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La bellezza resta
La mostra de La bellezza resta approda ora negli spazi espositivi di Biffi Arte, con una significativa selezione
delle opere presenti nella prima edizione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il progetto
È fuor di discussione: l’arte ha spesso preferito la sofferenza al sorriso, il pessimismo all’ottimismo. Forse
dovremmo ripensare alle parole che Pierre Auguste Renoir ha lasciato in eredità a un giovane Henri Matisse:
“Ricordati sempre: la sofferenza passa, la bellezza resta!”. A quei tempi Renoir risiede a Cagnes, nella splendida
cornice della campagna nizzarda, costretto all’immobilità su una sedia a rotelle, per via di una forma gravissima
di artrosi che lo sta progressivamente paralizzando. La condizione di estrema sofferenza fisica dell’artista rende
ancor più eclatante la dimensione effimera e leggera della pittura di Renoir che, pur avendo da tempo abbandonato
la via dell’impressionismo, continuerà fino all’ultimo dei suoi giorni a raccontare la gioia di vivere...
il medesimo sentimento che darà poi il titolo a una delle opere giovanili più importanti di Matisse, che saprà
far tesoro delle parole del maestro per elevarne il significato, donando a un concetto che rischia di essere superficiale
una dimensione profonda e complessa, ricca di spunti di riflessione importanti sull’esistenza umana.
E proprio da Renoir e Matisse siamo partiti per questo nostro viaggio nel pensiero positivo, inteso non come
attitudine al chiudere gli occhi davanti ai problemi, ma come capacità di superare il dolore, la rabbia e la paura
riconducendole al loro valore di passaggio verso qualcosa di migliore.
La bellezza – e mi pare chiaro che non si sta parlando di bello esteriore – può cambiare il mondo: un concetto
che, con epoche eccezioni, mette tutti d’accordo. Eppure l’arte ben raramente ha raccontato la felicità e
quando lo ha fatto è spesso stata mal giudicata, guardata con sospetto, quasi che il tentativo di esprimere un
sentimento positivo fosse inutile, complicato, imbarazzante, perfino risibile.
Da dove arriva l’idea che l’artista o il letterato debbano comunque essere “eroi tragici” e descrivere scenari
distruttivi? Un retaggio del concetto romantico di Sturm und drang? Un bisogno profondo dell’uomo che
preferisce denunciare i propri sbagli e svelare i propri tormenti piuttosto che aprire il proprio cuore agli altri?
E se provassimo a cambiare questa attitudine? Se parlassimo del bello della vita – magari un bello riconosciuto
e reso ancor più prezioso proprio dal passaggio nella sofferenza – senza paura di apparire superficiali? Declamare
La gioia di vivere, Matisse lo sapeva bene, non significa affatto chiudere gli occhi verso le brutture del
mondo. Alzare gli occhi a un cielo stellato, come fece Joan Miró negli anni più tragici del conflitto mondiale e
delle persecuzioni naziste, non significa assumere un atteggiamento passivo o incosciente. Significa provare a
non aver paura del bello dell’esistenza e ricordarsi che sarà proprio quello a restare. Perché nonostante tutto,
si può sempre provare a sorridere.
La bellezza resta. è un progetto diffuso che prevede esposizioni d’arte, conferenze, incontri, spettacoli teatrali,
concerti, performance, dibattiti.
Le mostre
Abbiamo lanciato un appello agli artisti: una call a inviti che chiedeva loro di interpretare questo concetto con
un’opera. Non abbiamo dato limiti di tecnica, di dimensioni, di linguaggio. Hanno risposto in tanti, tantissimi.
Ora questi progetti sono stati valutati e selezionati e costituiscono un corpus importante di opere dedicate
al tema. Sono firmate da artisti tra loro molto diversi: differenti per età, formazione, carattere, personalità…
alcuni già avvezzi al tema, altri del tutto estranei a esso. Le proposte sono state spesso sorprendenti: quelle
più convincenti, tra l’altro, sono arrivate proprio da chi di bellezza non ha mai voluto parlare, destinando nella
consuetudine la propria attenzione alla descrizione del dolore o del disagio. Dalla sequenza di installazioni, dipinti,
sculture, video, performance… – opere eterogenee e dal carattere autonomo e indipendente – è emerso
il senso di questo progetto: un inno alla vita e alle sue meravigliose manifestazioni naturali, umane, artificiali.
www.labellezzaresta.com
La mostra de La bellezza resta approda ora negli spazi espositivi di Biffi Arte, con una significativa selezione
delle opere presenti nella prima edizione. La mostra, che resterà aperta dal 13 maggio al 18 giugno, racconta,
attraverso lavori di natura diversa e con linguaggi molto eterogenei, il concetto del progetto interpretato da
artisti tra loro differenti come formazione, età e attitudine artistica. La mostra è un vero e proprio viaggio
nella gioia di vivere, nella possibilità che anche un’esperienza dolorosa si trasformi in una riflessione sulla
bellezza dell’esistenza.
La bellezza resta segna un nuovo momento di collaborazione tra BiffiArte e l’Associazione heart di Vimercate,
dopo le esperienze molto positive delle mostre Ciboh? e AnimaLI.
La bellezza resta è un progetto molto complesso che prevede un calendario di attività di vario genere, in vari
ambiti culturali. Per conoscerne le iniziative consultate il sito
www.labellezzaresta.com
Gli artisti della sede di Piacenza:
Piera Biffi, Raffaele Bonuomo, Ermenegildo Brambilla, Federico Casati, Simone Casetta, Elisa Cella, Valeria
Codara, Matilde Domestico, Giorgio Donders, Giuliano Gaigher, Nadia Galbiati, Kazumasa Mizokami, Alessio
Larocchi, Carlo Mangolini, Annalisa Mitrano, Ettore Moschetti, Giacomo Nuzzo, Lorenzo Pacini, Luciano Pea,
Dolores Previtali, Nicolò Quirico, Silvia Serenari, Giovanni Sesia, Elisabetta Erica Tagliabue, Simona Uberto,
Arturo Vermi.
È fuor di discussione: l’arte ha spesso preferito la sofferenza al sorriso, il pessimismo all’ottimismo. Forse
dovremmo ripensare alle parole che Pierre Auguste Renoir ha lasciato in eredità a un giovane Henri Matisse:
“Ricordati sempre: la sofferenza passa, la bellezza resta!”. A quei tempi Renoir risiede a Cagnes, nella splendida
cornice della campagna nizzarda, costretto all’immobilità su una sedia a rotelle, per via di una forma gravissima
di artrosi che lo sta progressivamente paralizzando. La condizione di estrema sofferenza fisica dell’artista rende
ancor più eclatante la dimensione effimera e leggera della pittura di Renoir che, pur avendo da tempo abbandonato
la via dell’impressionismo, continuerà fino all’ultimo dei suoi giorni a raccontare la gioia di vivere...
il medesimo sentimento che darà poi il titolo a una delle opere giovanili più importanti di Matisse, che saprà
far tesoro delle parole del maestro per elevarne il significato, donando a un concetto che rischia di essere superficiale
una dimensione profonda e complessa, ricca di spunti di riflessione importanti sull’esistenza umana.
E proprio da Renoir e Matisse siamo partiti per questo nostro viaggio nel pensiero positivo, inteso non come
attitudine al chiudere gli occhi davanti ai problemi, ma come capacità di superare il dolore, la rabbia e la paura
riconducendole al loro valore di passaggio verso qualcosa di migliore.
La bellezza – e mi pare chiaro che non si sta parlando di bello esteriore – può cambiare il mondo: un concetto
che, con epoche eccezioni, mette tutti d’accordo. Eppure l’arte ben raramente ha raccontato la felicità e
quando lo ha fatto è spesso stata mal giudicata, guardata con sospetto, quasi che il tentativo di esprimere un
sentimento positivo fosse inutile, complicato, imbarazzante, perfino risibile.
Da dove arriva l’idea che l’artista o il letterato debbano comunque essere “eroi tragici” e descrivere scenari
distruttivi? Un retaggio del concetto romantico di Sturm und drang? Un bisogno profondo dell’uomo che
preferisce denunciare i propri sbagli e svelare i propri tormenti piuttosto che aprire il proprio cuore agli altri?
E se provassimo a cambiare questa attitudine? Se parlassimo del bello della vita – magari un bello riconosciuto
e reso ancor più prezioso proprio dal passaggio nella sofferenza – senza paura di apparire superficiali? Declamare
La gioia di vivere, Matisse lo sapeva bene, non significa affatto chiudere gli occhi verso le brutture del
mondo. Alzare gli occhi a un cielo stellato, come fece Joan Miró negli anni più tragici del conflitto mondiale e
delle persecuzioni naziste, non significa assumere un atteggiamento passivo o incosciente. Significa provare a
non aver paura del bello dell’esistenza e ricordarsi che sarà proprio quello a restare. Perché nonostante tutto,
si può sempre provare a sorridere.
La bellezza resta. è un progetto diffuso che prevede esposizioni d’arte, conferenze, incontri, spettacoli teatrali,
concerti, performance, dibattiti.
Le mostre
Abbiamo lanciato un appello agli artisti: una call a inviti che chiedeva loro di interpretare questo concetto con
un’opera. Non abbiamo dato limiti di tecnica, di dimensioni, di linguaggio. Hanno risposto in tanti, tantissimi.
Ora questi progetti sono stati valutati e selezionati e costituiscono un corpus importante di opere dedicate
al tema. Sono firmate da artisti tra loro molto diversi: differenti per età, formazione, carattere, personalità…
alcuni già avvezzi al tema, altri del tutto estranei a esso. Le proposte sono state spesso sorprendenti: quelle
più convincenti, tra l’altro, sono arrivate proprio da chi di bellezza non ha mai voluto parlare, destinando nella
consuetudine la propria attenzione alla descrizione del dolore o del disagio. Dalla sequenza di installazioni, dipinti,
sculture, video, performance… – opere eterogenee e dal carattere autonomo e indipendente – è emerso
il senso di questo progetto: un inno alla vita e alle sue meravigliose manifestazioni naturali, umane, artificiali.
www.labellezzaresta.com
La mostra de La bellezza resta approda ora negli spazi espositivi di Biffi Arte, con una significativa selezione
delle opere presenti nella prima edizione. La mostra, che resterà aperta dal 13 maggio al 18 giugno, racconta,
attraverso lavori di natura diversa e con linguaggi molto eterogenei, il concetto del progetto interpretato da
artisti tra loro differenti come formazione, età e attitudine artistica. La mostra è un vero e proprio viaggio
nella gioia di vivere, nella possibilità che anche un’esperienza dolorosa si trasformi in una riflessione sulla
bellezza dell’esistenza.
La bellezza resta segna un nuovo momento di collaborazione tra BiffiArte e l’Associazione heart di Vimercate,
dopo le esperienze molto positive delle mostre Ciboh? e AnimaLI.
La bellezza resta è un progetto molto complesso che prevede un calendario di attività di vario genere, in vari
ambiti culturali. Per conoscerne le iniziative consultate il sito
www.labellezzaresta.com
Gli artisti della sede di Piacenza:
Piera Biffi, Raffaele Bonuomo, Ermenegildo Brambilla, Federico Casati, Simone Casetta, Elisa Cella, Valeria
Codara, Matilde Domestico, Giorgio Donders, Giuliano Gaigher, Nadia Galbiati, Kazumasa Mizokami, Alessio
Larocchi, Carlo Mangolini, Annalisa Mitrano, Ettore Moschetti, Giacomo Nuzzo, Lorenzo Pacini, Luciano Pea,
Dolores Previtali, Nicolò Quirico, Silvia Serenari, Giovanni Sesia, Elisabetta Erica Tagliabue, Simona Uberto,
Arturo Vermi.
13
maggio 2017
La bellezza resta
Dal 13 maggio al 18 giugno 2017
arte contemporanea
Location
BIFFI ARTE – ARTE | EVENTI PER IL XXI SECOLO
Piacenza, Via Chiapponi, 39, (Piacenza)
Piacenza, Via Chiapponi, 39, (Piacenza)
Orario di apertura
Dal Martedì al Sabato : 10:30-00:30 / 16: 00 - 19:30
Domenica : 15:00-19:00
Chiuso il lunedi
Vernissage
13 Maggio 2017, ore 16.00
Autore
Curatore