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Thomas Lange / Mutsuo Hirano – Signa Veritatis
Doppia personale e inaugurazione delle nuove sale espositive e della nuova illuminazione del museo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’immensa mole del palazzo-fortezza dei Conti Orsini caratterizza gli affascinanti quadri ambientali di
Pitigliano, la città del tufo. Iniziato a costruire nel secolo XII dai Conti Aldobrandeschi come fortezza, nuovi
interventi di ampliamento vengono realizzati nel 1462 circa, in occasione del matrimonio fra Niccolò III
Orsini con Elena dei Conti di Montelanico, mentre nel 1520 vengono rinnovate le strutture difensive su
progetto dell’architetto Antonio da Sangallo il Giovane. Diviene residenza del Vescovo dal sec. XVIII e poi
sede dell’attuale Diocesi di Pitigliano-Sovana- Orbetello.
Dal 1989, per volontà del Vescovo Mons. Eugenio Binini, parte del Palazzo Orsini diviene anche deposito
espositivo di molte opere d’arte religiosa provenienti dalle parrocchie della diocesi, sottratte al degrado e al
pericolo di furti. Dal 1999 le sale espositive e le opere d’arte vengono aumentate di numero e mediante
decreto il Vescovo Mons. Mario Meini erige gran parte del palazzo a museo diocesano. I Vescovi successivi,
Mons. Borghetti e l’attuale Mons. Roncari, ne proseguono la valorizzazione con il restauro di molte opere e
degli importanti soffitti affrescati del secolo XV.
Negli ultimi dieci anni, in collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Siena, sono stati
compiuti studi relativi ad una ulteriore valorizzazione e ad una musealizzazione definitiva, in particolare per
la realizzazione di una nuova illuminazione delle sale e delle opere d’arte con sistema illuminotecnico e
corpi illuminanti forniti da Zumtobel. Gli studi si sono trasformati in progetto e il progetto in realtà. Va
ricordato che i lavori ed i restauri progettati, sono stati realizzati tutti dalla Diocesi con il sostegno
dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana attraverso i fondi
derivanti dall’8x1000 alla Chiesa Cattolica.
Il Museo di Palazzo Orsini è un istituto culturale della Diocesi di Pitigliano-Sovana- Orbetello a gestione
diretta e senza fine di lucro. L’idea fondamentale è quella di rendere il Palazzo Orsini museo di se stesso e
un polo culturale a servizio del comprensorio diocesano; in particolare renderlo una sintesi della storia
quasi bimillenaria della Diocesi, della sua cultura e della sua identità. Il museo è destinato anche a divenire
un istituto che possa progettare proposte di ricerca, proposte didattiche e eventi culturali, in piena
collaborazione con l’Archivio Storico Diocesano e la Biblioteca Diocesana “San Gregorio VII” ed anche con le
istituzioni civili e statali. Il Museo di Palazzo Orsini non è il museo «di» Pitigliano, ma il museo della Diocesi
e anche della collettività, in quanto come luogo di storia, cultura e arte è a servizio della popolazione e
fruibile a tutti. Lo dimostra il fatto che nel 2016 è stato il terzo museo della Provincia di Grosseto quanto a
numero di visitatori, provenienti dall’Italia e dall’estero.
Il museo ha ritrovato quest’anno parte dell’antico splendore con l’allestimento delle sale storiche e in
particolare del piano comitale, con importanti restauri ed una accurata collocazione delle opere qui
conservate, concentrate soprattutto nella nuova pinacoteca. Per esempio La Madonna con Bambino
attribuita a Jacopo Della Quercia, una tavola di Guidoccio Cozzarelli, dipinti del Nasini, due grandi tele di
Francesco Zuccarelli, bozzetti di Pietro Aldi, codici miniati e pergamene del sec. X-XII, vasi sacri del sec. XV,
soffitti con interessanti cicli di affreschi quattrocenteschi, ecc.
2
La nuova illuminazione e la valorizzazione della parte architettonica è stata curata dagli architetti Barbara
Fiorini e Giorgio Della Longa e dall’ingegnere Girolamo Audino, sotto l’alta sorveglianza della
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. In
particolare la nuova illuminazione utilizza le proposte illuminotecniche di ultima generazione, sempre più
efficienti e sempre meno impattanti, in grado di esaltare al meglio le opere esposte e riducendo al minimo
gli effetti degradanti delle radiazioni luminose sulle parti pittoriche.
Per sottolineare l’importanza dei lavori eseguiti e con l’occasione dell’inaugurazione ufficiale, è stata
allestita una mostra temporanea dal titolo «Signa Veritatis» con opere di Thomas Lange e Mutsuo Hirano,
autori che abitano da decenni in Italia ma provenienti il primo dalla Germania e il secondo dal Giappone e
che hanno esposto in tutto il mondo. La mostra sarà presente nel museo dal 22 aprile al 30 settembre di
quest’anno. Si tratta di interessanti e pregevoli opere pittoriche e di scultura a carattere religioso, per lo più
di ispirazione cristiana. La mostra non occupa spazi appositamente dedicati all’interno del museo, ma
volutamente vede le opere dislocate nelle diverse sale e in «dialogo» con le opere presenti, spesso con una
sorprendente corrispondenza tematica tra i due generi. «Pro-vocare» è l’idea soggiacente alla mostra. Pro-
vocare gli animi e i sensi per una lettura più approfondita delle tematiche religiose.
La mostra vuole porre in risalto la nascosta e spesso malcelata ricerca dell’uomo contemporaneo nei
confronti dei segni della verità. Vuole quantomeno stimolare il visitatore attraverso il contrasto antico-
moderno, attraverso lo studio accurato di forme, colori, materiali e soggetti, indirizzandolo verso una
introspezione visiva di sé, del senso innato del sacro e verso un confronto con la storia e se stesso. Il sacro
nell’arte dà voce a questa innata dimensione esistenziale dell’uomo, così da rendere l’arte stessa una
manifestazione fondamentale del processo d’identità umana e culturale. Di fronte a queste considerazioni
la mostra si propone come prospettiva la realizzazione di un dialogo – talvolta anche estremo – tra Volto e
volti, tra storia e storie, tra storia e arte, tra storia e uomo, tra storia e Dio, tra Dio e l’uomo.
Per entrambi gli autori la forma è essenziale, anzi la forma è sostanza. Sperimentano nuove forme visive e
avanzano concezioni originali della natura, dei materiali e della funzione dell’arte, alternando tra realismo
(sia per le tecniche adottate che per i soggetti scelti), simbolismo e espressionismo. Si tratta di un progetto
incentrato sulla facoltà critica dell’artista e sul modo in cui il suo sguardo può comprendere la spiritualità e
la religiosità. I due artisti forniscono altrettanti punti di osservazione per reinterpretare le forme, lo spazio, i
colori, tra memoria e vertigine immaginativa. Con tecniche sapienti gli autori catturano i soggetti, li
immaginano, li comprendono e li fissano in forme e pose ieratiche.
Tra le oltre 30 opere esposte dai due artisti, sono da segnalare un nutrito studio sul Caravaggio (Isacco, San
Sebastiano, Conversione di San Paolo, Salomè e il boia, Medusa, ecc), uno sulle quindici figure
dell’Apocalisse tratte dalle xilografie di Dürer, uno sulle croci, ma anche molte opere isolate.
L’esposizione è stata ideata e realizzata dall’Ufficio diocesano Beni Culturali e dallo stesso Museo di Palazzo
Orsini, e fortemente sostenuta dal Vescovo diocesano Mons. Roncari. Interesse e patrocinio provengono
anche dal Polo Museale della Toscana, organismo del MiBACT, e dal Direttore dott. Stefano Casciu.
Pitigliano, la città del tufo. Iniziato a costruire nel secolo XII dai Conti Aldobrandeschi come fortezza, nuovi
interventi di ampliamento vengono realizzati nel 1462 circa, in occasione del matrimonio fra Niccolò III
Orsini con Elena dei Conti di Montelanico, mentre nel 1520 vengono rinnovate le strutture difensive su
progetto dell’architetto Antonio da Sangallo il Giovane. Diviene residenza del Vescovo dal sec. XVIII e poi
sede dell’attuale Diocesi di Pitigliano-Sovana- Orbetello.
Dal 1989, per volontà del Vescovo Mons. Eugenio Binini, parte del Palazzo Orsini diviene anche deposito
espositivo di molte opere d’arte religiosa provenienti dalle parrocchie della diocesi, sottratte al degrado e al
pericolo di furti. Dal 1999 le sale espositive e le opere d’arte vengono aumentate di numero e mediante
decreto il Vescovo Mons. Mario Meini erige gran parte del palazzo a museo diocesano. I Vescovi successivi,
Mons. Borghetti e l’attuale Mons. Roncari, ne proseguono la valorizzazione con il restauro di molte opere e
degli importanti soffitti affrescati del secolo XV.
Negli ultimi dieci anni, in collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Siena, sono stati
compiuti studi relativi ad una ulteriore valorizzazione e ad una musealizzazione definitiva, in particolare per
la realizzazione di una nuova illuminazione delle sale e delle opere d’arte con sistema illuminotecnico e
corpi illuminanti forniti da Zumtobel. Gli studi si sono trasformati in progetto e il progetto in realtà. Va
ricordato che i lavori ed i restauri progettati, sono stati realizzati tutti dalla Diocesi con il sostegno
dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana attraverso i fondi
derivanti dall’8x1000 alla Chiesa Cattolica.
Il Museo di Palazzo Orsini è un istituto culturale della Diocesi di Pitigliano-Sovana- Orbetello a gestione
diretta e senza fine di lucro. L’idea fondamentale è quella di rendere il Palazzo Orsini museo di se stesso e
un polo culturale a servizio del comprensorio diocesano; in particolare renderlo una sintesi della storia
quasi bimillenaria della Diocesi, della sua cultura e della sua identità. Il museo è destinato anche a divenire
un istituto che possa progettare proposte di ricerca, proposte didattiche e eventi culturali, in piena
collaborazione con l’Archivio Storico Diocesano e la Biblioteca Diocesana “San Gregorio VII” ed anche con le
istituzioni civili e statali. Il Museo di Palazzo Orsini non è il museo «di» Pitigliano, ma il museo della Diocesi
e anche della collettività, in quanto come luogo di storia, cultura e arte è a servizio della popolazione e
fruibile a tutti. Lo dimostra il fatto che nel 2016 è stato il terzo museo della Provincia di Grosseto quanto a
numero di visitatori, provenienti dall’Italia e dall’estero.
Il museo ha ritrovato quest’anno parte dell’antico splendore con l’allestimento delle sale storiche e in
particolare del piano comitale, con importanti restauri ed una accurata collocazione delle opere qui
conservate, concentrate soprattutto nella nuova pinacoteca. Per esempio La Madonna con Bambino
attribuita a Jacopo Della Quercia, una tavola di Guidoccio Cozzarelli, dipinti del Nasini, due grandi tele di
Francesco Zuccarelli, bozzetti di Pietro Aldi, codici miniati e pergamene del sec. X-XII, vasi sacri del sec. XV,
soffitti con interessanti cicli di affreschi quattrocenteschi, ecc.
2
La nuova illuminazione e la valorizzazione della parte architettonica è stata curata dagli architetti Barbara
Fiorini e Giorgio Della Longa e dall’ingegnere Girolamo Audino, sotto l’alta sorveglianza della
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. In
particolare la nuova illuminazione utilizza le proposte illuminotecniche di ultima generazione, sempre più
efficienti e sempre meno impattanti, in grado di esaltare al meglio le opere esposte e riducendo al minimo
gli effetti degradanti delle radiazioni luminose sulle parti pittoriche.
Per sottolineare l’importanza dei lavori eseguiti e con l’occasione dell’inaugurazione ufficiale, è stata
allestita una mostra temporanea dal titolo «Signa Veritatis» con opere di Thomas Lange e Mutsuo Hirano,
autori che abitano da decenni in Italia ma provenienti il primo dalla Germania e il secondo dal Giappone e
che hanno esposto in tutto il mondo. La mostra sarà presente nel museo dal 22 aprile al 30 settembre di
quest’anno. Si tratta di interessanti e pregevoli opere pittoriche e di scultura a carattere religioso, per lo più
di ispirazione cristiana. La mostra non occupa spazi appositamente dedicati all’interno del museo, ma
volutamente vede le opere dislocate nelle diverse sale e in «dialogo» con le opere presenti, spesso con una
sorprendente corrispondenza tematica tra i due generi. «Pro-vocare» è l’idea soggiacente alla mostra. Pro-
vocare gli animi e i sensi per una lettura più approfondita delle tematiche religiose.
La mostra vuole porre in risalto la nascosta e spesso malcelata ricerca dell’uomo contemporaneo nei
confronti dei segni della verità. Vuole quantomeno stimolare il visitatore attraverso il contrasto antico-
moderno, attraverso lo studio accurato di forme, colori, materiali e soggetti, indirizzandolo verso una
introspezione visiva di sé, del senso innato del sacro e verso un confronto con la storia e se stesso. Il sacro
nell’arte dà voce a questa innata dimensione esistenziale dell’uomo, così da rendere l’arte stessa una
manifestazione fondamentale del processo d’identità umana e culturale. Di fronte a queste considerazioni
la mostra si propone come prospettiva la realizzazione di un dialogo – talvolta anche estremo – tra Volto e
volti, tra storia e storie, tra storia e arte, tra storia e uomo, tra storia e Dio, tra Dio e l’uomo.
Per entrambi gli autori la forma è essenziale, anzi la forma è sostanza. Sperimentano nuove forme visive e
avanzano concezioni originali della natura, dei materiali e della funzione dell’arte, alternando tra realismo
(sia per le tecniche adottate che per i soggetti scelti), simbolismo e espressionismo. Si tratta di un progetto
incentrato sulla facoltà critica dell’artista e sul modo in cui il suo sguardo può comprendere la spiritualità e
la religiosità. I due artisti forniscono altrettanti punti di osservazione per reinterpretare le forme, lo spazio, i
colori, tra memoria e vertigine immaginativa. Con tecniche sapienti gli autori catturano i soggetti, li
immaginano, li comprendono e li fissano in forme e pose ieratiche.
Tra le oltre 30 opere esposte dai due artisti, sono da segnalare un nutrito studio sul Caravaggio (Isacco, San
Sebastiano, Conversione di San Paolo, Salomè e il boia, Medusa, ecc), uno sulle quindici figure
dell’Apocalisse tratte dalle xilografie di Dürer, uno sulle croci, ma anche molte opere isolate.
L’esposizione è stata ideata e realizzata dall’Ufficio diocesano Beni Culturali e dallo stesso Museo di Palazzo
Orsini, e fortemente sostenuta dal Vescovo diocesano Mons. Roncari. Interesse e patrocinio provengono
anche dal Polo Museale della Toscana, organismo del MiBACT, e dal Direttore dott. Stefano Casciu.
22
aprile 2017
Thomas Lange / Mutsuo Hirano – Signa Veritatis
Dal 22 aprile al 30 settembre 2017
arte contemporanea
Location
MUSEO DI PALAZZO ORSINI
Pitigliano, Piazza Della Fortezza, 25, (Grosseto)
Pitigliano, Piazza Della Fortezza, 25, (Grosseto)
Biglietti
ingresso compreso nel costo del biglietto del Museo
Orario di apertura
Martedì-domenica ore 10-13; 15-17 (18)
Agosto: tutti i giorni ore 10-20
Vernissage
22 Aprile 2017, h 10.30
Autore