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Paolo Strano – Casa
L’esposizione raccoglie una trentina di oli e pastelli
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura sabato 5 agosto 2017, alle ore 19.00, presso la Civica Raccolta “Carmelo Cappello” di Palazzo Zacco a Ragusa, la personale di Paolo Strano Casa, a cura di Andrea Guastella. L’esposizione raccoglie una trentina di oli e pastelli che l’Amministrazione Comunale di Ragusa è lieta di ospitare nelle splendide Sale di Palazzo Zacco, dove potranno incontrarsi «con le sculture di Carmelo Cappello» offrendo ai ragusani e ai tanti turisti che ogni giorno visitano il museo un’occasione di straordinario arricchimento culturale.
Dal testo di Andrea Guastella: «A un filare di alberi, a una distesa verde intravista dal finestrino di un treno in corsa. Alla compagna addormentata sul divano. Al cane. Ai padri, alla famiglia. A questo si rivolge inquieta l’anima: a ciò che trova intorno. È come prendere una boccata d’aria fresca. Spalanchiamo i polmoni, li rilassiamo e ci arriva qualcosa da fuori. Il nostro spirito prova un senso di sollievo. Preferisce all’isolamento l’accoglienza dell’altrove. Ma non basta. Dopo la quiete, una mano si affretta a respingerla, l’anima, sigillandola in petto. A chi rivolgersi, allora? Il mondo, lo ha scritto James Hillman, non è fatto tanto di nomi quanto di verbi: “non consiste solamente di oggetti e di cose; è pieno di occasioni utili, ludiche, avventurose. L’oriolo non vede un ramo, vede un’occasione per appollaiarsi; il gatto non vede un oggetto da noi definito una scatola vuota, bensì un buon nascondiglio per vedere non visto; l’orso non fiuta un favo, ma l’occasione per mangiarsi una leccornia”. Il pittore, in particolare, è consapevole della disponibilità del mondo a nutrire e istruire. Il frutto del suo lavoro non cresce in cattività tra le pareti della scuola, né si alimenta solo delle immagini e dei segni tramandati dal passato. Facevo miei questi pensieri riflettendo su una lettera che Paolo Strano mi ha scritto per chiarire i moventi della sua pittura. Paolo afferma di dipingere per necessità. O meglio perché dipingere la realtà in cui si fonde è la sua occasione di essere umano. Perciò, durante gli anni dell’accademia, non lo interessavano i dubbi dei compagni sulla riconoscibilità dello stile. Non siamo noi a trovare uno stile, è lo stile che trova noi. A patto, ovviamente, di lasciarci trovare, di assumere un atteggiamento naturale. La scelta dell’artista è a suo modo esemplare: “Diplomato, appena conclusa l'accademia, ho cominciato a dipingere in una sorta di astrattismo geometrico. Perché? Boh. Credo che una parte delle ragioni dipenda dai supporti e dai materiali che ti passano per le mani in un certo momento e un’altra parte dalle idee imponderabili che ti passano per la mente. Per quanto mi riguarda, avevo comprato una risma di fogli Murillo (tipo 250 fogli) 100x70 e dei colori acrilici. Gli schizzi che ne trassi erano tutti strutturati secondo una mozione d'ordine precisa: tre colori di cui uno scuro a far da struttura (salvo qualche piccola deroga); andamento progressivo dal basso a destra a in alto a sinistra; apparente pennellata di getto. In realtà preparavo i soggetti lavorando su fogli A4 con i pastelli (in questo caso effettivamente di getto) e poi selezionando quelli che avevano qualcosa di sensato. In questo modo ho prodotto una quantità enorme di dipinti su carta, in parte venduti, in parte regalati, in parte buttati o rovinati dal tempo”. Ecco svelato il segreto del mestiere: accordare il pensiero - la sintesi cromatica, il procedere nel senso intellettuale della scrittura, la selezione del già visto - a un ambiente favorevole: fisico, concreto. Paolo non ha alcuna intenzione di separarsi dal mondo. Non a caso rappresenta sempre soggetti che ama, nel senso che gli sono vicini e sodali. Certo il terreno della pittura è scivoloso, non mancano gli dei da propiziare: Diebenkorn, Casorati e - tra i contemporanei - Velasco, l’ultimo Frangi. E poi Richter, con quella sua arte che passa di continuo dal figurativo all’astratto e non ha timore di usare una base fotografica, consapevole che la fotografia sottrae soggettività al dipinto, lasciando emergere un significato universale. Pittura dunque come prossimità al mondo, come atto di lealtà a qualcosa di cui facciamo parte. L’artista - e noi con lui - lo dimentica ogni giorno per riscoprirlo ogni qual volta ricomincia a lavorare: “Se in una giornata non ho impugnato la matita o un pennello, la sensazione che ne ho, con grande frustrazione, è di non aver combinato nulla di positivo. E questo anche se ho fatto molte cose impegnative e di spessore sia pure in altri contesti come al lavoro o in famiglia. Se invece durante il giorno ho solo dipinto, perfino con scarsi risultati, al contrario sento di aver fatto il mio dovere”. E se il nostro, di dovere, fosse quello di riconoscere che il mondo non è solo una gigantesca res extensa ma una casa dell’anima in cui le cose ci parlano e noi parliamo loro, con un accento inconfondibile ma in una lingua comune? Riflettiamoci sopra e, se possibile, ringraziamo l’artista per averci risvegliato».
Paolo Strano è nato nel 1964 in provincia di Verbania.
Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Catania dal 1986, diplomandosi in pittura nel 1991.
Vive e lavora a Piacenza.
Esposizioni:
1988 - “For your eyes only” mostra fotografica a cura di Lorenzo Taiuti - Centro Voltaire - Catania
1989 - AXIS rassegna video europei e videoart a cura di Lorenzo Taiuti - Centro Voltaire - Catania
1990 - Premio Fondazione Adolfo Carmine, giovani artisti italiani, ticinesi e svizzeri. - Firenze
1990 - Mostra concorso biennale di pittura contemporanea XIII Bindelin d'Or. - Gallarate (VA)
1991 - XVI Premio di arti plastiche e figurative per giovani artisti. Villa Reale - Monza
1992 - Concorso Nazionale “Immaginaria 92” a cura di Achille Bonito Oliva (segnalato). Milano
1992 - Dona un opera alla chiesa di S. Maria del Carmelo - S. Giorgio (Catania)
1995 - Collettiva Galleria Giallocromo - Catania
1999 - Personale - Libreria “l'Almanacco” - Acireale (Catania)
2000 - TRAM-sito artecontemporanea - Acireale (Catania)
2002 - Smau Milano - Rassegna videoarte collegata all'evento
2003 - DREAM MACHINE TV - RAISAT ARTE E ARCHIVIO STORICO DELL’ARTE CONTEMPORANEA DELLA BIENNALE DI VENEZIA a cura di Lorenzo Miglioli
2011 - REBA SPACE - Personale a cura di Renato Basile”Pastelli” - (Catania)
2011 - GAF Scicli. Cinquanta Artisti si presentano. A cura di Antonio Sarnari - Scicli (Ragusa)
2011 - Architettura Proibita “San Berillo si riveste di bellezza” a cura di Renato Basile - REBA Space - (Catania)
2012 - Rebatour, rassegna itinerante d'arte. A cura di Renato Basile, Palazzo Vaccaro Palazzolo Acreide (Siracusa)
2013 - “Week end al cubo | Open art night”, Galleria QUAM / Tecnica Mista, Scicli (RG)
2014 - “12 OPERE” personale di pittura a cura di Salvatore Schembari / Castello di Donnafugata (RG)
2015 - Personale Cosimo Il Bufalo - a cura di Domenico Gregorio - Circolo culturale Roma - Piacenza
2015 - REALISMO INFORMALE, Galleria QUAM / Tecnica Mista, a cura di A. Sarnari, Scicli (RG)
2016 - SFACCIATI, Civica Raccolta Carmelo Cappello, a cura di A. Guastella, Ragusa
Dal testo di Andrea Guastella: «A un filare di alberi, a una distesa verde intravista dal finestrino di un treno in corsa. Alla compagna addormentata sul divano. Al cane. Ai padri, alla famiglia. A questo si rivolge inquieta l’anima: a ciò che trova intorno. È come prendere una boccata d’aria fresca. Spalanchiamo i polmoni, li rilassiamo e ci arriva qualcosa da fuori. Il nostro spirito prova un senso di sollievo. Preferisce all’isolamento l’accoglienza dell’altrove. Ma non basta. Dopo la quiete, una mano si affretta a respingerla, l’anima, sigillandola in petto. A chi rivolgersi, allora? Il mondo, lo ha scritto James Hillman, non è fatto tanto di nomi quanto di verbi: “non consiste solamente di oggetti e di cose; è pieno di occasioni utili, ludiche, avventurose. L’oriolo non vede un ramo, vede un’occasione per appollaiarsi; il gatto non vede un oggetto da noi definito una scatola vuota, bensì un buon nascondiglio per vedere non visto; l’orso non fiuta un favo, ma l’occasione per mangiarsi una leccornia”. Il pittore, in particolare, è consapevole della disponibilità del mondo a nutrire e istruire. Il frutto del suo lavoro non cresce in cattività tra le pareti della scuola, né si alimenta solo delle immagini e dei segni tramandati dal passato. Facevo miei questi pensieri riflettendo su una lettera che Paolo Strano mi ha scritto per chiarire i moventi della sua pittura. Paolo afferma di dipingere per necessità. O meglio perché dipingere la realtà in cui si fonde è la sua occasione di essere umano. Perciò, durante gli anni dell’accademia, non lo interessavano i dubbi dei compagni sulla riconoscibilità dello stile. Non siamo noi a trovare uno stile, è lo stile che trova noi. A patto, ovviamente, di lasciarci trovare, di assumere un atteggiamento naturale. La scelta dell’artista è a suo modo esemplare: “Diplomato, appena conclusa l'accademia, ho cominciato a dipingere in una sorta di astrattismo geometrico. Perché? Boh. Credo che una parte delle ragioni dipenda dai supporti e dai materiali che ti passano per le mani in un certo momento e un’altra parte dalle idee imponderabili che ti passano per la mente. Per quanto mi riguarda, avevo comprato una risma di fogli Murillo (tipo 250 fogli) 100x70 e dei colori acrilici. Gli schizzi che ne trassi erano tutti strutturati secondo una mozione d'ordine precisa: tre colori di cui uno scuro a far da struttura (salvo qualche piccola deroga); andamento progressivo dal basso a destra a in alto a sinistra; apparente pennellata di getto. In realtà preparavo i soggetti lavorando su fogli A4 con i pastelli (in questo caso effettivamente di getto) e poi selezionando quelli che avevano qualcosa di sensato. In questo modo ho prodotto una quantità enorme di dipinti su carta, in parte venduti, in parte regalati, in parte buttati o rovinati dal tempo”. Ecco svelato il segreto del mestiere: accordare il pensiero - la sintesi cromatica, il procedere nel senso intellettuale della scrittura, la selezione del già visto - a un ambiente favorevole: fisico, concreto. Paolo non ha alcuna intenzione di separarsi dal mondo. Non a caso rappresenta sempre soggetti che ama, nel senso che gli sono vicini e sodali. Certo il terreno della pittura è scivoloso, non mancano gli dei da propiziare: Diebenkorn, Casorati e - tra i contemporanei - Velasco, l’ultimo Frangi. E poi Richter, con quella sua arte che passa di continuo dal figurativo all’astratto e non ha timore di usare una base fotografica, consapevole che la fotografia sottrae soggettività al dipinto, lasciando emergere un significato universale. Pittura dunque come prossimità al mondo, come atto di lealtà a qualcosa di cui facciamo parte. L’artista - e noi con lui - lo dimentica ogni giorno per riscoprirlo ogni qual volta ricomincia a lavorare: “Se in una giornata non ho impugnato la matita o un pennello, la sensazione che ne ho, con grande frustrazione, è di non aver combinato nulla di positivo. E questo anche se ho fatto molte cose impegnative e di spessore sia pure in altri contesti come al lavoro o in famiglia. Se invece durante il giorno ho solo dipinto, perfino con scarsi risultati, al contrario sento di aver fatto il mio dovere”. E se il nostro, di dovere, fosse quello di riconoscere che il mondo non è solo una gigantesca res extensa ma una casa dell’anima in cui le cose ci parlano e noi parliamo loro, con un accento inconfondibile ma in una lingua comune? Riflettiamoci sopra e, se possibile, ringraziamo l’artista per averci risvegliato».
Paolo Strano è nato nel 1964 in provincia di Verbania.
Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Catania dal 1986, diplomandosi in pittura nel 1991.
Vive e lavora a Piacenza.
Esposizioni:
1988 - “For your eyes only” mostra fotografica a cura di Lorenzo Taiuti - Centro Voltaire - Catania
1989 - AXIS rassegna video europei e videoart a cura di Lorenzo Taiuti - Centro Voltaire - Catania
1990 - Premio Fondazione Adolfo Carmine, giovani artisti italiani, ticinesi e svizzeri. - Firenze
1990 - Mostra concorso biennale di pittura contemporanea XIII Bindelin d'Or. - Gallarate (VA)
1991 - XVI Premio di arti plastiche e figurative per giovani artisti. Villa Reale - Monza
1992 - Concorso Nazionale “Immaginaria 92” a cura di Achille Bonito Oliva (segnalato). Milano
1992 - Dona un opera alla chiesa di S. Maria del Carmelo - S. Giorgio (Catania)
1995 - Collettiva Galleria Giallocromo - Catania
1999 - Personale - Libreria “l'Almanacco” - Acireale (Catania)
2000 - TRAM-sito artecontemporanea - Acireale (Catania)
2002 - Smau Milano - Rassegna videoarte collegata all'evento
2003 - DREAM MACHINE TV - RAISAT ARTE E ARCHIVIO STORICO DELL’ARTE CONTEMPORANEA DELLA BIENNALE DI VENEZIA a cura di Lorenzo Miglioli
2011 - REBA SPACE - Personale a cura di Renato Basile”Pastelli” - (Catania)
2011 - GAF Scicli. Cinquanta Artisti si presentano. A cura di Antonio Sarnari - Scicli (Ragusa)
2011 - Architettura Proibita “San Berillo si riveste di bellezza” a cura di Renato Basile - REBA Space - (Catania)
2012 - Rebatour, rassegna itinerante d'arte. A cura di Renato Basile, Palazzo Vaccaro Palazzolo Acreide (Siracusa)
2013 - “Week end al cubo | Open art night”, Galleria QUAM / Tecnica Mista, Scicli (RG)
2014 - “12 OPERE” personale di pittura a cura di Salvatore Schembari / Castello di Donnafugata (RG)
2015 - Personale Cosimo Il Bufalo - a cura di Domenico Gregorio - Circolo culturale Roma - Piacenza
2015 - REALISMO INFORMALE, Galleria QUAM / Tecnica Mista, a cura di A. Sarnari, Scicli (RG)
2016 - SFACCIATI, Civica Raccolta Carmelo Cappello, a cura di A. Guastella, Ragusa
05
agosto 2017
Paolo Strano – Casa
Dal 05 agosto al 02 settembre 2017
arte contemporanea
Location
CIVICA RACCOLTA CARMELO CAPPELLO – PALAZZO ZACCO
Ragusa, Via San Vito, 158, (Ragusa)
Ragusa, Via San Vito, 158, (Ragusa)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 8.00 – 14.00, 15.00 – 19.00; sabato ore 9.00 – 13.00, 15.00 – 19.00.
Giorno di chiusura: domenica, lunedì e festivi
Vernissage
5 Agosto 2017, ore 19
Autore
Curatore