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Maria Morganti – Svolgimento di un quadro
Installazione permanente realizzata per la Caffetteria della Fondazione, progettata dall’architetto Mario Botta con il quale l’artista si è confrontata per il progetto. L’installazione vede coinvolte le pareti di questo spazio, rivestite da arazzi creati e sviluppati in stretta collaborazione con Bonotto, una delle manifatture tessili più creative al mondo
Comunicato stampa
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Fondazione Querini Stampalia e Bonotto
in occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
sono liete di annunciare
Maria Morganti
Svolgimento di un quadro
Progetto per la Caffetteria di Mario Botta
alla Fondazione Querini Stampalia
Gli Arazzi di Bonotto
a cura di Chiara Bertola
Fondazione Querini Stampalia | Caffetteria
Anteprima stampa: 9 maggio dalle 10 alle 13;
ore 11.30 presentazione ufficiale del progetto, presente anche l'artista
Fondazione Querini Stampalia e Bonotto sono liete di presentare Svolgimento di un quadro di Maria Morganti, l'installazione permanente realizzata per la Caffette- ria della Fondazione Querini Stampalia, a cura di Chiara Bertola.
I progetti di arte contemporanea della Querini Stampalia si sviluppano nel e per lo spazio della Fondazione, perché si considera prima di tutto il luogo come materia e soggetto, capace di esprimere il ruolo di un’istituzione che vuole agire in relazione con il proprio tempo.
La vocazione del luogo è quella di lasciarsi permeare da altri sguardi, senza cristallizzarsi in un’unica forma, per testimoniare il dialogo tra i linguaggi dell’arte e il pubblico. Molti gli artisti che nel tempo si sono misurati con la memoria del Museo, con lo spazio contemporaneo e sperimentale ridisegnato da Carlo Scarpa, ma anche con la facciata cinquecentesca del Palazzo.
È stato quindi naturale, seguendo il pensiero critico e curatoriale entro cui la Fondazione ha costruito il suo sguardo fiducioso nel contemporaneo, invitare Maria Morganti a mettersi in relazione con la Caffetteria progettata dall’architetto Mario Botta con il quale l'artista si è confrontata per il progetto Svolgimento di un quadro. L'installazione permanente vede coinvolte le pareti di questo spazio, rivestite da arazzi creati e sviluppati in stretta collaborazione con Bonotto, una delle manifatture tessili più creative al mondo.
L’idea ha origine dal Quadro per la Sala dell’800 che Maria Morganti ha dipinto nel 2008 durante le visite alle Collezioni del Museo. Prendendo spunto dai colori dei dipinti esposti e in particolare dal fiore tra i capelli de La Modella, 1910 di Alessandro Milesi, come fosse la tavolozza sulla quale il pittore ha ragionato sui propri colori, l'artista nel corso di ogni visita, ne ha accolto uno, lo ha portato con sé nel suo studio e lo ha materializzato in uno strato di pittura sulla tela. Il suo quadro è l’esito della sovrapposizione di queste esperienze. Di queste stesure cromatiche conserva su cartoncino la sequenza. Maria Morganti nel suo lavoro procede così: “Io non faccio il colore, lo trovo. Non lo invento, non lo progetto, non lo produco, non lo riproduco... tendo verso di esso. Lo ascolto e lo vedo farsi. Lo vedo nascere sulla tela”.
Quando nel 2015 accoglie l’invito di Chiara Bertola a confrontarsi con gli spazi della caffetteria, Maria Morganti decide di tornare a quel quadro e al suo diario di pennellate. “Sono partita dal ‘grumo’, dal fiore, assumendolo simbolicamente come fosse il punto condensato del pensiero del pittore, per domandarmi come espandere questo gesto intimo e denso. Come allargarlo nello spazio? Come pensare ad un gesto ampio? Come portare verso l’esterno in una scala grande e pubblica questo segno così piccolo? Come passare dall’intimità all’esteriorità? Come dare forma al colore che si è formato nello studio quotidianamente, che è poco e concentrato? Ho immaginato che il dipinto si espandesse, si aprisse, che il colore si distribuisse nello spazio. Ho pensato a una dilatazione del quadro nell’architettura, come se ogni singolo strato si sfoglias- se tridimensionalmente nell’ambiente. Attraverso una prevalenza di verdi, azzurri e una forte presenza del rosso, il quadro si è moltiplicato in tanti quadri separati. Ho percepito l’architettura, ho sentito lo spazio di Mario Botta come il luogo che dava la possibilità al mio colore di adagiarsi, di stare, di prendere il suo spazio. Ogni singolo colore è espressione di un’emotività incontrollata e ha bisogno di essere tenuto, compresso, abbracciato, accolto.
I due piani grigi e orizzontali, il soffitto e il pavimento, tengono tra di loro tutte le superfici colorate. Tra di loro stanno i colori distesi in pareti verticali scandite, sezionate, separate le une dalle altre da linee, da cornici di ferro nere che ne disegnano i confini. E così accade che la voce dell’architetto si sovrapponga a quella del pittore”.
Ciò che muove Maria Morganti in questo progetto è la relazione, la sintonia, la ricerca di similitudini, uguaglianze e non differenze, la consapevolezza che partendo dai punti di contatto, dall’aderenza con un’altra esperienza possono nascere nuove congiunture. Quando il suo sistema interno converge con un sistema esterno che ha delle similitudini con ciò che fa, si crea un cortocircuito e si agisce in un terreno comune dove più soggetti possono riconoscersi.
È quanto accaduto con la manifattura tessile Bonotto con cui Morganti è riuscita a confrontarsi in maniera empatica.
La sfida era aggiungere un nuovo “strato” alla collezione della Querini e alla stesso tempo un nuovo “strato” alla collezione dei tessuti Bonotto.
“Ho immaginato di tradurre il gesto del pittore – spalmare colore ad olio sulla tela – nella pratica dell’azienda Bonotto – formare il tessuto attraverso una trama e un ordito – e ho traslato così ogni singolo strato di colore in una tela colorata. Dalla tela come supporto della pittura, alla tela come materia-colore essa stessa”, afferma Maria Morganti. “Se ogni singola pennellata di colore è costituita da tantissime gra- dazioni, così il tessuto che ho elaborato con Giovanni Bonotto è composto da tanti fili diversi che assieme vanno a creare un unico colore. Da lontano appaiono come gran- di campiture monocrome, ma quando ci avviciniamo capiamo che il colore è com- posto da tantissime sfumature. Si tratta dell’ingigantimento del gesto pittorico, senza mediazione, senza distanza: costringe ad un rapporto ravvicinato e diretto con il colo- re. L’opera si compie nella sua interezza, quando saliamo al secondo piano e ritornia- mo di fronte al quadro nella Sala dell’800 del Museo. Il cerchio si chiude, il progetto si attua nel momento in cui ricomponiamo, attraverso la nostra percezione, il processo a ritroso nel tempo. L’immaginazione torna dove le cose sono nate.”
in occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
sono liete di annunciare
Maria Morganti
Svolgimento di un quadro
Progetto per la Caffetteria di Mario Botta
alla Fondazione Querini Stampalia
Gli Arazzi di Bonotto
a cura di Chiara Bertola
Fondazione Querini Stampalia | Caffetteria
Anteprima stampa: 9 maggio dalle 10 alle 13;
ore 11.30 presentazione ufficiale del progetto, presente anche l'artista
Fondazione Querini Stampalia e Bonotto sono liete di presentare Svolgimento di un quadro di Maria Morganti, l'installazione permanente realizzata per la Caffette- ria della Fondazione Querini Stampalia, a cura di Chiara Bertola.
I progetti di arte contemporanea della Querini Stampalia si sviluppano nel e per lo spazio della Fondazione, perché si considera prima di tutto il luogo come materia e soggetto, capace di esprimere il ruolo di un’istituzione che vuole agire in relazione con il proprio tempo.
La vocazione del luogo è quella di lasciarsi permeare da altri sguardi, senza cristallizzarsi in un’unica forma, per testimoniare il dialogo tra i linguaggi dell’arte e il pubblico. Molti gli artisti che nel tempo si sono misurati con la memoria del Museo, con lo spazio contemporaneo e sperimentale ridisegnato da Carlo Scarpa, ma anche con la facciata cinquecentesca del Palazzo.
È stato quindi naturale, seguendo il pensiero critico e curatoriale entro cui la Fondazione ha costruito il suo sguardo fiducioso nel contemporaneo, invitare Maria Morganti a mettersi in relazione con la Caffetteria progettata dall’architetto Mario Botta con il quale l'artista si è confrontata per il progetto Svolgimento di un quadro. L'installazione permanente vede coinvolte le pareti di questo spazio, rivestite da arazzi creati e sviluppati in stretta collaborazione con Bonotto, una delle manifatture tessili più creative al mondo.
L’idea ha origine dal Quadro per la Sala dell’800 che Maria Morganti ha dipinto nel 2008 durante le visite alle Collezioni del Museo. Prendendo spunto dai colori dei dipinti esposti e in particolare dal fiore tra i capelli de La Modella, 1910 di Alessandro Milesi, come fosse la tavolozza sulla quale il pittore ha ragionato sui propri colori, l'artista nel corso di ogni visita, ne ha accolto uno, lo ha portato con sé nel suo studio e lo ha materializzato in uno strato di pittura sulla tela. Il suo quadro è l’esito della sovrapposizione di queste esperienze. Di queste stesure cromatiche conserva su cartoncino la sequenza. Maria Morganti nel suo lavoro procede così: “Io non faccio il colore, lo trovo. Non lo invento, non lo progetto, non lo produco, non lo riproduco... tendo verso di esso. Lo ascolto e lo vedo farsi. Lo vedo nascere sulla tela”.
Quando nel 2015 accoglie l’invito di Chiara Bertola a confrontarsi con gli spazi della caffetteria, Maria Morganti decide di tornare a quel quadro e al suo diario di pennellate. “Sono partita dal ‘grumo’, dal fiore, assumendolo simbolicamente come fosse il punto condensato del pensiero del pittore, per domandarmi come espandere questo gesto intimo e denso. Come allargarlo nello spazio? Come pensare ad un gesto ampio? Come portare verso l’esterno in una scala grande e pubblica questo segno così piccolo? Come passare dall’intimità all’esteriorità? Come dare forma al colore che si è formato nello studio quotidianamente, che è poco e concentrato? Ho immaginato che il dipinto si espandesse, si aprisse, che il colore si distribuisse nello spazio. Ho pensato a una dilatazione del quadro nell’architettura, come se ogni singolo strato si sfoglias- se tridimensionalmente nell’ambiente. Attraverso una prevalenza di verdi, azzurri e una forte presenza del rosso, il quadro si è moltiplicato in tanti quadri separati. Ho percepito l’architettura, ho sentito lo spazio di Mario Botta come il luogo che dava la possibilità al mio colore di adagiarsi, di stare, di prendere il suo spazio. Ogni singolo colore è espressione di un’emotività incontrollata e ha bisogno di essere tenuto, compresso, abbracciato, accolto.
I due piani grigi e orizzontali, il soffitto e il pavimento, tengono tra di loro tutte le superfici colorate. Tra di loro stanno i colori distesi in pareti verticali scandite, sezionate, separate le une dalle altre da linee, da cornici di ferro nere che ne disegnano i confini. E così accade che la voce dell’architetto si sovrapponga a quella del pittore”.
Ciò che muove Maria Morganti in questo progetto è la relazione, la sintonia, la ricerca di similitudini, uguaglianze e non differenze, la consapevolezza che partendo dai punti di contatto, dall’aderenza con un’altra esperienza possono nascere nuove congiunture. Quando il suo sistema interno converge con un sistema esterno che ha delle similitudini con ciò che fa, si crea un cortocircuito e si agisce in un terreno comune dove più soggetti possono riconoscersi.
È quanto accaduto con la manifattura tessile Bonotto con cui Morganti è riuscita a confrontarsi in maniera empatica.
La sfida era aggiungere un nuovo “strato” alla collezione della Querini e alla stesso tempo un nuovo “strato” alla collezione dei tessuti Bonotto.
“Ho immaginato di tradurre il gesto del pittore – spalmare colore ad olio sulla tela – nella pratica dell’azienda Bonotto – formare il tessuto attraverso una trama e un ordito – e ho traslato così ogni singolo strato di colore in una tela colorata. Dalla tela come supporto della pittura, alla tela come materia-colore essa stessa”, afferma Maria Morganti. “Se ogni singola pennellata di colore è costituita da tantissime gra- dazioni, così il tessuto che ho elaborato con Giovanni Bonotto è composto da tanti fili diversi che assieme vanno a creare un unico colore. Da lontano appaiono come gran- di campiture monocrome, ma quando ci avviciniamo capiamo che il colore è com- posto da tantissime sfumature. Si tratta dell’ingigantimento del gesto pittorico, senza mediazione, senza distanza: costringe ad un rapporto ravvicinato e diretto con il colo- re. L’opera si compie nella sua interezza, quando saliamo al secondo piano e ritornia- mo di fronte al quadro nella Sala dell’800 del Museo. Il cerchio si chiude, il progetto si attua nel momento in cui ricomponiamo, attraverso la nostra percezione, il processo a ritroso nel tempo. L’immaginazione torna dove le cose sono nate.”
09
maggio 2017
Maria Morganti – Svolgimento di un quadro
09 maggio 2017
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Autore
Curatore