Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra
La mostra intende evidenziare e attualizzare l’impegno delle istituzioni a favore dell’arte con un’esposizione di importanti testimonianze artistiche che, a causa di vicende non sempre trasparenti, sono state, per moltissimo tempo, negate alla pubblica fruizione e spesso dimenticate nei depositi o in altri contenitori non accessibili al pubblico. L’evento vuole anche porre in risalto il quotidiano impegno da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che opera con dedizione e caparbietà alla ricomposizione e ricostruzione del nostro patrimonio culturale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Le nostre bellezze artistiche sono continuamente sottoposte a furti, vandalismi e
danneggiamenti dovuti a eventi naturali disastrosi ma anche alla mano dell’uomo. L’arte
negata, mortificata e distrutta da guerre, furti e catastrofi come i terremoti, può tuttavia
rinascere dalle macerie come la fenice, si può rivelare di nuovo grazie alla volontà,
l’impegno e la caparbietà dell’uomo nel ricomporre e ricostruire la propria identità
attraverso l’arte.
La mostra La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra – promossa da
Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali, ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura presieduto
da Giuseppe Lepore con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura – intende
evidenziare e attualizzare l’impegno delle istituzioni a favore dell’arte con un’esposizione
di importanti testimonianze artistiche che, a causa di vicende non sempre trasparenti,
sono state, per moltissimo tempo, negate alla pubblica fruizione e spesso dimenticate nei
depositi o in altri contenitori non accessibili al pubblico.
L’evento vuole anche porre in risalto il quotidiano impegno da parte del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che opera con dedizione e caparbietà alla
ricomposizione e ricostruzione del nostro patrimonio culturale.
L’esposizione è costituita da tre sezioni (e da una conclusione inaspettata):
la prima sezione, che riguarda le opere recuperate a seguito di furti, presenta alcuni
dipinti di proprietà del Museo Nazionale San Matteo di Pisa, recuperati dai Carabinieri
Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze nel 2014, a conclusione di una complessa
e serrata attività d’indagine iniziata nel gennaio dello stesso anno in Olanda. Le opere
erano state affidate nel 2002 a un restauratore toscano perché intervenisse a sanare il
loro precario stato di conservazione.
Le indagini, iniziate dopo la denuncia di scomparsa da parte della Direzione del Museo
che ne aveva constatato la mancanza nel corso di un attività d’inventariazione, hanno
rivelato che le opere erano state vendute nel corso degli anni dallo stesso restauratore a
commercianti del settore e successivamente rivendute a società di brokeraggio
internazionali francesi e svizzere. L’olio su tavola fondo oro raffigurante l’Addolorata di
Quentin Metsys è transitato, ad esempio, prima presso un antiquario di Lucca e
successivamente presso una società del settore svizzera, che lo ha proposto in vendita
nell’ambito della mostra mercato di Maastricht per la cifra di ben tre milioni di euro.
Acquistato da un collezionista straniero, il dipinto è stato localizzato finalmente in Grecia
presso un deposito di stoccaggio di opere d’arte. Alcune delle rimanenti opere recuperate
sono state ritrovate ancora nella disponibilità del restauratore indagato, altre presso
antiquari e rigattieri della provincia di Lucca.
Saranno anche presenti due opere che testimoniano l’attività di recupero e salvaguardia
del nostro patrimonio culturale da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio
Culturale.
La seconda sezione riguarda le opere salvate dalle zone terremotate dell’Italia
Centrale, nello specifico delle Marche. Si tratta di capolavori della rete museale dei Musei
Sistini del Piceno e di un dipinto della Chiesa di Sant’Angelo Magno di Ascoli custodito
nel deposito del Forte Malatesta di Ascoli, provenienti da alcune sedi danneggiate e
chiuse a causa del sisma.
La terza sezione pone l’obiettivo su un tema purtroppo di grande attualità, i danni
provocati dalle guerre, partendo dall’esempio di quanto accaduto al patrimonio della
cattedrale di Benevento, colpita dalle bombe degli alleati nel settembre del 1943, il cui
aspetto non doveva essere tanto diverso da quello delle tante chiese distrutte dai
terremoti. Allora come oggi si provvide a recuperare e mettere in salvo il patrimonio
superstite, ma gran parte del materiale fu evidentemente accatastato e dimenticato e, fino
al ritrovamento del 1980, erroneamente ritenuto perduto. Subito dopo i bombardamenti
furono tratti in salvo i preziosi arredi liturgici e i paramenti sacri, parte del
cosiddetto Tesoro del Cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento e poi papa col nome di
Benedetto XIII.
Fino al 1980 era opinione comune che dei due amboni del duomo, gli unici elementi
superstiti fossero quelli conservati ed esposti presso il Museo del Sannio a Benevento e il
Museo Diocesano a Benevento. Tuttavia, i lavori di scavo archeologico hanno portato alla
luce i marmi depositati in uno dei locali adiacenti alla cripta: tutti i leoni che facevano
parte dei due pergami e i frammenti delle colonne che li sormontavano, alcuni capitelli ed
elementi di sculture e di lastre marmoree che ne costituivano le fiancate nonché la base
con figure di mostruose cariatidi del cero pasquale e il fuso spiraliforme della colonna che
su essa si impostava.
Il catalogo della mostra è edito da Gangemi Editore.
danneggiamenti dovuti a eventi naturali disastrosi ma anche alla mano dell’uomo. L’arte
negata, mortificata e distrutta da guerre, furti e catastrofi come i terremoti, può tuttavia
rinascere dalle macerie come la fenice, si può rivelare di nuovo grazie alla volontà,
l’impegno e la caparbietà dell’uomo nel ricomporre e ricostruire la propria identità
attraverso l’arte.
La mostra La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra – promossa da
Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali, ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura presieduto
da Giuseppe Lepore con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura – intende
evidenziare e attualizzare l’impegno delle istituzioni a favore dell’arte con un’esposizione
di importanti testimonianze artistiche che, a causa di vicende non sempre trasparenti,
sono state, per moltissimo tempo, negate alla pubblica fruizione e spesso dimenticate nei
depositi o in altri contenitori non accessibili al pubblico.
L’evento vuole anche porre in risalto il quotidiano impegno da parte del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che opera con dedizione e caparbietà alla
ricomposizione e ricostruzione del nostro patrimonio culturale.
L’esposizione è costituita da tre sezioni (e da una conclusione inaspettata):
la prima sezione, che riguarda le opere recuperate a seguito di furti, presenta alcuni
dipinti di proprietà del Museo Nazionale San Matteo di Pisa, recuperati dai Carabinieri
Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze nel 2014, a conclusione di una complessa
e serrata attività d’indagine iniziata nel gennaio dello stesso anno in Olanda. Le opere
erano state affidate nel 2002 a un restauratore toscano perché intervenisse a sanare il
loro precario stato di conservazione.
Le indagini, iniziate dopo la denuncia di scomparsa da parte della Direzione del Museo
che ne aveva constatato la mancanza nel corso di un attività d’inventariazione, hanno
rivelato che le opere erano state vendute nel corso degli anni dallo stesso restauratore a
commercianti del settore e successivamente rivendute a società di brokeraggio
internazionali francesi e svizzere. L’olio su tavola fondo oro raffigurante l’Addolorata di
Quentin Metsys è transitato, ad esempio, prima presso un antiquario di Lucca e
successivamente presso una società del settore svizzera, che lo ha proposto in vendita
nell’ambito della mostra mercato di Maastricht per la cifra di ben tre milioni di euro.
Acquistato da un collezionista straniero, il dipinto è stato localizzato finalmente in Grecia
presso un deposito di stoccaggio di opere d’arte. Alcune delle rimanenti opere recuperate
sono state ritrovate ancora nella disponibilità del restauratore indagato, altre presso
antiquari e rigattieri della provincia di Lucca.
Saranno anche presenti due opere che testimoniano l’attività di recupero e salvaguardia
del nostro patrimonio culturale da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio
Culturale.
La seconda sezione riguarda le opere salvate dalle zone terremotate dell’Italia
Centrale, nello specifico delle Marche. Si tratta di capolavori della rete museale dei Musei
Sistini del Piceno e di un dipinto della Chiesa di Sant’Angelo Magno di Ascoli custodito
nel deposito del Forte Malatesta di Ascoli, provenienti da alcune sedi danneggiate e
chiuse a causa del sisma.
La terza sezione pone l’obiettivo su un tema purtroppo di grande attualità, i danni
provocati dalle guerre, partendo dall’esempio di quanto accaduto al patrimonio della
cattedrale di Benevento, colpita dalle bombe degli alleati nel settembre del 1943, il cui
aspetto non doveva essere tanto diverso da quello delle tante chiese distrutte dai
terremoti. Allora come oggi si provvide a recuperare e mettere in salvo il patrimonio
superstite, ma gran parte del materiale fu evidentemente accatastato e dimenticato e, fino
al ritrovamento del 1980, erroneamente ritenuto perduto. Subito dopo i bombardamenti
furono tratti in salvo i preziosi arredi liturgici e i paramenti sacri, parte del
cosiddetto Tesoro del Cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento e poi papa col nome di
Benedetto XIII.
Fino al 1980 era opinione comune che dei due amboni del duomo, gli unici elementi
superstiti fossero quelli conservati ed esposti presso il Museo del Sannio a Benevento e il
Museo Diocesano a Benevento. Tuttavia, i lavori di scavo archeologico hanno portato alla
luce i marmi depositati in uno dei locali adiacenti alla cripta: tutti i leoni che facevano
parte dei due pergami e i frammenti delle colonne che li sormontavano, alcuni capitelli ed
elementi di sculture e di lastre marmoree che ne costituivano le fiancate nonché la base
con figure di mostruose cariatidi del cero pasquale e il fuso spiraliforme della colonna che
su essa si impostava.
Il catalogo della mostra è edito da Gangemi Editore.
01
giugno 2017
La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra
Dal primo giugno al 26 novembre 2017
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEI CAPITOLINI
Roma, Piazza Del Campidoglio, 1, (Roma)
Roma, Piazza Del Campidoglio, 1, (Roma)
Orario di apertura
Tutti i giorni 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Vernissage
1 Giugno 2017, ore 17
Editore
GANGEMI
Ufficio stampa
ZETEMA
Curatore