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Camera con vista
Una forza di energia positiva percorre le opere in mostra guidando alla riscoperta della tenerezza, al riscatto del minimo mondo privato, della sfera intima come occasione di conoscenza e di amore.
Comunicato stampa
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Una forza di energia positiva percorre le opere in mostra guidando alla riscoperta della tenerezza, al riscatto del minimo mondo privato, della sfera intima come occasione di conoscenza e di amore.
Dalla presenza ieratica e simbolica delle ‘macchine’ di Konrad Klapheck alla magia delle luci – e delle ombre - di Salvo, dalla ‘poesia del Regno dei Fiori’ di Nicola De Maria agli spazi elegantemente sereni di Stephan McKenna e alla misteriosa e misterica elegia di Luigi Ontani, si assiste ad una rappresentazione del reale che prescinde dalla Storia: viaggiando su un filo di atemporalità che ignora la cronaca e la geografia, le tele rappresentano il mondo dell’uomo come se intorno non ci fossero il Male e la Morte, come se non ci fosse altro che la piccola bellezza della visione che consente di cogliere una scintilla dell’universo.
Parafrasando Wittgenstein, quando l’occhio dell’artista vede qualche cosa di bello, la mano vuole ritrarla, per possederla e infine donarla.
Nati lungo il corso di vent’anni in cittadine o grandi città di Italia, Germania e Gran Bretagna, i pittori sono accomunati da uno spirito indipendente e libero, che li conduce a muoversi tangenti ai grandi movimenti, con scelte che sfiorano solo le mode e le correnti. Sfuggono alle regole pur avendo maestri, camminano nella strada dei classici calzando scarpe cucite da poco, ricorrono in modo segreto alle leggi della prospettiva e della sezione aurea, lasciando allo spettatore la gioia di ritrovare nelle linee e nei colori Antonello, Raffaello, De Chirico o altri grandi della tradizione: italiani di nascita o tesi all’Italia come patria di elezione, indipendentemente dai mezzi espressivi adottati, partecipano alla definizione di un’idea di Europa salvata dalle aberrazioni del ‘900.
L’esposizione, omaggio silenzioso a Salvo e McKenna da poco scomparsi, con il destino di non scomparire mai davvero come è solo dei grandi, testimonia la fiducia nel tentativo di salvare l’uomo e la vittoria di chi si interroga, e suggerisce che l’arte può diventare ‘camera con vista’ sulle luci e le ombre dell’ infinito interiore
Dalla presenza ieratica e simbolica delle ‘macchine’ di Konrad Klapheck alla magia delle luci – e delle ombre - di Salvo, dalla ‘poesia del Regno dei Fiori’ di Nicola De Maria agli spazi elegantemente sereni di Stephan McKenna e alla misteriosa e misterica elegia di Luigi Ontani, si assiste ad una rappresentazione del reale che prescinde dalla Storia: viaggiando su un filo di atemporalità che ignora la cronaca e la geografia, le tele rappresentano il mondo dell’uomo come se intorno non ci fossero il Male e la Morte, come se non ci fosse altro che la piccola bellezza della visione che consente di cogliere una scintilla dell’universo.
Parafrasando Wittgenstein, quando l’occhio dell’artista vede qualche cosa di bello, la mano vuole ritrarla, per possederla e infine donarla.
Nati lungo il corso di vent’anni in cittadine o grandi città di Italia, Germania e Gran Bretagna, i pittori sono accomunati da uno spirito indipendente e libero, che li conduce a muoversi tangenti ai grandi movimenti, con scelte che sfiorano solo le mode e le correnti. Sfuggono alle regole pur avendo maestri, camminano nella strada dei classici calzando scarpe cucite da poco, ricorrono in modo segreto alle leggi della prospettiva e della sezione aurea, lasciando allo spettatore la gioia di ritrovare nelle linee e nei colori Antonello, Raffaello, De Chirico o altri grandi della tradizione: italiani di nascita o tesi all’Italia come patria di elezione, indipendentemente dai mezzi espressivi adottati, partecipano alla definizione di un’idea di Europa salvata dalle aberrazioni del ‘900.
L’esposizione, omaggio silenzioso a Salvo e McKenna da poco scomparsi, con il destino di non scomparire mai davvero come è solo dei grandi, testimonia la fiducia nel tentativo di salvare l’uomo e la vittoria di chi si interroga, e suggerisce che l’arte può diventare ‘camera con vista’ sulle luci e le ombre dell’ infinito interiore
30
settembre 2017
Camera con vista
Dal 30 settembre al 14 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
DUETART GALLERY
Varese, Via Albuzzi, 27, (Varese)
Varese, Via Albuzzi, 27, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19
Vernissage
30 Settembre 2017, ore 18.00
Autore