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Infinity
Infinity è una rassegna che si qualifica come occasione per ripercorrere l’infinito, perenne e complessissimo rapporto tra l’opera d’arte e la reazione dell’uomo che l’osserva, ne resta affascinato e la interpreta
Comunicato stampa
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Infinity, una straordinaria esposizione di respiro internazionale che vede coinvolti quasi cinquanta artisti tra i più importanti ed apprezzati del nostro paese, si aprirà sabato 29 luglio, alle ore 21.00, a Sabbioneta, nella cornice fastosa di Palazzo Ducale.
Infinity è una rassegna che si qualifica come occasione per ripercorrere l’infinito, perenne e complessissimo rapporto tra l’opera d’arte e la reazione dell’uomo che l’osserva, ne resta affascinato e la interpreta.
Il Palazzo ducale di Sabbioneta, grazie alla curatela di Giammarco Puntelli e Gianfranco Ferlisi (a loro va il merito principale di questa mostra) avrà quindi l’occasione di trasformarsi, con tale avvenimento espositivo, in una casa della cultura e dell’arte, in luogo del pensiero e della proposta, in centro di attrazione e al tempo stesso di irradiazione, in laboratorio di una rete di idee, di azioni e di umanità.
Questi gli artisti invitati:
Luca Alinari, Mauro Capitani, Elvino Motti, Luciano Preti, Alessandro Trani, Erika Marchi, Sergio Scatizzi, Ennio Calabria, Alba Gonzales, Franco Azzinari, Domenico Monteforte, Giuliano Grittini, Fabio Cicuto, Antonio Nunziante, Silvia Caimi, Andrea Prandi, Giovanni Masuno, Emanuela De Franceschi, Laura Mazzuoli, Marco Lodola, Bianca Lodola, Giovanna Fra, Alessandro Grazi, Vittoria Palazzolo, Nicolò Fortunato, Ricciardi Elisa Donetti, Alfonso Borghi, Giuseppe Menozzi, Fiamma Morelli, Pietro Del Corto, Franco Girondi, Libuse Babakova, Armodio, Tiziano Calcari, Claudio Massimi, Nadia Fanelli, Franco Carletti, Gino Dalle Luche, Luigi Aricò, Giampaolo Talani, Armand Xhomo, Gene Pompa, Mafalda Pegollo, Pier Francesco Restelli, Jucci Ugolotti, Giancarlo Rampazzo PAT, Domenico Conforte, Edmondo Nardini, Gemma Spada, Stefano Abelli.
Infinity ovvero quando l'arte dialoga con la medicina e la scienza. Questo il tema affascinante che artisti e curatori sviluppano, perché, come scriveva George Bernard Shaw, “si usa lo specchio per guardarsi il viso e si guarda all’arte per penetrare l'anima”, per utilizzare la comunicatività di immagini estetiche che hanno il potere di alleviare l’abisso della sofferenza.
In mostra, le diverse opere, nella molteplicità degli autori presenti, parlano dell’oscurità e della luce, di un ipotetico confine che separa e unisce la gioia e il dolore, la dannazione e la liberazione, la sofferenza e il sollievo, la segregazione e la libertà. Ne risulta, in sostanza, un’indagine sulla multiformità della relazione opera d’arte/fruitore, a cominciare da una ricerca - condotta da Giammarco Puntelli - che ha avuto interlocutori speciali, persone che vivono il dolore della malattia negli ospedali. Il risultato delle sue analisi delinea un interessante tracciato esperienziale, costruito, appunto, sull’influenza di alcune opere d’arte sul vissuto di pazienti e di chi se ne prende cura.
L’esito della sua indagine era, per molti versi, atteso e risulta, dunque, confermato: emerge da tale ricerca come la stimolazione positiva di immagini potenzianti e cariche di evidente capacità emozionale determini un sensibile miglioramento sia delle condizioni di performance degli operatori, sia delle condizioni fisiche dei pazienti. Perché la salute trae beneficio dal benessere indotto dalla felicità, perché l’arte, che tocca con potere salvifico la profondità dell’anima, possiede un reale potere di guarigione, alleviando le situazioni di stress e gli stati ansiogeni, migliorando il rapporto con gli altri, influenzando positivamente le relazioni e la coscienza del sé.
Si comprende così l’importanza di una rassegna che, tramite vari e differenti registri, parla dell’incantamento estetico, della capacità di attrazione della narrazione artistica, della sua positiva forza immaginifica, del senso di benessere che essa può infondere nella mente e nello spirito. Dall’opera d’arte non può che derivare, sempre e comunque, un influsso positivo: essa è il riflesso della bellezza del nostro mondo, il segno dell’appartenenza ad un’intelligenza collettiva, il richiamo ad un’identità che si perpetua.
Riteniamo dunque che tutti i visitatori resteranno positivamente coinvolti e intimamente sbalorditi dalla forte carica espressiva di tutti gli autori. E molti si troveranno di fronte alla scoperta di emozioni che si materializzano, nella fisicità dell’arte, per svelare l’agitazione del sangue e la tempesta dei sentimenti.
Si può dunque considerare questa rassegna un'occasione di interesse particolarissimo, in cui, grazie all’impegno di autori pregevolissimi, si può comprendere ed esplorare, nelle più diverse e originali angolazioni, il complesso rapporto tra l’artista, il suo sentire e l’effetto sul riguardante. E che cos’è tutto questo se non medicina, energia e nutrimento per l’anima?
Infinity è una rassegna che si qualifica come occasione per ripercorrere l’infinito, perenne e complessissimo rapporto tra l’opera d’arte e la reazione dell’uomo che l’osserva, ne resta affascinato e la interpreta.
Il Palazzo ducale di Sabbioneta, grazie alla curatela di Giammarco Puntelli e Gianfranco Ferlisi (a loro va il merito principale di questa mostra) avrà quindi l’occasione di trasformarsi, con tale avvenimento espositivo, in una casa della cultura e dell’arte, in luogo del pensiero e della proposta, in centro di attrazione e al tempo stesso di irradiazione, in laboratorio di una rete di idee, di azioni e di umanità.
Questi gli artisti invitati:
Luca Alinari, Mauro Capitani, Elvino Motti, Luciano Preti, Alessandro Trani, Erika Marchi, Sergio Scatizzi, Ennio Calabria, Alba Gonzales, Franco Azzinari, Domenico Monteforte, Giuliano Grittini, Fabio Cicuto, Antonio Nunziante, Silvia Caimi, Andrea Prandi, Giovanni Masuno, Emanuela De Franceschi, Laura Mazzuoli, Marco Lodola, Bianca Lodola, Giovanna Fra, Alessandro Grazi, Vittoria Palazzolo, Nicolò Fortunato, Ricciardi Elisa Donetti, Alfonso Borghi, Giuseppe Menozzi, Fiamma Morelli, Pietro Del Corto, Franco Girondi, Libuse Babakova, Armodio, Tiziano Calcari, Claudio Massimi, Nadia Fanelli, Franco Carletti, Gino Dalle Luche, Luigi Aricò, Giampaolo Talani, Armand Xhomo, Gene Pompa, Mafalda Pegollo, Pier Francesco Restelli, Jucci Ugolotti, Giancarlo Rampazzo PAT, Domenico Conforte, Edmondo Nardini, Gemma Spada, Stefano Abelli.
Infinity ovvero quando l'arte dialoga con la medicina e la scienza. Questo il tema affascinante che artisti e curatori sviluppano, perché, come scriveva George Bernard Shaw, “si usa lo specchio per guardarsi il viso e si guarda all’arte per penetrare l'anima”, per utilizzare la comunicatività di immagini estetiche che hanno il potere di alleviare l’abisso della sofferenza.
In mostra, le diverse opere, nella molteplicità degli autori presenti, parlano dell’oscurità e della luce, di un ipotetico confine che separa e unisce la gioia e il dolore, la dannazione e la liberazione, la sofferenza e il sollievo, la segregazione e la libertà. Ne risulta, in sostanza, un’indagine sulla multiformità della relazione opera d’arte/fruitore, a cominciare da una ricerca - condotta da Giammarco Puntelli - che ha avuto interlocutori speciali, persone che vivono il dolore della malattia negli ospedali. Il risultato delle sue analisi delinea un interessante tracciato esperienziale, costruito, appunto, sull’influenza di alcune opere d’arte sul vissuto di pazienti e di chi se ne prende cura.
L’esito della sua indagine era, per molti versi, atteso e risulta, dunque, confermato: emerge da tale ricerca come la stimolazione positiva di immagini potenzianti e cariche di evidente capacità emozionale determini un sensibile miglioramento sia delle condizioni di performance degli operatori, sia delle condizioni fisiche dei pazienti. Perché la salute trae beneficio dal benessere indotto dalla felicità, perché l’arte, che tocca con potere salvifico la profondità dell’anima, possiede un reale potere di guarigione, alleviando le situazioni di stress e gli stati ansiogeni, migliorando il rapporto con gli altri, influenzando positivamente le relazioni e la coscienza del sé.
Si comprende così l’importanza di una rassegna che, tramite vari e differenti registri, parla dell’incantamento estetico, della capacità di attrazione della narrazione artistica, della sua positiva forza immaginifica, del senso di benessere che essa può infondere nella mente e nello spirito. Dall’opera d’arte non può che derivare, sempre e comunque, un influsso positivo: essa è il riflesso della bellezza del nostro mondo, il segno dell’appartenenza ad un’intelligenza collettiva, il richiamo ad un’identità che si perpetua.
Riteniamo dunque che tutti i visitatori resteranno positivamente coinvolti e intimamente sbalorditi dalla forte carica espressiva di tutti gli autori. E molti si troveranno di fronte alla scoperta di emozioni che si materializzano, nella fisicità dell’arte, per svelare l’agitazione del sangue e la tempesta dei sentimenti.
Si può dunque considerare questa rassegna un'occasione di interesse particolarissimo, in cui, grazie all’impegno di autori pregevolissimi, si può comprendere ed esplorare, nelle più diverse e originali angolazioni, il complesso rapporto tra l’artista, il suo sentire e l’effetto sul riguardante. E che cos’è tutto questo se non medicina, energia e nutrimento per l’anima?
29
luglio 2017
Infinity
Dal 29 luglio al 03 settembre 2017
arte contemporanea
Location
PALAZZO DUCALE
Sabbioneta, Piazza Ducale, 2, (Mantova)
Sabbioneta, Piazza Ducale, 2, (Mantova)
Orario di apertura
feriali 9.30-13.00/14.30 -18. 00 (lunedì giorno di chiusura) e sabato e domenica 9.30-13.00/14.30-19.00
Vernissage
29 Luglio 2017, ore 21 presso il Teatro all'Antica
Autore
Luigi Arico'
Curatore