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Emilio Isgrò
L’Associazione Culturale Arezzo Ars Nova, in collaborazione con la galleria Boxart (Verona), inaugura la mostra personale Emilio Isgrò, a cura di Fabio Migliorati, dedicata a uno dei protagonisti dell’arte italiana del Secondo Novecento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 29 luglio, dalle ore 18.45, l’Associazione Culturale Arezzo Ars Nova, in collaborazione con la galleria Boxart (Verona), inaugura la mostra personale Emilio Isgrò, a cura di Fabio Migliorati, dedicata a uno dei protagonisti dell'arte italiana del Secondo Novecento. L'esposizione, corredata dal catalogo in uscita per Maretti Editore, è composta da undici opere, installate presso la chiesa della Madonna del Duomo Vecchio (via Oberdan 61 – Arezzo), e sarà visibile al pubblico dal 30 luglio al 29 settembre 2017 (da giovedì a domenica, 10.30-13.30 / 16.30-19.30). Per Emilio Isgrò l’occasione è un ritorno ad Arezzo, sei anni dopo la realizzazione del boccascena del Teatro Mecenate con grandi pannelli dedicati alla commedia As You Like it di William Shakespeare, in cui l’artista aveva cancellato il passo del Bardo «È il mondo intero una ribalta e tutti gli uomini e le donne sono semplicemente attori». In perfetta coerenza con la sede espositiva ecclesiastica, è il tema religioso ad accogliere il visitatore, attraverso l’opera Viva il Papa (2010), in cui brulicano le formiche, insetti ricorrenti nella produzione dell’artista siciliano, formando le parole dell’acclamazione. La piccola tela, afferisce in realtà al ciclo ormai noto intitolato La Costituzione cancellata, in cui Emilio Isgrò aveva sommerso il testo costituzionale italiano, lasciando emergere frasi che marcassero la distanza tra l’attuale immobilismo e il clima di rinascita in cui si era riunita l’assemblea costituente, per dar vita, nel 1947, al codice dei diritti e doveri nel Belpaese. Ad attrarre l’attenzione è poi un’opera anch’essa adeguata al contesto della Chiesa della Madonna del Duomo Vecchio: La Vergine degli Scarafaggi. Si tratta di un’installazione del 2011 in cui una Madonna in marmo bianco di proporzioni umane, ma priva delle mani, offre la visione struggente del suo candore ricoperto di scarafaggi corvini. L’osservatore si trova di fronte a una delle opere più amare dell’artista, in cui anche la consueta ironia scompare, ma non la speranza, tanto sollecitata dal Papa attuale. Sul basamento della statua si legge infatti un’iscrizione in latino: Aegra sum sed formosa, ovvero Sono malata ma bella, un memento a ravvivare la fiducia nella vittoria del bene sul male. La frase rappresenta anche una citazione variata di ciò che si legge sul piedestallo della Madonna di Tindari, una statua dall’incarnato bruno: Nigra sum sed formosa/Sono nera ma bella è scritto sulla base di quella Vergine nera portata in processione nella Sicilia di Isgrò. Le stesse blatte scure divorano anche L’Italia che dorme (2010), installazione in alluminio che rappresenta il nostro Paese come una figura distesa su un letto, coperta fino alla base della corona turrita ‒secondo l’allegoria dell’araldica civica‒ immersa in un sonno profondo e disturbato, come dimostra il suo forte russare. È l’immagine di un’Italia statica e divorata dai parassiti. A far da sfondo, una serie di giornali cancellati dall’artista nel 2013, in occasione della grande mostra antologica Modello Italia alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Ognuno di essi riporta nel titolo la matrice “Modello”, che auspica un ritorno dello Stivale a paradigma per l’Europa e per il mondo, salvo poi l’inevitabile risveglio alla realtà veicolato dall’attributo, come nel caso del Giornale di Sicilia intitolato Modello del Moto Perpetuo. Completano la rassegna alcune opere storiche, come Dulcinea, volume del Don Chisciotte cancellato dall’artista nel 1967, dove ricorre il nome della protagonista femminile dell’opera di Cervantes, Dulcinea del Toboso appunto. Di qualche anno successivo Mara Pancheri, un “particolare cancellato” nel 1979, anni in cui Isgrò applicava la cancellatura a dettagli di immagini, ingrandendoli e rendendoli così illeggibili. Infine D'Auria trasparente (2011) è una risma di carta da tipografia in cui l’artista cancella l’incipit di un’intervista dedicata al suo idioma, e, così facendo, fa sparire infine anche se stesso. La mostra sarà introdotta sabato 29 luglio 2017 (ore 18.45) dal curatore Fabio Migliorati con l'intervento di Emilio Isgrò; saranno presenti anche Christian Maretti (Maretti Editore), Giorgio Gaburro (Boxart Galleria d’Arte) e alcune autorità della città toscana.
29
luglio 2017
Emilio Isgrò
Dal 29 luglio al 29 settembre 2017
arte contemporanea
Location
CHIESA DELLA MADONNA DEL DUOMO VECCHIO
Arezzo, Via Guglielmo Oberdan, 61, (Arezzo)
Arezzo, Via Guglielmo Oberdan, 61, (Arezzo)
Orario di apertura
da giovedì a domenica, 10.30-13.30 / 16.30-19.30
Vernissage
29 Luglio 2017, ore 18.45
Editore
CHRISTIAN MARETTI
Autore
Curatore