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NETSUKE. Creature e miraggi nel profondo del mare
Con questa mostra La Galliavola ha vuole solleticare curiosità, o anche solo ampliare gli orizzonti, dei collezionisti fedeli al netsuke antico proponendo una serie di opere contemporanee
Comunicato stampa
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I netsuke che La Galliavola ha selezionato per questa mostra sono una divertente selezione della sua collezione di netsuke che hanno come filo conduttore il mare.
Accompagnano la nostra selezione di netsuke antichi, pescatrici di conchiglie, kappa, Re Dragoni, polpi, molluschi e conchiglie, una decina di netsuke moderni che raffigurano soggetti marini e che, per tecnica e iconografia, non sono da considerarsi di minor valore.
Il primo di questi, rappresenta un piccolo ippocampo in osso finemente scolpito la cui porosità naturale del materiale rende in modo plausibile l’effetto della superficie del piccolo animale. In un misurato gioco d’intagli, il netsukeshi ha reso con grande raffinatezza la volumetria del cavalluccio marino dalla schiena frastagliata, con la coda arricciata verso l’interno e la testa reclinata sullo stesso lato. Particolarmente apprezzabile è il dettaglio dell’uso della madreperla per gli occhi e il piccolo ippocampo posto sul ventre. Il netsuke è firmato accanto gli himotoshi Rudi Mineur, un netsukeshi di origini australiane. Anche scultori occidentali hanno saputo fare propria con eccellenti risultati l’arte del netsuke, come dimostra in modo esaustivo il pezzo proposto.
Il secondo netsuke è un cesto in avorio che contiene delle foglie e tre piccoli granchi colorati di rosso, con alcune gocce di color oro e sfumature brune sugli elementi vegetali. Il traforo del cesto è reso con minuzia. Il motivo dei granchi su foglie è reiterato anche esternamente, dove un crostaceo si arrampica lungo le pareti. La firma dell’artista Shubi (nato nel 1916) è apposta in un cartiglio in lamina dorata sotto il netsuke.
Un eccellente esempio di volumetrie complesse, ma sapientemente gestite, è il terzo netsuke che vi presentiamo: si tratta di due piovre avvinghiate nell’abbraccio dei loro tentacoli disposti a piccole volute. Il gioco dei dettagli intrecciati è visibile a tutto sesto e particolare attenzione è data alla lavorazione della superficie del legno e dall’espressività degli occhi in pasta vitrea dei due octopus. Il netsuke è firmato Micheal Webb, un artista occidentale che ha saputo guadagnarsi una certa notorietà nel mondo del collezionismo di netsuke contemporanei.
Segue un granchio, questa volta da solo su una conchiglia che, a sua volta, poggia su un’altra più piccola e di diversa forma. Il crostaceo, con gli occhi sporgenti e vivaci dipinti di nero, è colorato di un rosso acceso, mentre le conchiglie sono state lasciate color avorio naturale. Lo stacco cromatico è evidente, ma la giustapposizione dei due colori è parzialmente mitigata da minuscoli intarsi policromi sulla schiena del granchio e sul cono finale della conchiglia. La firma di Godo, artista nato nel 1914, è incisa sotto il pezzo, accanto agli himotoshi.
Sulla scia iconografica di questo netsuke, ecco il polpo avvinghiato ad una conchiglia. In questo caso, l’avorio è stato brunito solo in alcuni punti, a sottolineare i dettagli della conchiglia da cui in parte esce e sulla quale in parte si avvolge l’animale marino. La firma di Seigyoku (nato nel 1933) è incisa all’altezza degli himotoshi, entro un cartiglio.
L’ultimo pezzo Carla e Roberto Gaggianesi presentano in dettaglio è, a loro giudizio, particolarmente interessante sia per il soggetto inedito, sia per la tecnica impiegata per l’elaborata realizzazione. Il netsuke si compone di due razze contrapposte in modo da lasciare una cavità interna fra i pesci. E’ realizzato in avorio e la superficie superiore è stata colorata di marrone per rendere realistica la rappresentazione, inoltre è notevole la minuzia con cui il netsukeshi ha realizzato i dettagli anatomici: le branchie, le code attorcigliate, gli occhi e le loro cavità circostanti, oppure le pieghe delle ali con cui la razza si muove in acqua, sembra davvero che gli animali stiano nuotando carezzati dai flutti che segnano i loro corpi. In una posizione interna, entro un cartiglio in lamina dorata, è apposta la firma del noto artista contemporaneo Kozan.
La mostra non ha l’intento di contrapporre lo stile del netsuke classico e quello contemporaneo, ma solo di fornire qualche elemento per accostarsi a questo genere, forse meno considerato, fornendo alcuni strumenti di valutazione e qualche esempio, mediante la concessione di alcuni pezzi considerevoli da parte di collezionisti privati.
La Galliavola ha voluto solleticare curiosità o anche solo ampliare gli orizzonti dei collezionisti fedeli al netsuke antico.
Accompagnano la nostra selezione di netsuke antichi, pescatrici di conchiglie, kappa, Re Dragoni, polpi, molluschi e conchiglie, una decina di netsuke moderni che raffigurano soggetti marini e che, per tecnica e iconografia, non sono da considerarsi di minor valore.
Il primo di questi, rappresenta un piccolo ippocampo in osso finemente scolpito la cui porosità naturale del materiale rende in modo plausibile l’effetto della superficie del piccolo animale. In un misurato gioco d’intagli, il netsukeshi ha reso con grande raffinatezza la volumetria del cavalluccio marino dalla schiena frastagliata, con la coda arricciata verso l’interno e la testa reclinata sullo stesso lato. Particolarmente apprezzabile è il dettaglio dell’uso della madreperla per gli occhi e il piccolo ippocampo posto sul ventre. Il netsuke è firmato accanto gli himotoshi Rudi Mineur, un netsukeshi di origini australiane. Anche scultori occidentali hanno saputo fare propria con eccellenti risultati l’arte del netsuke, come dimostra in modo esaustivo il pezzo proposto.
Il secondo netsuke è un cesto in avorio che contiene delle foglie e tre piccoli granchi colorati di rosso, con alcune gocce di color oro e sfumature brune sugli elementi vegetali. Il traforo del cesto è reso con minuzia. Il motivo dei granchi su foglie è reiterato anche esternamente, dove un crostaceo si arrampica lungo le pareti. La firma dell’artista Shubi (nato nel 1916) è apposta in un cartiglio in lamina dorata sotto il netsuke.
Un eccellente esempio di volumetrie complesse, ma sapientemente gestite, è il terzo netsuke che vi presentiamo: si tratta di due piovre avvinghiate nell’abbraccio dei loro tentacoli disposti a piccole volute. Il gioco dei dettagli intrecciati è visibile a tutto sesto e particolare attenzione è data alla lavorazione della superficie del legno e dall’espressività degli occhi in pasta vitrea dei due octopus. Il netsuke è firmato Micheal Webb, un artista occidentale che ha saputo guadagnarsi una certa notorietà nel mondo del collezionismo di netsuke contemporanei.
Segue un granchio, questa volta da solo su una conchiglia che, a sua volta, poggia su un’altra più piccola e di diversa forma. Il crostaceo, con gli occhi sporgenti e vivaci dipinti di nero, è colorato di un rosso acceso, mentre le conchiglie sono state lasciate color avorio naturale. Lo stacco cromatico è evidente, ma la giustapposizione dei due colori è parzialmente mitigata da minuscoli intarsi policromi sulla schiena del granchio e sul cono finale della conchiglia. La firma di Godo, artista nato nel 1914, è incisa sotto il pezzo, accanto agli himotoshi.
Sulla scia iconografica di questo netsuke, ecco il polpo avvinghiato ad una conchiglia. In questo caso, l’avorio è stato brunito solo in alcuni punti, a sottolineare i dettagli della conchiglia da cui in parte esce e sulla quale in parte si avvolge l’animale marino. La firma di Seigyoku (nato nel 1933) è incisa all’altezza degli himotoshi, entro un cartiglio.
L’ultimo pezzo Carla e Roberto Gaggianesi presentano in dettaglio è, a loro giudizio, particolarmente interessante sia per il soggetto inedito, sia per la tecnica impiegata per l’elaborata realizzazione. Il netsuke si compone di due razze contrapposte in modo da lasciare una cavità interna fra i pesci. E’ realizzato in avorio e la superficie superiore è stata colorata di marrone per rendere realistica la rappresentazione, inoltre è notevole la minuzia con cui il netsukeshi ha realizzato i dettagli anatomici: le branchie, le code attorcigliate, gli occhi e le loro cavità circostanti, oppure le pieghe delle ali con cui la razza si muove in acqua, sembra davvero che gli animali stiano nuotando carezzati dai flutti che segnano i loro corpi. In una posizione interna, entro un cartiglio in lamina dorata, è apposta la firma del noto artista contemporaneo Kozan.
La mostra non ha l’intento di contrapporre lo stile del netsuke classico e quello contemporaneo, ma solo di fornire qualche elemento per accostarsi a questo genere, forse meno considerato, fornendo alcuni strumenti di valutazione e qualche esempio, mediante la concessione di alcuni pezzi considerevoli da parte di collezionisti privati.
La Galliavola ha voluto solleticare curiosità o anche solo ampliare gli orizzonti dei collezionisti fedeli al netsuke antico.
11
maggio 2017
NETSUKE. Creature e miraggi nel profondo del mare
Dall'undici al 31 maggio 2017
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte etnica
arte moderna e contemporanea
arte etnica
Location
LA GALLIAVOLA ARTE ORIENTALE
Milano, Via Borgogna, 9, (Milano)
Milano, Via Borgogna, 9, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10.30-18.30
sabato ore 10.30-13
Vernissage
11 Maggio 2017, ore 18
Autore
Curatore