in dialogo o in contrasto le opere di due fotografi di un’epoca.
L’avvio della serie, nel 2014, fu con la mostra di August Sander e Helmar Lerski seguita dalla seconda, nel 2015, con Erich Salomon e Friedrich Seidenstücker. Le prime due mostre esibirono opere di fotografi della repubblica di Weimar. La terza edizione, nel 2016, con Willi Moegle e Otto Steinert era dedicata al dopoguerra, in particolare alla fine degli anni cinquanta. Due fotografi che durante il nazionalsocialismo rimasero in Germania e dopo la seconda guerra mondiale raggiunsero la notorietà. Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt, invece, conseguirono successi professionali a Berlino durante la Repubblica di Weimar, ma in quanto ebrei non poterono svilupparli ulteriormente in Germania a seguito dell’avvento al potere dei nazionalsocialisti nel 1933. Entrambi riuscirono a emigrare negli Stati Uniti nel 1935.
“Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt erano entrambi ebrei. A loro successe quello che gli artisti subiscono ripetutamente anche in Germania dopo la guerra, nella Repubblica Democratica Tedesca e tutt’oggi, in molte parti del mondo: l’interruzione dello sviluppo artistico, la cesura della continuità biografica.” Secondo Joachim Blüher, Direttore di Villa Massimo, “Entrambi, […], sono rappresentanti della massima mobilità. La tecnologia di cui fanno uso si chiama Ermanox e poi Leica.”
Le fotografie di Lotte Jacobi, nonostante l’influenza della Nuova Oggettività, in cui prevalevano gli scorci della vita reale, rimandano a un linguaggio formale di transizione. I ritratti hanno ancora l’effetto flou della messa a fuoco di una camera di grande formato e richiamano la tradizionale fotografia realizzata in studio. Molto diverse sono invece le fotografie dedicate alla danza realizzate parallelamente ai ritratti, così come quelle in cui sono immortalati gli interpreti di diversi teatri berlinesi. Per Alfred Eisenstaedt invece la ritrattistica individuale, in questo si distingueva da Lotte Jacobi, non era il suo principale ambito di attività. Il suo interesse e la sua concentrazione erano rivolti all’osservazione di situazioni. Diversamente da Lotte Jacobi, l’emigrazione forzata nel 1935 non rappresentò per Alfred Eisenstaedt una netta cesura a livello professionale, grazie alla sua pluriennale collaborazione con l’Associated Press a Berlino.
In mostra saranno presenti 18 fotografie di Lotte Jacobi e 30 fotografie di Alfred Eisenstaedt, di cui la maggior parte sono stampe vintage degli anni ’30-‘50. Le fotografie provengono dal Münchner Stadtmuseum, Museum Folkwang, Essen, Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg, Axel Springer Syndication GmbH, ullstein Bild Berlin e la collezione del Haus der Photographie – Sammlung F.C. Gundlach, Hamburg.
Biografie
Lotte Jacobi, nome d’arte di Johanna Alexandra Jocobi (1896 Thorn, Prussia occidentale - 1990 Concord, New Hampshire, USA), si cimenta fin da piccola con la fotocamera a foro stenopeico e a 13 anni riceve una fotocamera a lastre Ernemann. Nel 1898 la sua famiglia si trasferisce a Posen, dove il padre, fotografo di professione in terza generazione, apre uno studio fotografico. Dal 1914 al 1916 la Jacobi frequenta corsi di storia dell’arte e letteratura all’Accademia di Posen. Nel 1920 si trasferisce a Berlino, nel 1921 la raggiungono i suoi genitori e aprono uno studio fotografico. Dal 1925 al 1927 studia fotografia alla Staatliche Höhere Fachschule für Phototechnik a Monaco di Baviera. Dal 1927 al 1935 ritorna a Berlino a lavorare nello studio del padre, soprattutto facendo ritratti per la stampa illustrata, e lavora anche per l’agenzia fotografica Press-Cliche Moskau. Durante i suoi viaggi a Mosca e nelle repubbliche sovietiche dell’Asia centrale Tagikistan e Uzbekistan realizza oltre 5000 fotografie. Con l’ascesa al potere dei nazionalsocialisti nel 1933, si complica sempre di più la situazione lavorativa per gli ebrei. Nel 1935, dopo la morte del padre, Lotte Jacobi emigra a New York, dove apre uno studio insieme alla sorella Ruth. Dal 1936 dal 1938 gestisce uno studio proprio al Central Park South, riceve da Life l’incarico di eseguire un ritratto di Albert Einstein, ma la serie non viene pubblicata. Dal 1946 Jacobi si concentra su esperimenti in laboratorio, realizzando fino al 1964 numerosi Photogenics, una forma speciale di fotogramma. Dal 1962 al 1963 ha luogo il suo primo soggiorno in Europa dopo l’emigrazione. Nel 1970 fonda una sezione fotografica alla Currier Gallery di Manchester, NH, e partecipa alla mostra Fotografinnen (fotografe) al Museum Folkwang di Essen, dove nel 1973 viene allestita la sua prima ampia retrospettiva. Nel 1983 riceve il Premio Erich Salomon della Deutsche Gesellschaft für Photographie di Berlino.
Alfred Eisenstaedt (1898 Dirschau, Prussia occidentale - 1995 Martha’s Vineyard, Massachusetts) riceve a 14 anni una fotocamera pieghevole Kodak e esegue le sue prime fotografie a Berlino e dintorni, dopo che la famiglia di commercianti ebrei, vi si era trasferita nel 1906. Dal 1927 cerca di vendere le sue fotografie a redazioni di giornali illustrati. La prima pubblicazione nel settimanale Der Weltspiegel è l’inizio della sua carriera di fotoreporter. Dal 1928 inizia a collaborare con l’Agenzia Pacific and Atlantic (che dal 1929 fa parte dell’Associated Press) usando una Ermanox e dal 1929 si dedica completamente alla professione di fotografo. Riceve i primi grandi incarichi di reportage e seguono ritratti di personalità celebri della Repubblica di Weimar. Dal 1930 al 1935 svolge numerosi viaggi attraverso l’Europa, fotografa eventi culturali e conferenze politiche, fra cui il primo incontro tra Hitler e Mussolini nel 1934. Nel frattempo lavora con una Leica. Nel 1935 le persecuzioni dei nazionalsocialisti nei confronti degli ebrei costringono Eisenstaedt a emigrare. Negli USA, grazie alla sua collaborazione con l’Associated Press, ottiene rapidamente nuovi incarichi e le sue fotografie vengono pubblicate ad esempio in Harper’s Bazaar, Vogue e nella rivista appena fondata Life, diventandone uno dei primi quattro fotoredattori. Per Life Eisenstaedt realizza oltre 2000 reportage e più di novanta sue fotografie vengono riportate in copertina. Dal 1940 al 1946 realizza reportage sul fronte tedesco durante la seconda guerra mondiale. Nel 1945 scatta la fotografia divenuta celebre “V-J Day”, di una coppia che si bacia il giorno della vittoria degli Alleati nella Times Square a New York. Nel 1954 ha la sua prima mostra individuale all’International Museum of Photography di Rochester, NY, e nel 1961 realizza un fotoreportage sull’insediamento di Kennedy. Fino a questo momento ha fotografato tutti i Presidenti americani a partire da F.D. Roosevelt. Nel 1962 riceve il premio alla cultura della Deutsche Gesellschaft für Photographie di Colonia. Nel 1966 ha luogo la sua mostra individuale Witness to our Time nell’edificio Time-Life a New York e nel 1978 riceve il Lifetime Achievment Award dell’American Society of Magazine Photographers.
INFORMAZIONI
www.villamassimo.de
ESPOSIZIONE: Fotografia 4 - Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt
LUOGO: Accademia Tedesca Roma Villa Massimo
Largo di Villa Massimo 1-2, 00161 Roma
INAUGURAZIONE: giovedì, 5 ottobre 2017, ore 19.30 fino alle 21.30
DURATA: 6 ottobre – 24 novembre 2017
ORARI DI APERTURA: dal lunedì al giovedì, ore 9.00 - 17.30, venerdì, ore 9.00 - 16.00;
sabato e domenica chiusi
UFFICIO STAMPA: Allegra Giorgolo, tel. +39 06 44259340 / +39 349 7798339
giorgolo@villamassimo.de
L’avvio della serie, nel 2014, fu con la mostra di August Sander e Helmar Lerski seguita dalla seconda, nel 2015, con Erich Salomon e Friedrich Seidenstücker. Le prime due mostre esibirono opere di fotografi della repubblica di Weimar. La terza edizione, nel 2016, con Willi Moegle e Otto Steinert era dedicata al dopoguerra, in particolare alla fine degli anni cinquanta. Due fotografi che durante il nazionalsocialismo rimasero in Germania e dopo la seconda guerra mondiale raggiunsero la notorietà. Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt, invece, conseguirono successi professionali a Berlino durante la Repubblica di Weimar, ma in quanto ebrei non poterono svilupparli ulteriormente in Germania a seguito dell’avvento al potere dei nazionalsocialisti nel 1933. Entrambi riuscirono a emigrare negli Stati Uniti nel 1935.
“Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt erano entrambi ebrei. A loro successe quello che gli artisti subiscono ripetutamente anche in Germania dopo la guerra, nella Repubblica Democratica Tedesca e tutt’oggi, in molte parti del mondo: l’interruzione dello sviluppo artistico, la cesura della continuità biografica.” Secondo Joachim Blüher, Direttore di Villa Massimo, “Entrambi, […], sono rappresentanti della massima mobilità. La tecnologia di cui fanno uso si chiama Ermanox e poi Leica.”
Le fotografie di Lotte Jacobi, nonostante l’influenza della Nuova Oggettività, in cui prevalevano gli scorci della vita reale, rimandano a un linguaggio formale di transizione. I ritratti hanno ancora l’effetto flou della messa a fuoco di una camera di grande formato e richiamano la tradizionale fotografia realizzata in studio. Molto diverse sono invece le fotografie dedicate alla danza realizzate parallelamente ai ritratti, così come quelle in cui sono immortalati gli interpreti di diversi teatri berlinesi. Per Alfred Eisenstaedt invece la ritrattistica individuale, in questo si distingueva da Lotte Jacobi, non era il suo principale ambito di attività. Il suo interesse e la sua concentrazione erano rivolti all’osservazione di situazioni. Diversamente da Lotte Jacobi, l’emigrazione forzata nel 1935 non rappresentò per Alfred Eisenstaedt una netta cesura a livello professionale, grazie alla sua pluriennale collaborazione con l’Associated Press a Berlino.
In mostra saranno presenti 18 fotografie di Lotte Jacobi e 30 fotografie di Alfred Eisenstaedt, di cui la maggior parte sono stampe vintage degli anni ’30-‘50. Le fotografie provengono dal Münchner Stadtmuseum, Museum Folkwang, Essen, Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg, Axel Springer Syndication GmbH, ullstein Bild Berlin e la collezione del Haus der Photographie – Sammlung F.C. Gundlach, Hamburg.
Biografie
Lotte Jacobi, nome d’arte di Johanna Alexandra Jocobi (1896 Thorn, Prussia occidentale - 1990 Concord, New Hampshire, USA), si cimenta fin da piccola con la fotocamera a foro stenopeico e a 13 anni riceve una fotocamera a lastre Ernemann. Nel 1898 la sua famiglia si trasferisce a Posen, dove il padre, fotografo di professione in terza generazione, apre uno studio fotografico. Dal 1914 al 1916 la Jacobi frequenta corsi di storia dell’arte e letteratura all’Accademia di Posen. Nel 1920 si trasferisce a Berlino, nel 1921 la raggiungono i suoi genitori e aprono uno studio fotografico. Dal 1925 al 1927 studia fotografia alla Staatliche Höhere Fachschule für Phototechnik a Monaco di Baviera. Dal 1927 al 1935 ritorna a Berlino a lavorare nello studio del padre, soprattutto facendo ritratti per la stampa illustrata, e lavora anche per l’agenzia fotografica Press-Cliche Moskau. Durante i suoi viaggi a Mosca e nelle repubbliche sovietiche dell’Asia centrale Tagikistan e Uzbekistan realizza oltre 5000 fotografie. Con l’ascesa al potere dei nazionalsocialisti nel 1933, si complica sempre di più la situazione lavorativa per gli ebrei. Nel 1935, dopo la morte del padre, Lotte Jacobi emigra a New York, dove apre uno studio insieme alla sorella Ruth. Dal 1936 dal 1938 gestisce uno studio proprio al Central Park South, riceve da Life l’incarico di eseguire un ritratto di Albert Einstein, ma la serie non viene pubblicata. Dal 1946 Jacobi si concentra su esperimenti in laboratorio, realizzando fino al 1964 numerosi Photogenics, una forma speciale di fotogramma. Dal 1962 al 1963 ha luogo il suo primo soggiorno in Europa dopo l’emigrazione. Nel 1970 fonda una sezione fotografica alla Currier Gallery di Manchester, NH, e partecipa alla mostra Fotografinnen (fotografe) al Museum Folkwang di Essen, dove nel 1973 viene allestita la sua prima ampia retrospettiva. Nel 1983 riceve il Premio Erich Salomon della Deutsche Gesellschaft für Photographie di Berlino.
Alfred Eisenstaedt (1898 Dirschau, Prussia occidentale - 1995 Martha’s Vineyard, Massachusetts) riceve a 14 anni una fotocamera pieghevole Kodak e esegue le sue prime fotografie a Berlino e dintorni, dopo che la famiglia di commercianti ebrei, vi si era trasferita nel 1906. Dal 1927 cerca di vendere le sue fotografie a redazioni di giornali illustrati. La prima pubblicazione nel settimanale Der Weltspiegel è l’inizio della sua carriera di fotoreporter. Dal 1928 inizia a collaborare con l’Agenzia Pacific and Atlantic (che dal 1929 fa parte dell’Associated Press) usando una Ermanox e dal 1929 si dedica completamente alla professione di fotografo. Riceve i primi grandi incarichi di reportage e seguono ritratti di personalità celebri della Repubblica di Weimar. Dal 1930 al 1935 svolge numerosi viaggi attraverso l’Europa, fotografa eventi culturali e conferenze politiche, fra cui il primo incontro tra Hitler e Mussolini nel 1934. Nel frattempo lavora con una Leica. Nel 1935 le persecuzioni dei nazionalsocialisti nei confronti degli ebrei costringono Eisenstaedt a emigrare. Negli USA, grazie alla sua collaborazione con l’Associated Press, ottiene rapidamente nuovi incarichi e le sue fotografie vengono pubblicate ad esempio in Harper’s Bazaar, Vogue e nella rivista appena fondata Life, diventandone uno dei primi quattro fotoredattori. Per Life Eisenstaedt realizza oltre 2000 reportage e più di novanta sue fotografie vengono riportate in copertina. Dal 1940 al 1946 realizza reportage sul fronte tedesco durante la seconda guerra mondiale. Nel 1945 scatta la fotografia divenuta celebre “V-J Day”, di una coppia che si bacia il giorno della vittoria degli Alleati nella Times Square a New York. Nel 1954 ha la sua prima mostra individuale all’International Museum of Photography di Rochester, NY, e nel 1961 realizza un fotoreportage sull’insediamento di Kennedy. Fino a questo momento ha fotografato tutti i Presidenti americani a partire da F.D. Roosevelt. Nel 1962 riceve il premio alla cultura della Deutsche Gesellschaft für Photographie di Colonia. Nel 1966 ha luogo la sua mostra individuale Witness to our Time nell’edificio Time-Life a New York e nel 1978 riceve il Lifetime Achievment Award dell’American Society of Magazine Photographers.
INFORMAZIONI
www.villamassimo.de
ESPOSIZIONE: Fotografia 4 - Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt
LUOGO: Accademia Tedesca Roma Villa Massimo
Largo di Villa Massimo 1-2, 00161 Roma
INAUGURAZIONE: giovedì, 5 ottobre 2017, ore 19.30 fino alle 21.30
DURATA: 6 ottobre – 24 novembre 2017
ORARI DI APERTURA: dal lunedì al giovedì, ore 9.00 - 17.30, venerdì, ore 9.00 - 16.00;
sabato e domenica chiusi
UFFICIO STAMPA: Allegra Giorgolo, tel. +39 06 44259340 / +39 349 7798339
giorgolo@villamassimo.de
05
ottobre 2017
Fotografia 4: Lotte Jacobi e Alfred Eisenstaedt
Dal 05 ottobre al 24 novembre 2017
fotografia
Location
VILLA MASSIMO – ACCADEMIA TEDESCA
Roma, Largo Di Villa Massimo, 1-2, (Roma)
Roma, Largo Di Villa Massimo, 1-2, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al giovedì, ore 9.00 - 17.30, venerdì, ore 9.00 - 16.00; sabato e domenica chiusi
Vernissage
5 Ottobre 2017, ore 19.30 - 21.30
Autore
Curatore