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Alessandro Tamponi – Quasi Silenzio
Colori vivi, tinte piatte, sarcasmo e “humourisme”, un silenzio assordante, il profumo della Sardegna.
Comunicato stampa
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Quello che colpisce a prima vista, delle opere di Tamponi
sono i colori vivi, che rendono così “pura” la sua espressione artistica quasi a farcela diventare una rappresentazione giocosa della realtà, come dice lui
stesso, che definisce il proprio marchio un mix di sarcasmo e "humourisme", rimanendo infinito, genuino e affascinante al tempo stesso.
Ma dopo il primo sguardo, si intuisce che dietro al quel colore, a quegli acrilici a tinte piatte, accattivanti, c'è del rumore in sottofondo. E' la musicalità della sua terra, la Sardegna, è il rumore del mare, il sibilo del vento tra le montagne, è il silenzio delle parole e il rumore degli sguardi. Dipinge non ciò che vede ma ciò che vive, non ascoltando ciò che il suo lavoro gli dice, in una continua crescita solitaria.
TAMPONI si laurea in Architettura nel 1996 a Roma. Si presenta al pubblico dal 2004 esponendo le sue opere in ambito regionale e non, per poi varcare il mare e giungere fino a New York nel 2008 e ripetere l'esperienza nel 2012. Prima di allora ha esposto a Stoccolma, Londra ed in ambienti prestigiosi come Harrods a Porto Cervo e ville di magnati russi e argentini. Tra le esperienze lavorative di maggior risalto, possiamo riportare le due tele di grande formato che campeggiano nell'aeroporto internazionale di Olbia e lo scafo del velista Gaetano Mura, recente protagonista della traversata del mondo in solitaria.
“Occhi che guardano sbarrati, e' ancora visi, volti, racconti che dicono di storie e di momenti. Spaccati di una vita quotidiana che vengono fermati, fissati da un tratteggio deciso che ne racchiude i "segreti", di quelli che restano rinchiusi in un bar, alla sera, dopo una bottiglia, oppure, di quelli che gli stessi occhi invadenti cercano e commentano ogni giorno senza dire, solo sussurrando di nascosto, con una mano a coprirne i denti.
In intrecci e vortici, moltitidini, movimenti statici, vengono svelati, resi visitabili in pareti che divengono sequenze, da leggere. Uomini a cavallo, donne in fazzoletti scuri, costumi, anziani seduti alla porta di casa, in Alessandro Tamponi si rinnovano caricature espressive, intrise di un'identita' forte e radicata. Il segno di una terra, che, tutta, si rivela orgogliosa e fiera nelle forme, calda nei colori, accogliente e ospitale nei modi.
Una terra, quella della barbagia, che viene descritta senza essere staccata dal suo viverci.
E', cosi', permane in chi osserva, come ricordo di istanti che rimandano a pitture murali, di quelle in cui le voci si guardano e, liberamente, parlano dell'oggi e del proprio passato, di origini, di cio' che si e', di giudizi e pregiudizi, di dolori, di aneddoti, di compagnie, semplicemente, della vita.”
Gabriele Bertacchini
Comunicazione Galleria d'Arte Atrebates Dozza (BO)
sono i colori vivi, che rendono così “pura” la sua espressione artistica quasi a farcela diventare una rappresentazione giocosa della realtà, come dice lui
stesso, che definisce il proprio marchio un mix di sarcasmo e "humourisme", rimanendo infinito, genuino e affascinante al tempo stesso.
Ma dopo il primo sguardo, si intuisce che dietro al quel colore, a quegli acrilici a tinte piatte, accattivanti, c'è del rumore in sottofondo. E' la musicalità della sua terra, la Sardegna, è il rumore del mare, il sibilo del vento tra le montagne, è il silenzio delle parole e il rumore degli sguardi. Dipinge non ciò che vede ma ciò che vive, non ascoltando ciò che il suo lavoro gli dice, in una continua crescita solitaria.
TAMPONI si laurea in Architettura nel 1996 a Roma. Si presenta al pubblico dal 2004 esponendo le sue opere in ambito regionale e non, per poi varcare il mare e giungere fino a New York nel 2008 e ripetere l'esperienza nel 2012. Prima di allora ha esposto a Stoccolma, Londra ed in ambienti prestigiosi come Harrods a Porto Cervo e ville di magnati russi e argentini. Tra le esperienze lavorative di maggior risalto, possiamo riportare le due tele di grande formato che campeggiano nell'aeroporto internazionale di Olbia e lo scafo del velista Gaetano Mura, recente protagonista della traversata del mondo in solitaria.
“Occhi che guardano sbarrati, e' ancora visi, volti, racconti che dicono di storie e di momenti. Spaccati di una vita quotidiana che vengono fermati, fissati da un tratteggio deciso che ne racchiude i "segreti", di quelli che restano rinchiusi in un bar, alla sera, dopo una bottiglia, oppure, di quelli che gli stessi occhi invadenti cercano e commentano ogni giorno senza dire, solo sussurrando di nascosto, con una mano a coprirne i denti.
In intrecci e vortici, moltitidini, movimenti statici, vengono svelati, resi visitabili in pareti che divengono sequenze, da leggere. Uomini a cavallo, donne in fazzoletti scuri, costumi, anziani seduti alla porta di casa, in Alessandro Tamponi si rinnovano caricature espressive, intrise di un'identita' forte e radicata. Il segno di una terra, che, tutta, si rivela orgogliosa e fiera nelle forme, calda nei colori, accogliente e ospitale nei modi.
Una terra, quella della barbagia, che viene descritta senza essere staccata dal suo viverci.
E', cosi', permane in chi osserva, come ricordo di istanti che rimandano a pitture murali, di quelle in cui le voci si guardano e, liberamente, parlano dell'oggi e del proprio passato, di origini, di cio' che si e', di giudizi e pregiudizi, di dolori, di aneddoti, di compagnie, semplicemente, della vita.”
Gabriele Bertacchini
Comunicazione Galleria d'Arte Atrebates Dozza (BO)
09
giugno 2017
Alessandro Tamponi – Quasi Silenzio
Dal 09 al 16 giugno 2017
arte contemporanea
Location
OBYART
Milano, Via Angelo Poliziano, 16, (Milano)
Milano, Via Angelo Poliziano, 16, (Milano)
Orario di apertura
da sabato 10 a venerdì 16 ore 16/19
domenica 11 chiuso
Vernissage
9 Giugno 2017, ore 19
Autore