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Archetipo: l’idea e l’immagine. La Scultura di Claudio Nardulli
Mostra personale
Comunicato stampa
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Si inaugura sabato 30 settembre, alle ore 16.00, negli spazi coperti del sito archeologico di Capo di Bove sulla Via
Appia Antica, dove ha anche sede l’Archivio Antonio Cederna, la mostra Archetipo: l’idea e l’immagine. La
Scultura di Claudio Nardulli a cura di Barbara Martusciello e introdotta dal Direttore del Parco Archeologico
dell’Appia Antica, Rita Paris.
Le sculture sono allestite in questo luogo di grande importanza storico-archeologica discretamente ma con una loro forza
e un impatto visivo mirabile; la materia incorpora un tempo esteso, pressoché infinito per gli esseri viventi, “il tempo
geologico” e si dà con minuziosa e raffinata conformazione. Palesano perizia manuale, studio e calibrazione del
materiale – lapideo – forzato fino al massimo consentito, oltre il quale il marmo collasserebbe e anche per ciò hanno
effetto di leggerezza e dinamicità. Sulla scia della tradizione plastica della Storia dell’Arte, queste opere esplorano però
una strada personalissima che è orientata al mondo della pura forma: analizzando e riproponendo in maniera finissima e
mentale la rarefatta astrazione e la sintesi geometrica, non euclidea, le superfici a guscio, paraboloidi iperbolici, gli
ellissoidi. Tali marmoree solidità, che alludono alla malleabilità, alla flessuosità e accolgono la luce nei propri incavi e
nelle sporgenze animandosi, quasi vibrando come viva sostanza, richiamano certa preesistenza in natura ma anche
nell’antico e nell’architettura ponendosi infine come elemento integrale, autentico e originario: archetipico. Vi dimora
l’arché, il "principio" di tutto, inizio e dunque modello. Da Filone di Alessandria, Dionigi di Alicarnasso e Luciano di
Samosata a Platone sino a Carl Gustav Jung e poi a Jacques Derrida, è lungo l’elenco di chi sviluppò il tema nei suoi
diversi segmenti e significati; Nardulli li comprende tutti, perché li conosce, li ha elaborati e ne ha accolta quella frazione
a lui fondamentale per definire una lingua tutta sua. La sua scultura deriva da lì, da quella vastità sapienziale ma anche
sensualmente fisica, carnale – senza quest’ultima la scultura non emetterebbe nemmeno i primi vagiti! – tradotta in
questi vividi monumenti alla forma/pensiero, in un equilibrio compiuto tra spazio e tempo dimostrando e sottolineando
l’archiscrittura e, insomma, i metaconcetti: intensamente connettivi, come potenzialmente è la stessa Arte che la mostra
celebra.
Appia Antica, dove ha anche sede l’Archivio Antonio Cederna, la mostra Archetipo: l’idea e l’immagine. La
Scultura di Claudio Nardulli a cura di Barbara Martusciello e introdotta dal Direttore del Parco Archeologico
dell’Appia Antica, Rita Paris.
Le sculture sono allestite in questo luogo di grande importanza storico-archeologica discretamente ma con una loro forza
e un impatto visivo mirabile; la materia incorpora un tempo esteso, pressoché infinito per gli esseri viventi, “il tempo
geologico” e si dà con minuziosa e raffinata conformazione. Palesano perizia manuale, studio e calibrazione del
materiale – lapideo – forzato fino al massimo consentito, oltre il quale il marmo collasserebbe e anche per ciò hanno
effetto di leggerezza e dinamicità. Sulla scia della tradizione plastica della Storia dell’Arte, queste opere esplorano però
una strada personalissima che è orientata al mondo della pura forma: analizzando e riproponendo in maniera finissima e
mentale la rarefatta astrazione e la sintesi geometrica, non euclidea, le superfici a guscio, paraboloidi iperbolici, gli
ellissoidi. Tali marmoree solidità, che alludono alla malleabilità, alla flessuosità e accolgono la luce nei propri incavi e
nelle sporgenze animandosi, quasi vibrando come viva sostanza, richiamano certa preesistenza in natura ma anche
nell’antico e nell’architettura ponendosi infine come elemento integrale, autentico e originario: archetipico. Vi dimora
l’arché, il "principio" di tutto, inizio e dunque modello. Da Filone di Alessandria, Dionigi di Alicarnasso e Luciano di
Samosata a Platone sino a Carl Gustav Jung e poi a Jacques Derrida, è lungo l’elenco di chi sviluppò il tema nei suoi
diversi segmenti e significati; Nardulli li comprende tutti, perché li conosce, li ha elaborati e ne ha accolta quella frazione
a lui fondamentale per definire una lingua tutta sua. La sua scultura deriva da lì, da quella vastità sapienziale ma anche
sensualmente fisica, carnale – senza quest’ultima la scultura non emetterebbe nemmeno i primi vagiti! – tradotta in
questi vividi monumenti alla forma/pensiero, in un equilibrio compiuto tra spazio e tempo dimostrando e sottolineando
l’archiscrittura e, insomma, i metaconcetti: intensamente connettivi, come potenzialmente è la stessa Arte che la mostra
celebra.
30
settembre 2017
Archetipo: l’idea e l’immagine. La Scultura di Claudio Nardulli
Dal 30 settembre al 28 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
CAPO DI BOVE
Roma, Via Appia Antica, 222, (Roma)
Roma, Via Appia Antica, 222, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 9,00 alle 18,30
Vernissage
30 Settembre 2017, ore 16
Autore
Curatore