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Pino Tipaldo – Deconstruction
Guardare il mondo da una prospettiva totalmente diversa: questa è la prerogativa che emerge maggiormente dalla personale di Tipaldo, dove predomina la geometria tonale.
Comunicato stampa
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Entrare in contatto con i lavori di Pino Tipaldo equivale a guardare la realtà da un punto di vista diverso, dove la concretezza del mondo è pura opinione scontratasi in maniera irreversibile con una studiata modalità di scomposizione formale. Ad imperare è il totalitarismo della geometria tonale, oggetto del desiderio e cifra segnica attraverso cui Tipaldo punta a costruire un'estetica di superfici pittoriche lineari e curve, sfiziosamente neo-futuriste, che restituiscono in ogni ambientazione un allettante ritmo compositivo dettato dal sovrapporsi, continuamente mutevole, di sapienti stesure cromatiche. Gesti ripetitivi, formule di una vita abitudinaria portata al di fuori di ogni visione ordinariamente intesa, inserita dentro rappresentazioni che ne sottolineano in modo netto e deciso la frenetica dinamicità. Più veloci, più moderne della stessa modernità, le ambientazioni metropolitane di Tipaldo braccano il rincorrersi dei minuti che scandisce il via vai della gente per le strade, lo inglobano per concretarlo al loro interno, dentro l’accavallarsi apparentemente nervoso delle campiture ad olio piatte e ben determinate.
Con una simile processualità l'universo visibile perde quella certezza formale che consente di riconoscere al primo colpo ogni cosa: persone, oggetti, luoghi, modificano la loro complessità percettivo-formativa celandosi dietro questa nuova dimensione pittorica, ridotti all'essenzialità lineare della strutturazione geometrica mai inutilmente piatta e banale. Tutte le superfici abbandonano la loro piana stabilità per divenire improvvisamente precarie, vittime della scomposizione formale e di un'ideale terza dimensione che tramuta ogni contesto urbano in un affastellamento ingarbugliato di vetrine, luminarie, segnali stradali. Tipaldo ha quindi innescato gli effetti di un tragicomico punto di “non ritorno formale”, un punto in cui l'umanità non è che una generica espressione simil-seriale. E inevitabilmente alterata, depauperata delle fisionomie caratterizzanti, questa è diventata il dominio per personaggi alter ego di sé stessi, abitanti di una società alter ego della nostra.
Con una simile processualità l'universo visibile perde quella certezza formale che consente di riconoscere al primo colpo ogni cosa: persone, oggetti, luoghi, modificano la loro complessità percettivo-formativa celandosi dietro questa nuova dimensione pittorica, ridotti all'essenzialità lineare della strutturazione geometrica mai inutilmente piatta e banale. Tutte le superfici abbandonano la loro piana stabilità per divenire improvvisamente precarie, vittime della scomposizione formale e di un'ideale terza dimensione che tramuta ogni contesto urbano in un affastellamento ingarbugliato di vetrine, luminarie, segnali stradali. Tipaldo ha quindi innescato gli effetti di un tragicomico punto di “non ritorno formale”, un punto in cui l'umanità non è che una generica espressione simil-seriale. E inevitabilmente alterata, depauperata delle fisionomie caratterizzanti, questa è diventata il dominio per personaggi alter ego di sé stessi, abitanti di una società alter ego della nostra.
06
maggio 2017
Pino Tipaldo – Deconstruction
Dal 06 al 17 maggio 2017
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19
Vernissage
6 Maggio 2017, ore 17.00
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