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Enrico Grasso – Italian tales
Un racconto per immagini della cultura ed estetica contemporanee attraverso lo sguardo ironico di uno degli artisti più interessanti del panorama italiano tra surrealismo e pop.
Comunicato stampa
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Pizza e pasta, da intoccabili icone popolari ad oggetti di culto concettuale. Non è fantascienza, ma Enrico Grasso ad essersi spinto tanto oltre la Pop art dall'aver tramutato l'uso di quel linguaggio - in verità già di suo assai mentale e per niente frivolo - nell'esplicitazione radicale di un Made in Italy invidiato e celebrato da tutto il mondo. E quindi in una visione pittorico-concettuale fuori dai soliti schemi.
Aver lavorato per anni come grafico pubblicitario ha evidentemente lasciato in Grasso un imprinting specifico; un'inalienabile sensibilità di comunicazione senza cui non riuscirebbe oggi a subissare i nostri sensi con la sua fitta raffica d'input visivi/più-che-visivi, indispensabile collante tra il proprio credo pittorico ed una dimensione narrativo-introspettiva abile a scavare nel subconscio. Una dimensione al tempo stesso capace di processarsi seguendo i temi della partecipazione emotiva, portando l'artista romano a spalancare le porte su ambientazioni empatiche, costruite a tavolino, dove nulla risulta pittoricamente lasciato al caso ed anche l'esigenza di un tête à tête tutto al femminile assume valore pienamente universale (Parla di me. Coscienza - inconscio). Oppure - invertendo il senso d'azione - a convincerlo nel rinchiuderci dentro situazioni formali in cui l'individualità del libero arbitrio può tenersi in allenamento, indossando i panni della propria Personalidad; ad archiviare momenti storici autoproclamandosi regista di “ritorni al passato”, in stralci pittorici dove l'orgoglio italiano targato anni Sessanta si riaccende tra un deflettore aperto, un finestrino abbassato e le inconfondibili curve della Fiat 500 (1966).
Sempre e comunque a Grasso servono pochi elementi, scelti scavando in un background iconico che è patrimonio universale. A condizione però che siano solo quelli giusti. Congruenti contro ogni ragionevole logica, come le parti diverse e complementari di un'unica Evolution, brillante esempio di un sincretismo scultura/pittura che, a sua volta, funziona da surreale ponte congiunturale tra differenti (distanti, ma parimenti distintive) mitologie: da una parte quella a stelle e strisce di Capitan America, dall'altra quella tricolore - se non particolarmente capitolina - degli obelischi e della michelangiolesca Creazione di Adamo. Et voilà, la globalizzazione è servita.
Aver lavorato per anni come grafico pubblicitario ha evidentemente lasciato in Grasso un imprinting specifico; un'inalienabile sensibilità di comunicazione senza cui non riuscirebbe oggi a subissare i nostri sensi con la sua fitta raffica d'input visivi/più-che-visivi, indispensabile collante tra il proprio credo pittorico ed una dimensione narrativo-introspettiva abile a scavare nel subconscio. Una dimensione al tempo stesso capace di processarsi seguendo i temi della partecipazione emotiva, portando l'artista romano a spalancare le porte su ambientazioni empatiche, costruite a tavolino, dove nulla risulta pittoricamente lasciato al caso ed anche l'esigenza di un tête à tête tutto al femminile assume valore pienamente universale (Parla di me. Coscienza - inconscio). Oppure - invertendo il senso d'azione - a convincerlo nel rinchiuderci dentro situazioni formali in cui l'individualità del libero arbitrio può tenersi in allenamento, indossando i panni della propria Personalidad; ad archiviare momenti storici autoproclamandosi regista di “ritorni al passato”, in stralci pittorici dove l'orgoglio italiano targato anni Sessanta si riaccende tra un deflettore aperto, un finestrino abbassato e le inconfondibili curve della Fiat 500 (1966).
Sempre e comunque a Grasso servono pochi elementi, scelti scavando in un background iconico che è patrimonio universale. A condizione però che siano solo quelli giusti. Congruenti contro ogni ragionevole logica, come le parti diverse e complementari di un'unica Evolution, brillante esempio di un sincretismo scultura/pittura che, a sua volta, funziona da surreale ponte congiunturale tra differenti (distanti, ma parimenti distintive) mitologie: da una parte quella a stelle e strisce di Capitan America, dall'altra quella tricolore - se non particolarmente capitolina - degli obelischi e della michelangiolesca Creazione di Adamo. Et voilà, la globalizzazione è servita.
07
ottobre 2017
Enrico Grasso – Italian tales
Dal 07 al 21 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19
Vernissage
7 Ottobre 2017, ore 17
Autore
Curatore