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21
ottobre 2008
fino al 25.X.2008 Tracey Moffatt Marina Paris Beatrice Pediconi Roma, Z2O Galleria
roma
La delicatezza e la freschezza di un’arte tutta al femminile. Moffatt, Pediconi e Paris sfamano il cervello e la vista altrui con lavori sagaci e innovativi. Mescolando amore e morte, pittura e video-fotografia, leggerezza e gravità...
Ironia, poeticità, straniamento. Tracey Moffatt, Beatrice Pediconi, Marina Paris. La galleria romana offre al pubblico questi tre connubi all’insegna di un’arte giovane e frizzante, volta a far riflettere, a incantare e contemporaneamente a scandagliare le certezze prospettiche.
Tracey Moffat (Brisbane, 1960; vive a Sidney e New York) usa l’arte fotografica e quella del video per fare irruzione in maniera sarcastica in un mondo in cui i riflettori si rendono costante presenza, come le stelle nel cielo. Scorpio è il lavoro per immagini fisse che riproduce l’artista nei panni, prima, di Anna Wintour (direttrice di “Vogue America”) e, poi, di Nadia Comaneci (ginnasta). Entrambe personalità nate sotto il segno dello scorpione.
I tre video, invece, riprendono all’unisono il mondo del cinema: spezzoni di film vecchi e nuovi che s’inseriscono in tre diverse tematiche, ossia rivoluzione, catastrofi e amore. Revolution è un susseguirsi d’immagini che portano agli occhi grandi rivoluzioni cinematografiche, gesti enfatici come incoronazioni e azioni dalle forti tinte stereotipate. Il tutto condito con un accompagnamento musicale adeguatamente ritmato. Doomed, invece, si compone di scene apocalittiche, atte all’ormai inflazionata suspence del cinema dei giorni nostri. Love, infine, è un’acuta lettura del rapporto litigarello tra uomo e donna. La violenza la fa da padrona: schiaffi, pugni, bicchieri d’acqua gettati sulla faccia altrui.
Ma, mentre la forza irruente nella mano della donna, all’inizio, risuona quasi giocosa, come se l’uomo non ne fosse realmente toccato, alla fine, con la violenza bruta perpetrata dalla mano maschile, il disappunto nello spettatore si rende palpabile. Una colonna sonora dalle ritmate tonalità, cui seguono quelle gravi si rivela pedina fondamentale del video.
Beatrice Pediconi (Roma, 1972) utilizza invece il mezzo fotografico come riproduzione di un moto naturale, di una poetica danza tra le ombre di china e le trasparenze dell’acqua. Come leggiadre danzatrici in tutù nero, le macchie d’inchiostro sembrano materializzarsi nel loro avvolgente volume, muovendosi secondo un ritmo armonico e gioioso all’interno di un liquido che appare altrettanto denso e corposo. L’opera di Pediconi coinvolge anche altri sensi, oltre la vista: la densità dell’acqua e delle forme create con la china sembra, infatti, essere cosa tangibile.
Marina Paris (Sassoferrato, Ancona, 1965; vive a Roma), infine, non smentisce la propria voglia artistica di interagire con la mente dello spettatore. Come un suo marchio personale, l’artista marchigiana sorprende l’occhio altrui e lo fa andare oltre le rigorose certezze prospettiche. Variable space è un lavoro dai ritmi spiazzanti, che inquadra in ogni scatto un cortile diverso, il cui suolo è ricoperto da una superficie di specchi rettangolari, che sembrano formare una scacchiera di riflessi. Gli edifici intorno, infatti, proiettano la loro immagine in maniera diversa, in base alla luce e alla posizione dello specchio, creando delle varianti di lettura alla stessa realtà.
Tracey Moffat (Brisbane, 1960; vive a Sidney e New York) usa l’arte fotografica e quella del video per fare irruzione in maniera sarcastica in un mondo in cui i riflettori si rendono costante presenza, come le stelle nel cielo. Scorpio è il lavoro per immagini fisse che riproduce l’artista nei panni, prima, di Anna Wintour (direttrice di “Vogue America”) e, poi, di Nadia Comaneci (ginnasta). Entrambe personalità nate sotto il segno dello scorpione.
I tre video, invece, riprendono all’unisono il mondo del cinema: spezzoni di film vecchi e nuovi che s’inseriscono in tre diverse tematiche, ossia rivoluzione, catastrofi e amore. Revolution è un susseguirsi d’immagini che portano agli occhi grandi rivoluzioni cinematografiche, gesti enfatici come incoronazioni e azioni dalle forti tinte stereotipate. Il tutto condito con un accompagnamento musicale adeguatamente ritmato. Doomed, invece, si compone di scene apocalittiche, atte all’ormai inflazionata suspence del cinema dei giorni nostri. Love, infine, è un’acuta lettura del rapporto litigarello tra uomo e donna. La violenza la fa da padrona: schiaffi, pugni, bicchieri d’acqua gettati sulla faccia altrui.
Ma, mentre la forza irruente nella mano della donna, all’inizio, risuona quasi giocosa, come se l’uomo non ne fosse realmente toccato, alla fine, con la violenza bruta perpetrata dalla mano maschile, il disappunto nello spettatore si rende palpabile. Una colonna sonora dalle ritmate tonalità, cui seguono quelle gravi si rivela pedina fondamentale del video.
Beatrice Pediconi (Roma, 1972) utilizza invece il mezzo fotografico come riproduzione di un moto naturale, di una poetica danza tra le ombre di china e le trasparenze dell’acqua. Come leggiadre danzatrici in tutù nero, le macchie d’inchiostro sembrano materializzarsi nel loro avvolgente volume, muovendosi secondo un ritmo armonico e gioioso all’interno di un liquido che appare altrettanto denso e corposo. L’opera di Pediconi coinvolge anche altri sensi, oltre la vista: la densità dell’acqua e delle forme create con la china sembra, infatti, essere cosa tangibile.
Marina Paris (Sassoferrato, Ancona, 1965; vive a Roma), infine, non smentisce la propria voglia artistica di interagire con la mente dello spettatore. Come un suo marchio personale, l’artista marchigiana sorprende l’occhio altrui e lo fa andare oltre le rigorose certezze prospettiche. Variable space è un lavoro dai ritmi spiazzanti, che inquadra in ogni scatto un cortile diverso, il cui suolo è ricoperto da una superficie di specchi rettangolari, che sembrano formare una scacchiera di riflessi. Gli edifici intorno, infatti, proiettano la loro immagine in maniera diversa, in base alla luce e alla posizione dello specchio, creando delle varianti di lettura alla stessa realtà.
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Tracey Moffatt | Marina Paris | Beatrice Pediconi
Z2O Galleria – Sara Zanin
Via dei Querceti, 6 (zona Colosseo) – 00184 Roma
Orario: da lunedì a sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0670452261; fax +39 0677077616; info@z2ogalleria.it; www.z2ogalleria.it
[exibart]
Brava la Pediconi! .. ma costa troppo!!!