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Cristina Garcia Rodero – Con la boca abierta
Isole che parlano di fotografia è la sezione del Festival internazionale Isole che Parlano (dal 4 al 10 settembre a Palau, Golfo Aranci e La Maddalena) dedicata alla fotografia di reportage. Dopo le mostre di alcuni grandi maestri e dei reporter delle nuove generazioni, quest’anno Isole che Parlano presenta Con la boca abierta di Cristina Garcia Rodero, esposizione realizzata in collaborazione con l’Instituto Cervantes, CEART e Ogros fotografi associati
Comunicato stampa
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- Isole che parlano di fotografia è la sezione del Festival internazionale Isole che Parlano - che si svolgerà dal 4 al 10 settembre a Palau, Golfo Aranci e La Maddalena (OT) - dedicata alla fotografia di reportage, un'occasione per prendere atto del mondo che cambia e si trasforma attraverso le immagini dei più importanti fotografi contemporanei.
Dopo le mostre di alcuni grandi maestri - tra cui Mario Dondero, Letizia Battaglia, Romano Cagnoni, Francesco Cito - e dei reporter delle nuove generazioni - tra cui Alessandro Penso, Alfredo Bini e Mattia Insolera - quest'anno Isole che Parlano presenta Con la boca abierta di Cristina Garcia Rodero. L'esposizione, realizzata in collaborazione con l'Instituto Cervantes, CEART e Ogros fotografi associati, sarà ospitata negli spazi del Centro di documentazione del territorio di Palau dove verrà inaugurata il 7 settembre alle 21.00 e resterà aperta fino al 30 settembre 2017.
Cristina Garcia Rodero - il cui lavoro si distingue per il profondo interesse nei confronti dei comportamenti umani e per lo studio dei costumi e delle tradizioni sopravvissuti attraverso i secoli, così come delle credenze che permeano la società contemporanea - è l'unica fotografa spagnola dell'Agenzia Magnum e ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera numerosi riconoscimenti, tra cui il "Premio Nacional de Fotografía" - assegnato dal Ministero della Cultura spagnolo - e, per ben tre anni, il prestigioso "World Press Photo".
Con la boca abierta è un'ampia retrospettiva dedicata alla fotografa spagnola che presenta un nucleo di 55 fotografie in bianco e nero realizzate dagli anni Settanta a oggi, il cui filo conduttore, come recita il titolo, è quello del gesto della bocca aperta: donne, uomini e bambini colti in stati d'animo differenti e ritratti in un gesto che diventa, secondo Rodero, espressione di tutti i sentimenti umani.
La quantità di scatti fotografici che la fotografa spagnola realizza nei suoi reportage è così estesa che, presto o tardi, nei suoi negativi appaiono personaggi che sbadigliano, gridano, esprimono stupore, ridono a crepapelle, sono trasfigurati da una smorfia di dolore e così via: infinite varianti, che ci lasciano a nostra volta "a bocca aperta". Il filo conduttore dell'esposizione ci accompagna in una passeggiata nei quarant'anni di carriera della Rodero, a partire dai luoghi più prossimi alla sua Puertollano, il suo paese natio, fino a quelli più remoti del globo, passando per eventi come il Burning man Festival del Nevada o la Love Parade in Germania.
Le immagini ci guidano in un flusso emotivo che ora assume tratti di carattere etnografico e rurale, ora sposa i linguaggi dell'avanguardia e racconta la poetica di una delle più importanti fotografe europee. Se da un lato una mostra è ciò che segue il reportage, ossia la trasmissione stampata dell’informazione di quanto “vissuto e registrato” dal fotografo, dall'altro esiste la funzione pedagogica del fare fotografia. Quest'aspetto didattico-educativo costituisce un’opportunità per far riflettere il pubblico e in particolare i giovani e i bambini, su alcune tematiche di attualità.
In occasione dell'inaugurazione al pubblico il 7 settembre alle 22.00, al Cine Teatro Montiggia, la fotografa Cristina Garcia Rodero terrà un incontro dal titolo "Riflessioni sull'etica di un mestiere".
_____________________
Isole che Parlano, storia
Nato nel 1996 con un target internazionale e caratterizzato dal binomio tradizione-innovazione, è un progetto globale ed eterogeneo, sia per gli ambiti artistici e per le provenienze geografiche e culturali degli ospiti, che per la contestualizzazione dei momenti performativi, espositivi e didattici. La programmazione si articola tra zone costiere ed entroterra gallurese, mettendo in relazione aree accomunate da un'identità culturale e linguistica, ribadendo Palau quale cuore e centro del Festival. L'obiettivo degli organizzatori è accostare la cultura contemporanea e i movimenti d’avanguardia con le culture autoctone, favorendo un confronto creativo tra ciò che circuita nei network dei festival internazionali e le espressioni più originali della Sardegna, intesa sia come area della memoria sia come terra capace di produrre artisti contemporanei caratterizzati da una profonda unicità. Dal 2005 la collocazione della manifestazione a settembre, coniuga con successo le necessità del prolungamento della stagione turistica con una proposta originale che catalizza la curiosità di addetti ai lavori e di un crescente turismo culturale, ottenendo l'importante riconoscimento da Effe Label, rete delle più importanti manifestazioni europee. Un fiore all'occhiello per il Comune di Palau, da sempre attento sostenitore della manifestazione, per la Fondazione di Sardegna e per l'assessorato al Turismo della Regione Sardegna.
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
www.isolecheparlano.it
Dopo le mostre di alcuni grandi maestri - tra cui Mario Dondero, Letizia Battaglia, Romano Cagnoni, Francesco Cito - e dei reporter delle nuove generazioni - tra cui Alessandro Penso, Alfredo Bini e Mattia Insolera - quest'anno Isole che Parlano presenta Con la boca abierta di Cristina Garcia Rodero. L'esposizione, realizzata in collaborazione con l'Instituto Cervantes, CEART e Ogros fotografi associati, sarà ospitata negli spazi del Centro di documentazione del territorio di Palau dove verrà inaugurata il 7 settembre alle 21.00 e resterà aperta fino al 30 settembre 2017.
Cristina Garcia Rodero - il cui lavoro si distingue per il profondo interesse nei confronti dei comportamenti umani e per lo studio dei costumi e delle tradizioni sopravvissuti attraverso i secoli, così come delle credenze che permeano la società contemporanea - è l'unica fotografa spagnola dell'Agenzia Magnum e ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera numerosi riconoscimenti, tra cui il "Premio Nacional de Fotografía" - assegnato dal Ministero della Cultura spagnolo - e, per ben tre anni, il prestigioso "World Press Photo".
Con la boca abierta è un'ampia retrospettiva dedicata alla fotografa spagnola che presenta un nucleo di 55 fotografie in bianco e nero realizzate dagli anni Settanta a oggi, il cui filo conduttore, come recita il titolo, è quello del gesto della bocca aperta: donne, uomini e bambini colti in stati d'animo differenti e ritratti in un gesto che diventa, secondo Rodero, espressione di tutti i sentimenti umani.
La quantità di scatti fotografici che la fotografa spagnola realizza nei suoi reportage è così estesa che, presto o tardi, nei suoi negativi appaiono personaggi che sbadigliano, gridano, esprimono stupore, ridono a crepapelle, sono trasfigurati da una smorfia di dolore e così via: infinite varianti, che ci lasciano a nostra volta "a bocca aperta". Il filo conduttore dell'esposizione ci accompagna in una passeggiata nei quarant'anni di carriera della Rodero, a partire dai luoghi più prossimi alla sua Puertollano, il suo paese natio, fino a quelli più remoti del globo, passando per eventi come il Burning man Festival del Nevada o la Love Parade in Germania.
Le immagini ci guidano in un flusso emotivo che ora assume tratti di carattere etnografico e rurale, ora sposa i linguaggi dell'avanguardia e racconta la poetica di una delle più importanti fotografe europee. Se da un lato una mostra è ciò che segue il reportage, ossia la trasmissione stampata dell’informazione di quanto “vissuto e registrato” dal fotografo, dall'altro esiste la funzione pedagogica del fare fotografia. Quest'aspetto didattico-educativo costituisce un’opportunità per far riflettere il pubblico e in particolare i giovani e i bambini, su alcune tematiche di attualità.
In occasione dell'inaugurazione al pubblico il 7 settembre alle 22.00, al Cine Teatro Montiggia, la fotografa Cristina Garcia Rodero terrà un incontro dal titolo "Riflessioni sull'etica di un mestiere".
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Isole che Parlano, storia
Nato nel 1996 con un target internazionale e caratterizzato dal binomio tradizione-innovazione, è un progetto globale ed eterogeneo, sia per gli ambiti artistici e per le provenienze geografiche e culturali degli ospiti, che per la contestualizzazione dei momenti performativi, espositivi e didattici. La programmazione si articola tra zone costiere ed entroterra gallurese, mettendo in relazione aree accomunate da un'identità culturale e linguistica, ribadendo Palau quale cuore e centro del Festival. L'obiettivo degli organizzatori è accostare la cultura contemporanea e i movimenti d’avanguardia con le culture autoctone, favorendo un confronto creativo tra ciò che circuita nei network dei festival internazionali e le espressioni più originali della Sardegna, intesa sia come area della memoria sia come terra capace di produrre artisti contemporanei caratterizzati da una profonda unicità. Dal 2005 la collocazione della manifestazione a settembre, coniuga con successo le necessità del prolungamento della stagione turistica con una proposta originale che catalizza la curiosità di addetti ai lavori e di un crescente turismo culturale, ottenendo l'importante riconoscimento da Effe Label, rete delle più importanti manifestazioni europee. Un fiore all'occhiello per il Comune di Palau, da sempre attento sostenitore della manifestazione, per la Fondazione di Sardegna e per l'assessorato al Turismo della Regione Sardegna.
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
www.isolecheparlano.it
07
settembre 2017
Cristina Garcia Rodero – Con la boca abierta
Dal 07 al 30 settembre 2017
fotografia
Location
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DEL TERRITORIO – PALAU
Palau, Via Nazionale, 5, (SASSARI)
Palau, Via Nazionale, 5, (SASSARI)
Vernissage
7 Settembre 2017, ore 21
Sito web
www.isolecheparlano.it
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