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Piotr Hanzelewicz – Con cura
Lo spazio 16 Civico è lieto di presentare, in occasione della XIII Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI il 14 ottobre, la personale dell’artista italo-polacco Piotr Hanzelewicz.
Comunicato stampa
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BREVE PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA “CON CURA ”
Lo spazio 16 Civico è lieto di presentare, in occasione della XIII Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI il 14 ottobre, la personale dell’artista italo-polacco Piotr Hanzelewicz.
La mostra, significativa anche per l’imminente addio del conio delle moneta da 1 centesimo di euro, dichiarato dal nostro Governo, materia e pretesto materiale per la riflessione dell’artista, prende ispirazione, per il titolo, dal film “Scacco mortale” (1992), in cui si rivelano le tre regole d’oro per giocare a scacchi: “Con cura, con cura, con cura”. Una reiterazione che permette di meditare come un mantra, amplifica un unico significativo concetto, quello dell’avere cura, del mettere cura alle cose, attenzione, premura, sollecitudine. Le tre regole si condensano in un unico concetto, che però si apre a molteplici significati e valori. È una definizione tanto chiara e aperta, come il termine “cosa”, molto caro all’artista, restio a dare il nome alle “cose”, ad utilizzare parole e parole che, nel permettere di definire la realtà, la costringono in definizioni rigide e assolute, determinandone e delimitandone anche valutazioni morali. Una reiterazione che ricorda un insegnamento, come il discorso della montagna di Gesù, numerose volte citato da Kurt Vonnegurt e condensato nella celebre frase "Di regola io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo”; l’autore di “Mattatoio n° 5”, o “La crociata dei bambini” (1969) scritto a testimonianza della propria prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale e sul bombardamento di Dresda, “la Firenze dell’Elba” rasa al suolo nel febbraio 1945 da Regno Unito e Stati Uniti; ateo e autore fantascientifico, inventore del Bokononismo in “Ghiaccio-nove” (1963), da cui P. H. trae il titolo “Laborioso laborioso laborioso” (busy, busy, busy), espressione anch’essa in formula reiterata, usata dai fedeli bokononisti per esprimere a parole quanto complicate e intricate siano le vicende umane, e che l’artista scelse per la mostra all’Istituto Polacco di Roma (aprile-maggio 2013). Laborioso deriva da labor, da cui lavoro, lavorato; come business deriva da busy, “affaccendato”. Il cuore della più recente riflessione artistica di P.H. è il centesimo, l’inganno di una moneta il cui nome nasce dal nome di una Federazione di Stati che legittimano il proprio esistere territoriale dando il nome alla propria valuta, fioriera di paradossi, la cui più piccola moneta costa più di quanto vale (vale 0,01 centesimi di euro, costa, per coniarla, 4,24 centesimi). Con l’euro si è dato di fatto vita ad una nuova storia: la moneta non porta più con sé il concetto di misura e di peso del servizio o del bene (lira, da libra; pound da pondus; sterlina, da "pound of sterling silver"), ma segna il passaggio al dominio della finanza e del mercato virtuale: è l’astrazione di un’astrazione, fondata su un pensiero convenzionale. La riflessione sul denaro, e l’assimilazione della laboriosità umana e del suo fare artistico, con la società delle api, consente a P.H. di fare una precisa scelta di campo, prendendo le distanze dalla spietatezza delle api, che eliminano l’errore, uccidendo i droni o cacciando i pochi superstiti dall’accoppiamento all’arrivo del freddo, per non sprecare le riserve di miele. Un sistema spietato dell’eliminazione dell’errore o dell’essere considerato superfluo che ricorda il pretesto dell’eugenetica negli stermini attuati dai regimi.
La cura con cui P.H. si accosta al suo meticoloso lavoro, non si identifica nell’impossessarsi di un atteggiamento scientifico, e accoglie l’errore: nel tentativo dell’esattezza alloggia il limite dell’incognita e dell’inesattezza. Nella realizzazione delle griglie esagonali, dei cerchi dei centesimi “in assenza”, dei quadratini di carta tagliati e ridisegnati e incollati, l’atteggiamento dell’artista è pari all’accettazione della trasformazione della vita, della sua inclinazione naturale al cambiamento, alla rigenerazione cellulare, al deperimento. La trasformazione della materia si attua nella lenta alterazione cui sono sottoposti i centesimi, corrotti con acqua aceto e sale, la cui trasformazione sfugge al dominio del fare artistico. Il sistema visivo creato da P.H. è solo in apparenza quieto: calibrato, certo, ma nel profondo c’è qualcosa che lo anima sovversivamente: rigoli di metallo e colorazioni sonanti o cupe, millimetriche accidentali sottrazioni o addizioni all’interno delle griglie, in un germinare, quasi un brulicare di forme e di rapporti, di assenze e sottrazioni.
Pura, cristallina, è la scultura “Ignoto”, in vetro e stagno brunito. Incontrarla è come tornare alla “terra promessa”, ad un ambiente vergineo, andare al di là del contingente, dei traumi e dei paradossi in cui ogni pensiero critico sulla storia e sui fatti umani è costretto ad incappare. Una scultura che nasce dall’incisione di Dürer, “Melancholia I” (1514), dove il solido è una pietra simbolo della terra, della materia prima, ancora allo stato grezzo, ancora incorruttibile.
Ecco il segreto: “con cura, con cura, con cura”. Cura non solo rivolta al fare artistico, ma cura del sé come persona, come essere sensiente, cura del non escludere a priori la possibilità di riconoscersi in un errore, e di vedere nell’errore un valore, della possibilità di cambiare un’idea, di adattarsi, di non ingabbiarsi nel “sistema”. Si pensi al modulor quadrato, che nell’architettura cistercense veniva moltiplicato per divenire funzionale al lavoro dell’uomo, si è invece richiuso su se stesso nell’architettura contemporanea ingabbiando e inglobando l’uomo, la vita, il pensiero. La cura del sé procede dunque di pari passo con il sentimento critico, con l’indagine e l’accertamento del cambiamento, con l’accoglimento dell’accidente.
E infine cura, intesa come curatela, una buona curatela, che si fonda sul dialogo, sulla consapevolezza della complessità dell’operazione artistica, sulla lettura del luogo, sulla creazione di relazioni interdipendenti tra la persona, l’arte, gli elementi e i materiali, l’ambiente, la storia.
Piotr Hanzelewicz
– MOSTRE PERSONALI
2017 – "Con cura" 16 Civico (Pe) a cura di Silvia Moretta - “Per aquam ad astra - amaryllis”– Curva Pura (Roma) a cura di Michela Becchis // 2016 – “Cose pronte da non usare”– con Gianni Colangelo MAD – Asilo Occupato (AQ) a cura di Opus // 2015 – “Piccole cose di poco conto (studi)”– Polarville (AQ) // 2014 – “Sotto le stelle” (Ventinovegiorni) – Spazio Menexa – Roma – testo critico di Paolo Aita // “All’ombra del pavone” – Biblioteca del Senato – Roma a cura di Michela Becchis // 2013 – “Opus fragile” – Palazzetto dei Nobili/Oratorio di S.Giuseppe dei Minimi – (AQ) a cura di Antonella Muzi // “Laborioso laborioso laborioso” – Istituto Polacco di Roma a cura di Franco Speroni con testi in catalogo di Alberto Abruzzese e Michela Becchis // 2012 – “Melancholia” – Casa studio dell’artista – prove pubbliche – Tornimparte (AQ) // “L’inquilino lascia il terzo piano” – Calaluna – S.Vito Chietino (CH) a cura di Nico Mangifesta // 2011 – “L’inquilino del terzo piano” – Museolaboratorio – Città S. Angelo (PE) a cura di Enzo de Leonibus con testi di Teresa Macrì e Marco Patricelli
– SELEZIONE MOSTRE COLLETTIVE
2017 – "Face to face" – ex carcere di Montefiascone (VT) a cura di Giorgio de Finis // “Happening! 2” – Antiquarium Metaponto e Marina di Ginosa (TA) // “Confusioni” – Auditorium Diocleziano – Lanciano (CH) //“TRENTA3” – Galleria Rosso27 (Roma) testo critico di E. Marcenaro // “Piccole cose di poco conto” – Fondamenta - INSIDEART (Roma) a cura di 11HellHeaven // 2016 “Eroina all’Asilo” – Asilo Occupato (AQ) // “Galleria Corso Ovidio” – a cura di MAW – Sulmona (AQ) // “No_Place .03” – Premio Suzzara (MN) // “Mezza Galera” – a cura di Giorgio de Finis – Montefiascone (VT) // “Abruzzo Contemporaneo” – a cura di B.Birindelli e L. di Rocco – Penne (PE) // “No_Place .02” – Castello di Fombio (PC) // “Da D’An” a cura di C. Ciampoli e L. Zappacosta (PE) // “Methamorphosis – Beyond the shape” a cura di R. di Giannantonio (MAW – Sulmona, AURUM – Pescara) // “Still (life)” – Asilo Occupato (AQ) // 2015 “Siam come le lucciole” – Palazzo Gromo Losa a cura di S. Gavioli e Bi-Box Art – Biella (TO) // “Exagon” – Asilo Occupato (AQ) // “Portafortuna” – Spazio Varco (AQ) // “TrY (Trebisonda route Spazio Y)” – Centro per l’Arte Contemporanea Trebisonda – Perugia // “Bo_Cs Art” a cura di A. D’Ambruoso (CS) // XVIII Biennale di Penne e Nocciano – a cura di A. Zimarino e M. Lolli – Mamec (PE) // “Naked lights” – Teatro Tordinona – Roma a – cura di P.L.M. Pacentini e L. Palmieri // “Serci” intervento per “Arte in Caserma” – Area Metro Pietralata – Roma – a cura di M. Becchis // “Off Site Art” – Art Bridge – progetto di arte pubblica (AQ) // “INCODEC. Ricerche regionali di video arte.” a cura di Inangolo, selezione M. Sconci – MuSpAC – (AQ) // 2014 – “Portafortuna” – Spazio Y – Quadraro – Roma // “Artsiders” – Galleria Nazionale dell’Umbria – (PG) a cura di F. De Chirico e M. Mattioli // “Feeling” – Studio Candeloro, Casoli (CH) // “Quasi un euro” – Artefiera (BO) – stand MU6 – a cura di G. Galli // 2013 – “Cena d’Artista” – 2011Store (AQ) // 2012 – “Premio Terna 04” (selezione) // “Tempo riflesso” rassegna video – a cura di C. Nannicola (AQ) // 2011 – ”Oltre Roma” – CIAC castello Colonna Genazzano (Roma) a cura di C.L. Pisano // ”Timely” – Kuhturm, Leipzig (D) – (selezione W. Kun) // 2010 – “Premio Terna 03” (selezione) // “Premio Razzano” – Museo ARCOS – Benevento // “Annotazioni contemporanee” – Museolaboratorio ex manifattura tabacchi – Città S. Angelo (PE) a cura di A. Pugliese // “Officine dell’Umbria” – Lucarini Contemporary – Trevi (PG) a cura di M. Predicatori e M. Coccia // 2009 – “Fresh Paint” – Aratro Università degli studi del Molise (CB) a cura di L. Canova // “Godart 2009” Museolaboratorio ex manifattura tabacchi – Città S. Angelo (PE) a cura di E. de Leonibus // “Usine de Reve” – 26cc Gallery – ROMA a cura di S. Vedovotto e C. Casorati // 2008 – “Versus XIV” – Velan Gallery – (TO) a cura di F. Referza // “XIII Biennale di Arte Sacra” – Fondazione Stauros – (TE) // “Eat. It” – Castelbasso – (TE) a cura di F. Referza // 2007 – “Tanathos” – Primo Piano Home Photo Gallery (NA) // “Under 30” – Galleria BLUorg (BA) // “Cantiere Videoarte” – casa di Giotto, Vicchio (FI) a cura di F. Strigoli, artista turor Tessa M. Den Uyl // “Etnorami” WS con Enzo Umbaca a cura di T. Macrì (ABA – AQ) // 2006 – Premio Microgalleria (Accademia Belle Arti L’Aquila) testo in catalogo di L. Farulli // Triennale internazionale dei giovani artisti – Marmara Universitat – Kadikoy – Istanbul (Turchia) // “Waypoints” – Loreto Aprutino (PE) a cura di M. Scuderi // “L’ozio” WS con Gulsun Karamustafa a cura di T. Macrì (ABA – AQ) // 2005 – “Premio Nazionale delle Arti” (Roma)
– SELEZIONE MOSTRE CURATE
2017 – “209949 ᶢ℮” – personale di Riccardo Chiodi, curata con Silvia Moretta, 16 Civico (PE) // 2016 – “Una mostra chiamata desiderio” – Asilo Occupato (AQ)// 2012 – “Introspecto” – personale di M. D’Oltremare MusAA, Lanciano (CH) // “Omaggio a Opałka 1965/1-∞” Auditorium Diocleziano – all’interno di (Con)fusioni, Lanciano (CH) //
Piotr Hanzelewicz (Polonia, 1978) vive in Italia. Ha fatto esperienze diverse fra loro, studi, lavori. Ama il termine cosa/cose.
Non ha approccio scientifico ma si attesta su una curiosità utile a creare sinapsi e collegamenti tra discipline diverse e lontane tra loro. Una griglia di partenza. Poi c'è tutto il resto, insomma, poi ci sono le cose.
Nota curiosa: è nato lo stesso giorno in cui è morto Paolo VI pertanto non è sbagliato affermare che uno come Piotr Hanzelewicz nasce ogni morte di papa.
Lo spazio 16 Civico è lieto di presentare, in occasione della XIII Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI il 14 ottobre, la personale dell’artista italo-polacco Piotr Hanzelewicz.
La mostra, significativa anche per l’imminente addio del conio delle moneta da 1 centesimo di euro, dichiarato dal nostro Governo, materia e pretesto materiale per la riflessione dell’artista, prende ispirazione, per il titolo, dal film “Scacco mortale” (1992), in cui si rivelano le tre regole d’oro per giocare a scacchi: “Con cura, con cura, con cura”. Una reiterazione che permette di meditare come un mantra, amplifica un unico significativo concetto, quello dell’avere cura, del mettere cura alle cose, attenzione, premura, sollecitudine. Le tre regole si condensano in un unico concetto, che però si apre a molteplici significati e valori. È una definizione tanto chiara e aperta, come il termine “cosa”, molto caro all’artista, restio a dare il nome alle “cose”, ad utilizzare parole e parole che, nel permettere di definire la realtà, la costringono in definizioni rigide e assolute, determinandone e delimitandone anche valutazioni morali. Una reiterazione che ricorda un insegnamento, come il discorso della montagna di Gesù, numerose volte citato da Kurt Vonnegurt e condensato nella celebre frase "Di regola io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo”; l’autore di “Mattatoio n° 5”, o “La crociata dei bambini” (1969) scritto a testimonianza della propria prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale e sul bombardamento di Dresda, “la Firenze dell’Elba” rasa al suolo nel febbraio 1945 da Regno Unito e Stati Uniti; ateo e autore fantascientifico, inventore del Bokononismo in “Ghiaccio-nove” (1963), da cui P. H. trae il titolo “Laborioso laborioso laborioso” (busy, busy, busy), espressione anch’essa in formula reiterata, usata dai fedeli bokononisti per esprimere a parole quanto complicate e intricate siano le vicende umane, e che l’artista scelse per la mostra all’Istituto Polacco di Roma (aprile-maggio 2013). Laborioso deriva da labor, da cui lavoro, lavorato; come business deriva da busy, “affaccendato”. Il cuore della più recente riflessione artistica di P.H. è il centesimo, l’inganno di una moneta il cui nome nasce dal nome di una Federazione di Stati che legittimano il proprio esistere territoriale dando il nome alla propria valuta, fioriera di paradossi, la cui più piccola moneta costa più di quanto vale (vale 0,01 centesimi di euro, costa, per coniarla, 4,24 centesimi). Con l’euro si è dato di fatto vita ad una nuova storia: la moneta non porta più con sé il concetto di misura e di peso del servizio o del bene (lira, da libra; pound da pondus; sterlina, da "pound of sterling silver"), ma segna il passaggio al dominio della finanza e del mercato virtuale: è l’astrazione di un’astrazione, fondata su un pensiero convenzionale. La riflessione sul denaro, e l’assimilazione della laboriosità umana e del suo fare artistico, con la società delle api, consente a P.H. di fare una precisa scelta di campo, prendendo le distanze dalla spietatezza delle api, che eliminano l’errore, uccidendo i droni o cacciando i pochi superstiti dall’accoppiamento all’arrivo del freddo, per non sprecare le riserve di miele. Un sistema spietato dell’eliminazione dell’errore o dell’essere considerato superfluo che ricorda il pretesto dell’eugenetica negli stermini attuati dai regimi.
La cura con cui P.H. si accosta al suo meticoloso lavoro, non si identifica nell’impossessarsi di un atteggiamento scientifico, e accoglie l’errore: nel tentativo dell’esattezza alloggia il limite dell’incognita e dell’inesattezza. Nella realizzazione delle griglie esagonali, dei cerchi dei centesimi “in assenza”, dei quadratini di carta tagliati e ridisegnati e incollati, l’atteggiamento dell’artista è pari all’accettazione della trasformazione della vita, della sua inclinazione naturale al cambiamento, alla rigenerazione cellulare, al deperimento. La trasformazione della materia si attua nella lenta alterazione cui sono sottoposti i centesimi, corrotti con acqua aceto e sale, la cui trasformazione sfugge al dominio del fare artistico. Il sistema visivo creato da P.H. è solo in apparenza quieto: calibrato, certo, ma nel profondo c’è qualcosa che lo anima sovversivamente: rigoli di metallo e colorazioni sonanti o cupe, millimetriche accidentali sottrazioni o addizioni all’interno delle griglie, in un germinare, quasi un brulicare di forme e di rapporti, di assenze e sottrazioni.
Pura, cristallina, è la scultura “Ignoto”, in vetro e stagno brunito. Incontrarla è come tornare alla “terra promessa”, ad un ambiente vergineo, andare al di là del contingente, dei traumi e dei paradossi in cui ogni pensiero critico sulla storia e sui fatti umani è costretto ad incappare. Una scultura che nasce dall’incisione di Dürer, “Melancholia I” (1514), dove il solido è una pietra simbolo della terra, della materia prima, ancora allo stato grezzo, ancora incorruttibile.
Ecco il segreto: “con cura, con cura, con cura”. Cura non solo rivolta al fare artistico, ma cura del sé come persona, come essere sensiente, cura del non escludere a priori la possibilità di riconoscersi in un errore, e di vedere nell’errore un valore, della possibilità di cambiare un’idea, di adattarsi, di non ingabbiarsi nel “sistema”. Si pensi al modulor quadrato, che nell’architettura cistercense veniva moltiplicato per divenire funzionale al lavoro dell’uomo, si è invece richiuso su se stesso nell’architettura contemporanea ingabbiando e inglobando l’uomo, la vita, il pensiero. La cura del sé procede dunque di pari passo con il sentimento critico, con l’indagine e l’accertamento del cambiamento, con l’accoglimento dell’accidente.
E infine cura, intesa come curatela, una buona curatela, che si fonda sul dialogo, sulla consapevolezza della complessità dell’operazione artistica, sulla lettura del luogo, sulla creazione di relazioni interdipendenti tra la persona, l’arte, gli elementi e i materiali, l’ambiente, la storia.
Piotr Hanzelewicz
– MOSTRE PERSONALI
2017 – "Con cura" 16 Civico (Pe) a cura di Silvia Moretta - “Per aquam ad astra - amaryllis”– Curva Pura (Roma) a cura di Michela Becchis // 2016 – “Cose pronte da non usare”– con Gianni Colangelo MAD – Asilo Occupato (AQ) a cura di Opus // 2015 – “Piccole cose di poco conto (studi)”– Polarville (AQ) // 2014 – “Sotto le stelle” (Ventinovegiorni) – Spazio Menexa – Roma – testo critico di Paolo Aita // “All’ombra del pavone” – Biblioteca del Senato – Roma a cura di Michela Becchis // 2013 – “Opus fragile” – Palazzetto dei Nobili/Oratorio di S.Giuseppe dei Minimi – (AQ) a cura di Antonella Muzi // “Laborioso laborioso laborioso” – Istituto Polacco di Roma a cura di Franco Speroni con testi in catalogo di Alberto Abruzzese e Michela Becchis // 2012 – “Melancholia” – Casa studio dell’artista – prove pubbliche – Tornimparte (AQ) // “L’inquilino lascia il terzo piano” – Calaluna – S.Vito Chietino (CH) a cura di Nico Mangifesta // 2011 – “L’inquilino del terzo piano” – Museolaboratorio – Città S. Angelo (PE) a cura di Enzo de Leonibus con testi di Teresa Macrì e Marco Patricelli
– SELEZIONE MOSTRE COLLETTIVE
2017 – "Face to face" – ex carcere di Montefiascone (VT) a cura di Giorgio de Finis // “Happening! 2” – Antiquarium Metaponto e Marina di Ginosa (TA) // “Confusioni” – Auditorium Diocleziano – Lanciano (CH) //“TRENTA3” – Galleria Rosso27 (Roma) testo critico di E. Marcenaro // “Piccole cose di poco conto” – Fondamenta - INSIDEART (Roma) a cura di 11HellHeaven // 2016 “Eroina all’Asilo” – Asilo Occupato (AQ) // “Galleria Corso Ovidio” – a cura di MAW – Sulmona (AQ) // “No_Place .03” – Premio Suzzara (MN) // “Mezza Galera” – a cura di Giorgio de Finis – Montefiascone (VT) // “Abruzzo Contemporaneo” – a cura di B.Birindelli e L. di Rocco – Penne (PE) // “No_Place .02” – Castello di Fombio (PC) // “Da D’An” a cura di C. Ciampoli e L. Zappacosta (PE) // “Methamorphosis – Beyond the shape” a cura di R. di Giannantonio (MAW – Sulmona, AURUM – Pescara) // “Still (life)” – Asilo Occupato (AQ) // 2015 “Siam come le lucciole” – Palazzo Gromo Losa a cura di S. Gavioli e Bi-Box Art – Biella (TO) // “Exagon” – Asilo Occupato (AQ) // “Portafortuna” – Spazio Varco (AQ) // “TrY (Trebisonda route Spazio Y)” – Centro per l’Arte Contemporanea Trebisonda – Perugia // “Bo_Cs Art” a cura di A. D’Ambruoso (CS) // XVIII Biennale di Penne e Nocciano – a cura di A. Zimarino e M. Lolli – Mamec (PE) // “Naked lights” – Teatro Tordinona – Roma a – cura di P.L.M. Pacentini e L. Palmieri // “Serci” intervento per “Arte in Caserma” – Area Metro Pietralata – Roma – a cura di M. Becchis // “Off Site Art” – Art Bridge – progetto di arte pubblica (AQ) // “INCODEC. Ricerche regionali di video arte.” a cura di Inangolo, selezione M. Sconci – MuSpAC – (AQ) // 2014 – “Portafortuna” – Spazio Y – Quadraro – Roma // “Artsiders” – Galleria Nazionale dell’Umbria – (PG) a cura di F. De Chirico e M. Mattioli // “Feeling” – Studio Candeloro, Casoli (CH) // “Quasi un euro” – Artefiera (BO) – stand MU6 – a cura di G. Galli // 2013 – “Cena d’Artista” – 2011Store (AQ) // 2012 – “Premio Terna 04” (selezione) // “Tempo riflesso” rassegna video – a cura di C. Nannicola (AQ) // 2011 – ”Oltre Roma” – CIAC castello Colonna Genazzano (Roma) a cura di C.L. Pisano // ”Timely” – Kuhturm, Leipzig (D) – (selezione W. Kun) // 2010 – “Premio Terna 03” (selezione) // “Premio Razzano” – Museo ARCOS – Benevento // “Annotazioni contemporanee” – Museolaboratorio ex manifattura tabacchi – Città S. Angelo (PE) a cura di A. Pugliese // “Officine dell’Umbria” – Lucarini Contemporary – Trevi (PG) a cura di M. Predicatori e M. Coccia // 2009 – “Fresh Paint” – Aratro Università degli studi del Molise (CB) a cura di L. Canova // “Godart 2009” Museolaboratorio ex manifattura tabacchi – Città S. Angelo (PE) a cura di E. de Leonibus // “Usine de Reve” – 26cc Gallery – ROMA a cura di S. Vedovotto e C. Casorati // 2008 – “Versus XIV” – Velan Gallery – (TO) a cura di F. Referza // “XIII Biennale di Arte Sacra” – Fondazione Stauros – (TE) // “Eat. It” – Castelbasso – (TE) a cura di F. Referza // 2007 – “Tanathos” – Primo Piano Home Photo Gallery (NA) // “Under 30” – Galleria BLUorg (BA) // “Cantiere Videoarte” – casa di Giotto, Vicchio (FI) a cura di F. Strigoli, artista turor Tessa M. Den Uyl // “Etnorami” WS con Enzo Umbaca a cura di T. Macrì (ABA – AQ) // 2006 – Premio Microgalleria (Accademia Belle Arti L’Aquila) testo in catalogo di L. Farulli // Triennale internazionale dei giovani artisti – Marmara Universitat – Kadikoy – Istanbul (Turchia) // “Waypoints” – Loreto Aprutino (PE) a cura di M. Scuderi // “L’ozio” WS con Gulsun Karamustafa a cura di T. Macrì (ABA – AQ) // 2005 – “Premio Nazionale delle Arti” (Roma)
– SELEZIONE MOSTRE CURATE
2017 – “209949 ᶢ℮” – personale di Riccardo Chiodi, curata con Silvia Moretta, 16 Civico (PE) // 2016 – “Una mostra chiamata desiderio” – Asilo Occupato (AQ)// 2012 – “Introspecto” – personale di M. D’Oltremare MusAA, Lanciano (CH) // “Omaggio a Opałka 1965/1-∞” Auditorium Diocleziano – all’interno di (Con)fusioni, Lanciano (CH) //
Piotr Hanzelewicz (Polonia, 1978) vive in Italia. Ha fatto esperienze diverse fra loro, studi, lavori. Ama il termine cosa/cose.
Non ha approccio scientifico ma si attesta su una curiosità utile a creare sinapsi e collegamenti tra discipline diverse e lontane tra loro. Una griglia di partenza. Poi c'è tutto il resto, insomma, poi ci sono le cose.
Nota curiosa: è nato lo stesso giorno in cui è morto Paolo VI pertanto non è sbagliato affermare che uno come Piotr Hanzelewicz nasce ogni morte di papa.
14
ottobre 2017
Piotr Hanzelewicz – Con cura
Dal 14 ottobre al 04 novembre 2017
arte contemporanea
Location
16 CIVICO
Pescara, Strada San Silvestro-san Giovanni, 16, (Pescara)
Pescara, Strada San Silvestro-san Giovanni, 16, (Pescara)
Orario di apertura
18:30 - 21:00
Vernissage
14 Ottobre 2017, ore 18.30
Autore
Curatore